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    COMMENTO DI GABRIELE ANTONUCCI
    FONTE

    10 anni di “This Is It”, film sul tour mai iniziato
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    Il 5 marzo 2009, davanti a una folla in delirio, Michael Jackson annunciò il suo tour d'addio This Is It', con dieci concerti all'arena O2 di Londra.

    “Vi amo così tanto”, esordì l’artista. “Questi saranno i miei ultimi show dal vivo a Londra. Questo è quanto. Eseguirò le canzoni che i miei fan vogliono ascoltare. Questa è l’ultima chiamata. Ci vediamo a luglio!”.

    La richiesta di biglietti fu così massiccia (con una media di 40.000 tagliandi venduti ogni ora) che la multinazionale AEG Live, organizzatrice del tour, aumentò unilateralmente i concerti da 10 a 50 senza il suo consenso.

    Jackson, pur furente per il comportamento scorretto dell'organizzazione, non si mise di traverso contro quella decisione perché aveva già piani ambiziosi per il futuro: avrebbe fatto uscire alcuni singoli durante la residency a Londra, per poi pubblicare, verso la fine del tour, il nuovo album, come rivelato successivamente dal suo ingegnere del suono Michael Prince.

    In realtà 'This Is It' non avrebbe segnato la fine della sua carriera live, ma solo una nuova ripartenza: nell’accordo con la AEG erano previste alcune date singole e altri due tour.

    Quei concerti, però, preparati con cura per mesi, non si tennero mai. Michael Jackson morì il 25 giugno 2009, data che ciascuno di noi ricorda distintamente, una sorta di spartiacque della cultura popolare.

    La causa della morte è stata “intossicazione acuta da Propofol” che ha compromesso il sistema respiratorio, addormentando Jackson per sempre.

    Il Re del Pop, nelle due settimane prima della tragedia, non era in forma: era debole, aveva perso molti chili e sentiva sempre freddo, tanto da provare le canzoni con addosso un bomber nero mentre i ballerini e i musicisti indossavano abiti estivi.

    Era evidente che non sarebbe stato in grado in grado di reggere fisicamente una tournée così impegnativa, con tante date ravvicinate.

    Le prime uscite postume, dopo la morte del cantante, sono state il film e la colonna sonora di 'This Is It', lungometraggio di Kenny Ortega sulle prove del tour, che in due sole settimane di programmazione ha incassato 261 milioni di dollari in tutto il mondo, rendendolo il documentario musicale con il maggior incasso di tutti i tempi fino all’uscita di 'Bohemian Rhapsody'.

    Un documento prezioso, perché ha mostrato quanto Jackson fosse padrone di ogni aspetto dello spettacolo, ancora dotato di una voce magnifica, anche se dimagrito di molti chili.

    'This Is It' ha avuto il merito di mostrare non solo la grandezza dell'artista, ma anche la sua umanità nell'interagire con i musicisti e con i ballerini.

    Il film lascia il rimpianto per quello che sarebbe stato uno spettacolo grandioso e indimenticabile, un ritorno in grande stile del Re del Pop.

    "Deve essere uno show che, uscendo di qui, la gente non riuscirà a toglierselo di dosso", confidò Jackson a Kenny Ortega. "Non devono riuscire a dormire. Devono restare a parlarne fino all'alba".

    Il docufilm 'This Is It', uscito il 28 ottobre del 2009, compie dieci anni e per l'occasione verrà messo in vendita dall’11 dicembre un box set ufficiale in edizione limitata (soltanto 1000 copie).

    Il cofanetto conterrà una ristampa dell'album 'This Is It' in blue vinyl, per un totale di quattro dischi traslucidi; un libro fotografico a colori con copertina rigida di dimensioni 12" x 12", contenente le immagini a tutta pagina del libretto originale dell'album più foto inedite dalle prove del "This Is It"; un raro Blue-Ray promozionale del film in 3D con qualità migliorata, mai rilasciato in questa versione prima d'ora; un biglietto originale per il concerto del "This Is It" del 24 Luglio 2009, montato su un apposito supporto in acrilico.

    Il tutto all'interno di un box numerato, con un pannello luminoso a LED fonoassorbente, per la modica cifra(si fa per dire) di € 540.

    Una pubblicazione che ha lasciato perplessi molti fan, sia per il costo esorbitante del cofanetto che per la celebrazione di un evento in qualche modo macabro, perché ripercorre gli ultimi giorni di vita di un artista morto improvvisamente (e tragicamente) prima di portare a termine il suo ultimo tour.

    Ci auguriamo che la Sony abbia previsto anche delle edizioni celebrative per i 25 anni di 'HiStory nel 2020 o per i 30 anni di 'Dangerous' nel 2021, magari con qualcuno dei tanti inediti che giacciono negli archivi del cantante.
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    Box set in edizione limitata per il 10° anniversario di

    'This is it'



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    Sony Music e l’Estate di Michael Jackson hanno annunciato la pubblicazione di un box set in edizione speciale e numerata per i dieci anni dall’uscita di "This is it", pellicola che presenta le prove e la preparazione di Michael Jackson per il tour che sarebbe dovuto partire il 13 luglio 2009 - annullato a causa della scomparsa del Re del pop avvenuta il 25 giugno 2009.

    Il nuovo cofanetto del film-documentario diretto da Kenny Ortega - contenuto in una scatola personalizzata con il fronte impreziosito da un pannello luminoso a LED fonoassorbente - è disponibile al pre ordine sullo store ufficiale (che riporta come possibile data di consegnata il prossimo 12 dicembre) in tiratura limitata di 1000 copie e include:
    - un biglietto lenticolare autentico del concerto 'This Is it at O2 Arena' del 24 luglio 2009
    - un libro da tavolo con copertina rigida composto da 60 pagine con fotografie in alta qualità a pagina intera (molte inedite)
    - il 4LP stampato in vinile blu traslucido
    - e il Blu-Ray del film "This is it" di Michael Jackson in versione 3D.
    Prezzo: € 539.99
    FONTE

    Ecco il video che presenta il box set di “This is it”:

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    Le grandi prove contro Michael erano delle videocassette contenente.....



    (durante la perquisizione a Neverland) Gli ufficiali incaricati avevano requisito libri, riviste, foto, nastri e tutto ciò che pensavano potesse essere 'interessante', comprese le pillole per la pressione di Katherine.

    Hanno anche trovato una videocassetta intitolata 'Chicks **', che prometteva di diventare una prova preziosa, dal momento che la parola 'Chicks' è talvolta usata dai pedofili per riferirsi ai giovani ragazzi.
    Quando la polizia è tornata alla stazione, la prima cosa che hanno fatto è stato guardare quel nastro. E con loro grande frustrazione, quello che hanno visto è stato un video sui ....

    POLLI !!!!!!!

    Un altro dei nastri che hanno trovato sospetto aveva un'etichetta che diceva:
    PICCOLO MA PICCANTE
    Così la polizia ha pensato: 'Ecco un'altra prova della colpevolezza di Jackson'.
    Dopo la cantonata per il nastro di prima, hanno guardato questo e...
    oh sorpresa!
    le immagini riguardavano...
    i BABY GORILLA!


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    FONTE
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    Una delle statue promozionali di “HIStory” è stata messa in vendita tramite Facebook



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    La statua in questione ha sede in Austria su una proprietà privata che è stata venduta e sarà trasformata in appartamenti.

    Il proprietario, Franz Josef Zika, ha deciso di vendere il simbolo iconico di 10 metri, utilizzato per la promozione londinese dell'album "HIStory," via Facebook con un'offerta minima di € 30.000.

    La statua è attualmente collocata al centro di una piazza utilizzata per eventi privati, feste e club "The Baby’O Judenau".
    Franz Zika la acquistò nel 1998 mediante un'asta telefonica live della stazione radio Ö3. I proventi dell'asta furono poi donati alla Croce Rossa Austriaca.

    Source: MJVIBE /// Facebook

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    AGGIORNAMENTO

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    Causa rinviata a Dicembre 2019

    Il tribunale di Orleans, che avrebbe dovuto prendere una decisione sulla causa tra 3 fan club di Michael Jackson e i protagonisti di "Leaving Neverland", è stato rinviato al 5 dicembre.

    Tre Fan Club in Francia: MJ Community, MJ Street e On The Line hanno presentato una denuncia contro James Safechuck e Wade Robson in merito alle loro affermazioni nel cosiddetto documentario "Leaving Neverland".

    In Francia, puoi andare alla polizia e sporgere denuncia nei confronti degli altri se ritieni di essere stato vittima di un crimine o di un pregiudizio.

    Spetterà al sistema giudiziario francese verificare se la denuncia è giustificata e può andare in tribunale.

    I 3 fan club hanno presentato la denuncia contro i 2 "attori" del film e presto ulteriori informazioni su questa denuncia saranno svelate da questi fan club.

    Perché è stato rinviato? Il motivo è che Wade Robson non è stato ancora informato. Il tribunale ha dichiarato che vorrebbero sentire tutte le parti prima di prendere una decisione.

    Una dozzina di fan sono venuti all'udienza e dovranno tornare il 5 dicembre ... se il tribunale riesce a trovare Wade Robson negli Stati Uniti.

    Source: MJVibe
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    Colin Chilvers, che ha diretto il cortometraggio di "Smooth Criminal",
    è infastidito dal documentario HBO



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    Un uomo di Niagara che ha lavorato a stretto contatto con Michael Jackson per due anni scuote la testa con disgusto per le ultime accuse mosse contro l'icona del pop nella recente serie di documentari della HBO Leaving Neverland.

    Colin Chilvers, vincitore di un premio Oscar nel 1979 per il suo lavoro di effetti speciali nel primo film di 'Superman', ha anche diretto il cortometraggio di 42 minuti e il video musicale per 'Smooth Criminal', parte del film "Moonwalker" di Jackson del 1988.

    [ Il suo lavoro con Jackson gli è valso anche un Brit Award nel 1989 per il miglior video musicale ]

    In un'intervista a casa sua nella zona di Crystal Beach di Fort Erie, il 73enne che ha anche lavorato al Rocky Horror Picture Show, gli altri due film di Superman, X-Men e innumerevoli altri film, spettacoli televisivi e spot pubblicitari, trova strano che i due accusatori su cui è incentrata la serie in due parti abbiano aspettato cosi tanti anni per farsi avanti con tali esplicite affermazioni.

    Chilvers trova strano che Robson, all'età di 35 anni nel documentario, abbia rilasciato una versione completamente opposta davanti ad una giuria della California rispetto a quella che dichiara nel recente special della HBO. "Perchè avrebbe improvvisamente cambiato la sua testimonianza?" lui ha chiesto.

    Chilvers ha affermato di non aver mai visto Jackson comportarsi in modo sospetto quando ha lavorato con lui dal 1986 al 1988 a Los Angeles.

    C'erano tre bambini sul set durante la produzione del cortometraggio e del video musicale su cui ha lavorato - uno di loro era Sean Lennon, figlio di John Lennon e Yoko Ono.

    Lennon era stato incluso nel video dopo che sua madre contattò Jackson in quanto amico di famiglia, il che portò Chilvers a volare da Los Angeles a New York per incontrarli.

    Un'altra bambina venne assunta per entrare nella produzione attraverso un regolare provino, ha detto Chilvers.

    Il terzo bambino, un ragazzino, fu introdotto dopo che Jackson lo aveva notato al cancello dello studio cinematografico di Hollywood, dove la parte del film era stata girata, mentre imitava i passi di danza di Jackson e l'abbigliamento di scena.

    "Lui era cosi bravo ad impersonare Michael, che lo inserimmo nel video", ha detto Chilvers.

    Lui ha affermato di non aver mai assistito a nulla che lo inducesse a credere che Jackson scelse personalmente il ragazzino per via di un'attrazione sessuale, cosa che Robson, così come il secondo accusatore James Safechuck, affermano nel documentario sia accaduto durante la loro esperienza con il Re del Pop.

    "Non c'era nessun altro secondo fine", ha detto Chilvers.

    Per gran parte della sua carriera, Jackson era noto per essere amico di molti ragazzini, ma questo non significa che lui avesse altre intenzioni, ha detto Chilvers, basandosi su quello che sa del deceduto intrattenitore.

    "Non ho nessun motivo di pensare che stesse mai accadendo qualcosa", lui ha aggiunto.

    Il regista ha affermato che Jackson "amava l'innocenza della giovane età" per via del fatto che lui non aveva mai avuto un'infanzia normale, e che ha affrontato accuse nella sua carriera a causa del suo potere di star.

    "Le persone nella sua posizione sono molto esposte a questo tipo di accuse, soprattutto Michael, perchè era un bambinone", ha affermato Chilvers.

    "Lui si sentiva a suo agio con i bambini perchè sentiva che loro non cercavano di ricavarne qualcosa o di usarlo per un motivo o per l'altro", ha aggiunto Chilvers.

    "A Michael piaceva il fatto che avevo già fatto tante cose per i bambini", ha detto Chilvers, che ha anche diretto dozzine di spot televisivi per diversi giocattoli Barbie, Jordache, Micro Machines e molto altro.

    Lui ha conosciuto Jackson prima che si trasferisse nel suo Neverland Ranch, ma è stato invitato tante volte a cena a casa sua nella zona di Hayvenhurst dove lui viveva con sua madre, secondo Chilvers.

    Spesso sono andati insieme in un famoso negozio di libri d'arte nella zona di Los Angeles. Chilvers ha detto che lui si occupò di telefonare al negozio anzitempo per informarli che Jackson sarebbe arrivato per fare shopping sfrenato, per consentire al negozio di chiudere in modo che loro potessero curiosare tra gli scaffali in privato dal momento che era "impossibile fare qualcosa in pubblico" durante il culmine della fama di Jackson.

    Lui anche conosciuto "Bubbles", lo scimpanzé domestico di Jackson.

    Chilvers ricorda di aver guardato Robocop per la prima volta nella residenza di famiglia in un teatro di 30 posti all'interno della proprietà.

    Jackson era "un perfezionista, cosi come un genio creativo", ha detto Chilvers nella sua recente intervista.

    "È stato un privilegio e un onore lavorare con una persona cosi", ha inoltre detto, osservando che il video necessitò di 18 settimane di riprese prima che fosse montato in un prodotto finito.

    Il rapporto con la megastar si concluse poco dopo che il loro rapporto professionale giunse al termine. Si sono parlati e si sono visti almeno due volte a settimana durante i due anni in cui hanno lavorato insieme, ha detto Chilvers.

    "Se avesse cercato di tenersi in contatto con tutte le persone che incontrava, non avrebbe avuto tempo per niente altro", ha dichiarato.

    Chilvers ha spiegato che non guardare la serie è una scelta che ha fatto, e che non ha alcuna intenzione di guardarla.

    "Mi irriterebbe. Ho di meglio da fare che guardare qualcosa che non credo sia veritiero"; ha detto.


    Traduzione: MJ Thief of Hearts.



    Niagara man who worked with Michael Jackson disturbed by recent HBO series



    A Niagara man who worked closely with Michael Jackson for two years is shaking his head in disgust at the latest allegations made against the pop icon in HBO's recent documentary series Leaving Neverland.

    Colin Chilvers, an Academy Award winner in 1979 for his special effects work on the first Superman movie, also directed the 42-minute short film and music video for Smooth Criminal, part of Jackson's 1988 motion picture Moonwalker.

    In an interview at his home in the Crystal Beach area of Fort Erie, the 73-year-old who also worked on Rocky Horror Picture Show, the two other Superman films, X-Men, and countless other movies, TV shows, and commercials, finds it odd that the two accusers the two-part series focuses on waited so many years to come forward with such graphic claims.

    Leaving Neverland is a documentary directed by British filmmaker Dan Reed, focusing on two men, Wade Robson and James Safechuck, both of whom became acquainted with Jackson in their childhood years.

    They allege in the series that they were sexually abused by Jackson at his Neverland ranch and in hotel rooms for several years.

    Robson testified in court in support of Jackson in 2005 when sexual molestation charges were laid against the singer, of which he was acquitted.

    Jackson died in June 2009.

    Chilvers finds it strange that Robson, aged 35 in the documentary, gave a completely opposite story in front of a California jury than what he claims in the recent HBO special. "Why would he suddenly change his testimony?" he asked.

    Chilvers said he never saw Jackson behave suspiciously when he worked with him from 1986 to 1988 in Los Angeles.

    There were three children on set during production of the short film and music video he worked on — one of them Sean Lennon, the son of John Lennon and Yoko Ono.

    Lennon was included in the video after his mother reached out to Jackson as a family friend, which led to Chilvers flying from Los Angeles to New York City to meet with them.

    Another young girl was hired to be in the production through a standard casting session, said Chilvers.

    The third child, a young boy, was brought in after Jackson noticed him at the gate of the Hollywood film studio where the portion of the movie was being shot, mimicking Jackson's dance moves and stage attire.

    "He was so good at impersonating Michael, we put him in the video," said Chilvers.

    He said he never witnessed anything that would lead him to believe Jackson hand-picked the young boy due to a sexual attraction, which Robson, as well as the second accuser James Safechuck, claim in the documentary happened during their experiences with the King of Pop.

    "There was no ulterior motive," said Chilvers.

    Through much of Jackson's career, he was known to be close with many young boys, but this doesn't mean he had other intentions, said Chilvers, based on what he knows of the deceased entertainer.

    "I don't have any occasion to think there was ever anything going on," he added.

    The director said Jackson "loved the innocence of youth" as a result of him never having much of a normal childhood, and that he faced allegations in his career because of his star power.

    "People in his position are very susceptible to that kind of allegation, especially Michael, because he was a big kid," said Chilvers.

    "He felt comfortable around kids because he didn't feel like they were trying to make something out of it, or use him for some reason or another," added Chilvers.

    The Fort Erie resident, who moved to the area in the early 1980s from England, was hired for his role in the Moonwalker movie after being introduced to Jackson by Kevin Pike, a friend of Chilvers' who was the special effects coordinator on Back to the Future.

    He got the job after their first meeting, and Chilvers said Jackson stood by him even after some of his people advised the singer to consider bringing in a bigger name in show business.

    "Michael liked that I'd done a lot of kids' stuff," said Chilvers, who also directed dozens of TV commercials for several Barbie toys, Jordache, Micro Machines, and much more.

    He knew Jackson before he moved into his Neverland Ranch, but was invited many times for dinner at his home in the Hayvenhurst area where he lived with his mother, according to Chilvers.

    They often made trips together to a popular art book store in the Los Angeles area. Chilvers said he took care of phoning the business ahead of time to let them know Jackson would be coming by for a shopping spree, allowing the store to close so they could browse the shelves in privacy since it was "impossible to do anything in public" during the height of Jackson's fame.

    He also became acquainted with 'Bubbles,' Jackson's pet chimpanzee.

    Chilvers recalls watching Robocop for the first time at the family home in a 30-seat theatre on the property, as well as introducing Jackson to the film 'The Third Man,' which was a large inspiration for the cinematography in the Smooth Criminal short.

    Jackson was "a perfectionist, as well as a creative genius," Chilvers said in his recent interview.

    "It was a privilege and an honour to work with somebody like that," he also said, noting that the video took 18 weeks of shooting before it was edited into a finished product.

    Communication with the megastar ended shortly after their professional relationship came to a close. They spoke with or saw one another at least twice a week during the two years they worked together, said Chilvers.

    "If he tried to keep in contact with all the people he met, he would have no time for anything else," he said.

    Chilvers explained that not watching the series is a choice he has made, and that he has no plans to check it out.

    "It would annoy me. I've got better things to do than watch something I don't think is truthful," he said.

    Chilvers has also co-authored a soon-to-be-released book called Believing a Man Can Fly, about his career in show business.

    His work with Jackson also earned him a Brit Award in 1989 for best music video.

    SOURCE: St. Catharines Standard

    Edited by ArcoIris - 22/9/2019, 21:12
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    Michael Jackson - Rock With You (Because We Care Gala 1980)



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    Michael Jackson e Freddie Mercury:

    The King and the Queen



    di Alessandra Gianoglio
    Articolo del 06/03/2019

    Sono due fra gli artisti che più hanno influenzato la scena musicale moderna, dagli anni Settanta ad oggi. Due persone diverse, agli opposti forse, frontman come non se ne vedranno più, per molto tempo. Quest’anno i Queen sono stati riscoperti dal grande pubblico grazie al film Bohemian Rhapsody, che ha vinto 4 Oscar, che vi consiglio di vedere, come anche la dirompente esibizione dei Queen + Adam Lambert che ha fatto tremare le sedie degli Academy Awards.

    Quest’anno, il 25 Giugno 2019, ricorre il decimo anno della morte di Michael Jackson, anche lui avrebbe voluto cimentarsi in un film, era un suo sogno, ma non ha fatto in tempo, (oltre ad un breve cameo in 'Man in Black II'I e il musical 'The Wiz'), ucciso prematuramente dai tabloid, dal pregiudizio, dal razzismo, dalla sete di denaro.
    Molti penseranno che ci sia così poco in comune fra loro e credo che non sia vero, ed è questo che voglio fare, provare a capire quale sia quello straordinario filo che li accomuna e li allontana.

    Partendo dai loro nomi, non a caso la regalità di entrambi: The King of Pop, il Re del Pop, un soprannome che è entrato nell’immaginario fino a diventare una consuetudine, e Queen, la Regina, il nome che lo stesso Mercury aveva dato a quel gruppo di cui era da poco entrato a far parte; un titolo importante, pomposo, quasi barocco, un po’ decadente, ma così “immediato e universale”, come ha dichiarato più volte. Un gioco di parole tra regina e puttana, ma capace di rappresentare bene la personalità che lo contraddistingueva.

    Sempre Mercury, (all’anagrafe Farrokh Bulsara, nome che poi lui stesso ha cambiato, mercurio era il mitico messaggero degli dei romani), grazie alla sua grande passione per l’arte in generale, ha creato il famosissimo logo dei Queen, con uno studio intorno ai segni zodiacali dei quattro componenti del gruppo.
    Di preciso, i leoni rappresentano Roger Taylor e John Deacon, il granchio Brian May (cancro) e le due fate bianche Freddie Mercury che era della vergine. (nato il 5 Settembre 1946).

    Anche Michael Jackson era della Vergine, nato il 29 Agosto 1958, e anche lui aveva un’innata passione per l’arte, come si può notare dalla complicata copertina di uno dei suoi album più famosi, Dangerous: Michael si avvalse della collaborazione dell’artista Mark Ryden e ancora oggi quella cover è considerata una delle più misteriose della storia della discografia.
    Jackson, inoltre, possedeva anche un buon talento come disegnatore e alcuni suoi disegni si possono vedere nel libro 'Danzando il Sogno' (1992), unico testo mai scritto interamente da Michael Jackson, successivo alla sua autobiografia 'Moonwalk'.

    'Regina', che ha dato il nome al primo album dei quattro inglesi, "Queen", (1973), al secondo album, "Queen II" (1974), dove in alcune canzoni ricorre ancora la parola Queen: 'White Queen (as it began)' scritta da il chitarrista Brian May, e 'The March of the Black Queen', scritta da Freddie.
    Ancora nell’album “Sheer Heart Attack” (1974), con il brano: 'Killer Queen'.

    Il successo della band aumenta fino ad arrivare a quella che è stata la prima canzone che ha dato ai Queen la loro connotazione operistica: 'Bohemian Rhapsody' (1975). Scritta da Freddie Mercury, non è stata apprezzata dalla critica ma ha raccolto il cuore di milioni di fan, scalando vertiginosamente le classifiche di tutto il mondo, rimanendo prima in classifica per nove settimane.

    Queen-Bohemian-Rhapsody

    Che dire di questa canzone, se non restare ad ammirarla in tutto il suo splendore. Un mix di rock, opera, cori raffinatissimi e lo spettacolare suono della chitarra di Brian May. Quel riff spiazzante e indimenticabile, che piano piano svanisce fino a diventare il suono di un pianoforte, è ancora in grado di far rizzare i peli delle braccia anche se sono passati quarantaquattro anni.
    La canzone tocca tutti i temi bohemien: verità, amore, libertà, bellezza e morte.

    L’amore, quel sentimento che non gli darà mai pace, che Freddie Mercury inseguirà per tutta la vita, che sarà presente in molte delle sue canzoni.
    L’amore che dura poco, intenso, che fa soffrire, indispensabile ma allo stesso tempo così sfuggevole.
    Tutte le canzoni d’amore di Freddie hanno un percettibilissimo fondo di tristezza: da una parte la voglia di vivere a pieno la vita (la sua vita, costellata di estremi ma anche di atteggiamenti sorprendentemente semplici) dall’altra, la continua rincorsa al vero amore. Quello che ha provato solo, forse, per Mary Austin, amica, confidente, amante, sorella, alla quale dedica un altro capolavoro: 'Love of my Life' (1975), una fra le più belle ballate pop che siano mai state scritte.

    Anche 'Somebody to love' (1976), meno drammatica ma favolosa per i suoi complessi cori multi-tono. Quella di Mercury è una pretesa, un urlo, una richiesta senza mezzi termini: “qualcuno mi trovi qualcuno da amare!”
    E ancora 'One year of love', tratta dall’album 'A Kind of Magic' (1986), che fa parte della colonna sonora del film “Highlander”: un brano semplice, orecchiabile e pop, ma la voce di Freddie che pare soffrire insieme al testo, lo rende straordinario.
    Dallo stesso album, 'Who wants to live forever' (scritta da May), di cui tutti ricorderanno il favoloso duetto fra Mercury e May, il magnifico videoclip e la struggente frase finale: “Who dares to love forever?...When love must die”

    Sempre scritta dal chitarrista, 'Too much love will kill you', pubblicata postuma nel 1995, nell’album “Made in Heaven”: il troppo amore uccide, tutte le volte, sembra essere il mood della canzone.


    “The King of pop, rock and soul”, come lo ha soprannominato nel 1995 l’attrice e amica Elizabeth Taylor in occasione dell’uscita di History, il cd doppio più venduto nella storia della discografia, parla spesso di amore nelle sue canzoni, nei suoi videoclip.
    Ma a differenza di Freddie, non ha la sua stessa frustrazione. Non si sente la medesima tristezza, la disperazione della regina Mercury.

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    Qualcosa di simile lo si trova in 'Who is it' (1991), dove si percepisce un Michael sofferente, che esprime, attraverso i ritmi profondi della canzone, uno strazio interiore notevole: la perdita della persona amata, che sembra soffrire allo stesso modo, pur non essendo, almeno apparentemente, la parte lesa. E la drammatica voce di Michael, che, accarezzando le note, fa pensare che davvero questo amore finito lo possa condurre alla pazzia. “And she promised me in secret, That she'd love me for all time, It's a promise so untrue... Tell me what will I do?”

    Anche 'She out of my life' (1979): Michael sentiva talmente suo quel testo che, in studio, alla fine della registrazione, è scoppiato a piangere, come si può percepire nella parte finale del pezzo.

    L’amore che esprime the King, appare, in molte altre canzoni, come un gioco rischioso ed eccitante, a tratti pericoloso. Come dimenticare la femme fatale di 'Dangerous', una brano dove i sentimenti, la sensualità e gli impulsi fisici sono portati allo spasmo dal cantato caldo e dal testo hot della canzone che nel booklet è modellato sul corpo di una donna.
    “And then it happened She touched me... And her mouth was Smoother than oil But her inner spirit and words Were as sharp as A two-edged sword. But I loved it 'Cause it's dangerous”

    Ancora provocazione in 'Blood on the dance floor' (1997), un video insolito, a cui Michael non aveva mai abituato i suoi fan: un sensuale passo a due, dove lui e la compagna sono vestiti di rosso, per esprimere passione e desiderio ma allo stesso tempo sangue, minaccia, incertezza.

    'Give in to me' (1991), in cui le richieste d’amore diventano pretese, inasprite da un certo testo maschilista (non cercare di capirmi, fai quello che ti dico, soddisfa il mio desiderio) che portano la tensione della canzone a livelli altissimi. A dare il colpo finale è la chitarra di Slash che sconfina in toni decisamente più noir.
    “Don't try to tell me Because your words Just aren't enough, Love is a feeling, Quench my desire, Give it when I want it, Takin' me higher”

    'In the closet', (1991) il suo ritmo caldo che ricorda quasi un tango, il testo esplicito, un amore proibito da consumare in segreto. E l’indimenticabile video con una Naomi Campbell giovanissima e nel fiore della sua bellezza.

    E dall’altra parte l’amore tremendamente romantico che The King ci ha regalato in alcuni indimenticabili pezzi, come 'The lady in my life' (1981), 'I just can’t stop lovin you' (1987), 'The way you make me feel' (1987) e 'Speechless' (2001).


    Le esibizioni dal vivo della Regina si sono concluse il 9 agosto 1986, al Knebworth Park nei pressi di Stevenage in Inghilterra, era l’ultima tappa del Magic Tour.

    Freddie Mercury è stato un frontman d’eccezione, uno spettacolare show man, che concludeva i suoi concerti con tanto di corona, scettro e lungo mantello di velluto rosso. Ma osava indossare anche tutine aderentissime e scarpette da danza bianche nel mezzo di un concerto rock. Non importa come, lui esprimeva eccezionalità con ogni suo movimento.

    Dallo spostarsi veloce da una parte all’altra del palco, all’usare il microfono a mezz’asta come una chitarra elettrica, al sedersi e suonare il pianoforte come se fosse stato il continuo del suo corpo. La sua passione si poteva toccare, vedere e sentire, trasudava copiosa da quella fisicità così forte.


    The King of Pop, l’instancabile perfezionista, l’innovatore, “The dancer”, colui che con la sua danza ha sfidato anche le leggi della gravità. La meticolosa perfezione di ogni sua esibizione dal vivo, la grandiosità dei suoi show, (ha fatto arrivare sul palco dell’History Tour, 1996, un carro armato!
    E il suo 'Dangerous Tour', 1992, rappresentò il più grande e spettacolare live show mai pensato e messo in atto fino a quel momento) lo coronano come il più grande show man di tutti i tempi. Un’animale da palcoscenico, stare al cospetto di Michael Jackson durante un concerto, era come poter assistere a un qualcosa di magico, di quasi non terreno.

    I tour di questi due immensi artisti raccoglievano numeri spropositati di gente, come quello del 'Magic Tour', il 6 agosto del 1986 a Stevenage, UK, a cui parteciparono 240.000 persone o quello al Letna Park di Praga, nel luglio del 1996, dove arrivarono per vedere Michael Jackson oltre 254.000 spettatori.



    Oggi non è facile poter vedere esibizioni come quelle a cui ci avevano abituato da the King and the Queen, artisti capaci di muovere masse di fan isterici, di creare stili di vita, di pensiero, di fare battere il cuore, di cancellare le barriere di razza, sesso, religione.

    Quello che, in generale, si sente oggi, manca di un elemento fondamentale che invece ha contraddistinto questi due grandi artisti: l’amore. La passione che fa vibrare la voce, il corpo, il cuore dei fan.


    Oggi il mondo ha un bisogno tremendo di provare amore, ma quello vero, non sofisticato per esigenze di copione, quello che è capace di cancellare qualsiasi barriera. E quando un artista riesce a togliere di mezzo l’ego ed essere squisitamente se stesso, attraverso la musica, in qualche modo trova la via dell’immortalità.

    Questa è una delle motivazioni per cui i fan del Re e della Regina sono ancora oggi un popolo di autentici affezionati. Il biopic Bohemian Rapsody ha rappresentato un risveglio di massa sul pubblico come anche l’impennata di vendite degli album di Michael dopo la sua morte. Stime parlano che il Re del Pop abbia superato il miliardo di copie, una cifra indicibile, impensabile per qualsiasi altro artista vivente o non.

    Nel 1980 the King and the Queen erano impegnati su due canzoni che sarebbero diventate leggende: 'Another one bites the dust' e 'Billie Jean'. Provate ad ascoltarle, prima una e poi l’altra. Un giro di basso molto simile, la stessa chitarra, Michael potrebbe eseguire la famosa coreografia di 'Billie Jean' sulle note di 'Another one bites the dust'.

    Fonti dicono che Freddie fosse tremendamente insicuro a fare uscire sul mercato la canzone come singolo: era un qualcosa di piuttosto nuovo, che si discostava dai suoni classici dei Queen. Allora si confrontò con Jackson, che, ascoltata la canzone, gli disse che doveva pubblicarla, che il singolo sarebbe stato un grande successo.
    Michael e Freddie non si può dire che fossero amici, ma si rispettavano molto, artisticamente parlando.
    Sempre in quel periodo hanno inciso un paio di canzoni insieme. Si tratta di 'There must be more in life than this', cantata in duetto, e suonata al pianoforte da Mercury. Esiste anche un demo in cui la canzone è interamente cantata da Michael; e 'State of shock', inizialmente era stata registrata con Freddie Mercury ma poi pubblicata nel 1984 in duetto con Mick Jagger, nell’album "Victory" dei Jacksons.

    Due artisti che hanno sempre utilizzato un approccio positivo nei confronti della vita, ma di certo, con la loro musica, hanno espresso una differente spensieratezza. Se non nell’ultimo periodo della loro carriera, non si trovano brani cosiddetti impegnati nella discografia dei Queen: come Mercury ha dichiarato più volte lui preferiva scrivere canzoni immediate, brani da “vivere” al momento per tutto ciò che potevano dare, per fare divertire e provare emozioni. 'We will rock you', si può considerare il sunto della sua filosofia.

    Con la crescita sia personale che professionale, possiamo trovare 'The miracle', 'Innuendo' e soprattutto l’album "Barcellona" (1988) dove molte canzoni offrono anche un messaggio da comprendere oltre al divertimento puro e al piacere di una ottima musica.

    Al contrario, Michael Jackson, ha sempre voluto esprimere punti di vista molto forti nelle sue canzoni, che molto spesso sono diventate dei veri e propri inni di pace, fratellanza e amore. 'Man in the mirror', 'Heal the world', 'We are the world', 'What more can I give', solo per citarne alcune.

    La più che attuale 'Earth Song' (1995), che dovrebbe essere la colonna sonora dei problemi climatici di questi tempi, tutti dovrebbero vedere quel video e ascoltare la voce di Jackson, che esprime l’urlo disperato di una Madre Terra che sta morendo.

    Un brano poco conosciuto al grande pubblico, ma terribile e spiazzante, è 'Morphine' (1997). È una delle canzoni più oneste e adulte della creatività di Michael e della sua esperienza con la dipendenza da farmaci. E’ pregna di sentimenti come la vergogna, disgusto di sé, il senso di colpa, le bugie.


    Michael Jackson e Freddie Mercury erano accomunati dallo stesso disprezzo per i paparazzi e i tabloid in generale. Guarda caso, entrambi sono stati affossati e criticati più volte dalla stampa. Per molti anni le testate giornalistiche inglesi ha perseguitato i Queen, screditando la loro professionalità e la loro musica.
    Quello che i tabloid hanno fatto e continuano a fare oggi, post mortem, a Michael Jackson è risaputo, con lui sono sempre andati oltre il gossip, arrivando ad inventarsi le notizie, e continuare a screditarlo solo per vendere copie, senza nessuna evidenza o prova tangibile.

    Il suo urlo è rimasto inascoltato per troppo tempo, anche, come ha dichiarato Madonna dopo la sua morte, dai colleghi musicisti. “Lo abbiamo abbandonato”, ha detto.

    Dal canto suo, in ogni album, a partire dagli anni ottanta, non c’è stata canzone in cui Michael Jackson non abbia chiesto alla stampa, ai paparazzi, di lasciarlo in pace.
    'Leave me alone', 'Why you wanna trip on me', 'Scream', 'Money', 'Is it scary', 'Privacy' in cui il King urla la sua rabbia. Anche il cortometraggio “Ghosts” presentato al Festival di Cannes nel 1997, dove dice la sua anche a proposito del razzismo: in una bella e normale comunità bianca, abitata da “persone normali” che rifiutano il diverso, arriva lui, Michael, considerato il freaky boy, il mostro.

    Ma sarà veramente così? O sono solo i fantasmi di un retaggio culturale che agiscono meccanicamente sui nostri comportamenti? Il sindaco di “Normal Valley”, sempre interpretato da Michael con un trucco di scena stupefacente, è un chiaro riferimento a Thomas W. Sneddon, il procuratore distrettuale di Santa Barbara che lo ha perseguitato per sei anni, prima, durante, e dopo il processo, alla ricerca di prove sulla presunta pedofilia che non sono mai state trovate. Da nessuna parte.

    Freddie Mercury sopportava le interviste se duravano meno di dieci minuti, dopodiché liquidava i giornalisti. Le interviste concesse da Jackson si possono contare sulla punta delle dita, ma ciò non ha impedito ai paparazzi di riuscire nel loro subdolo intento: propinare la loro immondizia per anni.

    Nel 1992 Michael ha sopportato uno dei periodi più strazianti della sua vita: le accuse di molestia su minore.
    Il “Dangerous Tour” è stato interrotto. Quando è venuto a conoscenza delle accuse dei Chandler (che poi, anni dopo, hanno ritrattato, scusandosi) si trovava in Russia, e ha composto la canzone 'Stranger in Moscow', pubblicata anni dopo sull’album "History".
    “Poi il ragazzo ha fatto il mio nome”, recita una strofa e si percepisce tutta la desolazione e il gelo che deve avere provato il cantante, che tra mille difficoltà fisiche e psicologiche, vedendosi voltare le spalle anche dagli amici più cari, con la stampa di tutto il mondo contro, ha avuto la forza di reagire, ritornando solo pochi anni dopo con un doppio album strepitoso, "History", rifacendosi una vita, una famiglia, diventando padre di due bambini.

    Ci hanno provato di nuovo nel 2005, e Michael Jackson ha affrontato un processo atroce, un circo mediatico senza ritegno e senza precedenti, dato colpevole senza beneficio del dubbio, sbattuto sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo e additato come mostro, ma uscendo completamente innocente da tutti i quattordici capi d’accusa, nel silenzio generale della stampa, che non ha avuto la cortesia di ritrattare nemmeno davanti alla verità.

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    Credo che questi due artisti meritino invece, in primis, grande rispetto e onore. Perché hanno saputo donare al pubblico una goccia d’immortalità. Onore al Re e alla Regina, onore alla loro arte, alla loro forza, al loro amore.
    Alla loro musica immortale.

    Onore al Re e alla Regina!


    FONTE: Extra! Music Magazine - ©2002 - 2019 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati

    Edited by Valerie77 - 3/9/2019, 22:17
  10. .

    Miko Brando: "Le dichiarazioni di mio padre sono state distorte"



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    Il giorno dopo della nascita di Michael (che coincidenza!) , i media hanno iniziato a riferire di un podcast tristemente chiamato “Telephone Stories: The Trials of Michael Jackson”, che sostiene di avere una registrazione di Marlon Brando nella quale dice di essere convinto della colpevolezza di Michael ...

    Tuttavia, oggi, Miko, figlio di Marlon Brando e amico di Michael Jackson per quasi 3 decenni, ha preso le difese di Michael e suo padre.

    Miko ha scritto una lettera al LA Times, che per primo ha pubblicato la storia, per esprimere il suo disappunto:
    “Sono stato amico di Michael Jackson per oltre 27 anni e mio padre lo adorava. Non apprezzo che le parole di mio padre siano state distorte per far intendere che Michael abbia fatto del male a qualcuno"

    "Questa e' solo una trovata pubblicitaria a buon mercato per promuovere il loro podcast a pagamento.

    Mio padre non sarebbe mai stato amico di Michael se avesse pensato che fosse capace di fare del male ai bambini, e non avrebbe mai insinuato nulla di negativo su Michael.
    Per favore, correggete la vostra storia".

    SOURCE

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    Riporto l'articolo per dovere di cronaca .... ma più che altro per vedere in quanti ("imparzialissimi" mezzi di comunicazione) dedicheranno un minimo di attenzione alle parole di Miko Brando... ma so già la risposta: neanche un colpo di tastiera!! le presunte dichiarazioni di Marlon Brando sono più appetibili e guadagnano click a gogò!!
    Toh... anche Marlon Brando è morto!😱 neanche lui può più raccontare la sua versione..
    ehhhhhh.. quando si dice "ma guarda che combinazione!!!"

    Edited by Valerie77 - 31/8/2019, 18:25
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    Michael Jackson: perchè il suo mito è ancora "Invincible"



    La fama dell'artista di Gary, nato il 29 agosto 1958 a Gary, non è stata minimamente scalfita dal discusso documentario "Leaving Neverland".



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    Gabriele Antonucci - 29 agosto 2019
    "Puoi provare a bloccarmi, ma non servirà a niente/ Puoi fare quel che vuoi, ma sarò sempre qui/ Nonostante tutte le tue menzogne e i tuoi stupidi giochi/ Sono ancora qui e sono sempre me stesso, sono indistruttibile".

    Ascoltare oggi 'Unbreakable', uno dei brani più memorabili dell'album 'Invincible' del 2001, è emblematico di come il mito di Michael Jackson, nel giorno del suo sessantunesimo compleanno (è nato a Gary nel 29 agosto del 1958), sia ancora intatto, senza essere scalfito dal discusso "documentario" Leaving Neverland" di Dan Reed.

    In un nostro articolo di alcuni mesi fa abbiamo mostrato, per primi in Italia, tutte le imbarazzanti imprecisioni e incongruenze del documentario, di cui ciclicamente emergono altre contraddizioni che ne inficiano completamente la veridicità.

    I controdocumentari Michael Jackson: Chase The Truth, disponibile su Amazon Prime dal 13 agosto, Neverland Firsthand: Investigating The Michael Jackson e Lies of Leaving Neverland, che possono essere visti gratuitamente su Youtube, mostrano in modo inequivocabile come Leaving Neverland abbia così tante falle e imprecisioni da non poter essere ritenuto credibile da chiunque abbia un mininimo di serenità e onestà intellettuale.

    Il documentario, tralasciando l'aspetto "artistico", da un punto di vista cinematografico (oltre che etico) lascia davvero perplessi: intervistare solo i due protagonisti delle presunte violenze e i loro stretti familiari, con primi piani, lacrime di prammatica e musichette d'atmosfera, non offre quella pluralità di voci e quell'approfondimento che sono elementi indispensabili a ogni documentario degno di questo nome.

    Inoltre, a fronte di accuse gravissime, appare davvero incredibile che il regista non si sia premurato di ascoltare o di riportare la versione dei fatti di uno dei rappresentanti legali o della fondazione che cura gli interessi di Jackson.

    Appare inoltre singolare che, a sette mesi dalla prima del documentario al Sundance festival, nessun altro ex frequentatore di Neverland si sia fatto vivo sull'onda emotiva del documentario, asserendo di essere stato oggetto anch'egli di violenze, come avvenne in massa sia dopo lo scandalo Weinstein che dopo il caso dei preti pedofili in Australia: fatto assai curioso.


    Ma vediamo più da vicino chi sono i due accusatori del cantante che, ricordiamo, nel processo Arvizo del 2005 fu scagionato completamente, in 14 capi di imputazione su 14, dalle accuse di pedofilia dopo anni di indagini, anche da parte dell'FBI, che non hanno portato a nulla.

    Il ballerino e coregrafo Wade Robson, che in passato ha lavorato con Britney Spears ed è apparso nelle serie So You Think You Can Dance su Fox, fu chiamato a testimoniare nel 2005 nel processo Arvizo, negando allora con decisione che Jackson lo avesse mai infastidito e affermando sotto giuramento che "mai niente di inappropriato era accaduto con il Signor Jackson".

    Thomas Mesereau, il brillante legale che difese Michael Jackson, scelse come primo testimone per la difesa di Jackson lo stesso Wade Robson, che ora sostiene di essere stato molestato da MJ quando era bambino.

    Nel 2005, Robson - come affermato da Mesereau - era «irremovibile» sul fatto che Jackson non gli avesse mai fatto nulla di male.

    Anche la madre e la sorella di Robson affermarono le stesse cose. I Robson volarono dall'Australia per il processo. Rimasero a Neverland, e Mesereau li interrogò ripetutamente.

    Mesereau, dopo la prima di Leaving Neverland, ha dichiarato: «Trovai Wade eloquente e simpatico. Difese strenuamente Michael. Sua madre e sua sorella lo sostennero con le loro dichiarazioni. Sul banco dei testimoni, Wade fu sottoposto a un pubblico ministero accanito. Sono scioccato dal fatto che abbia assunto una posizione così diversa rispetto a ciò che mi disse e che testimoniò in tribunale».

    Quando il cantante morì, il 25 giugno 2009, Robson scrisse sui social: "Michael Jackson ha cambiato il mondo e, più personalmente, la mia vita per sempre. Lui è il motivo per cui ballo, il motivo per cui faccio musica e uno dei principali motivi per cui credo nella pura bontà del genere umano. E’ stato un mio caro amico per 20 anni. La sua musica, il suo movimento, le sue personali parole di incoraggiamento e di ispirazione e il suo amore incondizionato vivranno per sempre dentro di me. Lui mi mancherà immensamente, ma so che ora è in pace e incanta il cielo con una melodia e un Moonwalk".

    Dopo la morte del cantante, il coreografo ha fatto di tutto per avere i biglietti per partecipare al suo memoriale (come confermano gli sms scambiati con Taj Jackson, che li ha pubblicati su Twitter) e ha partecipato ai tributi del de cuius insieme Janet Jackson.

    Robson, a decenni di distanza dai presunti incidenti, ha partecipato ad alcuni barbecue con Michael Jackson e i suoi figli e nel 2005 voleva addirittura sposarsi a Neverland.

    L'Estate di Michael Jackson si fidò di lui e lo coinvolse nel 2012 nella lavorazione degli show del Cirque du soleil dedicato a Michael, il fortunato One, ma in seguito lo licenziò, insoddisfatta del suo comportamento ondivago.

    Nel 2013 Robson, quattro anni dopo la morte del Re del Pop, affermò ex abrupto di essere stato molestato quando era bambino da Michael Jackson e intentò due cause milionarie per risarcimento dei danni morali contro l'Estate del cantante per i presunti abusi.

    Tra il 2012 e il 2014, il ballerino scrisse due bozze di una biografia sui presunti abusi di Jackson, cercando, senza successo, di venderle agli editori.

    Jimmy Safechuck, dopo aver visto Wade Robson, intervistato sulla sua causa contro l’Estate di Jackson, si ricordò improvvisamente di essere stato molestato da Jackson, quindi decise di unirsi alla causa, contattando lo stesso avvocato.

    Una “illuminazione” coincisa con questioni di eredità dopo la morte di un suo parente, i cui fratelli sopravvissuti hanno cominciato a farsi causa l'uno con l'altro per il controllo degli affari di famiglia.

    Nel 2017 due diversi collegi giudicanti rigettarono le accuse intentate per mancanza di prove.

    Secondo il giudice della Corte Superiore di Los Angeles Mitchell Beckloff, oltre all'insussistenza del fatto, il motivo alla base del rigetto delle accuse da parte del giudice è che Robson abbia atteso troppi anni per sporgere denuncia contro Jackson, addirittura il maggio del 2013, quasi 4 anni dopo la sua morte.


    A sette mesi dall'uscita di "Leaving Neverland", possiamo serenamente affermate che, chi aveva intenzione di distruggere la sua fama con questo "documentario", ha fatto male i suoi calcoli.

    Il segno "più" sia negli stream su Spotify che nelle visualizzazioni su Youtube dei suoi video confermano, più di mille discorsi, quanto non solo i suoi fan gli siano rimasti fedeli, ma di come, realisticamente, si stiano accostando alla sua musica anche nuovi utenti.

    Jackson è stato l'artista più famoso e amato del mondo, ma anche il più frainteso e addirittura misconosciuto, un po' per la sua proverbiale riservatezza e molto a causa delle fantasiose notizie riportate per anni dai tabloid.

    Purtroppo ancora oggi, a dieci anni dalla morte, in molti pensano che l'artista di Gary si sia schiarito la pelle per un vezzo estetico o, peggio ancora, per rinnegare le origini afroamericane di cui era fiero, oltre che avere una sorta di fissazione patologica per la chirurgia plastica, come se le star di Hollywood non ne facessero continuamente ricorso.



    Il cantante soffriva di vitiligine e di lupus eritematoso sistemico, due malattie della pelle autoimmuni, come conferma anche l'autopsia effettuata il 26 giugno del 2009, il giorno dopo la sua morte.

    La vitiligine è una malattia cutanea caratterizzata da estese macchie bianche che porta a una progressiva depigmentazione della cute, ovvero a uno schiarimento irregolare della pelle.

    La vitiligine portò Michael a perdere la pigmentazione in quasi tutte le aree del corpo, lasciando la sua pelle traslucida più che bianca.

    Per anni la sua truccatrice e fidata amica Karen Faye, che lo seguiva come un'ombra, ha coperto la vitiligine con un pesante trucco. Nei primi anni dell'insorgenza della malattia, Karen scuriva le macchie bianche, ma, quando la vitiligine si diffuse in quasi tutto il corpo, iniziò a schiarire le poche zone rimaste scure, in modo da avere un colorito uniforme.

    Solo allora il cantante si sottopose a dei trattamenti di schiarimento della pelle per mano di Arnold Klein, il dermatologo dei vip, che riuscì, attraverso complessi trattamenti, a uniformare il colore dell'epidermide.

    Il lupus eritematoso sistemico, la malattia cutanea di cui soffriva il Re del Pop, provoca forti eruzioni cutanee sul viso e sul naso, lesioni delle pelle, perdita dei capelli e infiammazione dei polmoni.

    Il Dr.Strick, che effettuò un'ispezione personale al cantante nel 1993 su richiesta del procuratore Tom Sneddon, confermò che "il lupus aveva distrutto parte della sua pelle, in particolare del naso" e che i numerosi interventi di chirurgia a cui si era sottoposto erano per lo più "di tipo ricostruttivo, per nascondere le cicatrici del lupus". Michael tenne tutto questo per sé, senza renderlo pubblico, in quanto ritenuto imbarazzante e traumatico.



    Oggi non c’è praticamente artista r&b contemporaneo, da Pharrell Williams ad Usher, da Bruno Mars a Justin Timberlake, da Ne-Yo a The Weeknd, da Chris Brown a Jason Derulo, che non si ispiri apertamente al pop visionario e senza confini di Jackson.

    Tutti cantanti di talento, alcuni assai dotati anche nel ballo, ma privi, però, della creatività, del carisma, della magia e dell'incessante capacità di rinnovamento del Re del Pop.

    Jackson ha trasformato la musica da prodotto suonato a prodotto suonato e recitato insieme, facendo incontrare Hollywood con la Motown. Prima di lui i video musicali non avevano grande importanza e hanno smessa di averla dopo la sua morte.

    I suoi memorabili passi, dal moonwalk al circle glide, dal sidewalk all’antigravity, dall’airwalk al robot, vengono oggi insegnati nelle scuole di danza moderna e influenzano, con la loro grazia, perfino la danza classica.

    La moda continua ciclicamente a ispirarsi ai suoi look: dai pantaloni sopra alla caviglia al cappello Fedora nero, dal guanto ricoperto di strass alle vistose divise militari, dal giubbotto rosso di Thriller alle borchie di Bad, fino agli amati mocassini neri e ai Ray Ban specchiati da aviatore.

    Mentre oggi dominano le classifiche artisti rassicuranti come Ed Sheeran e Adele, che potrebbero tranquillamente essere i nostri vicini di casa, nel suo periodo d'oro Michael Jackson era unico e inarrivabile: sembrava provenire da un'altra galassia.

    Un alieno benevolo e imprevedibile, che aveva la grazia di Stevie Wonder, l’energia di James Brown e il carisma di Muhammad Ali.

    Nei suoi album si alternano con naturalezza funk, r&b, soul, rock, jazz, disco, musical, gospel, musica latinoamericana, hip hop, elettronica e industrial.

    Le sue canzoni, che mixavano i generi, scalavano le classifiche e conquistavano il mondo, erano porte d'accesso alla migliore musica.

    C’è uno struggimento e una verità nella voce di Michael Jackson (dotato di un'estensione di tre ottave e mezzo) che la rendono unica, riconoscibile tra mille altre e inimitabile.

    La sua voce, se isolata dagli altri strumenti, contiene già in sé la melodia, l'armonia, la ritmica e l'arrangiamento.

    Mentre grandi artisti come Bob Dylan e Bruce Springsteen hanno raccontato con verità e con poesia ciò che accadeva nel mondo, Jackson si è spinto oltre: ha creato un nuovo mondo, accessibile e misterioso, solare e cupo al tempo stesso, in cui i confini del reale sono notevolmente dilatati.

    La sua discografia è attraversata da alcuni temi ricorrenti come la pace, la speranza, la seduzione, l'amore, l'inganno, la lontananza, la paura, il desiderio di essere altrove, le ingiustizie sociali, la difesa della natura e la fratellanza tra i popoli.

    L'intero messaggio della sua opera era semplice, ma non facile da applicare: fare tutto per amore.

    Un amore che, ancora oggi, viene tenuto in vita in tutto il mondo dai suoi numerosi fan.

    FONTE: ©Panorama
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    Ehi, @danreed1000 @Oprah @GayleKing @HBO
    E' il mio 61mo compleanno e indovinate un po'? Ho guadagnato più fan e follower negli ultimi 8 mesi perché tutto quello che avete fatto è far fare ricerche alle persone e finalmente hanno visto la verità!

    Shamooone
    ✌️
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    L'amore scorre sui social per celebrare

    l'anniversario della nascita di Michael Jackson



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    Nonostante un anno molto difficile, molte celebrità e gruppi augurano al Re del Pop un grande Birth Day e lo omaggiano pubblicando ricordi, messaggi e immagini ...

    Sempre più celebrità, influencer e tanti altri sostengono Michael Jackson. Il fatto che migliaia di post siano già stati condivisi sui social media sta dimostrando al mondo che le persone non credono a quei due bugiardi!

    Oggi riguarda Michael Jackson! Oggi si tratta di celebrare il più grande intrattenitore che abbia mai camminato su questa Terra! Oggi sta mostrando il supporto e l'amore per l'uomo innocente: Michael Jackson!

    Alcuni esempi...

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    Tanti altri commenti possono essere visualizzati su tutte le piattaforme social media.

    Buon compleanno Michael!

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    Sessantuno anni fa nasceva Michael Jackson



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    By Serena Nencioni
    Tutti lo conoscono, o lo hanno anche soltanto sentito nominare. Qualcuno lo mal sopportava, molti lo idolatravano. È stato cantante ma anche ballerino, occasionalmente attore. Per i suoi fan, era semplicemente il Re del Pop.

    Michael Joseph Jackson nacque a Gary, nell’Indiana, il 29 agosto di sessantuno anni fa. Settimo dei nove figli di Joseph e Katherine Jackson, dimostrò fin da subito attitudine per la musica, il ballo e il canto.

    Il padre, ritenuto un uomo duro e autoritario, intravide presto il talento del figlio e decise di riunirlo con quattro dei fratelli in un gruppo chiamato The Jackson Five. Anche se i cinque si esibivano insieme, però, il punto focale della band era proprio Michael, con la sua voce ancora da bambino e i suoi vivaci passi di danza.

    La carriera dei Jackson Five terminò nel 1978, e Michael decise di tentare la strada solista, come anche alcuni dei fratelli (compresa Janet, la più giovane di tutti). La vera spinta fu però l’incontro con Quincy Jones, ed è del 1979 il primo disco di Michael Jackson, 'Off the wall'. Da allora è tutto un crescendo: nel 1982 vede la luce 'Thriller', che resterà l’album più venduto di tutti i tempi. Trascinato dal singolo omonimo, il successo divenne planetario, anche merito del videoclip della durata di quindici minuti, diretto da John Landis.

    Inframezzando alla sua carriera solista alcuni tour coi fratelli, Michael era ormai lanciatissimo nel suo successo. Nel 1985, insieme a Lionel Richie lanciò il progetto 'We are the world', incidendo la canzone omonima accompagnato da un nutrito gruppo di star dell’epoca (Dionne Warwick, Cindy Lauper, Tina Turner, giusto per fare qualche nome). Il ricavato era destinato a raccogliere fondi per l’Africa.

    Altri album seguirono, tutti consacrati dall’apprezzamento del pubblico. Eccellente ballerino, Michael perfezionò il famoso moonwalk, il passo che consiste nello scivolare all’indietro come pattinando su una lastra di ghiaccio. I suoi videoclip erano sempre ricchi di straordinarie coreografie...

    Parallelamente alla carriera musicale, sulla sua vita privata si addensavano pesanti ombre. Michael era sempre molto riservato sulla sua privacy, e la sua predilezione per i bambini fece fiorire malignità e accuse di pedofilia.
    Nel suo ranch, chiamato Neverland, sovente ospitava piccoli fan, ma quasi sempre i processi seguiti alle denunce si concludevano con la piena assoluzione.
    Anni dopo, gli stessi bambini confessarono di non avere in realtà subito alcuna molestia dal cantante, ma di essere stati spinti ad accusarlo da terzi, spesso per intascare eventuali risarcimenti.

    Nel 1994 sposò Lisa Marie Priesley, ma divorziò presto e si sposò di nuovo. In totale ebbe tre figli, di cui due dalla seconda moglie e uno da una madre surrogata. La fama continuava ad accompagnarlo, album dopo album.

    Nel 2005 venne chiamato nuovamente a rispondere delle accuse di molestie, uscendone ancora assolto. Chiuso Neverland, anche la sua stella cominciò ad appannarsi.

    Infine, nel 2009 annunciò il suo ritorno con un progetto ambizioso, un nuovo tour chiamato 'This is it'. Non riuscì però a completare il suo sogno, e ricordiamo tutti la sua triste fine.

    Ma qui, oggi, vogliamo festeggiare il suo compleanno, e celebrare una volta di più il suo talento. Piaccia o no, Michael Jackson rimane indubbiamente il Re del Pop, al quale moltissimi artisti ancora si ispirano. Dunque tanti auguri, Michael, dovunque tu sia.

    FONTE
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    Buon Compleanno, Michael ... E' stata davvero una vita meravigliosa!



    Un articolo di qualche anno fa, ma sempre attuale per celebrare la nascita del Re.




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    " Strano, non è vero? La vita di ogni uomo tocca cosi tante altre vite. Quando non c'è lascia un buco terribile, non è cosi?" - Clarence (It’s A Wonderful Life”)

    Oggi, in quello che sarebbe stato il 57° compleanno di Michael Jackson, (ndr: l'articolo è del 2015) vogliamo celebrare la vita di Michael, i suoi successi, le sue direzioni filantropiche e la maggior parte di tutto il suo amore. L'eredità di Michael vivrà a lungo dopo che tutti noi saremo andati, e l'impatto che ha lasciato nel mondo della musica e nel cuore di cosi tanti cambiano la vita.

    Pertanto diciamo, solo per un momento e ai fini di questo particolare post, di fingere che MJ non sia mai nato. Si, un mondo senza Michael Jackson. Che mondo diverso sarebbe.

    Non ci sarebbe nessun bambino nato in questo giorno del 1958 a Gary, in Indiana, da Katherine e Joe Jackson, nessun bambino nato con un geniale/innato talento per il canto e la danza, non ci sarebbe nessun ragazzino che avrebbe condotto il gruppo chiamato i " Jackson 5" nella celebrità.

    Le canzoni dei Jackson 5 alla Motown che tutti oggi amiamo e conosciamo non sarebbero mai state registrate. Il" Re del Pop" sarebbe stato un titolo di cui non avremmo mai sentito parlare, e Fred Astaire, Gene Kelly e Sammy Davis Jr sarebbero stati gli unici intrattenitori che sarebbero riusciti a cantare, ballare ed esibirsi contemporaneamente.

    L'R&B non sarebbe mai arrivato nella cultura pop, poiché Michael è stato l'unico che ha dimostrato al mondo che un giovane afro-americano poteva sconfinare nel pop senza alcuno sforzo. Ha aperto la strada a giovani cantanti come Britney Spears, Justin Beiber e boy band come gli N’Sync, in tenera età, muovendosi in un settore della musica che era governato da adulti.


    Non ci sarebbe nessun " moonwalk", passo caratteristico di Michael. "Billie Jean" di Michael Jackson è quel momento in cui tutti ricordano dov'erano e con chi mentre guardavano Motown 25, ed innegabilmente rinnovò l'interesse nel catalogo Motown, il quale sarebbe diventata parte della colonna sonora degli anni 80' come lo era stata negli anni 60'.

    Immaginate, la rinascita della Motown in quel momento non sarebbe mai avvenuta. Barry Gordy, che definì Michael Jackson " Il più grande intrattenitore che sia mai vissuto", deve ringraziare Dio ogni giorno che MJ poté cantare e ballare a suo modo per la rinascita della sua etichetta.

    Non ci sarebbe mai stato un album che ha stabilito uno standard, uno standard talmente alto che nessuno ha mai raggiunto. Si è detto, non ci sarà mai un altro 'Thriller', e fino ad ora si è dimostrato vero.
    Questo album è ancora un fenomeno, sette singoli furono rilasciati dall'album, e sono state vendute in tutto il mondo circa 104 milioni di copie. Il cortometraggio lanciò questo album verso il successo e Michael fu incoronato "Re del Pop".
    Vinse sette Grammy Awards, il numero più alto vinto da un solo album, ed un album che resta vicino e caro al cuore di noi tutti. Ha cambiato per sempre l'industria della musica. Un album epocale che non posso immaginare di non avere nella mia collezione.

    Michael ha fatto del ballo un'esigenza. Ha creato spettacoli come nessun altro, i ballerini erano contorno, erano solo quello, ballerini di contorno, è sempre stato lui la star dello spettacolo. La sua danza era una parte preponderante di uno spettacolo di 2 ore, lavorava cosi duramente che perdeva un chilo ogni sera per via del sudore che grondava da lui.

    Nessuno ha mai lavorato duramente come Michael solo per poter dare ai suoi fans uno spettacolo memorabile. Per lo standard che ha impostato, artisti come Chris Brown, Usher e Lady Gaga, hanno bisogno di lavorare molto sodo per mantenere i loro concerti nuovi e originali non solo con uno spettacolo teatrale, ma anche ballando e cantando. Senza i talenti di Michael e gli obiettivi che hanno aperto la strada ci sarebbero esibizioni meno dispendiose.

    L'elenco delle canzoni di Michael, troppe da nominare, la maggior parte con significato ecologico, politico e spirituale, non sarebbero mai state scritte, e dal momento che molte delle sue canzoni sono usate oggi quando si fa riferimento a subbugli e disuguaglianze nel mondo, sono importanti e il richiamo a loro è evidente.
    Poche canzoni oggi hanno quel genere di impatto sui loro ascoltatori. Michael ha abbattuto le barriere razziali con il suo lavoro e la sua forte convinzione, e senza queste canzoni, credo che saremmo in una posizione razziale ed ecologica più precaria che mai.

    Chi potrà mai dimenticare il Superbowl XXVII di Michael nel 1993? Le esibizioni del primo tempo fino ad allora non erano altro che bande musicali e majorettes. Michael cambiò tutto quanto con la sua esibizione del medley di " Jam", " Billie Jean" e " Black Or White" insieme al finale di " Heal the World" dove i bambini si esibirono al suo fianco.
    E' stato il primo Super Bowl in cui gli indici di ascolto effettivamente aumentarono durante il primo tempo dello spettacolo.
    Questa esibizione è considerata ancora oggi una delle trasmissioni televisive più viste nella storia della televisione americana.
    Immaginate se quella esibizione non fosse mai avvenuta, ci sarebbero ancora quelle noiose bande musicali e majorettes per gli appassionati di football allo stadio.

    Non c'è mai stato nessuno che avrebbe fatto di un video un " EVENTO". Michael è stato il primo artista a comprendere il potere di un mezzo che era molto forte durante questo periodo.
    Ricordo quando avevo vent'anni, in attesa davanti alla TV per la prima di 'Thriller', e realizzare che stavo guardando la storia in divenire, è, e sarà per sempre ancorato nella mia testa. Oggi un buon video può portare il potere di una canzone alle stelle.
    Se Michael non avesse mai fatto questo rivoluzionario cortometraggio non ci sarebbe né capo né coda alle immagini dietro le canzoni.

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    Non c'è mai stato un artista come Michael che ha amato cosi tanto e dato cosi tanto ai bambini poveri, affamati e meno fortunati del mondo. Il singolo " We Are The World" con il contributo del super gruppo " USA For Africa" che lui contribuì a riunire, raccolse oltre 63 milioni di dollari per gli aiuti umanitari in Africa e negli Stati Uniti, milioni sono stati nutriti, vestiti e ricevuto acqua pulita.
    Ha donato più di 300 milioni di dollari nel corso della sua vita. Questo articolo mostra nei dettagli le sue donazioni e i gesti umanitari che sono tuttora incredibili. L'emissione-millennio del Guinness dei Primati nomina Michael come la Pop Star che ha sostenuto la maggior parte delle organizzazioni di beneficenza.


    Queste sono solo alcune persone che, senza l'amore e la generosità di Michael, forse non avrebbero vissuto o non avrebbero mai realizzato i loro sogni.

    9 Aprile 1984: David Smithee, un ragazzo di 14 anni che soffriva di fibrosi cistica viene invitato a casa di Michael. Incontrare Michael era stato l'ultimo desiderio di David. Lui muore 7 settimane dopo.

    1° Febbraio 1988: La canzone " Man In The Mirror" entra nelle classifiche. Il ricavato delle vendite di questo disco và a Camp Ronald McDonald for Good Times, un campo per bambini che soffrono di cancro.

    28 Dicembre 1989: Il giovane Ryan White, che soffre di emofilia trascorre le vacanze nel ranch di Michael. Ryan aveva contratto il virus dell'AIDS attraverso trasfusioni di sangue infetto nel 1984. Dopo essere stato escluso dalla sua scuola a Kokomo, Ryan ha combattuto contro la discriminazione delle vittime dell'AIDS. Ryan morì, e Michael gli dedico la sua canzone " Gone too soon" quando la eseguì al Gran Galà dell'insediamento di Clinton, dove esortò il Presidente Clinton a contribuire all'epidemia dell'AIDS.

    Febbraio 1992: In 11 giorni, Michael percorre 30.000 miglia in Africa, per visitare ospedali, orfanotrofi, scuole, chiese, e istituti per bambini psichicamente disabili.

    Marzo 1995: Il piccolo Bela Farkas riceve un nuovo fegato. Michael e Lisa Marie incontrano questo bambino di 4 anni durante il loro viaggio in Ungheria nel 1994. Michael fece di tutto per aiutare Bela, la cui unica possibilità di sopravvivere era ricevere un nuovo fegato. La Fondazione 'Heal The World' coprì il costo dell'intervento chirurgico e le cure. Bela è vivo oggi e di recente si è sposato.


    Ultimo, ma non meno importante, era il padre meraviglioso di tre bellissimi bambini, Michael Joseph Jackson, Jr., Paris-Michael Katherine Jackson, Prince Michael Jackson II. Li amava più della sua stessa vita, e un mondo senza questi bambini, che con la loro presenza lo renderanno noto al mondo, sarebbe una delle cose più tragiche di tutte. Stanno già dimostrando l'amore del papà per l'umanità e il suo amore per la vita.

    Come sarebbe stato il mondo intero se Michael non fosse mai nato?

    Non abbiamo una sfera di cristallo e non lo sapremo mai, ma da quello che ormai sappiamo della sua generosità, genialità e amore, sarebbe un mondo diverso, e forse un mondo più violento di quello in cui viviamo oggi.
    Siamo fortunati che, nella nostra vita abbiamo abitato il Pianeta nello stesso momento in cui lui lo ha fatto. Lui vive per sempre nel cuore dei suoi fans, della sua famiglia e dei suoi amici.

    Lui era sempre lì a firmare autografi, a dare abbracci, o prendere gli striscioni che erano stati fatti per lui con cosi tanto amore. Si è detto che Michael conservava tutto ciò che gli veniva dato e voleva creare un museo dell'amore che era stato a lui conferito. La mia impressione è che lui non aveva bisogno di un museo per mostrarci la sua adorazione, lo abbiamo avvertito ogni volta che è salito sul palco o ha camminato in mezzo a noi.

    Ogni volta che penso a Michael, mi viene in mente una poesia di Robert Frost intitolata " The Road Not Taken" ( La strada non presa). Lui ha sempre preso la strada meno percorsa che ha fatto di lui un uomo davvero eccezionale.

    Buon compleanno Michael, manchi e sei amato in tutto il mondo. Non riesco ad immaginare una vita senza di te, ma a come debba essere la vita che hai avuto. Quindi, " Vedi Michael, hai davvero avuto una vita meravigliosa".

    Traduzione: MJ Thief of Hearts.



    It Really Was A Wonderful Life!


    “Strange, isn’t it? Each man’s life touches so many other lives. When he isn’t around he leaves an awful hole, doesn’t he?” – Clarence (It’s A Wonderful Life”)

    2015
    Today, on what would have been Michael Jackson’s 57th birthday, we would like to celebrate Michael’s life, his achievements, his philanthropic ways, and most of all his love. Michael’s Legacy will live long after all of us are gone and the impact he has left on the music industry and the hearts of so many is life-changing. Therefore let’s, just for a moment and for the purposes of this particular post, pretend that MJ was never born. Yes, a world without Michael Jackson. What a different world it would be.

    There would be no baby born on this day in 1958 in Gary Indiana to Katherine and Joe Jackson, no child born with an innate talent/genius for singing and dancing, there would be no little boy who would lead the group called the “Jackson 5” into stardom.
    The Motown songs of the Jackson 5 that we all know and love today would never have been recorded. The “King of Pop” would be a title that we had never heard and Fred Astaire, Gene Kelly and Sammy Davis Jr would be the only entertainers who could sing, dance and perform simultaneously.

    R&B would never have reached into pop culture, for Michael was the one that showed the world that a young African American boy could cross over into pop so seamlessly. He paved the way for young singers like Britney Spears, Justin Beiber and boy bands like N’Sync to, at young ages, to move into a music industry that was ruled by adults.

    There would be no “moonwalk” Michael’s signature move. Michael Jackson’s “BIllie Jean” is that moment everyone remembers where they were and with whom while watching Motown 25, and it undeniably revived interest in the Motown back catalog, which would become as much a part of the soundtrack of the 1980s as it was in 1960s. Imagine, Motown’s revival at that very moment never happening. Barry Gordy, who called Michael Jackson “the greatest entertainer that ever lived” must thank God every day that MJ was able to sing and dance his way to the resurgence of his label.


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    There would never be an album that set the bar; a bar so high that no one has ever reached it. It has been said there will never be another “Thriller” and so far that has proven true.

    This album is still a phenomenon, seven singles were released from the album and approx 104 million copies have been sold world wide. The short film shot this album to fame and Michael was crowned the “King of Pop”.

    It won seven grammy awards, the most ever won for a single album and an album that remains near and dear to all of our hearts. It changed the music industry forever. A landmark album that I cannot imagine having in my collection.

    Michael made dancing a requirement. He put on shows like no other, the back up dancers were just that, back up dancers, he was always the star of the show. His dancing was a major part of a 2 hour show, he worked so hard that he would lose 5 lbs every evening from the sweat that poured off him.
    No one worked as hard as Michael just so that he could give his fans a memorable show.

    Because of the bar he set, performers like Chris Brown, Usher, & Lady Gaga need to work extremely hard to keep their concerts fresh and new, not only with a stage show but dancing and singing as well. Without Michael’s talents and goals to lead the way there would be less extravagant performances.

    Michael’s catalogue of songs, too many to name, most with ecological, political, and spiritual meaning would never have been written, and since many of his songs are used today when referring to upheaval or inequality in the world, they are important and the attraction to them is evident. Few songs today have that kind of impact on their listeners.
    Michael broke down racial barriers with his work and his strong belief and without these songs, I believe we would be in more precarious position racially and ecologically than ever.

    Who could ever forget Michael’s Superbowl XXVII in 1993? The half-time performances up to then were nothing more than marching bands and baton twirlers. Michael changed all that with his performance of a medley of “Jam”, “Billie Jean” and “Black Or White” along with the finale of “Heal the World” where children performed along side of him.

    It was the first Super Bowl where the audience figures actually increased during the half-time show. This performance is still considered today as one of the most watched television broadcasts in American television history. Imagine if that performance never happened, there would still be those marching bands and baton twirlers boring the football fans out of the stadium.

    There was never anyone that could make a video an “EVENT”. Michael was the first artist to realize the power of a medium that was very strong during this time. I remember being in my early twenties, waiting in front of the TV for the premiere of “Thriller” and realizing I was seeing history in the making and it is, and will be, for ever engrained in my head. Today a good video can make the power of a song soar. Had Michael never made this ground breaking short film there would be no rhyme or reason to visuals behind songs.

    There has never been an entertainer like Michael who loved so much and gave so much to the impoverished, starving children and the less fortunate globally. The single “We Are The World” with the help of supergroup “USA For Africa” that he helped bring together raised over $63 million for humanitarian aid in Africa and the US, millions were fed, clothed and given clean water.
    He donated more than 300 million dollars in his lifetime. This article shows in detail his donation and charitable acts which still is unbelievable. The Millennium-Issue of the “Guinness Book Of Records” names Michael as the Pop Star who supported the most charity organizations.

    These are just a few people who, without Michael’s love and generosity. may have not lived or would have never fulfilled their dreams.

    April 9, 1984: David Smithee, a 14-year-old boy who suffers from cystic fibrosis is invited to Michael’s home. It was David’s last wish to meet Michael. He dies 7 weeks later.

    February 1, 1988: The Song “Man In the Mirror” enters the charts. The proceeds from the sales of this record goes to Camp Ronald McDonald for Good Times, a camp for children who suffer from cancer.

    December 28, 1989: Young Ryan White, who suffers from hemophilia, spends his holidays on Michael’s ranch. Ryan had been infected with AIDS by contaminated blood transfusions in 1984. After he was excluded from his school in Kokomo, Ryan fought against the discrimination of AIDS victims. Ryan died and Michael dedicated his song “Gone too soon” when her performed it at Clinton Inaugural Gala where he urged President Clinton to help in the AIDS epidemic.

    February 1992: Within 11 days Michael covers 30,000 miles in Africa, to visit hospitals, orphanages, schools, churches, and institutions for mentally handicapped children.

    March 1995: Little Bela Farkas received a new liver. Michael and Lisa Marie met this 4-year-old boy during their trip to Hungary in 1994. Michael did everything to help Bela, whose only chance to live was getting a new liver. The Heal The World Foundation covered the surgery and the cost for caring. Bella is alive today and recently got married.

    Last but not least he was the wonderful father of three beautiful children, Michael Joseph Jackson, Jr., Paris-Michael Katherine Jackson, Prince Michael Jackson II. He loved them more than life itself and a world without these children who will make their presence known to the world, would be one of the most tragic things of all. They are already showing their father’s love for humanity and his love of life.

    What would the entire world be like had Michael never been born?
    We don’t have a crystal ball and will never know but from what we do know now of his generosity, genius and love, it would be a different, and perhaps more violent world than we are living in today. We are lucky that, in our lifetime, we walked the planet the same time he did.

    He forever lives in the hearts of his fans, his family and his friends. He was always there to sign autographs, give hugs, or take the banners that were so lovingly made for him. It has been said that Michael kept everything that he was given and wanted to make a museum of the love that was bestowed upon him. My feeling is that he didn’t need a museum to show us his adoration, we felt it every time he came on stage or walked among us.

    Whenever I think of Michael, a Robert Frost poem comes to mind called “The Road Not Taken”. He has always taken the road less traveled which made him a very exceptional man.

    Happy Birthday Michael, you are missed and love around the world. I can’t imagine a world without you but what a life you had. So “You see Michael, you’ve really had a wonderful life”

    SOURCE
5438 replies since 14/9/2010
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