Memories

COMPLETA - rating verde - genere drammatico

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  1. AleJackson86
     
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    Sono nuova in questo forum,ma spero di farmi conoscere presto e così posto questa storia(frutto della mia mente malata :ghgh: )perchè qui dentro ci sarà mooolto di me.
    Buona lettura per chi vorrà seguirla...




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    Memories...



    <1>



    [La solitudine scompare
    quando siamo a nostro agio
    in sua presenza]


    La prima volta che la vidi rimasi come folgorato.
    Non nella maniera che si può immaginare,almeno.
    Direte:è stato amore a prima vista!!Oh...no....Vi sbagliate di grosso!
    Alex nemmeno sapeva che la vedevo.
    Se ne stava sempre lì,dietro quella grande veranda in stile vittoriano,un pò decadente,ma graziosa.
    Viveva in una villetta modesta,ad Encino,non distante da casa mia.
    La vedevo sempre quando passavo da lì e mi soffermavo dietro la staccionata bianca con quella buffa cassetta della posta,tutta colorata, e sempre così vuota.
    Dipingeva....a tutte le ore e se non c'era la luce del giorno accendeva una lampada accanto al cavalletto.Si vedeva molto bene dalla strada.
    Mattina,pomeriggio o sera lei stava lì e la cosa che mi colpì così tanto fu quel senso di solitudine che aleggiava intorno a tutta la casa.
    La stessa solitudine che provavo io quando,disperato,uscivo a passeggiare cercando di svagarmi,di non pensare che ero la persona più famosa e più sola, allo stesso tempo, di tutto il pianeta Terra.
    E' un paradosso,lo so,ma quando arrivavo all'imbocco di quella stradina che portava da lei,dentro me,sentivo alleviare il mio senso di solitudine che costantemente m'attanagliava l'esistenza,mi soffocava.
    Tutto questo perchè sapevo che forse non ero il solo ad essere......solo.


    Era come un leggero sollievo.Un conforto,sì.
    Quella graziosa ragazza nera mi consolava,inconsapevolmente.


    Ricordo ancora bene la prima volta che girò il suo sguardo fuori da quella grande finestra e mi vide.
    Ho impresso nella memoria il suo viso dolce e malinconico,assorto in chissà quali pensieri.Nessun sorriso.Nessuna espressione sorpresa nel vedere che ero IO.


    Ero così incessantemente assalito da mille ammiratori che con il loro affetto e calore,con i loro larghi sorrisi e i fogli per gli autografi,mi fermavano per strada,quando mi vedevano uscire da casa ed io avevo invece solo voglia di piangere.
    Nessuno mi capiva:io volevo evadere dalla mia gabbia dorata,volevo provare ad essere una persona normale,anonima,come tutti...perchè non lo sono mai stato.
    Avevo un immenso bisogno di trovare un amico.
    Non aveva importanza se fosse stato uomo,donna,piccolo o grande....volevo solo un amico vero con cui parlare.
    Semplicemente parlare.


    Ho avuto sempre la piacevole e crudele condanna di chiamarmi Michael Jackson.
    Eppure non potevo chiedere di meglio,dalla vita.tutto ciò che avevo sempre sognato mi si era materializzato davanti agli occhi.
    "Thriller" era appena uscito e senza fatica era balzato ai vertici delle Hit mondiali.
    Non aveva avuto nemmeno la difficoltà di scalarle,quelle classifiche,perchè era entrato direttamente "dalla porta principale".


    Ma c'erano giorni in cui,ritrovandomi da solo nella mia camera senza nemmeno più un fratello con cui condividerla,cominciavo a pensare che tutto questo era infondo immensamente triste.
    Se "The Jacksons" non fossero andati via.....se non si fossero sposati....se....
    Ero proprio solo.Impazzivo.Piangevo spesso.
    Dovevo uscire,correre fuori e trovarmi con urgenza un amico.
    IMPOSSIBILE.


    Mettere un piede fuori casa,per me, era un'idea assurda e anche molto pericolosa,ma forse,guidato dall'ultimo briciolo d'incoscienza dei miei venticinque anni,trovavo il coraggio di farlo.
    Non c'era mattina che non mi svegliavo con la voglia di evadere da lì e camminare per poter arrivare a quella stradina che,già soltanto all'imbocco,mi ossigenava e mi tranquillizzava.


    Mi piaceva anche guardare quella staccionata così candida,infondeva pace nel mio grande e caotico stile di vita.
    Non c'era un grosso cancello come nella villa dei miei,no.
    C'era solo quel bianco recinto,così semplice,così facile da scavalcare sia con lo sguardo che con il corpo,ma poi mi si parava davanti il muro invisibile della solitudine che non mi permetteva di farlo e si scontrava con la mia,di solitudine.
    Al contrario di ciò che potreste pensare,quell'ostacolo,non mi scoraggiava,anzi: la mia caparbietà,mia virtù e difetto innato,mi spingeva ad insistere,come un minuscolo piccone che batteva incessantemente su quei mattoni trasparenti fino a sbriciolarli lentamente.


    Fu così che riuscii a conoscere Alex,ma mi ci vollero mesi prima che riuscissi ad abbattere del tutto quel muro che ci separava.
     
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  2. ° B r i n g
     
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    Aleeeeeeeeeeeeeeeeee!!
    Memorieeeees!! :love:

    Oh si... Come godo si può direee?
    E' bellissima! Si si, posta su su!

    SPOILER (click to view)
    Sono giulia/Leave tesoro, non ti spaventare ;)
     
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  3. AleJackson86
     
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    Grazie per l'incoraggiamento Giù....XD sei di parte però....huhu =)

    Ok...ecco il secondo capitolo :ok:


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    <2>


    [Dammi un pò di te
    la parte più dolce
    Prendi un pò di me
    la parte più forte]
    (Subsonica)




    Quella barriera invisibile fra me ed Alex si frantumò grazie alla mia insistenza che la incuriosì e così,sorprendentemente,fu lei un giorno ad uscire da casa e venirmi incontro.
    Non devo fare un grande sforzo per ricordarmi cosa indossava la prima volta che le parlai,o meglio...che lei mi parlò.
    Era estate ed un leggero vestito di lino bianco ondeggiava su di lei,aiutato dal debole venticello tiepido e dalle sue gambe che,muovendosi,aderivano e scomparivano dietro la stoffa leggera.
    Un raggio indiscreto della luce del sole al tramonto,rivelò alla mia vista un delizioso spettacolo, facendomi notare chiaramente l'ombra delle sue splendide gambe attraverso il cotone reso trasparente ed infuocato da quella luce suggestiva.
    Devo ammettere che arrossii e cercai di voltarmi alla svelta,facendo finta di niente e sperando che lei non cogliesse imbarazzo nei miei occhi.
    Mossi i primi passi,come per proseguire verso una meta a me ignota,anche perchè non esisteva, dato che quella stradina e quella casa era la destinazione di tutte le mie passeggiate.
    Fui trattenuto da una voce cristallina e gentile che mi bloccò, ancora con un ginocchio piegato in avanti.Lo distesi e mi raddrizzai sulle gambe,feci leva su un piede e con una lenta giravolta me la ritrovai poco lontana da me,ma oltre il bianco steccato di legno.
    Con gli occhi bassi notai che aveva dei piedi delicati e curatissimi,trattenuti dentro un paio di sandali con solo due fascette,anch'esse bianche.
    Risalii piano con lo sguardo ed incrociai i suoi occhioni scuri.
    Aveva i capelli sciolti e riccissimi,una piccola nuvola nera attorno a quel viso angelico e scuro,le ricadevano di poco al di sotto delle spalle.
    Tutto quel bianco che contrastava con il colore della sua pelle color gianduia era di grande effetto.


    "Scusa...?"
    "Si?"
    "Volevo chiederti una cosa..."


    Mi guardava e sorrideva,per nulla stupita o intimorita di avere davanti a se una celebrità come me.
    M'incuriosì la sua spontaneità e la sua sicurezza.


    "Dimmi pure.."
    "Chi sei?"


    Strabuzzai gli occhi.


    "Cosa?!"

    "Anche se non sembrava,ti ho osservato in questi mesi.
    Vieni sempre qui.
    Somigli tanto ad un mio amico che non vedo da tanto.
    Pensavo di conoscerti e invece..."


    Socchiuse gli occhi,scrutandomi,poi asserì sicura:


    "No,non ti conosco"


    Come era possibile?!Stavo forse sognando?Mi misi una mano in tasca e mi mollai un pizzico sulla coscia.
    Mi feci male...allora capii che era realtà!
    Non conosceva Michael Jackson e, per quanto sia una persona modesta e con i piedi ben piantati a terra nonostante il mio successo,devo ammettere che quella notizia mi spiazzò.
    Le sorrisi.
    Mi sembrava che l'altro mio sogno si fosse avverato.
    Due sogni così opposti e paralleli che mai,appunto per questo,potevano realizzarsi:
    da una parte ero ciò che avevo sempre desiderato diventare,una famosissima popstar,e dall'altro ero ciò che non ero mai stato e che non potevo più essere.....un perfetto sconosciuto.Uno qualunque.
    Pensai che fosse un pò strano...Non doveva essere munita nemmeno di un piccolo televisore,niente radio....niente di niente.
    Ma che contatti aveva con il mondo?Probabilmente nessuno e quella stranezza mi piacque.


    "E' vero,in effetti non ci conosciamo"


    Le allungai la mano pregando Iddio che me la stringesse e così fece.


    "Sono Michael,tanto piacere"
    "Alexandra,ma chiamami Alex,lo preferisco"
    "Ok ,Alex"


    Un minuto di completo silenzio nel quale m'imbarazzai parecchio,ma fu ancora lei a riprendere in pugno la situazione.


    "Michael...Che bel nome che hai"


    Arrossii,naturalmente.Ero già nella buona strada.
    Odiai per un attimo la mia timidezza.


    "Alex?"
    "Si?"


    Volevo spiegarle perchè passavo sempre di lì,ma se glielo avessi detto avrei anche dovuto spiegarle chi ero realmente e...non volevo.
    Mi piaceva quell'anonimato.


    "Sii sincera:davvero non mi conosci?"

    "Speravo fossi qualcuno che conoscessi,sai...mai nessuno viene a trovarmi.
    Sono sempre sola.Per questo sono uscita a fermarti"


    I suoi occhi si fecero tristi.
    Quella ragazza,che non avrebbe avuto più di ventidue anni,chissà quale zavorra portava sul cuore.
    Mi sentii ancora più simile a lei.



    "Vengo qui perchè mi piacciono le staccionate bianche....Lo so,sembra stupida come cosa,ma è vera"
    "No invece!!Non ci trovo nulla di stupido in tutto questo.
    L' adoro anch'io.
    Questa staccionata è stata una mia richiesta di quando avevo più o meno cinque anni.
    Mio padre me la realizzò in una notte e all'indomani....Oddio!Che sorpresa è stata per me...
    Mio padre era un uomo speciale.
    E' l'unico ricordo che conservo di lui, apparte qualche vecchia foto.
    E' per questo che la ridipingo spesso.
    Non voglio che ingiallisca.Così,sentendo l'odore della vernice sempre fresca,è come se lui fosse ancora qui con me"


    Un mesto sorriso le fece piegare in su le estremità di quelle labbra a forma di cuore e svelò per un attimo i suoi denti perfettamente dritti e bianchissimi.


    "E' una bella cosa"
    "Si...Bella e triste"
    "Scusa,non volevo..."
    "Non preoccuparti,sono abituata.
    Anzi mi ha fatto piacere parlare con qualcuno.
    Beh....era da tanto che non lo facevo."
    "Sono contento allora"
    "Si...anch'io"
    "Alex...ho notato che dipingi,sei un'artista allora..."
    "Beh....si"


    Rise ed anch'io lo feci.


    "Anche io adoro dipingere e disegnare,sai?!"
    "Wow!"
    "Già...Senti Alex,adesso devo proprio andare..."


    Notai che un'ombra di delusione passò sul suo viso.


    "Ma,se vuoi ,torno domani eh?!"


    S'illuminò e il mio cuore fece altrettanto,alleggerendosi ancora una volta.


    "Si...torna!Grazie Michael..."
    "Grazie a te,davvero..."


    Penso sempre che la mia timidezza,in quel momento fu vinta dalla disperata voglia di trovarmi un amico.
    Quella sera,tornai a casa e per la prima volta non piansi.
    Pensavo che quella ragazza non sapeva chi fossi e, anche se mi sembrava sempre più strano, io ci credevo sul serio.
    Desiderai ardentemente che non lo venisse mai a scoprire.


    Ben presto capii che un altro muro invisibile,più spesso,lo aveva eretto lei,intorno a se.
    Dovevo abbatterlo.
     
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  4. Francina_84
     
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    Mi piace questa storia.. :love:

    Che bello, con tutte ste fanfiction mi sto bruciando i pochi neuroni rimasti.. :sese:
     
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  5. MJlover
     
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    Si riparte.... :kiss2: Vai Ale .Questa ff passerà alla storia :ok:
     
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  6. AleJackson86
     
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    :comm8jk.gif: Grazie.....allora continuo?!
    Vado

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    <3>


    [Vivendo al presente
    il nostro passato
    manteniamo vividi
    i ricordi proiettandoli
    nel futuro.]
    (A.A.)


    E'inutile dire che non mi feci attendere molto e così il giorno dopo al nostro primo,vero incontro mi ripresentai davanti casa sua.Se non mi sbaglio erano da poco passate le quattro del pomeriggio e la giornata era buona.
    La scorsi immediatamente dietro la veranda e come al solito stava armeggiando tra colori e pennelli.
    Attesi che lei mi notasse e quando sollevò gli occhi alzai una mano in cenno di saluto.Per tutta risposta,lei,ricambiò il mio gesto e,togliendosi il camice da pittrice,sparì dietro le mura di casa.
    Dopo pochi istanti la vidi uscire in giardino ed avanzare verso me con delle chiavi.
    Aprì il cancelletto di legno.


    "Entra pure,Michael..."


    Esitai.


    "Che c'è?Guarda che non ti mangio mica eh?!"


    "Ma no...figurati Alex!E' solo che...insomma,sei da sola e...."


    "Appunto!Fammi un pò di compagnia no?Entra su che mi va di scambiare quattro chiacchiere con te.Sono sempre sola."


    "Se è così allora...accetto con piacere,Alex."


    Mi sorrise.Ero molto imbarazzato,come al solito.
    Non appena entrai in quella casa fu come essere risucchiato dal tempo,indietro almeno di vent'anni:dall'odore alla mobilia,tutto evocava un'atmosfera passata,un pò antica,ma ancora più accogliente e rassicurante.
    Ebbi la sensazione che il tempo si fosse fermato per trattenere un passato che sbarrava le porte al presente.
    Intuii che era qualcosa di fortemente voluto e ripensai di colpo alla storia del padre e della staccionata bianca.


    Era un ambiente molto pulito ed ordinato.
    Alex mi condusse,attraverso un piccolo ingresso con la carta da parati a fiorellini,verso un grande salone con la grande finestra-veranda che dava sulla strada.Scoprii che era proprio la finestra dietro la quale dipingeva infatti vidi immediatamente il cavalletto con su un quadro ancora incompiuto e un'infinità di materiale pittorico su di un tavolino li vicino.
    Un pianoforte verticale,color mogano,stava contro una parete in fondo alla camera e sopra di esso vidi tante cornici con delle fotografie di varie dimensioni.
    Alex si circondava di ricordi,pensai.
    Viveva in un tempo tutto suo.
    Provai un'immensa tenerezza e mi si strinse il cuore.


    "Come avrai capito,Michael,è qui che passo gran parte delle mie giornate"


    "Si....ho notato.Posso vero...?!"


    "Ma certo,fà pure!"


    Mi avvicinai al quadro ancora in elaborazione.
    Rappresentava una scogliera con un mare in tempesta,ma le onde erano solo poche pennellate grigio-azzurre e tutt'intorno tanti segni ancora a matita.


    "Sei bravissima,Alex.Sembra di poter sentire il rumore delle onde che s'infrangono su questi scogli....Sembra tutto molto vero..."


    "Beh....grazie,ma c'è ancora tanto lavoro da fare..."


    Con una gomma cancellò una linea in un punto ben preciso del disegno poi,con occhio esperto,inclinò la testa.


    "Ecco...senza è meglio!"


    "Se lo dici tu!"


    Risi divertito da quella correzione così decisa e sicura di una persona che sapeva già il fatto suo.Mi diede l'impressione di essere molto simile a me:precisa e con in mente un'idea stabilita di ciò che voleva.
    Mi piacque molto.
    Lei mi sorrise,dolcissima, e fece spallucce.


    "Son fatta così....non farci caso"


    "Che bel pianoforte.....E' antichissimo!"


    Come un bimbo curioso mi misi ad osservare minuziosamente tutto.


    "E' accordato,Alex?"


    "Non so..non lo suono mai.
    Era di mia madre.
    Lei era una pianista......Veramente lei era un pò di tutto,sai?
    Pittrice,pianista,cantante...."


    "Ah...ma allora capisco da dove proviene la tua vena artistica....
    E' una preziosa eredità!"


    "Mi manca tutto questo,Michael.Mi manca sentir riecheggiare per la casa le note di questo strumento.
    La mia è una storia triste....I miei li ho persi sette anni fa in un incidente stradale.
    Visto che ero ancora minorenne mi prese con se la sorella di mia madre e vissi per un pò a Detroit.
    Ma non vedevo l'ora di ritornare qui così,appena ebbi l'età giusta per farlo,non persi tempo.
    Qui li sento ancora vivi in tutto ciò che mi circonda."


    Avevo avuto la conferma di ciò che pensavo.


    "Alex....è tutto così triste,ma dolcissimo...Mi dispiace molto.
    Posso sapere,se non sono indiscreto,la tua età?"


    "Ventidue e compiuti a maggio,anche."


    "Io venticinque....siamo molto giovani eh?"


    Sorrise.Era stranamente serena anche durante le confidenze che mi fece.
    Era come se fosse ormai apatica a tutto ciò che le era capitato,ma c'era sempre,nei suoi occhi,una punta di tristezza e di malinconia.Era normale.
    D'un tratto pensai che quello stato d'animo era ormai parte di lei come una qualunque peculiarità fisica.
    Se m'avessero chiesto di che colore erano i suoi occhi,avrei risposto "Neri e tristi" come se tristezza fosse stata una nuova tonalità della scala cromatica.


    "Posso suonarlo,Alex?"


    "Sai suonare il piano?"


    Sorrisi.


    "Se vuoi ti canto pure qualcosa...."


    "Ma certo che voglio,sì!! Dai dai...!"


    Si accomodò sul divanetto fiorato e si mise in ascolto.
    Suonai la prima cosa che mi venne in mente:"Human nature"
    Alle prime note sentii un sussulto e la guardai.Mi accorsi che il mento le tremava un pò mentre gli occhi cominciavano ad inumidirsi,brillavano.


    "Io...conosco questa canzone...."


    Tremai e mi bloccai di colpo.


    "No...continua,Michael,ti prego..."


    Mi guardava rapita dalla musica ed io non sapevo cosa pensare quando ad un tratto si mise a cantare piano insieme a me.


    "See that girl...she Knows I'm watching...
    she likes the way I stare..."


    Ero confuso da ciò che stava capitando.
    Presi un lungo respiro e lo trattenni.
    La canzone terminò ed attesi che scoppiasse la bomba,ma nessun boato.Nulla.
    La guardai nuovamente ed era ancora abbastanza commossa.


    Mi sentii scoperto,finito,quando poi mi indicò una radio sul tavolino che non avevo notato prima.


    "La vedi quella?Ogni tanto l'accendo perchè mi piace mentre dipingo.
    Questa canzone la trasmettono sempre e ormai la so a memoria.Sei tu il cantante."


    Aveva gli occhi bassi,ma era tranquilla.Sorrideva e sembrava non essere intimorita o sconvolta dalla sua scoperta.


    "L'hai scritta tu?"


    "No...la canto solamente,questa."


    "Sembra quasi che l'abbia scritta tu,invece.Le parole sono stupende e....mi ricordano il modo in cui ci siamo conosciuti,vero?"


    Annuii,frastornato.


    "Perchè,Michael?Perchè non ti sei subito rivelato a me?"


    "E' una domanda strana questa,Alex....Io pensavo che tu lo sapessi.Non è superbia la mia,ma vedi....poi ho capito che non avevi la più pallida idea di chi fossi.
    Non volli farlo per paura di perdere questa normalità...capisci?"


    "Forse si.E' pur vero che non vedo mai la TV....nemmeno ne possiedo una.
    Mia madre diceva che 'uccide la fantasia' e così non l'ho mai comprato neanch'io,in seguito.
    Ho sempre dipinto da me il mio mondo."


    Silenzio.


    "Comunque dovevi dirmelo Michael...Mio Dio!Avrai pensato che fossi una stupida,vero?"


    "Per niente,Alex!!Io ero felice..."


    "Eri felice di questo?!"


    "Si...perchè per uno come me è difficile essere normale,condurre una vita normale,avere amici normali.
    Sicuramente essere ricchi e famosi è una cosa bella,non lo nego,ma pur avendo tantissime persone accanto a me....a volte...mi sento solo."


    "Davvero?"
    "Si"


    Mi prese la mano.


    "Tu per me sarai sempre e solo Michael.OK?
    Il ragazzo che mi osservava da dietro la staccionata e che poi ho scoperto....avesse una voce celestiale e dolcissima.
    Solo questo ok?"


    "Grazie,Alex..."


    In quell'istante compresi che tra me e lei c'era come una specie di telepatia.Entrò nella mia solitudine,io nella sua.
    Entrambi sapevamo,senza parlare,ciò di cui avevamo bisogno.
    Ci eravamo trovati: io ero il suo "contatto con il mondo esterno"
    e lei il mio "contatto con la normalità".


    Le parlai allora del mio lavoro,della mia infanzia,del mio desiderio di trovare un amico e delle mie passeggiate.

    Prima che ritornassi a casa mia,mi disse un'ultima cosa che non ho più dimenticato e che anni dopo trasformai in canzone,pensando a lei:


    "Tu non sei solo,Michael.
    NOI non lo saremo più .
    Ricordalo..."


    E come potevo dimenticarlo?!
    Quella sera piansi,ma di gioia,pensando a quella ragazza che con due parole aveva ucciso la mia solitudine.
     
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  7. 0marta0
     
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    ehi....tre capitoli così...tutti di fila....tutti bellissimi!!!
    sei davvero brava!

    CITAZIONE
    Se m'avessero chiesto di che colore erano i suoi occhi,avrei risposto "Neri e tristi" come se tristezza fosse stata una nuova tonalità della scala cromatica.

    questa frase mi ha colpito molto....è stupenda e poi è vera....
    brava brava! continua presto!!! :)
     
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  8. AleJackson86
     
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    Grazie di cuore ragazze...
    (sono molto ......veloce xD)
    :ghgh: :ghgh:
    Ora posto il 4° :ok:

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    <4>


    [Dove sono gli amici,
    la sono le ricchezze.]
    (Plauto)



    So cosa vorreste chiedermi,ma vi rispondo subito:
    no! inizialmente non ero interessato ad Alex come un qualunque uomo si potrebbe interessare ad una bella e dolce ragazza come lei.
    Per me era veramente la mia prima vera amica,a parte Liz,solo che a differenza di lei,Alex,mi dava un qualcosa in più perchè non apparteneva al mio mondo fatto di ricchezza,impresari,attrici e hotel a 6 stelle.


    La ricchezza di Alex stava nella sua semplicità ed il regalo più bello che mi donava ogni giorno,con la sua sola compagnia,non aveva prezzo e non era acquistabile in nessun lussuoso e pregiato negozio.
    Non sto dicendo che non tenevo più a Liz(mio Dio...altrimenti viene qui e mi tira le orecchie!!),io vi pongo il paragone perchè sapete quanto ,da sempre,sia stato attaccato alla "mia Cleopatra",ma,mentre Elizabeth mi ricordava solo con la sua presenza chi fossi e dove appartenevo,Alex....beh....lei era la mia dolce evasione.
    Liz mi chiedeva: "T'è piaciuto il mio discorso agli American Music Awards?"
    mentre Alex solo:"Che ne dici se ci beviamo un bel caffè?"
    E parlavamo,scherzavamo,disegnavamo insieme.....ridevamo.


    Una volta visionai tutte le sue foto d'infanzia.Le ripetevo quanto fosse carina anche con le treccine e lei rideva,s'imbarazzava e subito mi strappava le immagini dalle mani.
    Me lo ricordo perfettamente bene quando un pomeriggio mi rincorse per tutta casa tentando di afferrarmi per impedirmi di vedere una sua fotografia,a dodici anni,in posa con un vestito buffo color rosa confetto e con la gonna a palloncino.


    "MICHAEL !! NO!! TI PREGO!!"


    Ed io ridevo come un matto e,sapendo di esser poco credibile con le lacrime agli occhi dalle mille risa,la tranquillizzavo.


    "Ma daiii....ma se sei stupenda ,Alex!!"


    Lei si copriva il viso con le mani e scoppiava a ridere.


    "Ma quanto sei bugiardo...?!Dimmi!!"


    Adoravo la sua timidezza poi che mi faceva sentire più sicuro.
    Come se assorbendo quella sua inibizione mi caricassi dentro per sconfiggere tutte le mie incertezze,le mie insicurezze.
    Davvero........Io con Alex ero un'altra persona.
    Mi manca tutto questo,mi manca da morire.


    Ricordo che un giorno,mentre stava ripulendo i suoi attrezzi per la pittura,s'illuminò tutta in viso e mi disse,raggiante:


    "Devo mostrarti una cosa....Assolutamente!"


    Mi prese per un braccio e mi condusse fuori in giardino.


    "Dove stiamo andando...?!"
    "Ssshhhhh...seguimi e basta!"


    Girammo sul retro della casa e ciò che mi si parò davanti m'incantò:
    al centro di un giardino troneggiava un'enorme quercia e sul tronco di quest'ultima erano stati piantati dei piòli per permettere una facile scalata verso un piccolo e ben fatto rifugio di legno,immerso tra le foglie.
    Anni dopo le rubai l'idea,pensando a lei.


    "Alex....ma è stupendo!"
    "Lo so....Sali?!"
    "E me lo chiedi pure?!Io adoro arrampicarmi sugli alberi!"


    Non feci in tempo a finire la frase che lei stava già salendo su per il tronco.
    Mi fiondai subito a raggiungerla e,quando alzai gli occhi in su,una piccola e furba folata di vento le scoprì un'abbondante porzione di cosce,facendole sollevare la lunga gonna.Per non metterla in imbarazzo calai in fretta lo sguardo facendo il finto tonto mentre lei,istintivamente, si afferrava quel lembo di stoffa ribelle,cercando di coprirsi.Non si accorse della mia faccia rossa e un pò colpevole dei pensieri poco casti che mi sfiorarono il cervello in un baleno.


    Quello fu il primo episodio,dopo quell'indimenticabile trasparenza al tramonto,che me la fece immaginare sotto un altro punto di vista,più malizioso.
    Una notte la sognai e mi svegliai sudato,con il cuore a mille e una forte eccitazione in corpo,anche fisica,che mi spaventò.
    Mi sentii per un attimo in colpa e quando poi la rividi il giorno seguente,non riuscivo a guardarla negli occhi tranquillamente.


    Ma torniamo di nuovo a quella quercia....
    Ecco,quando fummo tutti e due lassù,fra le fronde,Alex mi prese la mano e mi fissò.
    Non disse nulla per un bel pezzo poi...


    "Ti voglio bene,Michael....
    Grazie di essere qui con me,grazie perchè esisti,grazie di...insomma....Grazie di tutto"


    Improvvisamente scoppiò in lacrime.
    Un pianto liberatorio che intuii fosse stato per troppo tempo represso.
    La abbracciai senza pensarci due volte e mi resi conto che quello era il primo,più intimo,contatto fisico tra di noi,da quando ci eravamo conosciuti.
    Le presi il viso tra le mani e la fissai dentro agli occhi velati di pianto e splendenti.


    "Mi vuoi bene,Michael?"
    "Stai scherzando vero?!"
    "Dimmelo....ho bisogno di.."
    "Di sentirtelo dire...?!"
    "Si!"
    "E allora te lo ripeterò ogni giorno che ti voglio bene,ogni istante,ogni ora,ma ti prego......non piangere Alex.
    Sto male se lo fai....Se mi vuoi bene veramente non piangere,ok?"


    La mia voce era dolcissima e le sussurai appena quelle parole sul viso.
    Alex mi strinse di più la mano imprigionandola dolcemente tra le sue,nere e morbidissime.


    "Alex....pensa che ogni volta che piangerai mi conficcherai una spina nel cuore e...tu non vuoi che io stia male,giusto?!"
    "Nooo!! Io ti adoro Michael.Non piangerò più.Te lo prometto."
    "Così mi piaci!"


    Si asciugò le lacrime e tornò più serena.


    "Sai qual è la mia canzone preferita?"
    A quella mia domanda mi guardò interdetta e scosse il capo,negando.


    "E' una delle tue...?"
    "No.E' del grande Chaplin.
    Charlie Chaplin....sai no?!"
    "Si si...ma scriveva anche canzoni?"
    "Ma lui era un genio,Alex.Era l'arte fatta persona.
    Scrisse una bellissima canzone intitolata 'Smile' e la canto spesso perchè è molto significativa sai?"
    "Come fa?Accenna un pezzettino..."
    "Così su due piedi?!"
    "Ma che fa...t'imbarazzi?!Non mi dire..."
    "Beh...è solo che cioè...mica sono un jukebox,Alex,che a comando..."


    Mi fece una faccina implorante con quelle labbra imbronciate ed uno sguardo da cucciolo.
    Mi arresi.


    "Ok....se insisti....
    Con quell'espressione disarmeresti anche un intero esercito in partenza per il fronte!"


    Mi sorrise vittoriosa e soddisfatta.
    Era la mia piccola bimba,pensai.
    Cantai una strofa,non poco imbarazzato.
    Lei tenne gli occhi chiusi per tutto il tempo,come a gustarsi ogni singola nota.


    "Michael è stupenda..."
    "Si"
    "E' così...vera e tremendamente difficile da prendere alla lettera"
    "A chi lo dici..?!Non è per nulla semplice sorridere anche quando hai il cuore malato e che si spezza..."


    "Michael!!Promettimi che non spezzerai mai il mio cuore già abbastanza malato....Prometti"


    Quella richiesta mi fece tremare.


    "H....hai...paura di me?!"
    "NOOO!!Però ho paura di svegliarmi un giorno e ritrovarmi di nuovo sola. Io lo so che tu sei...."


    "NON DIR-LO...c'è un accordo fra noi due,ricordi?E se io sono solo 'Michael' per te,non dire ciò che stai pensando erroneamente adesso.Tra di noi sarà sempre così.
    Ti ho cercata e ti ho trovata.
    Non ti lascerò scivolarmi via....
    Ti ho chiuso nel mio cuore ed ho buttato via la chiave,Alex..."


    Fu in quell'attimo che,con uno slancio verso di me,le sue labbra sfiorarono un angolo della mia bocca.
    Non lo sentii quasi,tanto fu impalpabile e dolce quel bacio.
    Solo un istante,ma mi parve un'eternità.


    "Scusa..."
    Bisbigliò ancora troppo vicina a me che potevo respirare il suo dolce e profumato alito.Aroma di caffè.


    "E' tutto ok,Alex..."
    biascicai,poco lucidamente.


    E se era veramente tutto OK.....perchè allora sentivo il cuore squarciarmi il petto?!
     
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  9. 0marta0
     
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    brava brava!!! che dire.....brava!!!!! :clapping: :clapping: :clapping:
     
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  10. AleJackson86
     
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    Grazie davvero :)
    ti meriti una gif :linguetta:
    XQ_______
     
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  11. 0marta0
     
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    CITAZIONE
    ti meriti una gif :linguetta:

    ohoh...grazie! :D
    ;)
     
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  12. AleJackson86
     
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    Io continuo...(non c'ho nulla da fare :ghgh: :ghgh: )



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    <5>


    [Bacio non dato
    è bacio sprecato:
    l'Amore dev'esser assaggiato]
    (E.Vance Cooke)


    Dovevo cercare di ritrovare la mia lucidità...
    Mi ripetevo costantemente che ce l'avrei fatta solo se smettevo di pensare a ciò che era successo.
    O meglio....che non era successo,a secondo dei punti di vista.
    Quel bacio era stato un bacio a metà,in tutti i sensi.
    Avrei voluto muovere la mia testa e cercare di incastrare fra le mie quelle labbra così dannatamente voluttuose e succulenti,ma altrettanto(per assurdo,lo so!)caste ed acerbe.
    Sentii che la sacralità di quella bocca non era mai stata profanata.
    Nessun pirana dell'amore vi aveva mai lasciato un morso.


    Alex si era spinta oltre la sua stessa coscienza,oltre il suo pudore,facendosi trasportare da una corrente impetuosa,come una piccola e precaria barchetta di carta in balìa di un mare in tempesta.
    Non sapevo se avesse agito per amore,per attrazione,per gratitudine,so solamente che non dimenticai quel "quasi bacio" e cominciai a pensare ad Alex come non mi capitava da un pò di pensare ad una donna,forse dai tempi di Tatum,la mia ex fiamma.


    Prendetemi pure in giro se volete,ma io mi sentivo un pò in colpa per via dei miei ormoni che impazzivano quando la vedevo,perchè Alex,fondamentalmente era rimasta la stessa di sempre.
    Sembrava come se tra noi non fosse successo nulla.
    Oh mio Dio!! Forse ammetto che ero io che amplificavo tutta quella faccenda del bacio,può darsi.
    Volete la verità?Ero un pò deluso dal suo comportamento.
    Possibile che non era per niente turbata o inibita in mia presenza?Eppure era stata lei a scatenare quel putiferio di emozioni,ma allora...perchè ero io l'unico a sembrare di ricordare l'accaduto?


    La guardavo mentre mi parlava,mentre gesticolava con naturalezza e classe,con il medesimo fare da piccola bimba innocente imprigionata in una donna da togliere il fiato.
    Solo ora mi rendevo conto veramente della creatura celestiale che avevo difronte.
    Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso,seguendo le linee perfette dei suoi tratti.
    Imbambolato a contemplare ogni minimo particolare che la rendeva unica ai miei occhi(e ne vedevo tante di sventole nel mio ambiente!),ma lei era speciale.
    Eppure....Alex non aveva la benchè minima idea di ciò che mi passava nel cervello,credendo che le prestassi super attenzione nei suoi dialoghi con me che diventavano monologhi.


    Ormai era troppo tardi per tornare indietro.C'ero troppo dentro.Punto.
    Mi sentivo in difetto,però,sia nei suoi confronti che nei miei.
    Da ragazzo religioso e praticante, quale ero,avevo l'obbligo di fugare dalla mia mente ogni accenno di lussuria che normalmente(e guai se non fosse così)la fragilità della carne ci porta a pensare.
    Gli uomini sono esseri fragili ed imperfetti,si sa e così giustificavo le mie fantasie,consolandomi un pò.
    Sappiamo tutti quanto sia arduo,per non dire impossibile,cercare di non farsi trascinare dalle tentazioni,soprattutto....provate a frenare un ragazzo di soli venticinque anni e le sue debolezze...!
    La cosa peggiore in tutto questo consisteva nel fatto che,dato che Alex sembrava aver completamente rimosso quel nostro"icidente di percorso",invece io avevo voglia di rivivere un altro momento di pura magia insieme a lei,ma non sapevo come fare per replicare l'episodio.
    Non ero aiutato dai suoi atteggiamenti nè tantomeno dai miei,castrato del tutto dal mio senso dell'iniziativa in questo campo,dalla mia timidezza e dal coraggio che mi abbandonava in situazioni del genere.


    Soffrivo e penavo dal desiderio di dirle ciò che mi turbava.Volevo solo che una mano angelica mi guidasse verso un nuovo,elettrizzante "scontro casuale" con colei che era diventata la mia nuova ossessione:Alex.


    Cnfidando nel destino cercai di metabolizzare il tutto e mi imposi una serenità forzata e dolorosa,una finta naturalezza così che lei non si accorgesse di niente.
    Ma quando si dice il fato....Beh!
    Qualcuuno lassù,tra le nuvole,raccolse la mia preghiera e così,una sera di ottobre(erano già passati due mesi da quell'episodio sull'albero),approfittai della vicinanza di Alex per fare il primo passo.


    Ora vi descrivo un pò come andarono esattamente le cose:eravamo seduti sullo stesso sgabello al pianoforte e stavamo suonando una sciocchezza a quattro mani(...si...se non mi sbaglio era "I soldatini").
    Ritmo allegro e spiritoso,note semplici e le nostre mani saltellavano su e giù per quegli ottantotto tasti,neri e ingialliti dal tempo.
    La mia Alex,la mia dolce,tenera,timida Alex,sbagliò un accordo e così la mia mano sinistra,involontariamente,finì sulla sua destra.
    Le note si mescolarono in un suono sporco ed impastato,causato dalla pressione leggera e prolungata di quel contatto.
    Lei mi guardò,dapprima stupita e divertita,ma poi si accorse forse della luce strana che emanavano i miei occhi e mutò espressione.
    Abbassò in fretta lo sguardo e,mi ricordo perfettamente,che sentii la sua mano scivolare piano e ritirarsi da sotto la mia.Lentamente,come per verificare che,se fosse riuscita a "liberarsi" senza difficoltà da quella pericolosa morsa,allora tutto sarebbe tornato a posto e senza conseguenze; la tensione si sarebbe allentata,insomma,ma non fu così perchè io non lo permisi stavolta.


    "Michael....continuiamo o ti è scocciato?Se non ti va più stacchiamo,non ci son problemi.
    Ci rinuncio...ahah...non sarò mai brava come mia madre...!"


    Cercava di stemperare l'atmosfera tesa,di fuorviare,di confondermi,ma l'unica cosa che andò a sfumare e terminare fu il suono grave del piano sotto le nostre mani che,dopo i suoi risolini nervosi e le sue parole,ci lasciò nel silenzio più totale ma così denso di agitazione ed elettricità.


    Il mio cuore batteva forte,ma sorridevo e la fissavo.
    Guardami,guardami,guardami....pensavo.
    Finalmente alzò gli occhi,la mia mano sempre sulla sua.


    "Io non voglio concludere adesso..."
    Comprese perfettamente che non stavo parlando de "I soldatini".


    Cercai di avvicinarmi piano al suo viso mentre lei era come paralizzata dal suo stesso turbamento.
    Quando arrivai ad inclinare la testa per posarmi su quella bocca a forma di cuore,mi fermai.
    Restammo sospesi così per pochi secondi....
    Di nuovo m'inebriai del profumo del suo respiro che si fondeva con il mio in una delicata corrente calda di fiati.


    "No...Michael!"


    Con la mano sinistra,quella libera da me,mi poggiò l'indice e il medio sulle labbra,respingendomi un pò.Le baciai dolcemente e socchiusi gli occhi,ma lasciai la sua mano mentre dentro sentivo sanguinarmi il cuore,a fiotti terribili.


    Si scostò da me,alzandosi in piedi.
    Mi guardò impaurita e confusa.


    "Perchè...?!"


    "Perchè è da un pò che lo voglio.Alex"


    "Perchè?!"


    La sua voce s'incrinò e i suoi occhi si fecero umidi e vibranti.


    "NOn devi!Non puoi rovinare tutto!!Non devi,Michael!!"


    "Ma perchè?Te lo chiedo io adesso...Perchè?!
    Dimmi che non ti piaccio....dimmi che non ti interesso....dimmi che non senti quello che sento adesso io....che non..."


    "ZITTO! Stai muto...non dire altro..."


    Si tappò le orecchie scuotendo la testa,in una smorfia di dolore strinse gli occhi.


    "Vai via....ti prego..."
    Lo sibilò appena con voce bassa e spezzata.


    "No...non me ne vado"


    "Vai via!"


    "Non ti capisco,Alex,mi confondi..."


    Mi scivolò una lacrima,ma non me ne accorsi.
    Solo quando uscii da quella casa percepii sul mio viso un sottile percorso umido e raffreddato dal vento frizzante di una strana sera di metà ottobre.....
     
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  13. 0marta0
     
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    :comm8jk.gif:
    ma no dai.....

    devo ammetere che questa storia mi prende parecchio!!!
     
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  14. Francina_84
     
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    CITAZIONE (0marta0 @ 20/2/2010, 18:23)
    :comm8jk.gif:
    ma no dai.....

    devo ammetere che questa storia mi prende parecchio!!!

    alla grande.. :love:
     
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  15. AleJackson86
     
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    Allora vi posto altri 2 capitoli,ragazze...Sono contentissima che vi piaccia :hug: :ok:

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    <6>


    [ Il cammino attraverso
    la foresta non è lungo
    se si ama la persona
    che si va a trovare]
    (Proverbio Africano)



    Vivevo in un'ansia costante.
    Non so se avete presente "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie....beh ecco una cosa del genere,solo che i dieci personaggi protagonisti erano tutti i miei sogni e i miei sentimenti di uomo. Nel libro della Christie quei dieci venivano uccisi da Unknown, un assassino senza nome,ma che faceva parte comunque dei dieci protagonisti della storia. I personaggi impauriti credevano invece in una specie di maledizione che poco a poco faceva fuori tutti, ignari che l'assassino si trovasse in mezzo a loro e che fosse....il più insospettabile perchè già morto!!
    Beh....chi sa la storia mi può capire.Voglio dire con questo che il mio killer mi era sconosciuto poichè agiva indisturbato dentro me,logorandomi lentamente,con una maschera che nascondeva la sua malvagità.
    Altro non era che il mio amore per Alex....amico e nemico.
    Si...:l'amavo e soffrivo,mi sentivo uno straccio inutile e vecchio.
    Risuonavano nella mia testa le parole di Alex e ogni volta mi sembrava di rivivere quella scena.
    Eppure era cominciato così bene il mio film...!
    C'era tutto:luogo giusto,situazione favorevole,momento topico e adrenalina nel sangue.
    Chi poteva immaginare un finale così?
    No...non era così che volevo terminasse e senza nemmeno i titoli di coda.
    I battiti accelerati del mio cuore ferito erano stati l'unica,straziante,colonna sonora.




    Era ormai passato un mese da quella sera ed Alex mi mancava come una notte senza luna.Lei era la luce che aveva irradiato la mia grigia vita di Michael/persona e senza di lei mi sentivo perso per metà.
    La metà più importante.

    Si...c'era sempre il mio lavoro,per fortuna,a distrarmi....i miei diecimila impegni e così decisi di buttarmici a capofitto sperando in un qualcosa che forse non sarebbe mai arrivato.
    Alex non mi avrebbe mai cercato,non credevo possibile una cosa del genere dato che ,pur sapendo il mio indirizzo e il mio numero di telefono,non lo aveva mai fatto in quel mese di lontananza.
    Lei viveva nel suo mondo ovattato,basta.


    Io,al contrario,avevo cercato di tornare davanti casa sua solo che,quando arrivavo in prossimità di quella stradina,mi sentivo trattenuto come da un elastico alla vita che mi faceva rimbalzare all'indietro.
    Non ce la facevo a proseguire e mi prendeva un tuffo al cuore e un groppo in gola,da togliere il respiro.
    Forse non ero più gradito nella piccola villetta dei ricordi....Forse non c'era più posto per me...neanche in un minuscolo cassetto dentro al cuore di Alex.
    Lo pensavo veramente e stavo malissimo.




    Ricominciai a sentirmi solo.Più solo di prima,in realtà.
    Piangevo?!Sì,tutte le sere,al ritorno dai miei impegni,dovevo fare i conti con i miei pensieri e la mia anima cominciava a parlare.Non c'era modo di farla smettere o di non sentirla:era una tortura.
    La mia lotta interna.


    "Alex" la prima parola che mi affiorava al mattino e l'ultima che ripetevo alla sera,anche e soprattutto nelle mie preghiere a Dio.
    "Fammi capire almeno perchè..?!"
    Non chiedevo altro,giuro!
    Non pretendevo nulla,ma volevo una risposta da Lui,almeno.



    Un giorno che non dimenticherò più,il 26 novembre del 1983,mi arrivò una lettera a casa.
    Era Alex!
    Tremavo...
    Un secondo che ve la leggo(l'ho qui,da qualche parte):


    "Caro Michael...è da un pò che non ci vediamo,lo so.
    Forse neanche andrai in fondo a questa lettera e non ti biasimo.
    Non sei più venuto,giustamente.
    Sono stata brusca e cattiva con te e lo riconosco,ma per me è difficile spiegarti le ragioni del mio gesto.
    Ho raccolto tutte le mie forze per riuscire a scriverti questo messaggio.
    Mi conosci bene ormai,sai come sono fatta e....siamo molto simili.
    Ho capito di avere sbagliato quando non ti ho visto più far capolino da dietro il mio steccato,quando giorno dopo giorno,pomeriggio o sera,gettavo un occhiata oltre la vetrata,senza scorgere i tuoi occhi.Mai.


    Quegli stessi occhi così indescrivibilmente belli che, appunto, non posso rendere a parole per non sminuirne la grandezza e la magia.
    Quegli stessi occhi che mi leggono dentro come nessun altro ha mai fatto.
    Quegli stessi occhi che mi hanno fatto sorridere tante volte.
    Quegli stessi occhi che hanno riscaldato il mio cuore ed illuminato le mie giornate scacciando la solitudine.


    Ebbene....questi occhi tuoi sono anche gli stessi che mi hanno fatto tremare di paura in quella sera ormai lontana.
    Sì,paura.Totale paura.
    Terrore di scorgere in essi ciò che provo anch'io e che non dovrei provare,Michael.
    Purtroppo noi non possiamo amarci come vorremmo.
    Ho visto amore e desiderio dentro i tuoi occhi splendidi,ma quello sguardo ha trasformato un amico in qualcuno di pericoloso per entrambi,Michael.
    La situazione è molto complicata.


    Oh....Michael!Lo ammetto:soffro senza te,ma soffrirei di più continuando a viverti accanto.
    Dovevi sapere che i tuoi sentimenti sono ricambiati,ma deve bastare così.
    Deve bastarti ,michael...non farmi domande.
    Non cercarmi più se davvero mi ami.
    Ti faccio del male?Si lo so...e me ne faccio anch'io,ma ritenevo giusto tu lo sapessi.
    Io soffro più di te,devi credermi....amore mio.
    Si'...amore mio',hai letto bene.Ma quest'amore è cominciato così ed è già finito con due parole.
    La risposta ai tuoi 'perchè' è questa: perchè non possiamo amarci,perchè non puoi innamorarti di me,perchè è un errore,Michael.
    Fidati delle mie parole,non ti ho mai mentito,ma non chidermi altro.
    Ti dico solo di ricordarti di me sempre,se vuoi.
    Io non ti dimenticherò mai.
    MAI.


    26 Novembre 1983
    Alex..."




    Per metà,la lettera,era ormai inzuppata dalle mie lacrime.
    Il mio "perchè" era stato ripagato con un "E' un errore innamorarti di me...",ma subito mi sovvenne un altro "perchè?".
    A questo punto come avrei potuto rispettare la sua scelta?!
    Lei non poteva decidere arbitrariamente anche della mia vita.Non mi aveva concesso una replica alle sue parole e fu per questo che decisi di cercare un confronto faccia a faccia.
    Solo così allora mi sarei arreso,ma almeno lo avrei letto nei suoi occhi il motivo di quell'abbandono ancora ingiustificato.

    Ma quando la rincontrai quegli occhi imploravano solo aiuto e capii che eravamo ancora bisognosi l'uno dell'altra.
    Alex,come me,aveva il suo Unknown dentro l'anima che la stava pian piano logorando.
    Posso affermare che la mia vita finì nel momento in cui scoprii il volto di quell'assassino di anime e speranze.
    Vi dico solo che mi crollò il mondo addosso perchè era qualcosa che non potevo sconfiggere e nemmeno lei.
    Impotente e ancor di più innamorato.
    Cosa potevo fare?!
    Ve ne parlerò un'altra volta.....per oggi sono fin troppo addolorato a quel pensiero.


    ___________


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    <7>



    [All I ever wanted,
    all I ever needed
    is here in my arms...]



    La sera stessa di quel 26 novembre,mi sembra che sia stato subito dopo cena,uscii di casa e cominciai a camminare,all'apparenza senza una meta,ma sapevo perchè ero uscito e mi passavano per la mente le parole scritte da Alex.
    Il desiderio di accelerare il passo per correre da lei stava sempre più facendosi largo in me e così mi ritrovai ancora una volta a percorrere come in trance quelle poche centinaia di metri che distanziavano le nostre rispettive abitazioni.


    Ero solo.Nessuno,stranamente si accorgeva di me.Nessun passante....no.
    Dovevo risultare forse invisibile per quanta era l'ansia che mi avvolgeva.


    Finalmente giunsi a quella stradina ed in lontananza riuscii a distinguere nettamente quella staccionata a me tanto cara che sembrava ancor più bianca e brillante,quasi eterea,alla luce della luna, bianca e gigante sulla mia testa.
    Un'atmosfera surreale e tutt'intorno il silenzio più assoluto.
    Sentivo solo i miei passi incerti sul selciato.


    Il cuore mi si bloccò in petto quando scorsi una piccola lucina gialla,al di la della grande vetrata.
    Provai la solita stretta al cuore.A quel punto non seppi più cosa fare:Alex era stata chiara e non voleva che la cercassi ancora.Ebbi perciò timore di quella che poteva essere la sua reazione rivedendomi imperterrito ancora una volta davanti casa sua.


    Mi guardai intorno e quando verificai che non c'era proprio anima viva intorno a me,scavalcai in un baleno quella staccionata.
    Agii d'istinto.
    Non avevo mai fatto una cosa del genere e mi sentii come un ladro,ma dentro sapevo che cosa stavo facendo e perchè.
    Era la cosa più giusta,sì.


    Arrivai alla porta d'ingresso e suonai il campanello.
    Anche quel suono sembrava uscito da un vecchio film d'epoca.
    Ricordo che mentre attendevo risposta le gambe mi tremavano tutte.


    Sentii un piccolo scatto e la porta si dischiuse lentamente.
    C'era ancora la catenella chiusa.
    Vidi dei riccioli scuri apparire e scomparire in un lampo mentre udivo in sottofondo la flebile voce di Alex,nascosta li dietro,come se quell'ostacolo di legno fosse il suo scudo per difendersi da me.


    "Lo sapevo....oddio...lo sapevo..."


    "Alex,apri questa porta..."
    sussurrai decisamente implorante nel tono.


    Nessuna risposta.


    "Alex...ti prego..."


    Capii che stava cominciando a piangere perchè mi arrivò all'orecchio un singhiozzo leggero repentinamente soffocato da,penso,una mano o un braccio.


    A quel punto mi sentii dolorante anche nel fisico.Non potevo sopportare quando soffriva perchè anche quel suo malessere mi entrava nelle vene.Condividevamo tutto io e lei,silenziosamente.


    "Ti supplico Alex...apri questa porta...non lasciarmi qui tutto solo.
    Sono a pezzi...Sto malissimo.
    Ho bisogno di te come tu hai bisogno di me.Lo so.
    Non puoi far finta di nulla...Mi conosci anche tu."


    La porta si richiuse e sentii sganciare la catenella di ferro.
    Si riaprì e così finalmente mi ritrovai davanti quel viso che avevo incontrato solo nei miei ultimi sogni....quando mi mancava e dormivo per cercare di rivederla.Almeno lì.


    Quel visino triste che tanto amavo era bagnato completamente da quelle lacrime che mi straziavano ogni volta,vedendole su di lei.


    "Vieni qui...."


    Aprii le braccia e lei vi si tuffò in mezzo,come se invece,al contrario di quello che aveva espresso,non desiderasse altro.
    Aveva bisogno di me,come io di lei.
    Il suo pianto silenzioso e le sue parole erano attutite dalla pressione del suo viso contro il mio petto e così mi sembrava ancor di più che mi arrivassero al cuore,molto prima.
    Non mi sarei mai aspettato una reazione simile,ma come un burattino nelle mani della mia volontà mossi le braccia per legarla a me.
    In quell'istante fu come se si annullasse tutto:non ricordavo la lettera,nè quella sera al piano e le mie lacrime mentre me ne andavo via da lei.


    Ricordo solo la sensazione del contatto speciale delle mie mani immerse nei suoi capelli,quelle piccole e strette molle ricciolute e morbide che profumavano di brezza marina anche in inverno.


    "Non piangere amore mio..."


    Sì.La chiamai così e senza imbarazzo.
    In fin dei conti ,io ed Alex,non avevamo bisogno di tante parole o cerimonie.
    Parlavano i nostri cuori,in una voce senza voce e si esprimevano meglio di mille parole.


    Le sue braccia si avvinghiarono ancor di più ai miei fianchi stretti e rigidi di muscoli in tensione e nervosi.
    Sospirò profondamente,come se si sentisse liberata da un peso troppo grande.
    Ne gioii.
    Quanti contatti fisici c'erano stati fra noi?Pochi,e lo sapete.
    Ma in quel momento mi accorsi che anche se non ci sfioravamo quasi mai,per noi,tutto era sempre un abbraccio.


    Quando si provano queste sensazioni allora ti rendi conto che non c'è distanza materiale che può mai dividere due anime innamorate o che semplicemente si vogliono bene.
    Si è sempre uniti finchè lo desideri anche solo col pensiero.
    Io ed Alex non ci eravamo separati mai,allora...


    Gettai il capo all'indietro e vidi la luna farsi opaca di una nebbia argentea che quasi ci stava avvolgendo poco a poco,inglobandoci nella natura.
    Le presi la mano,staccandola piano ed accarezzandole un fianco.
    Intrecciai le mie dita fra le sue.


    "Passeggiamo un pò...esci di qui e vieni con me,Alex"


    Si fece guidare da me.
    Non mi ricordo quanto camminammo,immersi in un'atmosfera tra sogno e realtà.
    Mi bloccai e la feci voltare piano verso me.
    Così,l'uno di fronte all'altra leggevamo a malapena i nostri tratti scuri e argentati,nella notte.


    Con due dita le sollevai il mento e sentii vibrarla tra le mie mani.


    "Baciami Alex..."


    Mi avvicinai a lei e stavolta non fui respinto ne col corpo,nè con la mente.
    Ci baciammo dolcemente e così anche i nostri cuori.
    Non volevo sapere nient'altro.
    Mi bastò questo.


    ______
    E voi fatevi bastare questi due
    Per oggi STOP e....BUON SABATOOOO :ok:

     
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