[AGG.] Londra - Parigi, una mostra celebra il Re del Pop

La mostra, dopo Parigi, sarà presentata al Bundeskunsthalle di Bonn, in Germania e poi al Museo d'arte moderna di Espoo, in Finlandia

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    L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI MICHAEL JACKSON. A LONDRA, UNA MOSTRA CELEBRERÀ IL RE DEL POP

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    Quanto è stato importante Michael Jackson, anche al di là della storia della musica? Moltissimo, anzi di più e probabilmente non era necessaria una mostra per rendere merito all’influenza che il Re del Pop ha esercitato sul mondo intero, considerando che nel 2006 il Guinnes World Record, che su certe affermazioni ci va cauto, già gli riconobbe il primato come «essere umano vivente più famoso». È comunque significativo che a dedicargli un’esposizione sia proprio la National Portrait Gallery, antica istituzione londinese, tra i musei più visitati al mondo e interamente dedicata ai ritratti dei maggiori personaggi storici. In collezione c’è il celeberrimo ritratto Chandos, ritenuta la rappresentazione più attendibile di William Shakespeare, e sappiamo quanto ci tengano al Bardo, da quelle parti.

    La mostra, organizzata dal direttore Nicholas Cullinan, aprirà il 28 giugno 2018 e prende spunto dal suo quinto album solista, quello della definitiva consacrazione, pubblicato nel 1979, Off The Wall, cambiando la preposizione in On The Wall, sul muro, ovvero, Michael Jackson da incorniciare. In esposizione, più di 40 grandi nomi dell’arte contemporanea, tra i quali Andy Warhol, che ritrasse Jackson per la prima volta nel 1982, e poi Njideka Akunyili Crosby, Isa Genzken, Paul McCarthy, Kehinde Wiley, David LaChapelle, Grayson Perry, Isaac Julien, Gary Hume, Mark Flood, David Hammons, Louise Lawler, Klara Liden, Glenn Ligon e Catherine Opie. Mancherà Jeff Koons, la cui scultura in ceramica dell’ex Jackson 5 insieme alla scimmia Bubbles, del 1988, pure è famosissima.

    "Michael Jackson: On The Wall" sarà esposta anche al Grand Palais di Parigi, al Bundeskunsthalle, a Bonn, e al museo d'arte moderna di Espoo, in Finlandia.
    Nel frattempo, tra pochi giorni, il 29 settembre, sarà pubblicata una nuova raccolta postuma, Scream, dal titolo della canzone del 1995 cantata con la sorella Janet, con tredici pezzi più o meno noti e un mash-up inedito realizzato da The White Panda.

    www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=54794&IDCategoria=204

    Edited by ArcoIris - 11/8/2018, 15:30
     
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    In arrivo a Londra una mostra su Michael Jackson con opere di Andy Warhol e David LaChapelle

    Inaugura nel 2018 alla National Portrait Gallery di Londra una grande mostra dedicata a Michael Jackson, leggendaria icona della musica pop. Con le sue canzoni ha ispirato le opere di numerosi artisti contemporanei, da Andy Warhol a David LaChapelle.

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    La programmazione espositiva per il 2018 della National Portrait Gallery di Londra, recentemente annunciata, prevede una serie di mostre dedicate ai grandi nomi della storia dell’arte come Monet, Degas, Bellini, Mantegna, Lotto e Murillo, tra gli altri autori e correnti artistiche ormai storicizzati. Ma il Museo, sempre più spesso, dedica focus dal taglio decisamente non convenzionale a personaggi inusuali in una istituzione legata all’arte. Risale all’estate 2017, ad esempio, l’annuncio di una mostra che a marzo 2018 sarà dedicata ai fotografi dell’Età Vittoriana e in particolare a Lewis Carroll, l’autore del romanzo Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie.
    Carroll, come è noto, immortalò nei suoi scatti una bambina di nome Alice, la musa che ispirò successivamente i suoi famosi racconti. Il museo londinese ha, inoltre, rilanciato con la notizia di un’esposizione che da giugno 2018 vedrà invece protagonista “The King of Pop” Michael Jackson (Gary, 1958 – Los Angeles, 2009).

    DA THRILLER AD OGGI


    Michael Jackson: On the Wall è il titolo del progetto dedicato al grande cantante e ballerino americano, divenuto un’icona della musica pop, fautore di mode e tendenze che hanno influenzato il costume e la società per interi decenni, dagli anni Ottanta fino ai primi del Duemila. Artista camaleontico ed eclettico, Jackson ha letteralmente rivoluzionato il mondo della musica e dello spettacolo, a partire dalla realizzazione del videoclip, ancora oggi fonte di ispirazione per artisti e registi, della celebre canzone Thriller – il cui album è finora il più venduto della storia –, fino all’invenzione del Moonwalk, il passo di danza divenuto il suo cavallo di battaglia in molte coreografie e concerti.
    A quasi dieci anni dalla sua morte, i dischi di Jackson continuano a essere i più venduti e il numero dei suoi fan non accenna a diminuire. Partendo da queste premesse, la mostra londinese vuole esplorare l’influenza che la personalità e l’arte di Jackson hanno avuto sull’arte contemporanea, sottolineando come il cantante continui ancora a essere fonte di ispirazione per gli artisti più giovani.

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    GLI ARTISTI ISPIRATI DA JACKSON, DA ANDY WARHOL A DAVID LACHAPELLE


    Rita Ackerman, Dara Birnbaum, Candice Breitz, Marvin Gaye Chetwynd, Njideka Akunyili Crosby, Mark Flood, Isa Genzken, Maggi Hambling, David Hammons, Lyle Ashton Harris, Jonathan Horowitz, Gary Hume, Rashid Johnson, Isaac Julien, David LaChapelle, Louise Lawler, Klara Liden, Glenn Ligon, Paul McCarthy, Rodney McMillian, Dawn Mellor, Lorraine O’Grady, Catherine Opie, Yan Pei Ming, Grayson Perry, Paul Pfeiffer, Faith Ringgold, Donald Urquhart, Kehinde Wiley, Hank Willis Thomas , Andy Warhol e Jordan Wolfson sono gli importanti artisti che partecipano alla mostra, con opere provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
    Tra i pezzi più emblematici in esposizione, l’opera realizzata da Andy Warhol nel 1982 che ha “ufficialmente” proclamato Jackson un’icona pop, An illuminating path di David LaChapelle e un ritratto equestre dall’iconografia “napoleonica” realizzato da Kehinde Wiley.

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    UN APPROCCIO NUOVO


    “Michael Jackson: On the wall esplora con un approccio completamente nuovo e radicale l’impatto culturale di una figura unica attraverso l’arte contemporanea”, spiega Nicholas Cullinan, direttore della National Portrait Gallery e curatore dell’esposizione. “Tutti gli artisti in mostra, nonostante appartengano a diverse generazioni e impieghino una vasta gamma di media, sono affascinati da ciò che Jackson ha rappresentato e da quello che ha inventato.
    La mostra rappresenta qualcosa di completamente nuovo per il museo, per la materia e il profilo degli artisti che sono stati invitati a partecipare. Aprirà nuovi percorsi per pensare all’arte e all’identità, incoraggiare nuovi dialoghi tra artisti e invitare gli spettatori interessati alla cultura e alla musica popolari ad avvicinarsi all’arte contemporanea”.

    – Desirée Maida

    Londra // dal 28 giugno al 21 ottobre 2018
    Michael Jackson: On the wall
    National Portrait Gallery
    St. Martin’s Pl
    FONTE

    Edited by ArcoIris - 24/6/2018, 23:12
     
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    BREVE AGGIORNAMENTO

    Sebbene la portata dell'influenza culturale di Michael Jackson sia stata a lungo chiara nei campi della musica, dei video musicali, della danza, della coreografia e della moda, il suo impatto sull'arte contemporanea non è stato spesso riconosciuto. Questa mostra si propone di mostrare come Jackson abbia ispirato alcuni dei principali nomi dell'arte contemporanea.

    Dal momento che Andy Warhol ha usato per la prima volta l'immagine di Jackson nel 1982, la pop star è stata raffigurata da Catherine Opie a Hank Willis Thomas e da Maggi Hambling a Grayson Perry, mentre le figure emergenti sono incluse nella lista di oltre 40 artisti in mostra.

    La mostra non chiede solo perché così tanti artisti contemporanei sono stati attratti da Jackson come soggetto nel corso dei decenni, ma anche perché continua ad apparire così grande nella nostra immaginazione culturale collettiva.

    FONTE

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    Michael Jackson (1984), Andy Warhol. Image © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc


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    An Audience (2001), Rodney McMillian. Courtesy of the artist and Susanne Vielmetter Los Angeles Projects.


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    Interview Magazine, September 2009 (September 2009), Kaws. Courtesy of KAWS


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    Thriller (Black and White) (2017), Graham Dolphin. Courtesy of the artist


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    Dangerous (1991), Mark Ryden.

     
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    Nove anni fa moriva Michael Jackson, una delle icone pop più influenti del ventesimo secolo. Un artista che, con la sua vita e la sua musica, ha ispirato tanti altri artisti, molti dei quali fanno parte della mostra 'Michael Jackson: On the Wall' che raggruppa le opere di oltre 40 maestri della fotografia e della pittura. Esposti anche vestiti e oggetti appartenuti al cantante americano.

    "L'impatto e la fama di Michael", afferma il direttore della National Portrait Gallery, "non mostrano segni di calo e i temi da lui sollevati come fenomeno sociale sono ancora rilevanti".

    FONTE

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    Altre foto della mostra..
    Grazie a Foros Michael Jackson's HideOut

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    Mark Ryden, creatore del Dangerous Album Cover di Michael Jackson, commissionato dallo stesso Michael, ha appena condiviso sui suoi social gli schizzi della cornice del dipinto della copertina in mostra alla National Portrait Gallery per il 'Michael Jackson: On The Wall'. È stata commissionata dalla tenuta di Michael Jackson appositamente per l'evento.
    FONTE

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    A Londra The King of Pop, versione equestre

    Un ritratto di Michael Jackson in versione barocca ed equestre dipinto da Kehinde Wiley: è una delle chicche della mostra dedicata al Re del Pop dalla National Portrait Gallery di Londra, sino al 21 ottobre 2018
    di Maria Cristina Magri

    Tra le tante opere esposte, quella che a noi piace di più è ovviamente il ritratto di Michael eseguito dall'artista afroamericano Kehinde Wiley: ispirato al famoso quadro di Peter Paul Rubens che ha per protagonista il re Filippo II di Spagna, il dipinto di Wiley ripete i punti chiave dell'originale declinando tutto secondo il suo stile personale fatto di colori sgargianti, pose barocche ed enfasi eroica.

    I protagonisti dei quadri di Wiley sono molto spesso noti personaggi moderni afroamericani, a lui è stato affidato l'incarico di eseguire il ritratto ufficiale di Barack Obama per la Smithsonian National Gallery of Portraits di Washington, che conserva quelli di tutti i presidenti americani: quello di Wiley sarà il primo della collezione realizzato da un artista di colore.

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    IL RE DEL POP SI MOSTRA

    Il 29 agosto di quest’anno Michael Jackson avrebbe compiuto 60 anni. Li avrebbe compiuti se il 25 giugno di 9 anni fa non avesse trovato la morte dopo un malore in un’abitazione di Los Angeles in seguito a una dose letale di Propofol, un farmaco anestetico somministratogli dal suo medico personale, Conrad Murray, in seguito condannato a 4 anni di reclusione per omicidio colposo. L’artista si trovava a Los Angeles in quel periodo per partecipare alle prove del suo ultimo tour “This is it” che si sarebbe dovuto aprire a Londra l’8 luglio del 2009 alla O2 Arena con il primo di una serie di concerti-evento.

    E proprio nella capitale britannica è stata inaugurata a giugno la mostra “Michael Jackson: On the Wall”, la prima rassegna dedicata all’influenza della celebre pop star sull’arte contemporanea che sarà visitabile fino al 21 ottobre prossimo e che presenta opere provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.

    Il successo planetario e la schiera di innumerevoli fan di questo straordinario e talentuoso artista sono ben noti: la vendita di tutti i suoi album, dischi e singoli sfiora complessivamente il miliardo di unità in tutto il mondo e non accenna a fermarsi. Un caso su tutti quello dell’album “Thriller”: pubblicato il 30 novembre del 1982, con oltre 100 milioni di copie vendute, si attesta tutt’oggi come il successo discografico di tutti i tempi. Ma non solo perché contiene alcune delle canzoni più celebri ed amate, ma perché si è rivelato un vero e proprio fenomeno di costume e di cultura che è andato ben oltre i confini della musica, attraversando molti ambiti artistici, dalla danza alla moda, dal cinema all’arte.

    E alla base della scelta di Nicholas Cullinan, direttore della National Portrait Gallery, di allestire questa mostra evento è proprio questa: raccontare Jackson al di là del fenomeno musicale, come icona assoluta di tantissimi artisti contemporanei che si sono ispirati a lui ed al suo stile per realizzare le loro opere. Una storia fino ad ora poco raccontata.

    A partire da Andy Warhol, che per primo lo ritrasse nel 1984, all’apice della carriera di entrambi, sorridente con la giacca di pelle rossa indossata per il video di Thriller: tra tutte forse l’opera più emblematica, sintesi della celebrazione di due talenti della cultura globale dell’epoca. E anche David la Chapelle, celebre artista e fotografo che aveva una vera e propria ammirazione per Jackson, che lo ha ritratto e fotografato innumerevoli volte. “An illuminating path” è la sua opera contenuta in questa rassegna. Oppure Kehinde Wiley, che ha ritratto il re del pop in sella ad un destriero, con la maestria e la gloria dei dipinti dei monarchi antichi. E ancora Mark Ryden, Gary Hume, Keith Haring e tanti altri per un totale di quaranta artisti, affermati ed emergenti.

    Un appuntamento da non perdere insomma, per conoscere altri aspetti ancora poco noti del re del pop, così eclettico e camaleontico da divenire una indiscussa fonte di ispirazione per gli artisti di ieri e di oggi. E in questo contesto, le sue parole risuonano ancora più emblematiche:
    “La grande musica è come una grandiosa scultura o un fantastico dipinto: resta in eterno”.
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    Michael Jackson: On the wall

    di Kin Woo
    Fin da quando è entrato nel nostro immaginario collettivo a soli 11 anni con i Jackson Five, pochi artisti sono stati così rivoluzionari e originali come Michael Jackson. Il suo album Thriller del 1982 ha anche dato il via alla golden era dei video musicali grazie al corto della title track della durata di 12 minuti, e da allora il disco ha venduto, a quel che si dice, oltre 105 milioni di copie in tutto il mondo, ed è stato 33 volte disco di platino negli USA diventando l’album con il maggior numero di riconoscimenti nella storia. L’immagine di Michael che balla con la sua giacca di pelle rossa è impressa nelle menti di un’intera generazione.

    Oggi, a nove anni dalla sua prematura scomparsa, nel 2009, per arresto cardiaco, e proprio quando, il 29 agosto prossimo, avrebbe compiuto 60 anni, la National Portrait Gallery di Londra con la nuova mostra, 'Michael Jackson: On The Wall' , indaga il fenomeno Jackson raccontato da 40 artisti fra cui Kehinde Wiley, Maggi Hambling, Grayson Perry e David LaChapelle.

    Il direttore Nicholas Cullinan ebbe l’idea per la mostra dieci anni fa, mentre lavorava a quella che la Tate aveva dedicato a Andy Warhol (una coincidenza: è stato il primo artista a ritrarre Jackson negli anni 80).
    «Il fatto che un artista possa rappresentare cose tanto diverse per persone tanto diverse è qualcosa di davvero unico», afferma Cullinan. «Era quasi un meme ante litteram. Il suo spirito è riassunto nei suoi costumi di scena, nei suoi gesti, nella moda».

    E questo è evidente soprattutto nel ritratto dell’artista Kaws, che mostra Jackson con la sua iconica giacca e i guanti bianchi che verranno associati alla star per sempre. Come spiega Kaws nel catalogo della mostra: «Mi piaceva moltissimo il modo in cui riusciva a rendere un normalissimo capo di abbigliamento come un guanto bianco o una giacca di pelle rossa un elemento della sua identità».

    Nel corso della sua carriera Jackson ha collaborato con molti stilisti fra cui Gianni Versace (che lo aveva vestito per un duetto con Paul McCartney e per il suo HIStory tour) e negli ultimi anni, Hedi Slimane e Riccardo Tisci. A differenza però di altre star camaleontiche come Bowie e Madonna, Jackson teneva sempre gli stessi pezzi chiave nel suo look: guanti, giacche militari riccamente decorate e calzini bianchi con i mocassini.

    Se il suo impatto sulla moda si sente ancora oggi – designer molto diversi fra loro come Supreme, Olivier Rousteing per Balmain e Philip Treacy hanno tutti reso omaggio a Jackson negli ultimi anni– è facile dimenticare che in quegli anni il suo stile era visto come un atto di ribellione. Come scriveva lo stesso Jackson nella sua autobiografia del 1988, Moonwalk, «Il mio atteggiamento è questo: se la moda dice che quella cosa è vietata, io la metto».

    Vogue ha parlato dell’evoluzione del suo stile con alcuni dei collaboratori più vicini al musicista.


    Michael Bush, costumista
    Nel corso di una collaborazione durata 25 anni, che ha avuto inizio sul set del film del 1986 'Captain EO' ed è continuata fino alla sua morte (Bush l’ha vestito anche per il funerale), nessun designer ha contribuito a consolidare l’immagine di Jackson nell’immaginario collettivo quanto Michael Bush insieme al suo partner, il compianto Dennis Tompkins. Più che costumisti i due divennero i suoi couturier personali, artefici di molte delle innovazioni sartoriali della sua carriera – dalla giacca di Thriller creata per il Bad tour del 1987-89, che era stata realizzata con 11.000 lampadine che pulsavano al ritmo della canzone, alle lean shoes, le scarpe brevettate che permettevano a Jackson di inclinarsi (to lean) in avanti di 45 gradi (tutti i capi sono ricordati con affetto da Bush nel suo libro del 2012 'The King of Style: Dressing Michael Jackson)'.

    Gli abiti che hanno creato per Jackson dovevano rispettare quelle che Bush descrive come le “Four Fs of dressing Michael Jackson: Fit, Function, Fun and First”, ovvero le regole per vestire la star: vestibilità, funzionalità, divertimento e originalità. Jackson, noto per essere un perfezionista, sfidava continuamente i due stylist a raggiungere livelli sempre più alti di maestria tecnologica per le sue performance sul palco.
    «Dagli altri pretendeva esattamente quello che pretendeva da se stesso, nulla di più», dice Bush, «e quindi Dennis e io accettavamo la sfida e facevamo il possibile per disegnare abiti di scena che facilitassero al massimo i movimenti». Abiti che sono un riflesso e al contempo un elemento indissolubile della sua musica, creando un tutto unico più completo.
    «Michael Jackson non seguiva la moda, era la moda a seguirlo».



    Nadja Swarovski, Swarovski
    Se c’è un capo che ha acquistato un significato davvero straordinario nella carriera di Jackson, è il guanto bianco indossato sulla mano sinistra per la prima volta durante l’ormai iconica performance di Billie Jean nel 1983. Tempestato di 1.200 cristalli Swarovski, era stato creato dal primo costumista del cantante, Bill Whitten. Nadja Swarovski ricorda il rapporto della sua famiglia con la star: «La prima volta che Michael si era esibito nel moonwalk indossava una camicia decorata con cristalli, calzini con cristalli e ovviamente il guanto realizzato interamente con gli Swarovski. Ci sono volute 40 ore per cucire a mano i cristalli sul guanto».

    Se Swarovski ha una lunga tradizione di collaborazioni con le star, da Madonna a Beyoncé, lavorare con Jackson era stato particolarmente entusiasmante. «Michael Jackson era un’icona senza pari, era totalmente unico e continuamente innovativo, sia dal punto di vista musicale che nella moda».



    Rushka Bergman, stylist e fashion editor per Vogue Italia
    La stylist serba Rushka Bergman aveva incontrato per la prima volta Jackson nel 2007 quando con il fotografo Bruce Weber l’avevano immortalato per un servizio speciale su L’Uomo Vogue che celebrava il 25° anniversario di Thriller. «Quando ho visto Michael per la prima volta ero davvero nevosa, ma lui è stato gentile, era timido, una persona speciale. Il ricordo più bello che ho di lui è quando si è messo a ballare il moonwalk e il robot walk per il nostro shooting davanti all’obbiettivo di Bruce Weber. Tutta la troupe ballava, cantava e piangeva. Un momento magico!».

    Nel 2008 era poi diventata la consulente creativa e stylist di Jackson, commissionando a vari stilisti fra cui Riccardo Tisci per Givenchy, Hedi Slimane per Dior Homme e John Galliano gli outfit per 'This is It!', il tour che avrebbe visto il ritorno di Jackson sulle scene. «Il mio obiettivo era riportare in auge il suo status di icona di stile. Michael aveva un fisico perfetto per gli abiti e quando indossava le giacche dal taglio impeccabile di Balmain o i pantaloni di Dior Homme sentivi che il suo sex appeal stava tornando. Era di nuovo una rock star, e un sex symbol»

    Bergman spera un giorno di poter esporre i 120 look couture che aveva ideato per quel tour sfortunato, ma nel frattempo mantiene vivo il suo legame con Jackson dal momento che di recente ha lavorato con sua figlia Paris. «Mi ricorda moltissimo suo padre. Michael sarebbe molto orgoglioso di vedere sua figlia diventare una superstar».



    Balmain
    La collezione Primavera Estate 2019 di Olivier Rousteing era un chiaro omaggio a Jackson, ma il rapporto di Balmain con il cantante risale a dieci anni fa, quando il precedente direttore creativo della griffe, Christophe Decarnin, era stato incaricato da Bergman di creare gli abiti per il tour This is It!. Bergman aveva incontrato Nikola Vasari, allora a capo del womenswear, per scegliere alcuni look dalla collezione Primavera Estate 2009 di Balmain perché fossero realizzati appositamente per Jackson.

    Jackson si innamorò dei dieci bozzetti che Vasari aveva realizzato per il progetto . «A quel tempo era da un po’ che non lo sentivamo, quindi era tutto molto elettrizzante», ricorda Vasari. Iniziò a lavorare adattando la collezione alla corporatura minuta di Jackson, aggiungendo elementi décor alle giacche a ai jeans biker. Sebbene il suo lavoro non vide mai la luce a causa della scomparsa di Jackson, ricorda: «Fu un’esperienza incredibile. Dovevamo andare alla prima, e la notizia della sua morte fu un vero shock. Ma le sue canzoni esisteranno per sempre».



    Philip Treacy
    Durante la London Fashion Week del settembre 2012, Philip Treacy aveva presentato la sua prima sfilata in otto anni sotto le arcate delle Royal Courts of Justice. Lady Gaga era stata la sua madrina d’eccezione, presentando una serie di modelli e modelle black che sfoggiavano abiti dall’archivio di Michael Jackson, completati con gli straordinari cappelli di Treacy, fra cui un cappello-guanto indossato da Alek Wek e un copricapo che riproduceva una giostra in miniatura, completa di luci sfolgoranti.
    Treacy voleva fare una sfilata a tema africano. «Un giorno stavo ascoltando Michael Jackson, a un certo è iniziata 'The Way You Make Me Feel' e ho pensato: Ecco qui. La sfilata doveva parlare della ricchezza dell’Africa, e Michael Jackson possedeva questa ricchezza, e quando si vestiva assecondava la sua sensibilità». Quando chiamò la casa d’aste Julien’s Auctions di Los Angeles sperando di poter avere in prestito un guanto, gli venne offerto l’intero archivio di abiti che Bush e Tompkins avevano creato per Jackson, e che sarebbe andato all’asta in dicembre.

    Vedere il guardaroba per la prima volta «mi ha tolto il respiro», afferma Treacy. «Quegli abiti emanavano energia. Quegli abiti facevano parte del suo personaggio. Erano reliquie del pop del 21° secolo». La sfilata, dedicata agli amici e mèntori di Treacy Alexander McQueen e Isabella Blow, aveva ricevuto un’accoglienza incredibile, reazione che lui attribuisce al potere inesauribile dell’immagine di Jackson.
    «Il più grande showman della nostra generazione. Aveva più fascino e talento di chiunque altro. Ed era il massimo esempio di intrattenitore consapevole della propria immagine. I suoi abiti erano messaggi per i suoi fan».

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    Dopo l'apertura alla National Portrait Gallery di Londra, lo spettacolo arriverà a Parigi

    Michael Jackson onorato su un murale in Francia

    Il ritratto dell'Era Thriller di Michael Jackson promuove l'arrivo della mostra 'On The Wall' a Parigi-
    Un murales esposto sulla strada Robert Planquette sta richiamando l'attenzione dei parigini. Il ritratto di Michael Jackson è il primo di molte altre promozioni del Grand Palais che si svolgeranno dal 23 novembre 2018 al 17 febbraio 2019, l'acclamata mostra "On The Wall".

    FONTE

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    Ma è mai possibile che in Italia non si accolga questa mostra fantasticamente artistica per un'icona che amava così tanto anche l'arte classica italiana? Ci dimostriamo più che mai così provincialmente soli!! È deludente!
     
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    Un'opera d'arte di Yan Pei-Ming esposta durante l'anteprima stampa della mostra 'On the Wall' dedicata al cantante Michael Jackson al Grand Palais di Parigi, il 21 novembre 2018. REUTERS / Benoit Tessier

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    A Parigi l'omaggio a Michael Jackson



    (ANSA) - PARIGI, 23 NOV -A 10 anni dalla morte, il re del pop è più che mai lui, Michael Jackson, il musicista la cui influenza mondiale e sugli artisti suoi contemporanei non conosce limiti.

    A lui, al King of Pop, è dedicata la mostra aperta da oggi al 14 febbraio 2019 al pubblico negli spettacolari spazi del Grand Palais di Parigi. "On the Wall", questo il titolo dell'esposizione che arriva a Parigi dopo l'esordio in estate alla National Portrait Gallery di Londra, vuole mostrare come Michael Jackson sia diventato, da quando Andy Warhol utilizzò e immortalò la sua immagine per la prima volta nel 1982, il personaggio culturale più rappresentato al mondo dagli artisti suoi contemporanei più celebri.

    Centoventi opere di una quarantina di grandi artisti, girano attorno al mito del cantante e ballerino in questa mostra il cui titolo, "On The Wall", richiama direttamente l'album del "re della pop music", "Off the wall", del 1979. Ci sono dipinti, sculture, molte foto e video, tutte opere che scavano ed esplorano l'immenso impatto artistico del protagonista che perfettamente a suo agio navigava fra la musica, la danza, i videoclip e la moda.
    E in tutte queste declinazioni della sua arte, la sua poliedrica capacità di attrarre non risparmiò gli artisti del suo tempo. Warhol, che nel ritrarre gli artisti simbolo era il campione, fu uno dei primi ad essere affascinato dalla star-bambino diventata fenomeno planetario.

    Nel 1977 il primo incontro, subito dopo "The Wiz", il film ispirato a "Il mago di Oz" in cui Jackson interpretava lo spaventapasseri. Al Grand Palais, numerose sono le foto nate dal sodalizio con Warhol. Ma a colpire l'immaginario del visitatore, insieme all'immagine certo più famosa di Jackson visto da Warhol, quella che sprizza luminosità e che fu commissionata nel 1984 dal periodico Time, ci sono altre tre opere memorabili: quella del pittore americano Kehinde Wiley, che immortalò Jackson come un monarca a cavallo con tanto di armatura decorata, quadro direttamente ispirato al ritratto equestre di Filippo II, dipinto da Rubens nel 1628. David LaChapelle, celebre fotografo delle star americane, fu ispirato dal celebre hit di Jackson "Billie Jean" per proporre un'immagine storica del cantante che cammina leggermente sulle lastre che si illuminano al suo passaggio.

    Fra le opere esposte e più originali, quella di Lorraine O'Grady, che ebbe l'idea di accostare le immagini e i destini di due artisti moderni e dal percorso drammatico, Charles Baudelaire e Michael Jackson. Il creatore del celebre "Moonwalk" ispirò anche il pittore cinese Yan Pei-Ming, che realizzò un suo ritratto monumentale (2 metri per 2), in bianco e nero, di un Michael Jackson dall'espressione intensa.

    La mostra, dopo Parigi, sarà presentata al Bundeskunsthalle di Bonn, in Germania, fino al prossimo luglio, poi al Museo d'arte moderna di Espoo, in Finlandia, fino al gennaio 2020.

    FONTE: ANSA
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    I visitatori guardano “The Whiz” (2012), a sinistra, dell'artista statunitense Rashid Johnson e “In Memory of Michael Jackson” (2017), al centro, dell'artista cinese Yan Pei-Ming. (AP Photo/Francois Mori)


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    Opera Green Grey Symmetrical Michael Jackson, 2003, di Paul McCarthy. REUTERS/Benoit Tessier


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    Un'opera d'arte di Faith Ringgold intitolata "Who's Bad?". REUTERS/Benoit Tessier


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    Opera d’arte di Graham Dolphin composta usando numerose copie delle copertine dei vinili dell’album "Off the Wall" di Michael Jackson. (Photo by Philippe LOPEZ / AFP)
    FONTE:Il Sole 24 ORE

    Edited by ArcoIris - 25/11/2018, 00:52
     
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    “MICHAEL JACKSON: ON THE WALL” ALL'EMMA - MUSEO ESPOO
    DI ARTE MODERNA - FINLANDIA


    L'ultimo capitolo della mostra "Michael Jackson:"On The Wall" apre oggi in Finlandia all'EMMA (Espoo Museum of Modern Art) e la galleria è pronta ad accogliere tutti i fan!

    Come Londra, Parigi e Bonn, i fan potranno vedere i ritratti e le arti ispirate al Re del Pop! Le stesse opere d'arte, ambiente diverso! Un luogo molto più moderno dei suoi predecessori con enormi spazi aperti...

    Prodotto dalla National Portrait Gallery e con la collaborazione della Michael Jackson Estate, la mostra aprirà il 21/08 e terminerà il 26/01/2020!

    SOURCE

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