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Vorrei dedicare questa storia a tutti quelli che ci credono, che sperano ed anche a quelli che solo sognano...come me.
Rating: verde
Genere: lascio decidere al lettore...L'uomo con l'ombrello
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Il mio è un grazioso paesino , sperduto tra le montagne.
Non so cosa mi spinga a restare qua, forse il bisogno di vivere a stretto contatto con la natura, forse quello di relazioni umane autentiche.
La mia routine quotidiana è di una banalità assurda; mi alzo alla stessa ora, molto presto, guardo le notizie sul web, sembra strano ma anche qua c’è una linea ADSL, bevo il caffè e scendo al lavoro sotto casa.
Il centro del paesino è formato da una piazzetta, un parco giochi, una piccola chiesetta ed il bar che gestisco da sola.
I clienti sono gente discreta e facoltosa che alloggiano nelle residenze dei dintorni per vacanze rilassanti.
Sono attratti sia dal magnifico paesaggio delle Alpi svizzere, che dalla nostra proverbiale discrezione.
L’aria in questi giorni è piena di risate di bimbi che giocano allegri sugli scivoli.
E’ Giugno inoltrato, la scuola è terminata ed il parco è pieno di piccoli villeggianti.
Il mio sguardo viene attratto dall’uomo che cammina lentamente attraverso la piazza, riparato dal suo ombrello.
Sorrido guardandolo mentre apre la porta, getta una rapida occhiata agli avventori, molto pochi a quest’ora della giornata, infila il suo inseparabile compagno nel vaso accanto all’entrata e si dirige al solito tavolino appartato.
Tutto ciò si svolge regolarmente da qualche mese, incurante del cambio delle stagioni, pioggia, neve, sole.
Lui e il suo ombrello arrivano puntuali e silenziosi.
Mi affretto a portargli il succo d’arancia e la fetta di “Tiramisù” da me personalmente preparato, anche la sua colazione segue la consuetudine banale della quotidianità che ci avvolge.
Alza lo sguardo coperto dalle lenti scure, scosta leggermente il foulard che gli copre la bocca e mi sorride.
Questo fino ad ora è stato il nostro modo di comunicare, pochi gesti, sembra che abbia difficoltà a parlare, fatti con quelle mani grandi, dalle dita lunghe e ossute con le unghie scure che contrastano con il pallore dell’incarnato.
E l’incantevole sorriso.
Non sono mai riuscita ad attribuirgli un’età anagrafica precisa, dall’aspetto sembra anziano, ma ogni tanto il suo portamento tradisce una fanciullesca gioiosità, come se i panni della persona posata non fossero i suoi.
Ciò sicuramente sfugge ad un osservatore casuale, ma io che lo scruto da tempo sono perplessa.
Usualmente si siede al tavolo appartato vicino alla finestra che si affaccia sul parco giochi, sorseggia la bibita e mangia golosamente il dolce, poi si appoggia allo schienale del divanetto ed apre il libro.
Nel leggere avvicina le pagine al viso, forse assorbito dalla storia, ma molto più probabilmente a causa della vista.
A volte sorride tra sé perso nelle sue fantasie, nei ricordi che sicuramente gli affollano la mente.
Talvolta canticchia qualcosa a bassa voce.
In questi momenti vorrei avvicinarmi per sentire il suo canto, ma temo di invadere la sua sfera privata ed in questo modo perdere gli attimi passati con lui.
Non ne sono innamorata, come potrei essere innamorata di una persona molto più grande di me e con la quale ho scambiato solo poche parole?
Affascinata, questa è la parola giusta.
Sono certa che questo distinto signore ha vissuto una vita intensa, percepisco il carisma che lo circonda e mi sento attratta da lui in una maniera sconvolgente.
Negli ultimi giorni la sua routine ha subito una variazione, complici i bambini. Credevo fosse disturbato da loro che vocianti giocano nel parco, ma mi sono sbagliata.
Certo la sua tranquilla lettura è irrimediabilmente rovinata da urla e risa, ma a lui sembra non importare, anzi spesso lo vedo ridere con loro.
Li osserva felice e rilassato, pare che in qualche misterioso modo riesca a partecipare ai loro giochi.
Ad un certo punto si alza, lascia il denaro sul tavolo e mi fa un cenno di saluto con la grande mano, recupera l’ombrello, esce, lo apre lentamente e se ne va.
Mi sono sempre chiesta lo scopo di quell’accessorio, si sa che in montagna gli acquazzoni sono la regola, ma forse il suo comportamento è un po’ esagerato.
Mi ricorda i vecchi gentleman inglesi, quelli da bombetta e bastone, ecco lui è una rivisitazione in chiave moderna di questi Lord, ombrello e berretto, anche questo sempre presente nella sua immagine.
A volte compare anche la sera tardi, in cerca di una camomilla rilassante, si accomoda al solito tavolo, non legge, probabilmente per paura di affaticare la vista.
Il suo passatempo serale è guardarmi. Non mi sento imbarazzata da questo, come mi sentirei se qualsiasi altro uomo lo facesse, anzi è una cosa estremamente rilassante.
Sembriamo una coppia d’altri tempi, lui riposa tranquillo dopo una giornata di duro lavoro ed io che riordino le ultime cose prima di andare a letto. Manca solo il caminetto a completare questo quadro idilliaco, la musica in sottofondo è già presente.
Spesso mi chiedo come mi sentirei ad essere toccata da quelle grandi mani gentili, ad essere accarezzata, stretta al suo esile corpo, a poter respirare il suo odore…
Non sono mai stata attratta dai miei coetanei, anche se ho cercato, fallendo, di avere delle relazioni con alcuni di loro. Probabilmente è per questo che adoro questo posto, solo anziani e famiglie felici.
Stasera minaccia temporale, i tuoni rombano tra le vette.
E’ tardi, ma lui sembra non accorgersene.
Alla radio il DJ annuncia:
“Domani sarà il secondo anniversario della morte del Re del Pop, ascoltiamo ora una delle sue canzoni più note…”
L’uomo ha un brusco scatto, la tazza si rovescia spargendo un po’ di liquido sul tavolo.
Accorro con uno straccio e lui contrito si scusa in un perfetto inglese e con una voce forte dal timbro virile.
I miei occhi incontrano i suoi occhiali, so che mi sta guardando attentamente, mi valuta.
Per la prima volta mi sento imbarazzata e la mia bocca si apre dicendo la prima banalità che attraversa il mio cervello per stemperare la tensione che si è creata:
“Le piace Michael Jackson? A me moltissimo…”
Lui si alza con uno scatto troppo fluido, felino, e si dirige velocemente alla porta.
Resto interdetta, il mio straccio inzuppato in mano.
Alla radio le note di “Billie Jean”.
Si ferma con la mano appoggiata all’ombrello, le spalle curve, come gravate da un peso insopportabile.
Esita.
Si volta fluidamente, quasi una piroetta da ballerino, e si toglie gli occhiali…
Ebano infuocato.
I nostri occhi si incontrano per la prima volta senza protezioni, i miei spalancati, i suoi rassegnati.
Si riconoscono.
Un sorriso spunta sul mio volto, i suoi occhi si rilassano, rialza le spalle.
Ci avviciniamo.
L’ombrello resta fermo al suo posto, dimenticato.
Per sempre.
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Dico solo una cosa... brava, mi hai fatto venire i brividi!! 
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King of pop MJJ.
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Da non believer hai fatto emozionare anche me.
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Grazie per questa splendida fiaba d'Amore
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Grace 
King moon
grazie per aver condiviso i miei sogni
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iwantyouback.
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sara' l'aria condizionata od il tuo racconto a darmi i brividi?....chissa'
ci sara' un seguito?. -
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Questo tuo racconto è meraviglioso e tu sei bravissima!
Grazie, grazie davvero per avermi fatto vivere quest'emozione!
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Andago.
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Decisamente da brividi...bravissima!! . -
Aria °.
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solo una parola: Wow!
complimenti!!
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Iwantyouback, grazie per averlo letto non sei la prima a farmi questa domanda ed avevo risposto forse sì, ho cambiato idea, penso che il seguito sia nei sogni di tutte noi.
Primrose Andago Aria grazie per averlo letto e per i complimenti...ora mi fate emozionare voi 
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Marika_MJ_.
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Ricca di descrizioni e particolari,
grazie per averla condivisa con noi ^___^. -
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Marika grazie a te per averla letta
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Elisajackson89.
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Patrizia complimenti per questa fantastica storia d'amore che hai scritto,mi è piaciuta un sacco.Sei stata bravissima.Spero tanto che ne scriverai qualcun'altra.
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Elisa, grazie davvero ...si scrivo ancora 
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Ylenia Jackson 94.
User deleted
I brividi..
l'immagine di un Michael tranquillo che sta in disparte a leggere un libro e a gustarsi il tiramisù mi riempie di tenerezza
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L'uomo con l'ombrelloOne Shot-verde |
