P.S. I LOVE YOU

ONE-SHOT

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  1. Michael's Girlfriend 88
     
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    Salve ragazze,dopo un po' che non scrivevo,rieccomi qua con un'altra piccola storia.Mi e' venuta in mente ascoltando "The Girl is mine",e dato che come tutte sapete,Michael ha collaborato con Paul Mccartney,e dato che amo i Beatles alla follia da quando sono piccola,ho deciso di unire i miei cantanti preferiti in questa storia.
    Spero che vi piaccia.
    P.S: Ringrazio Stefy Jackson91 per la foto che vedete all'inizio. :)


    Genere: One-Shot

    Anno: Invincible Era/Bad Era

    RATING: Verde

    Personaggi: Michael Jackson/Dorothy





    As I write this letter,
    
Send my love to you,
    
Remember that I'll always,
    
Be in love with you. 

    Treasure these few words 'till we're together,
    
Keep all my love forever,
    
P.S. I love you, 
you, you, you.
    
I'll be coming home again to you love, 

    And 'till the day I do love, 
P.S. I love you, 
you, you, you.
    
As I write this letter, 
Send my love to you, 
Remember that I'll always 
be in love with you.
    
Treasure these few words 'till we're together, 
Keep all my love forever, 
P.S. I love you, 
You, you, you.
    
As I write this letter, 
Send my love to you, 
(You know I want you to) remember that I'll always 
be in love with you.
    
I'll be coming home again to you love,
    
And 'till the day I do love,
    
P.S. I love you. 
you, you, you. 
You, you, you. 
I love you.

    “Mentre scrivo questa lettera
ti mando il mio amore,
ricorda che sarò sempre
innamorato di te.
    Conserva queste poche parole
fino a quando saremo insieme
custodisci tutto il mio amore per sempre
P.S. ti amo, ti amo.
    Tornerò a casa da te amore
fino a quel giorno, amore
P.S. ti amo, ti amo
    Mentre scrivo questa lettera
ti mando il mio amore
ricorda che sarò sempre
innamorato di te.
    Conserva queste poche parole
fino a quando saremo insieme
custodisci tutto il mio amore per sempre
.P.S. ti amo, ti amo.
    Mentre scrivo questa lettera
ti mando il mio amore
(sai che voglio che tu)
ricorda che sarò sempre
innamorato di te (sì)
    Tornerò a casa da te amore
fino a quel giorno, amore
P.S. ti amo, ti amo, ti amo
ti amo, ti amo, ti amo
ti amo”.




    Michael si era appena svegliato: si allaccio' la vestaglia in modo per nulla rifinito e scese le scale ancora insonnolito,lasciando ciondolare quello che sarebbe dovuto essere un fiocco e cercando un equilibrio via via che scendeva i gradini,ancora instabile per il senso di sonnolenza che non gli permetteva nemmeno di aprire del tutto gli occhi.
    A passo lento e irregolare,arrivo' sulla soglia della cucina: si paro' gli occhi con le mani per non essere trafitto dagli abbaglianti raggi di quella mattina assolata,e tiro' dietro di se' una sedia per accomodarsi. Con gli occhi che si opponevano al comando del suo cervello di spalancarsi,resto' assopito e immobile sulla sedia,incurante della vestaglia che si era aperta,svelando tutto il suo petto per la distrazione con cui l'aveva indossata.
    Solo quando le sue narici catturarono un profumo dolce,allora rinsavi' tutto ad un tratto,attirato dall'odore del cibo che lei stava preparando. Frittelle,presumeva. Lei si volto' e lo saluto' porgendogli il piatto:

    "Buongiorno,amore"

    "Buongiorno",rispose Michael con tono basso.

    Consumo' il suo pasto silenziosamente:erano esattamente frittelle. Ci verso' sopra il suo sciroppo d'acero e,versato del latte in una tazza,incomincio' ad ingoiare a grandi bocconi. Lei lo osservava altrettanto in silenzio,trovando adorabile il modo in cui,dopo aver ripulito il piatto, scuoteva il cartone dei cereali in cerca della sorpresa.

    "Sei affamato stamattina a quanto vedo"

    disse la nuova compagna di Michael con una risatina lieve.Lui non rispose e quando la scodella stava per straboccare e i cereali erano abbondantemente sommersi dal latte,mastico' anche quelli,riempendo ogni centimetro della sua bocca.

    "Amore,sai cosa pensavo?"

    chiese lei non appena lo vide alle prese con il fondo della grande tazza.

    "No,cosa?"

    "Che dovremmo pulire la soffitta,ci sono le scatole fino all'orlo delle scale...."

    "Vero,me ne sono accorto anch'io...."

    rispose con la noia che traspariva dal suo timbro di voce. Al solo pensiero andava in tilt. Riordinare...Non era certo il suo forte.

    "Avevo pensato...Che potrebbe anche andarci la domestica a pulire,pero' Michael,sai com'e'...Lassu' ci sono le nostre cose,le mie,le tue..
    Insomma,ma lei che ne sa cosa deve buttare oppure no? Cosi' prima di incaricare lei ho voluto avvertirti"

    "Infatti amore,hai fatto benissimo...Beh allora...vado a lavarmi i denti e poi vado subito,o volevi prima guardare tu?"

    "No,no Michael,vai pure,io ho una montagna di piatti nell'acquaio…"

    D'accordo: oggi era il suo turno e avrebbe dovuto pulire tutta la stanza,eliminando il superfluo,togliendo di mezzo tutte le classiche cianfrusaglie che si tengono in soffitta senza un motivo preciso. Gia',perche' alla fine vengono sempre dimenticate;e allora perche' mai conservarle quando ci si potrebbe direttamente sbarazzare di loro in un solo,rapidissimo gesto? Chissa' perche' le persone si ostinano a conservare certi oggetti il cui destino e' poi inevitabilmente quello di finire prigioniero in un grande contenitore di cellulosa. Forse perche' quegli oggetti rappresentano qualcosa rispetto ai quali in un primo momento te ne vuoi distaccare,e poi,magari,un giorno o l'altro ti ritornano in mente e hai l'impulso di andare a cercarli di nuovo. All'occorrenza sai dove ritrovarli,perche' forse costituiscono qualcosa che e' comunque significativo per te.Forse.
    Questi erano piu' o meno i suoi pensieri mentre si sciacquava le labbra dai residui di dentifricio.Ando' a cambiarsi lasciando l'eleganza per la comodita': un paio di jeans un po' strappati ed un maglione vecchio e largo piu' o meno di due taglie sarebbero stati perfetti per affrontare i cumuli di polvere e il sottile strato nero che si deposita sempre sui libri,sui mobili o sui contenitori abbandonati.
    La porta scricchiolo' non appena Michael poso' la sua mano sul pomello: pote' sentire con i mocassini la quantita' di scatoloni che erano presenti,ancora prima di affacciarsi a guardare con i suoi stessi occhi. Protese il collo in avanti e non vide altro che un ammasso praticamente inquantificabile di cartoni,sacchi,bauli e mobiletti vecchi contenenti indovina che.

    "Puff! Ma come mai saro' cosi' disordinato!"

    sbruffo' arricciando le labbra come una sorta di capriccio. Chiuse le braccia al petto e si volto' verso le scale: ebbe la tentazione di tornare giu' e abbandonare tutto;solo il pensiero di mettersi a smaltire quella mole di oggetti lo faceva esaurire,sentiva gia' gli acari intrappolargli le vie respiratorie e farlo starnutire fino a che non gli facesse male il naso. Esito' con la porta oramai socchiusa alle sue spalle,poi riflette' prima di lasciare tutto,in fondo aveva voluto lui stesso la precedenza per quel lavoro,e ora doveva rispettarla. Chiuse gli occhi in cerca della concentrazione necessaria,in cerca di qualche onda di serenita' che lo aiutasse a rilassarsi per poter non arrendersi alla pigrizia ancora prima di aver lottato con essa.
    Ok,piu' o meno,riusci' in parte a scacciarla,quella pigrizia. Lo fece per lui,ma anche per lei:oramai erano una coppia fissa,convivevano insieme,e non voleva che lei non potesse usufruire di quella stanza solo perche' lui era momentaneamente in balia di quella bizza.
    Si armo' di pazienza e si mise all'opera. Si giro' nuovamente verso la porta spalancandola; cerco' di farsi strada in mezzo alla stanza scansando con i piedi gli scatoloni per quel poco che poteva,dato che il loro peso opponeva ai suoi piedi di avanzare anche di qualche centimetro.Tese i tendini e cerco' di sollevare i primi che gli impedivano il passaggio,ma il loro peso era praticamente insostenibile. Infatti riusci' soltanto a compiere tre o quattro passi,e poi...BUM! Cadde sotto il peso degli scatoloni,travolto da essi,che si aprirono all'istante,facendolo cadere con il sedere contro il parquet umido e duro.

    "Ahi!" esclamo' dolorante toccandosi la fine della schiena.

    Tento' di alzarsi facendo attenzione a non scivolare con i tacchetti sotto gli oggetti caduti dalla scatola. Si mise in posizione eretta con la parte posteriore del corpo tutta incriccata; colto ancora dall'impeto di mollare tutto,

    "Maledetta soffitta!"

    grido' tra se' fulminando con lo sguardo le cose che erano finite in terra.
    Ma tra gli oggetti che si erano sparpagliati disordinati,qualcosa attiro' la sua attenzione. Avanzo' e,abbassandosi,tese la mano per prendere quello che sembrava un vecchissimo album fotografico. Si mise comodo a gambe incrociate,ritagliandosi un cerchio immaginario intorno a se' stesso che perlomeno non gli facesse indolenzire tutti gli arti a causa dei crampi. Si accuccio' nel suo spazietto ridottissimo,appena sotto la finestrella che permetteva di far arrivare nella stanza la giusta quantita' di luce,seppur fioca,per poter guardare l'interno di quello spesso strato di carta. Lo apri' e fu proprio come pensava: centinaia di foto,alcune incollate alle pagine,altre vaganti tra di esse in totale liberta',mostravano alcuni dei suoi anni migliori. C'era lui,con amici,con personaggi famosi; alle feste,ai gala,a cene in ristoranti rinomati ed Hotel famosi,o semplicemente tra i prati di Neverland con i bambini e con la sua famiglia. Altre foto lo ritraevano in momenti molto piu' intimi: Michael si rivedeva in bagno avvolto dall'accappatoio,o a bordo piscina con il costume e i ricci completamente umidi;o ancora,a bere un succo di frutta al tavolo di nemmeno quale casa si ricordava,o infine,steso sul suo lettone con qualche videoccassetta in mano dei suoi cartoni preferiti. Ma ce ne erano anche alcune dei suoi concerti,rare ed inedite,scattategli di sotterfugio da qualche fan,che neppure lui aveva mai visto. Nella sua mente elaboro' domande del tipo "Ma guarda questa!",oppure "Qui chissa' dov'ero",e ancora "Questa maglietta neanche mi ricordavo di averla!".
    Resto' con l'album che si riposava sulle sue ginocchia,con la mano che gli reggeva il mento,a lasciare che i suoi occhi cogliessero il meglio di quelle immagini,e lasciando che la pellicola lucida rievocasse nella sua testa dei ricordi che gli erano rimasti estranei per tutto quel tempo. Continuo' a scorrere le pagine,finche' in una di esse vi era un piccolo cumulo di foto tutte incollate su se' stesse a causa dell'umidita'. Cerco' di staccarle una ad una per poterle guardare meglio,e fu proprio mentre tentava di svelare le loro immagini che le sue dita toccarono qualcosa che non era per niente la superficie di una fotografia. Scosto' gli angoli stropicciati delle foto e vide nascondersi sotto di esse un pezzetto di carta ingiallita e strappicchiata.
    La prese delicatamente e la avvicino' curioso al suo volto.Scruto' quella busta sulla quale non era riportato alcun nome,ma solo l'indirizzo di Michael sul retro,tracciato a mano sulla carta bianca da una mano a lui sconosciuta. Non aveva mai visto quella calligrafia e non aveva la piu' pallida idea di chi potesse essere il mittente,e ovviamente non aveva nemmeno idea del perche' quella che sembrava una lettera fosse finita negli scatoloni,dato che a lavoro non esisteva persona piu' meticolosa di lui e dato che tutta la posta che riceveva era accuratamente controllata e,all'occorrenza,conservata in luoghi sicuri dagli uomini che gestivano i suoi affari.Cerco' di spremersi le meningi per ricordarsi se in passato avesse mai accantonato una lettera per qualche motivo,ma nulla gli sovvenne alla mente;e poi Michael non era certo il tipo che le snobbava,le lettere.
    Esito' qualche istante,ma poi l'impulso della curiosita' passo' sopra al suo senso del dovere.Strappo' la busta velocemente ed estrasse la pagina rinchiusa dalla busta: afferro' con presa salda il foglio e i suoi occhi si posarono avidi sulle righe della lettera.

    "Caro Michael,
    Come va? Oh beh,che domanda stupida...Andra' benissimo immagino.
    Io le solite cose: studio soprattutto,spero di laurearmi nella prossima Primavera,alle volte e' dura,ma sai quanto ci tengo.....
    Comunque ecco,non e' per questo che ti ho scritto,cioe'...Non so nemmeno io esattamente cosa mi abbia spinto a prendere questo foglio e scrivere,ma dato che ci sono,tanto vale che continui,perche' ho come una sensazione del tipo "O adesso o mai piu'".
    E' che...Oggi ti pensavo.Ok,d'accordo,non te l'ho mai detto,ma e'cosi',ti penso e anche spesso...Molto spesso ultimamente direi.Cerco sempre di toglierti dalla testa,ma e' un po' complicato. Come accendo la tv ci sei sempre,c'e' sempre qualche servizio che ti riguarda,e come dire...Piu' cerco di scacciarti e piu' mi sei "vicino" in un certo senso.La tv,la radio,i negozi: non c'e' posto in cui vada dove non veda un poster raffigurante la tua faccia o senta la tua musica uscire da qualche altoparlante. Ieri sera c'era una coda tremenda fuori dal negozio di dischi: stavano vendendo i biglietti;ho saputo che sei alle prese con il tuo nuovo tour,bene,sono sicura che sara' un successone altrettanto galattico quanto il Bad.
    Ma non era esattamente di te che volevo parlare.Volevo parlare di me,cioe' anche di te,o meglio...di noi due.Sai,mi dispiace quello che e' successo.So che non mi crederai,ma mi dispiace veramente.Non so esattamente quali parole usare in questo momento,pero' so per certo che non sarebbe dovuta finire cosi'...Lo sento nel mio cuore,questo e' quanto.E sento un grande rimorso per come ci siamo lasciati,per come ci siamo allontanati senza una plausibile spiegazione e senza il tempo necessario per poter chiarire quanto accaduto,cosa che spero possa fare io attraverso questa lettera.
    So che ti stupirai di piu' ad ogni riga,parlare non e' certo il mio forte e dire parole d'efffetto o sdolcinate anche meno...E tu lo sai bene,questo,ma stavolta ho cercato di far andare altrove il mio orgoglio e di far parlare nient'altro che la mia anima. Quindi,per quanto illeggibile o stupida possa risultare alla fine questa lettera,intendo ugualmente comunicarti cio' che sento e che continuo a sentire fin dal primo giorno in cui i miei occhi hanno incrociato i tuoi.Sono particolari a cui tu non baderai,ma ci tengo a dirti che non e' importante dove e come ci siamo conosciuti...per me e' prezioso tutto cio' che c'e' stato dopo.
    Mi mancano le nostre merende,i nostri scherzi e le nostre chiaccherate...Mi manca il modo in cui mi facevi ridere automaticamente quando scorgevo il tuo sorriso;mi manca....il modo in cui mi distraevi dalle mie giornate monotone e sempre uguali,mi manca guardare i cartoni con te,mi manca quando,mettendoci sul prato,ascoltavamo i vecchi dischi.
    Insomma....Mi manca un po' il tuo piccolo mondo,insomma....
    MI MANCHI TU. So bene che adesso sgranerai gli occhi,perche' non ti sembrero' io a parlare ma un'altra ragazza,e so anche che ti sentirai,giustamente,ferito e amareggiato dal mio comportamento.Lo so...
    Non avrei dovuto agire cosi',non avrei dovuto...Dopo tutto cio' che hai fatto per me.Sono stata un'ingrata: ingrata ad offenderti,ingrata per averti rinfacciato di trascorrere piu' tempo con la tua musica che con me,ingrata per averti sempre attaccato senza darti il tempo di spiegare le tue ragioni,ingrata...Per non averti detto tante cose,tra cui,forse,la piu' importante....
    Dopo il mio atteggiamento infantile e immaturo,non so con quale coraggio ti scrivo,non so davvero,perche' avrei dovuto mettere la testa sotto terra e farcela rimanere per sempre.Avrei dovuto nascondermi dalla faccia del pianeta,e invece eccomi qui,a fare una cosa che non fa parte nemmeno lontanamente del mio immaginario.
    Scrivere una lettera...Lo sai quanto lo trovo fasullo,da film,smielato! Ma ci siamo detti "Arrivederci" troppo bruscamente,e non c'era altro modo per me di rintracciarti: sono sicura che stai sempre a Neverland perche' lo vedo dalla televisione,ma per le altre cose....insomma,non so dove vai,cosa fai o qual'e' il tuo numero di telefono.E poi ovvio,amo nascondermi,e non ti avrei telefonato per alcuna ragione al mondo,anche se dentro ho da tirare fuori milioni di parole...
    Sai,ho ancora il poster che mi hai regalato per il mio compleanno:lo guardo e ci parlo tutte le sere prima di addormentarmi,prima che vada in terrazza e chieda alla stella piu' brillante di proteggermi,prima che osservi il manto della notte sul quale puntualmente vedo comparire il tuo bellissimo viso.Si,sempre,perche' e' cosi'...Hai un viso bellissimo!Per fortuna...ci sono LORO.La loro musica,le loro foto appese alle pareti,solo che...QUEL poster mi fa ricordare te...
    Ma cosa sto scrivendo,non lo so!
    Il fatto e' che ho ancora quella scena impressa nella mente,e i sensi di colpa che tornano ogni giorno a martellarmi il cervello,per averti lasciato la' da solo,senza che ti potessi vedere in faccia per l'ultima volta...Mi piacerebbe vedere di nuovo i tuoi occhi,senza che sia la televisione a mostrarmeli...
    Oggi ascoltavo(strano!) ancora LORO...Quando l'ho sentita ho pensato a te...Vorrei dedicartela:

    "As I write this letter,
    Send my love to you,
    Remember that I'll always...Be in love with you.
    Treasure these words till we're together,
    Keep all my love forever,
    P.S. I love you,
    you,you,you.

    I'll be coming home again to you,love,
    And till the day I do,love,
    PS. I love you,
    you,you,you.

    As I write this letter,
    Send my love to you,
    Remembet that I'll always...Be in love with you.
    Treasure these words till we're together,
    Keep all my love forever,
    PS. I love you,
    you,you,you.

    As I write this letter,
    Send my love to you,
    (You know that I want to) remember that I'll always,
    be in love with you.

    I'll be coming home again to you love,
    And till the day I do,love,
    P.S. I love you,
    you,you,you.
    You,you,you,
    I love you. "
    (E adesso...Indovina di chi e'!)
    Ecco...Per una sola,unica volta,probabilmente l'ultima,ho messo da parte la mia razionalita' per dare spazio alle parole che mi suggeriva il mio cuore.Questo perche' si,sono giovane,ma non sai mai cosa ti riserva la vita,no?E cosi',se mi dovesse disgraziatamente succedere qualcosa,avro' la coscienza apposto...Adesso lo sai.Perlomeno non mi potro' pentire per non avertelo detto.
    Non mi stupisco se non risponderai....

    P.S. Ti amo!!

    Dorothy.

    Improvvisamente,un tumulto di emozioni si sollevo' nel suo animo.Non gli pareva possibile di aver trovato una lettera:non quella,non da lei.Forse era un sogno.Si,di questo si trattava:un puro e semplice sogno.Certo,che era strano.Passo' finemente le dita sui lati del foglio,quasi a voler constatare che fosse reale;poi poso' gli occhi sul corpo della scrittura:non aveva mai visto la sua calligrafia.Si senti' mancare per un attimo;"Ti amo" gli aveva scritto.Non ci credeva.Lei…lei lo amava,e quella lettera ne era la conferma.
    Col capo chino verso il basso,i brividi ghiacciati che impiegarono una frazione di secondo a raggiungere anche la punta dei suoi piedi,e con il ticchettio del cuore che sembrava voler trapassare il suo petto,diede il via libera ad una lacrima calda,alla quale permise di scorrere lungo la sua guancia senza vergogna. Quanta tristezza,quanti rimorsi.
    E' incredibile come da una cosa apparentemente insignificante possano scaturire migliaia di ricordi finiti nei cassetti della tua mente. Una busta bianca,a giudicare dal bianco candido,priva di importanza,e invece guarda cosa c'era dentro:una lettera.Una lettera d'amore vera e propria.
    La strinse leggermente piu' forte intanto che le lacrime raddoppiavano.
    Dorothy.
    Ricordo' come l'aveva conosciuta:
    Vagava in un negozio di musica in cerca di cosa non sapeva neanche lui,quando,annoiato dai soliti cd visti e rivisti,decise di dare un'occhiata allo scaffale delle videocassette.Fu li' che la vide:rovistava con le sue mani frenetica e stufa,come se fosse alla ricerca di qualcosa che aveva bene in mente ma che non era presente in quello store.Michael le si affianco' per dare un'occhiata anche lui ai video,ma lei sembrava incurante della sua presenza, perche' in quel momento esisteva solo cio' per cui era andata dentro a quel negozio.Infatti,non si volto' neppure verso di lui.Era solo lei e cio' che poco dopo avrebbe definito "l'amore" della sua vita,o,meglio,"gli amori".
    Fu per caso che ad un tratto roteo' le pupille verso sinistra e i suoi occhi color nocciola si ritrovarono sulla stessa traiettoria di quelli di Michael.
    Un lampo,e si giro' di nuovo intenta a scovare quel tesoro per arricchire la sua collezione. Ad un tratto,fece qualche passo indietro,e fu allora che Michael noto' la grazia con cui le sue braccia magre e lunghe si riposavano ai lati del suo corpo,altrettanto snello e filiforme.Protese per un istante il collo in avanti e,focalizzato l'obiettivo,si getto' sopra di esso.Nello stesso attimo in cui allungo' la mano per afferrare la cassetta,anche quella di Michael era diretta verso la stessa,identica,vhs.Lei sorrise pensando che fosse buffo che qualcuno nutriva lo stesso interesse verso quel filmato,dato che per quella sua piccola grande ossessione era puntualmente derisa dalle amiche.
    Dorothy guardo' Michael a fatica:abbasso' immediatamente lo sguardo aspettando che lui avesse finito di osservare la cassetta che nel frattempo era finita tra le sue mani.La trovo' cosi' gentile."Prima le signore",le disse.
    "Grazie",bisbiglio' lei di soppiatto,prendendo la cassetta con mani tremanti.
    Subito noto' quanto i suoi occhi si rivestirono di una luce potente e particolare nel guardare la copertina del nastro.Michael la trovo' deliziosa;anche a lui succedeva di averla quella gioia,ad esempio con i bambini.
    Dorothy restava impalata,con gli occhi lucenti e in uno stato di assoluta estraneita' rispetto al luogo nel quale si trovava. Sembrava che intorno non ci fosse piu' nulla.Michael titubo' un po' prima di fare una mossa:
    timidissima e racchiusa nel suo abitino anni '60,con la vista che era in funzione solo per quelli che dovevano essere di sicuro i suoi idoli,si avvicino' a lei e le chiese:"Ti piacciono i Beatles?" La sua domanda fu seguita da una risata delle sue,e dalle guance di lei che si infiammarono all'istante.
    "Oh,ehm...Si,si...Li adoro",fu tutto quello che riusci' a dire,svelando la sua voce cauta e soffice.Annegata nell'imbarazzo piu' totale,resto' in silenzio per qualche minuto,poi,di colpo,realizzo' il tutto,e dette la cassetta a Michael,dicendo:
    "Oh,ehm...Tieni...Ho visto che la guardavi,ce n'e' solo una".
    "Pero' sembravi particolarmente interessata a..."
    "No,no,no,non importa...L'hai vista prima tu.Tanto non e' certo l'ultimo pezzo per cui sbavo!"
    "Sbavi?" la risata fragorosa di Michael raggiunse tutti gli angoli di quella piccola stanzetta;
    "Ehm,si,come dire...Non finiro' la mia collezione nemmeno tra novant'anni!"
    A Michael si accese il volto:la trovo' cosi' simpatica,spontanea e buffa esattamente come una bambina.Il silenzio piombo' di nuovo attorno a loro;poi il proprietario arrivo' deciso:
    "Stiamo chiudendo!" Dorothy avanzo' e si diresse alla cassa lasciando la cassetta a Michael.
    "Ma sei proprio sicura che..."
    "Oh si,si,non ci sono problemi,davvero! Adesso devo proprio scappare,allora...ciao!"
    Pronuncio' quelle parole di filata e scomparve in un lampo.Michael pago' la cassetta,e mentre il cassiere gli porgeva lo scontrino,si accorse che Dorothy aveva lasciato il suo piccolo borsellino sul bancone.Non appena il negozio chiuse,si affaccio' sulla soglia per cercare di rintracciarla,ma lei si era gia' dissolta tra la fitta folla,che come ogni pomeriggio camminava per le strade di Los Angeles.
    Sul sedile posteriore della sua limousine,Michael maneggiava con cura quella cassetta.Non riusciva a dimenticarsi il viso candido e un po' paffuto di quella ragazza dagli enormi occhi e dai capelli castani arricchiti dai suoi caratteristici riflessi ramati.Estrasse dalla tasca il suo piccolo borsellino rosa,sul quale c'era stampata una figura di un gattino,contornato da fiorellini variopinti e con uno sfondo rosa pastello.Sicuramente era una ragazza romantica,allegra,piena di vita e con tante speranze.Apri' la cerniera e al suo interno non trovo' che qualche spicciolo e,fortunatamente,un bigliettino con il suo numero di telefono.
    Entrato in camera,girellava su e giu' in pena,rigirandosi quel fogliettino tra le mani sino a raggrinzirlo:chiamarla o non chiamarla? Si addormento' con questo insignificante dilemma che vagava per il suo cervello;poi,il suo buon senso prevalse,e decise che quella era la cosa piu' giusta.Si era fatto tardi e non conosceva le sue abitudini;a quell'ora poteva benissimo essere a letto,o a cena fuori,insomma non voleva disturbare ma di sicuro l'avrebbe chiamata il giorno successivo.E cosi' fu.Michael aveva la cornetta in mano ancora prima che si rendesse conto di essere sveglio.
    Compose il numero con le mani tremanti,e a rispondere fu direttamente lei:
    "Pronto?" Michael riconobbe la sua vocetta dolce e delicata all'istante.
    "Ciao..."
    "Ciao..."
    "Hey,Beatle-maniaca! Mi sa che hai lasciato qualcosa al negozio ieri sera"
    "M...Michael?"
    "Ah,allora mi hai riconosciuto!"
    "Allora sei davvero tu! Ma dai,chi e' che non ti riconoscerebbe?
    Scusa,come mi hai chiamato?"
    "Ahahahah! Dai,dimmi che non lo sei!"
    "Si ma,cioe'...mi hai detto Beatle-maniaca!Solo mia madre mi chiama cosi',sai?"
    "Ah,davvero?"
    "Purtroppo si..."
    "Beh,e' vero!"
    "No!"
    "Si che lo e'! E poi,ehm...Non saprei come chiamarti altrimenti..."
    "Oh,oh,che stupida! Non mi sono neanche presentata,ma credimi non sono cosi' scortese! Mi chiamo Dorothy"
    "Piacere,sono Michael"
    "Lo so che sei Michael!" entrambi scoppiarono a ridere;
    "Senti,hai lasciato il borsellino al negozio ieri sera..."
    "Oddio,davvero? Sai che non me ne sono nemmeno accorta?"
    "Oh,andiamo bene! Mi sa che hai la testa un po' tra le nuvole...Voglio dire,se tu pensassi meno a qualcuno,forse..."
    "Hey! Qualcuno? Qualcuno chi,scusa?"
    "Boh,che so...per esempio...Ad un certo Paul,o John,o Ringo,o George..."
    "Mi dispiace,ma questi nomi non mi dicono niente davvero,sei sulla pista sbagliata,Michael!"
    "Aahahahahah,sei simpatica,Dorothy.Che dire...Va bene avere degli idoli,
    ma se ti portano anche a perdere i soldi..."
    "Io non ho perso i soldi!"
    "Invece si,ce l'ho io adesso! Sai,quando hai guardato quella cassetta ti si sono illuminati gli occhi!"
    "Oddio,che figura!Beh Michael,adesso devo andare,scusami,comunque vieni quando vuoi a portarmi il borsellino,sei stato gentile"
    "E di che..."

    Si fece dire dove abitava e,come si era promesso,lo stesso pomeriggio di quel giorno era a casa sua per restituirle il borsellino.
    Cosi' come al telefono,ando' lei stessa ad accoglierlo: lo fece accomodare e gli offri' del the',anche se un po' impacciata e visibilmente imbarazzata,cerco' di metterlo il piu' possibile a suo agio.Non era da tutti i giorni ritrovarsi Michael Jackson nel proprio salotto che sorseggiava dalla tazza nella quale lei aveva bevuto centinaia di volte.Ed era proprio questo che piaceva a Michael:la sua non isteria,la sua rilassatezza,quasi alla soglia nel menefreghismo,nell'averlo davanti.
    In quell'oretta che lui stette li',gli parve di conoscerla da una vita;si parlavano ed erano talmente sulla stessa lunghezza d'onda che si stupi' di aver trovato una sorta di seconda Liz.
    Era strano ed incredibile.Certo,avevano interessi e opinioni diverse,ma alla base della loro anima,c'era un qualcosa che li legava.Michael non sapeva bene di cosa si trattasse,ma questo senti' e continuava a sentire ogni qualvolta la mente finiva sull'iimmagine del suo visetto adorabile.
    Nelle settimane successive,Dorothy non ebbe piu' notizia di Michael nonostante lui avesse il suo numero.Ma neanche questo la scuoteva piu' di tanto.Non si era mostrata affatto eccitata alla sua presenza o desiderosa di gettarglisi addosso,o vogliosa di strappargli i capelli,anzi,tutto l'opposto.Si era comportata come avrebbe fatto con un suo amico,con uno sconosciuto o con il barman.Esattamente.Non ci pensava neanche piu' di tanto,solo che le sembrava bizzarro l'intero episodio.Studiava arte poiche' era al primo anno e doveva darsi da fare;andava qua e la' a scattare fotografie;aveva la famiglia,le amiche e soprattutto la musica,e quei "quattro giovanotti di Liverpool che hanno sconvolto il mondo".
    Ma non dubitava minimamente del perche' quell'attesa fosse cosi' lunga.
    Un pomeriggio,mentre Dorothy leggeva una rivista sulla sua poltrona preferita,improvvisamente il suono trillante del campanello la fece fremere per il batticuore.Era Michael.Lo fece entrare di nuovo;lui con il suo sorriso che trasmetteva sempre allegria e disponibilita',lei un po' trasandata e assai stupita per la sua visita senza preavviso.Lo scruto' per un attimo e noto' che aveva la cassetta in mano:
    "Ti va se la guardiamo insieme?" chiese lui nervosamente con la lingua che a fatica soddisfo' quelle parole.
    "Uhm...D'accordo,cioe'...Vuoi dirmi che non l'hai ancora vista?"
    "Veramente...no!"
    "Pazzesco! No,cioe',fammi capire...Tu hai una cassetta dei Beatles e non l'hai ancora vista? Nemmeno un po'? Io una volta per guardarne una ho fatto saltare a mio padre il canale della partita per impossessarmi della tv"
    "Davvero lo hai fatto?"
    "Si Michael,l'ho fatto...Sai,posso essere terribile,specie se si tratta di cose a cui tengo molto"
    "Oh allora mi conviene stare attento!"
    "Direi di si e ti avverto...Niente battutine!"

    Gli disse Dorothy sulla soglia della sua camera da letto.

    Michael scosse il capo con un movimento repentino per cercare di ritornare alla realta' il prima possibile;ma ogni tentativo fu vano,dato che il flusso dei suoi pensieri spingeva per farlo tornare indietro nel tempo,a quei giorni felici,in cui c'erano nient'altro che lui e "Dot",come l'aveva soprannominata lui.
    Il cuore che non cessava il ritmo frenetico delle sue pulsazioni,lo stomaco che si rivoltava all'interno delle sue membra e le gocce delle sue lacrime che cercavano di sfondare quella barriera costituita dalle sue iridi,Michael fu colto dalla voglia di sentire quella canzone.
    "P.S. I love you": non se la ricordava proprio questa canzone,anzi,gli sovvenne il dubbio di non averla mai sentita.Ando' a passo felpato in camera sua,alla ricerca di una raccolta dei Beatles che includesse quella canzone.Aveva voglia di sentirne la melodia,le parole attraverso le sue vie uditive;aveva voglia di ascoltare qualcosa che non fosse sempre la solita "Love me do","Michelle","Yesterday","All you need is love".In fondo,erano sempre i Beatles,e di conseguenza non poteva essere brutta una canzone che portava la firma di Lennon/McCartney.Si mise le cuffie e,con il volume al massimo,si intrattenne con quella canzone che non fece altro che aumentare il suo stato di indiscussa fragilita'.Un sottilissimo sorrisetto appena accennato si mischio' alla sua tristezza quando penso' che Dot non aveva tutti i torti ad amarli cosi' tanto: strutture semplicissime,nessun virtuosismo di chitarra o altri artifici,tuttavia il potere suggestivo che vi era nelle parole,che piu' che altro erano poesia,accompagnate dalle lievi note degli strumenti,arrivava sempre a trafiggerti il cuore,era inutile negarlo.Michael si senti' infatti presto trasportato in un'altra dimensione,e come in un sogno,continuo' a sognare sul passato.
    Era rimasto a quando stava sulla soglia di camera sua.Entro':pareti completamente tappezzate dalle foto dei quattro "scarafaggi",alcune in bianco e nero,altre a colori,altre in gruppo,altre singole.Erano cosi' tante,che pareva che la vernice non ci fosse sui muri di quella stanza.E poi,
    mensole piene di riviste,dischi,memorabilia,cd,vhs,poster ancora arrotolati e piccoli souvenir come tazze o portachiavi.
    Lei si volto' verso Michael dicendogli solamente:
    "Non provare a prendermi in giro!" Lui rise,Dorothy inseri' la cassetta e si misero a guardarla tranquilli.Tutto cio' che accadde dopo,venne in modo del tutto naturale.Un dialogo,una telefonata,un incontro;poi due,poi un caffe' insieme,un cinema;e cosi',la loro amicizia crebbe a dismisura.
    Michael era intenerito dalla semplicita' e dall'entusiasmo che Dorothy metteva in tutto cio' che faceva;e lei a sua volta lo amava,ma era un amore scaturito non dalla malizia,bensi' dettato da un affetto cristallino.Quel rapporto le dava calore,appoggio;poteva confidarsi con Michael come con nessun altro,poteva scaricare le sue preoccupazioni e le sue ansie sopra alla sua spalla o gettarle in un suo abbraccio.
    Poteva scherzare con lui senza che si offendesse,poteva fargli alcuni dispetti ricorrenti che adorava,come sbucare dall'angolo d'improvviso facendolo sussultare o chiuderlo a chiave in bagno e aprirlo solo dopo una buona mezz'ora.La maggior parte delle loro giornate le trascorrevano cosi',a giocare,prendersi in giro,fare merenda insieme con schifezze di ogni genere.Se il sole era tiepido e dorato,prendevano la prima coperta o tovaglia che trovavano e si sedevano sull'erba fresca,a mangiare ogni tipo di schifezza possibile e immaginabile,dalle gelatine di frutta,alle patatine,
    dai panini imbottiti ai biscotti e alle barrette.Non importava il luogo;che fosse Neverland o casa di Dot,il succo era la cosa piu' scontata del mondo:
    stare insieme.
    Quel bagaglio di ricordi transitava alla velocita' di un treno in corsa nella testa di Michael;e cosi',si ricordo' anche di quella volta in cui,mentre erano fuori a passeggio,a Dot cadde il gelato al cioccolato sul suo vestito chiaro e fu costretta a camminare per ore timorosa della figuraccia con l'eco della potente risata di Michael che non le dava tregua,o di quella volta in cui Michael stava giocando con il piccolo Macaulay ed improvvisamente si senti' piombare un cuscino in faccia,e da quel gesto iniziarono tutti e tre a correre come pazzi per i corridoi,per le stanze e anche per le scale,dove Michael scivolo' cosicche' lei potesse prenderlo in giro vendicandosi del pomeriggio del gelato.Ci fu anche quella volta in cui a seguito dell'"incidente della zip" di Michael,Dot lo derise per non sapeva piu' neanche lui quanti giorni,chiamandolo "Michael dalla zip inesistente".
    Rievoco' i momenti in cui,accucciati sul tappeto in terra,guardavano insieme i vecchi concerti dei Beatles,e Michael non perdeva occasione per schernire i loro famosissimi coretti,tipo "She loves you,Yeah! Yeah! Yeah!",o fare battutine poco carine sui loro caschetti che si scuotevano nell'aria a seguito dei loro "Uuuuuuhhhhh,Uuuuuuuhhhhh!!!!". Allora lei gli dava dei colpetti sulle spalle o faceva finta di tirargli i capelli;e lui,non ancora soddisfatto,continuava con frasi tipo "Ma guarda come sono brutti! E guarda quanto sono statici e stonati!"
    E aumentavano gli schiaffetti,e aumentavano le cuscinate;lo colpiva con tutto cio' che le capitava sotto mano:una volta gli scaravento' contro un pennarello indelebile aperto che fini' sulla sua camicia rossa tracciandone una linea sbilenca che nonostante lavaggi e tintoria non se ne ando' mai piu'.
    Una sera,inaspettatamente come era solito fare,Michael arrivo' a casa di Dorothy con un pacchettino rettangolare,rivestito da una carta rossa a orsetti;quando lo apri' non pote' credere ai suoi occhi:era una copia di quella cassetta che aveva lasciato che Michael acquistasse al posto suo.

    "Ma era unica! Ma dove l'hai trovata,ce n'era solo una al negozio!"

    "Beh...Me l'ha procurata...Un amico speciale se cosi' vogliamo dire" rispose inclinando la testa verso una foto di Paul McCartney che Dorothy teneva proprio sopra al suo letto.
    "Non ci credo!"
    "Vuoi che gli telefono?" disse Michael ironico,
    "perche'...Hai il suo numero? Dammelo! Dammelo subitooooooo!"
    "Ahahahahah,scherzavo!Non ce l'ho il suo numero,pero' giuro,me l'ha inviata lui la cassetta"
    "E intanto che c'eri perche' non l'hai invitato a cena qui?"
    "Mmmm...Vedremo cosa potro' fare la prossima volta...."

    Quella stessa notte,su MTV passarono il video di "Say,Say,Say",e Michael non potendosi lasciar sfuggire un'occasione cosi' ghiotta,con un sorriso aperto e sfrontato,oso' chiederle:
    "Allora...Non vuoi sapere niente su come e' stato collaborare con Paul?"
    lei si abbasso' gli occhiali che stava indossando e con una smorfia lo fulmino' con gli occhi.
    "Michael,non credo proprio di essere presentabile se divento tutta verde"

    E piu' lei reagiva male,piu' lui si sentiva soddisfatto nel procurarle quella dose di leggera afflizione che trasformava il suo umore da solare a grigio ogni qualvolta che Michael si burlava di lei.
    Alle volte stava anche giorni con il broncio.In effetti era un po' troppo permalosa,ma Michael la trovava adorabile cosi' com'era.
    Poi,arrivo' il suo compleanno:per i suoi diciannove anni decise di regalargli quel poster che era menzionato nella lettera.Lo scarto' subito dopo che fini' di soffiare sulle candeline;e come vide quello scatto che rappresentava i Beatles sul viale di Washington che sfociava alla Casa Bianca,in versione maxi,si getto' tra le braccia di Michael baciandolo sulla guancia come non aveva mai osato fare prima.Entrambi arrossirono in conseguenza di quello slancio d'affetto inconsueto,soprattutto per lei che non si esponeva mai troppo.Afferro' Michael per il polso e si precipito' alla porta di camera per attaccare il poster al suo interno.Dopo essersi assicurata che fosse abbastanza stabile appiccicandolo con mezzo rotolo di scotch,si stesero sul letto,e Dorothy non faceva altro che fissare la foto.
    "Grazie Michael,grazie!Grazie mille!"
    La voce graziosa di Dot riecheggiava nei meandri della testa di Michael;
    gli venne alla memoria il suo volto radioso che non schiodava lo sguardo da quel quadrato di cellulosa,la sua domanda imminente che le chiedeva quale fosse il suo preferito,
    "Ringo!"
    "Eh?Ma dai...Non piace a nessuno Ringo!"
    "E' proprio per questo che mi piace!Comunque li adoro tutti...Ma guardali,
    hanno delle facce cosi' pulite e rassicuranti"
    E la conversazione continuava con Michael che propenso ad assorbire tutte le informazioni possibili su argomenti che non conosceva,la esortava ad esporgli qualche curiosita';Dot gli diceva"meglio di no" perche' non voleva annoiarlo,ma Michael insisteva,cosi' dalla sua bocca sempre finemente tinta,venivano fuori frasi tipo "Non capisco perche' tutti credano che "Yesterday" sia stata scritta da John Lennon quando invece e' stato Paul a scriverla...ma perche' secondo te?",e lui "Anche io lo credevo!"
    "Michael!",oppure "Sai che George Harrison prima di entrare nella band lavorava come elettricista?","E che Ringo e' soprannominato cosi' per la sua passione per gli anelli,cioe' ring,Ringo,ma in realta' il suo nome e' Richard?"...E molte altre notizie di questo genere si spargevano per la stanza mentre Michael sfogliava dei libri dei Beatles di Dorothy guardandola con interesse e non potendo trattenere gli enormi sorrisi per la sua tenerezza."Mia madre dice che se avessi lo stessa interesse che ho per i Beatles nello studio,avrei il massimo dei voti" "Ahahhahaahah,lo credo bene!Tua madre ha ragione!"
    Michael si ricordo' di quando,pochi minuti dopo,raggomitolati tra le coperte,azzardo' un "Mi fai ridere...Sei tanto carina Dot,davvero tanto carina",e lei,senza rispondere,si mise pudicamente il pollice tra le labbra rivolgendo lo sguardo verso il soffitto.Erano i soliti interminabili silenzi che piombavano tra di loro,avvolgendoli senza scampo,senza che nessuno dei due fosse capace di riempirli con le parole,ma soltanto con un sorriso sghembo che tutti e due erano capaci di trattenere sul volto per non piu' di una manciata di secondi.
    Ma i giorni felici erano agli sgoccioli.
    Gradualmente,e senza un motivo preciso,Michael si allontano' da Dot,sempre piu' assorbito nella sua musica,e lei aveva come la sensazione che la sua presenza non fosse piu' gradita,che insomma fosse di troppo.
    Gli chiedeva se potevano vedersi,e Michael rispondeva che aveva sempre impegni inderogabili;gli telefonava e la sola voce che sentiva era quella registrata della segreteria;se provava a cacciargli qualcosa di bocca,lui restava sempre vago,enigmatico,in una parola:assente.Il comportamento di Michael era sempre piu' bizzarro,e il non capirne la causa mandava Dot in uno stato di completa sofferenza.Finiva per stare rannicchiata sul letto ad interrogarsi sul perche' di quello strano atteggiamento;cercava di capire se potesse aver fatto qualcosa che lo avesse offeso senza che lei non se ne accorgesse,e passava intere notti insonni,a versare fiumi di lacrime sul cuscino e a gridare "Perche'?" verso la foto dei suoi eroi che fu molte volte tentata di strappare.Senza Michael si sentiva triste,vuota;aveva perso il miglior amico che potesse esserci sulla faccia della terra,aveva perso un'anima con la quale sentiva di avere un legame particolare,e tutto il mondo sembrava crollarle addosso.Improvvisamente,non esistevano piu' i gelati,o le passeggiate,gli scherzi e tutti quei magnifici momenti in cui bastava anche solo una piccolissima mossa di Michael per metterla immediatamente di buon umore.
    Non essendo piu' in grado di sopportare il peso di quella situazione,decise di andare da Michael per chiarire tutta la faccenda personalmente.Si avvicino' a lui in cerca di un contatto,salutandolo calorosamente come era solita fare,ma lui non pareva altrettanto entusiasta per la sua visita.

    "Michael ma...Mi spieghi che cosa ti ho fatto?"
    "Io..." rispose lui ficcando innervosito nel cassetto dei fogli accartocciati.
    La verita' era che era alle prese con una canzone,ma non era come le altre,
    aveva un significato piu' profondo,e dietro a quelle pagine rigate d'inchiostro che nascose prontamente si celava un segreto,una sorpresa alla quale lei non poteva avere accesso finche' non fosse finita,e la' si nascondeva tutta la causa della distrazione di Michael,della scarsa attenzione verso di lei e della sua improvvisa sbadataggine.Cercava di formulare qualche frase sensata intanto che lei attendeva una risposta supplicandolo con i suoi occhi in balia delle lacrime:

    "Dot,ti prego...cerca di capire,io..."

    "Capire cosa? Ti chiamo e non mi rispondi,ti cerco e non ci sei mai,se non mi vuoi piu' basta che me lo dici! Cosa stai facendo? Scrivi una canzone? Ecco,potresti farmela sentire un poco,o potremo andare fuori a fare una pass..."

    "Per la miseria,Dot,te ne vuoi andare? Lasciami in pace,devi lasciarmi in pace!"
    Arriccio' le labbra per trattenere il pianto fragoroso che sentiva arrivarle fino al cervello;lo guardo' per una frazione di secondo con il cuore a pezzi e la testa che pulsava:

    "Vuoi che me ne vado? Va bene,me ne vado! Sei...Sei...un farabutto! Ti odio,capito? Ti odio! Tieniti la tua musica,tieniti tutte queste schifezze,se le preferisci alle persone vere! Trovero' qualcun altro che mi stia vicino,io...Non lo voglio un amico come te,Addio!"

    E quasi inciampando tra la matassa di cavi che si intrecciava per terra,se ne ando' via sbattendo la porta,Dot.Il sonoro tonfo che ne consegui' fece vibrare tutte le pareti.Michael porto' una mano alla fronte;sbuffo' battendo il pugno contro la scrivania,poi le sue mani si incastrarono tra i capelli mentre la sua voce scorbutica e aggressiva risuonava nella sua testa.
    Come aveva potuto trattarla cosi'?
    Trascorse i giorni successivi seduto sul letto o sul tappeto,fissando il telefono sperando che trillasse da un momento all'altro per una sua telefonata. Si accomodava sulla poltrona e setacciava ogni centimetro di quel foglio sul quale aveva impresso quelle parole d'amore che gli sembravano del tutto inutili.Un senso di vuoto lo sovrastava;provo' a bere e anche addrittura a fumare,ma cio' non servi'.Non trovava il coraggio per chiamarla:le mancava terribilmente la sua voce e la sua allegria.Si guardava allo specchio squadrando la sua stessa figura,interrogandosi su cio' che era accaduto senza che quel vetro gli fornisse domande ai suoi continui interrogativi;esaminava e riesaminava quella canzone che aveva scritto,correggendola,omettendone delle parti,modificando alcune frasi,torturando e consumando decine di fogli,per gettarli poi nel cestino fino a farlo straboccare.Si ripeteva sempre "Adesso la chiamo e gliela canto al telefono...Si,lo faccio! Lo faccio!",solo che la sua mania che tutto fosse perfetto,non fece altro che far rimandare quel proposito,che non fu mai realizzato: non andava bene una parte,o un'altra,le note non coincidevano con le parole,eccetra,eccetra,e cosi',lei non la senti' mai quella splendida canzone; non la senti' come non fece tante altre cose,perche' la sua luce si spense troppo presto;quella luce che la avvolgeva e che quando passava sembrare diffondere felicita' a tutti,svani' con lei,prima che lei e Michael potessero sentirsi un ultima volta,prima che potessero guardarsi occhi negli occhi,prima che Michael le cantasse un ultima volta "Yellow Submarine",prima che potesse organizzare quella cena a sorpresa con Paul McCartney che era sicuro l'avrebbe fatta collassare per la gioia,prima che Michael trovasse il coraggio di cantarle quella canzone per comunicarle che l'amava.
    Apprese la notizia per caso.Piu' di una volta arrivo' all'ospedale,ma troppo era la paura che la sua presenza non fosse piu' gradita,che lei non volesse nemmeno intravedere la sua sagoma,cosi',dominato dall'insicurezza come di solito accadeva,non ebbe piu' occasione di vederla nel suo volto angelico e nella sua indole allegra e contagiosa.Lotto',ma lei,non ce la fece:un male raro ed incurabile la porto' via per sempre,impedendole di arrivare alla fine del cammino della sua vita,ostacolando i progetti che si era proposta,spezzando i sogni che aveva nel cassetto del suo io,fermando la possibilita' di scoprire tutte me meravigliose emozioni e sensazioni che la vita avrebbe potuto riservarle.Se la ricordo' ancora quella nottata in cui ricevette la telefonata della madre di Dot:
    "Michael...Io...Non so cosa ci fosse fra voi,ma so che l'amavi perche'....Tutti l'amavano..." e attacco',con la voce dilaniata dal dolore.Quella notte pioveva a dirotto,e il sangue gli gelo' come l'acqua fredda che scrosciava incessante nell'ambiente esterno.Con la fronte appoggiata al vetro della finestra,stava seduto inerme,incredulo e incapace di reagire,pensando a come sarebbe stato avventurarsi in una storia con lei,
    fantasticando sul sapore che potesse avere la sua bocca a bocciolo,formulando nella sua testa occasioni che non avrebbero mai potuto avere luogo.Michael non si era mia esposto per paura di un rifiuto,
    e adesso si ritrovava solo per colpa della sua inutile fissazione,per il suo morboso attaccamento al suo lavoro che l'aveva portato ad allontanarsi da lei,finendo per perderla senza che neanche se ne rendesse conto.
    Le sue pupille inchiodate alla lettera confermarono che quel sentimento che non si era mai consumato era ricambiato;non riusciva a staccare gli occhi da quel "P.S. I Love You"; tanto aveva fatto per comporre quella canzone per Dorothy mai arrivata al destinatario,e poi era stata lei a dedicargliene una.Continuava a scorrere gli occhi sulle righe,rivolgendogli speranze alle quali oramai era inutile rivolgere.Si piego' leggermente toccando con la fronte il gelido parquet:le sue lacrime dilagarono silenziosamente mischiandosi ai cumuletti di polvere presenti sulla superficie.Era difficile rassegnasri alla sua perdita e scacciare il dolore,quando per anni nel cuore non aveva avuto che lei.Ripiego' accuratamente la lettera e se la mise in tasca imboccando le scale.Dopo i primi due gradini,si ritrovo' faccia a faccia con la sua compagna:

    "Michael,sei sparito! Tutto bene?"

    "Oh,si,e' che...Lo sai che la polvere mi fa venire l'allergia"...

    Quella sera Michael non faceva altro che fissare con sguardo assente il piatto che aveva sotto il naso e lasciare gli occhi liberi di vagare sulla superficie del suo vino nel quale vedeva incresparsi il volto di Dot. La sua compagna non oso' chiedere niente:sapeva benissimo che era un tipo che preferiva tenersi le cose dentro,tuttavia riusciva male a celare bene sul suo volto quelle emozioni e sensazioni che invece dentro gli ardevano consumandolo di dubbi e di ansie.

    L'orgoglio crea guai. Il silenzio ancora di più'. Parlare troppo forse e' nocivo,ma non aprire bocca e' estremamente dannoso,tanto che in alcuni casi può' attentare alla tua vita,al tuo benessere; una parola non detta può' rovesciare la tua vita da così' a così'. Forse,semplicemente,gli eventi hanno già' una direzione prestabilita e tutto doveva prendere questa piega. Destino crudele. Ma non c'era più' tempo prendersela con il destino,oramai Dot dormiva…O forse no,non riposava,ma era sveglia,e allegra più' che mai,piena di energia,a scorrazzare tra le nuvole al ritmo della sua musica preferita.
    Tutto ciò' che Michael poteva fare era pregare perché' il Signore l'avesse in gloria.
    Continuava a pensare che tutto era successo per quelle maledette parole che puntualmente gli restavano ingabbiate nel petto. Una frase,tre parole,e avrebbe potuto essere sua per sempre.Chissa' se la sua confessione avrebbe fortificato la salute di Dot,facendole godere della gioia dell'amore ed impedendo al suo corpo di finire nell'abisso della malattia che l'aveva strappata definitivamente da questo mondo.
    Niente più amarezza,solo dolcezza.Si,perché l'amore e' dolce,e fu allora che Michael si rese conto che doveva allenare il suo cuore a questo sentimento,non più' in un modo galeotto,intimo e così' distante dalla realtà,perché' in fondo non era un crimine,e non poteva permettersi di sbagliare di nuovo. Adorava la sua nuova compagna e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenersela stretta. "La ami? La ami davvero? La ami tanto? E allora va! Vai e gridalo non solo a lei,ma al mondo intero! Lascia che il tuo cuore diffonda con una voce sonora,potente,ciò' che provi,e che questa voce arrivi ad ogni angolo del mondo,fai sentire l'eco dell'amore e tieni vivo questo sentimento,fallo Michael,fallo adesso!"

    Corse verso la sua compagna alle prese con la cena,l'abbraccio' teneramente e la costrinse a voltarsi verso di se';e con un sorriso pieno e smagliante le disse:

    "Dai,vestiti,ti porto a cena!"

    "Ma Michael,ma…Abbiamo gia' mangiato!"

    "Beh,non importa,usciamo lo stesso!"

    "Michael ma…Ma io non capisco" lo guardo' lei con aria interrogativa,

    "Allora…si o no?"

    "Va bene,andiamo!"

    Le afferro' la mano cercando di trasmetterle tutto l'amore che aveva dentro;la fisso' negli occhi e le disse "Ti amo!" e ancora "Ti amo! Ti amo!"

    Lei,stupita e compiaciuta,lascio' il suo lavoro e si getto' tra le sua braccia: gli diede un bacio morbido e deciso e ricambio' il suo sorriso.
    Andarono tutta la sera a passeggiare,dove non importava,ma per Michael bastava che le facesse rendere conto di cosa provava per lei. Per tutto il tempo non fece altro che stringerla forte a se' e ripeterle continuamente "Ti amo".

    "Michael,guarda…Lo vuoi un gelato?"

    "Certo,aspettami un secondo pero',che devo fare una cosa…."

    Era cosciente di trovarsi nel quartiere dove abitava un tempo Dot. Si ricordava perfettamente la sua casa,così',data l'infinita fila della gelateria,avanzo' lentamente e suono' il campanello.Trovo' la madre di Dot ad accoglierlo:

    "Michael? Sei proprio tu?"

    "Potrei andare un secondo nella sua stanza,signora? Solo un secondo".

    La madre di Dot annui' e Michael arrivo' sull'orlo della porta leggermente tremante. Era scosso ed il suo cuore torno' a battere,ma oramai,come si era ripromesso,niente rancori. I suoi occhi si mossero rapidi dal pavimento al soffitto,catturando anche i mobili,le sedie,il letto: tutto era rimasto come prima. Per impedire che il dolore trasalisse ancora verso il suo torace,estrasse un piccolo biglietto che aveva scritto e lo adagio' delicatamente sulla scrivania.



    "Questo e' per te,Dot" sussurro' quasi impercettibilmente.

    Era sicuro che lo avrebbe visto,anche se da lassù'; gli pareva di vedere il suo sorriso e di essere felice nel sapere che i suoi sentimenti erano corrisposti.

    "P.S. I love you".

    "Il gelato e' buonissimo,Michael"

    "Vero amore,e' squisito…Lo sai che ti amo,vero?"

    "Michael,ma cosa ti prende stasera?"

    "Ah,te l'ho già' detto?"

    "Si…"

    "Beh,te lo dico ancora…Ti amo.Ti amo e non mi stancherò mai di dirtelo"



    La bacio' e gusto' quel bacio al sapore di cioccolato. E fu finalmente orgoglioso,perché quando si ama davvero,con la mente,con il cuore e con l'anima,quelle solite,tre parole,non sono mai dette abbastanza.


    FINE.
     
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    "The King of Pop"

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    Bellissima e dolcissima storia Alessia, sei davvero molto brava, attendiamo presto le prossime :kiss2:
     
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  3. Elisajackson89
     
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    Alessia complimenti per questa storia che hai scritto.E' bellissima,dolcissima,ma anche triste è molto commovente :comm8jk.gif: :comm8jk.gif: sei stata veramente bravissima nel raccontare questa storia. :clapping: :clapping:
     
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  4. Someplace Else
     
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    E' bellissima :angellove:
    Mentre la leggevo non pensavo finisse così.. :comm8jk.gif: :comm8jk.gif:
    Scrivine altre mi raccomando! :)
     
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  5. StefyJackson91
     
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    Ale eccomi qui..lo sai che mi hai messo in difficoltà? Si perchè ora non so come commentare.
    E' una storia stupenda e così dolce e questo pezzo sulla frase finale è il mio preferito:

    "quando si ama davvero,con la mente,con il cuore e con l'anima,quelle solite,tre parole,non sono mai dette abbastanza."

    Come darti torto? Anche quando vuoi bene a una persona spesso hai l'impressione che quella persona non sappia quanto bene le vuoi sul serio.
    Davvero una storia splendida, mi spiace che Dot abbia fatto una fine così triste ma almeno Michael si è reso conto di amarla e di volerle bene.
    Bravissima Ale, non vedo l'ora di leggere un'altra tua storia o direttamente FF :ghgh: :kiss2:
     
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  6. Michael's Girlfriend 88
     
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    ragazze grazie mille a tutte :comm8jk.gif: davvero mi lasciate speechless cosi',non so cosa dire :comm8jk.gif: dato che ho scritto altre one-shot e un'altra ff a lieto fine,stavolta avevo deciso di dare un po' piu' di malinconia alla storia,e grazie a voi per averla letta,davvero,non so come ringraziarvi! Credevo potesse risultare noiosa,anche perche' mancavo da un po' sul forum ed era un po' che non scrivevo,ma sono felice che vi sia piaciuta e che vi abbia emozionato :comm8jk.gif:
    E certamente,presto ci saranno altre storie. Sono felice di avere nuove lettrici rispetto alle mie storie precedenti,vi abbraccio enormemente
    :kiss2: :kiss2: :kiss2: :kiss2:
     
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  7. Elenajackson777
     
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    Alessia ho letto solamente adesso questa tua one short e devo dire che sono rimasta letteralmente senza parole.E' bellissima,molto dolce ma anche molto malinconica,complimenti sei bravissima :clapping: :clapping: spero che ne scriverai delle altre :comm8jk.gif: :kiss2: :kiss2:
     
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  8. Michael's Girlfriend 88
     
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    CITAZIONE (Elenajackson777 @ 28/8/2012, 07:53) 
    Alessia ho letto solamente adesso questa tua one short e devo dire che sono rimasta letteralmente senza parole.E' bellissima,molto dolce ma anche molto malinconica,complimenti sei bravissima :clapping: :clapping: spero che ne scriverai delle altre :comm8jk.gif: :kiss2: :kiss2:

    ciao! wow che bello aprire il topic della mia ff e trovare altri commenti,grazie! sono felice che ti sia piaciuta,non pensavo,troppo gentile! spero di tornare presto con altre storie,e saro' felice se vorrai essere tra le mie lettrici :comm8jk.gif: :kiss2:
     
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  9. Living Shadow
     
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    Purtroppo leggo solo ora questa bellissima one Short. ..e davvero molto bella ed emozionante!Complimenti! :clapping: :<3:
     
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  10. Mary Jackson
     
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    Bellissima complimenti.
    Scrivi benissimo :clapping:
     
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9 replies since 28/12/2011, 16:37   846 views
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