Wembley - Michael Jackson quella notte era in "fiamme"

by RAVEN

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    "The King of Pop"

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    Wembley: Michael Jackson quella notte era "in fiamme"


    by Raven
    14 Ottobre 2012


    Prima parte


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    Avevo appena pensato che il titolo di questo mio articolo fosse alquanto intelligente, quando mi sono resa conto che alcuni potevano considerarlo come un segno di cattivo gusto, ricordando il tragico incidente di Michael riportato sul set dello spot pubblicitario per la Pepsi nel 1984. Il fatto che Michael una volta è stato letteralmente in fiamme, l'uso di tali espressioni può sembrare in qualche modo inopportuno, ma vi prego di ascoltarmi fino in fondo.

    Dopo aver visto il concerto di Wembley molte volte, semplicemente non conosco un modo migliore e un termine più appropriato per descriverlo. Quella notte Michael, sì, era "in fiamme". In effetti Michael non ha mai offerto prestazioni poco entusiasmanti, ma dopo aver visto i filmati dei concerti di MJ, per centinaia di ore, che coprono diversi anni, posso affermare senza alcun dubbio che quella notte a Wembley c'era qualcosa di straordinariamente magico.

    Lui era, semplicemente, "in fiamme". In un ogni caso, non lo avremmo mai più rivisto di nuovo, almeno non nello stesso modo. Mi spiego meglio.

    Nel corso degli anni, il DVD Dangerous Live in Bucarest è stato il mio concerto preferito di Michael Jackson. Sì, può essere visto come una sovrapproduzione e ultra agevole/liscia, ma questo DVD, cattura perfettamente l'anima di un concerto di Michael Jackson al culmine della sua carriera, quando aveva pochi rivali.
    Nonostante abbia collezionato molti concerti di MJ nel corso degli anni, quello di Bucarest è stato quello cui ho fatto sempre riferimento, specialmente quando hanno commercializzato nuovi magici concerti di MJ, per coloro che, forse, potrebbero essere stati troppo giovani o per quelli che hanno solo bisogno di sapere dello "scalpore" intorno a esso. E' facile capire perché Michael, l'ultimo perfezionista, ha dato la sua impronta personale d'approvazione al Dangerous Live in Bucarest come il concerto che lo rappresenta ufficialmente.

    Adesso, però, abbiamo Wembley, un concerto che cattura Michael al culmine dell'era gloriosa di Bad, esibendosi con un maggiore zelo nel sapere che La Coppia Reale, il principe Carlo e Lady Diana, erano presenti al concerto (beh, diciamo solo che, con maggiore zelo di sapere che Lady Diana era lì, ma ve ne parlerò più avanti).
    Naturalmente, questo non è la prima volta che ho visto un concerto di 'Bad' nella sua interezza. Ho avuto un bootleg Yokohama da diversi anni, insieme con alcuni altri. In generale, i concerti di Bad rappresentano una tappa interessante nell'evoluzione delle esibizioni dal vivo di MJ, in cui si nota, che comincia a includere alcuni segmenti ricercati e molto coreografici negli intervalli dei successivi spettacoli (ad esempio frammenti dei Jackson 5 medley e I Just Can't Stop Loving You / She's Out of My, che sarà una caratteristica importante per molti anni, con lievi variazioni, in HIStory, dove You Are Not Alone sostituisce She's Out of My Life ).
    Si può anche osservare che erano già in fase di formazione e di evoluzione i suoi spettacoli dal vivo in una piena ESPERIENZA teatrale e non solo come un concerto.

    Questo spettacolo, tuttavia è per chi apprezza la spontaneità cruda come una parte integrante dell'esperienza di un concerto e in generale si può comunque ritenere, ciò che gli spettacoli di Michael hanno acquisito in un aspetto, hanno perso in altri nel corso degli anni. Al momento di HIStory, ad esempio, tutti gli spettacoli erano, senza eccezione, produzioni perfette, concerti teatrali con lievi varianti e sorprese.

    Certo, nuovi numeri e programmi sono stati aggiunti, come la magnifica Earth Song, ma le prestazioni e gli spettacoli in sé sembravano sempre più meccanicistici e memorizzati.
    Al tempo di HIStory, Michael era già poco sorridente, e talvolta non sembrava di sentire la gioia dell'esibizione. La sua rabbia interiore era diventata più cupa, e più reale. Sempre più numeri sono stati sincronizzati con il labiale piuttosto che cantare dal vivo, inoltre numerosi problemi di salute hanno cominciato a influenzare il suo corpo.
    E sebbene sia rimasto, come sempre, l'ultimo grande professionista, il Re del Pop che poteva organizzare uno spettacolo come nessun altro, un ingrediente importante sembrava mancare. Ma la visione di Wembley mi ha permesso di sottolineare che "qualcosa" invece lì c'era.

    Era la gioia pura dell'esecuzione. Non sentiva l'obbligo di offrire al pubblico uno spettacolo, ma semplicemente sentiva la gioia di essere lì, a ballare e cantare per i suoi fan.


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    Wembley è ora a pari merito con Bucarest come il mio concerto favorito di Michael Jackson, e può anche superarlo. Mentre Bucarest può offrire un MJ curato a uno splendore perfezionato, Wembley offre qualcosa di diverso, di più puro, potenza allo stato puro di una prestazione di Michael Jackson. Che cosa offre di più? In questo modo il pubblico (soprattutto i neofiti ​​che non erano a bordo nel 1988) può considerarla la fase più interessante della carriera degli spettacoli dal vivo di Michael - il momento in cui abbiamo appena cominciato a osservare l'evoluzione: grandi spettacoli teatrali dal vivo, ma in un modo molto più crudo e in una forma ridotta.

    Non era ancora il periodo in cui Michael Jackson entrava in scena stando immobile qualche minuto, mentre la folla era in delirio, o che avrebbe finito i suoi spettacoli, creando l'illusione di essere lanciato come un razzo nello spazio.
    Era un altro Michael, che poteva permettersi di farsi catturare dal flusso spontaneo di un gospel estemporaneo, concentrato in pochi minuti alla volta. Basta guardare e/o ascoltare il "doggone my girl is gone" segmento che ci conduce a Rock With You, e se non percepisci i brividi che scorrono sulla pelle, allora devi essere morto!
    Questo segmento assume un aspetto ancor più profondo, radicato nella forma musicale del blues più cupo quando si rende conto che "doggone" è semplicemente un eufemismo per "dio maledetto". In questo breve ma intenso scambio, Michael non solo dimostra le tecniche del gospel, ma sta inoltre facendo riferimento a una tradizione che risale a centinaia di anni, dove attraverso le molte generazioni di afro-americani hanno subito ingiustizia e dolore.

    Il blues e gospel possono anche apparire come forme musicali opposte, ma è l'esatto contrario (dopo tutto, uno è inerente l'ascesa spirituale e l'altro la angoscia del cuore laico spesso combinato con immagini di desiderio) non sono così disparati come sembrano. Entrambi erano una risposta diretta all'esperienza della schiavitù, i due s'intrecciarono come mezzo di sopravvivenza, resistenza, e, talvolta, di comunicazione.

    In entrambi i casi, la musica è per il popolo oppresso il modo che non poteva esprimere con le parole. E se, come spesso si cita, il gospel è la "musica di Dio" e il blues è la "musica del diavolo", non è una rappresentazione perfetta della nostra stessa dicotomia umana? Noi lottiamo per un ideale, ci sforziamo di unire la nostra anima con il nostro Creatore, ma al tempo stesso dobbiamo anche sudare, piangere, ridere, procreare e tutto il resto che è parte unica dell'essere umano. "Blues Gospel", un termine, che riconosce quest'antico legame tra la musica blues e gospel, come una forma tradizionale di musica afro-americana sulla base di tradizionali costumi africani, è quindi una miscela naturale, non è così strano come può sembrare a prima vista. In effetti, la musica gospel in realtà deriva dal blues.

    La qualità del suono di questo video non è buona, ma mostra alcune delle qualità sorprendenti del gospel di Michael, presentato durante i concerti di Wembley. Qui applica il modello del "grido e risposta" passaggio caratteristico della tradizione del blues e gospel (e di fatto diventa elemento importante degli spettacoli dal vivo di Michael: il modello tradizionale di "grido - risposta" alla fine diventa la base di tutte queste espressioni gutturali "hee-hees" e "OWS").


    www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=wrcbgcGGHq8

    Michael giustamente si è guadagnato la reputazione come il Re del Pop, ma a volte è facile dimenticare che lui era anche un cantante gospel micidiale. Inoltre, ci sono stati molti spettacoli che mettono in risalto proprio le sue doti di cantante gospel. Un esempio che viene subito in mente, naturalmente, è la sua famosa interpretazione ai Grammy Awards del 1988 con Man In The Mirror (e, davvero MITM sarà la sua esibizione esclusiva del gospel). Ma un altro ottimo esempio è I'll Be There, in particolare il modo in cui si è esibito dal vivo, con quella voce meravigliosa alla fine.

    Ho raccontato questa storia prima ( si riferisce ad un altro suo articolo - ndt), ma vale la pena ripeterla. Quando ho visto This Is It al cinema per la prima volta, si sentiva effettivamente l'energia collettiva del pubblico quando Michael eseguiva questa parte vocale finale di I'll Be There. E' difficile da descrivere l'emozione che si prova, ma quei momenti, li avverto spesso durante le letture di poesie, quando, ad esempio, un poeta ha appena letto una linea particolarmente commovente che colpisce l'anima collettiva, la sensibilità collettiva, tra il pubblico.
    Nel momento in cui tutti trattengono il respiro dallo stupore, nessuno emette un suono, ma solo un percettibile "um".
    Si poteva sentire la sua palpabile connessione con il pubblico in quel momento, ed è la stessa reazione al "grido e risposta" che affonda le sue radici ed è parte integrante del blues e del gospel. Siamo stati all'unisono in quel momento, diventando il nostro momento. Sì, abbiamo voluto gridare! Noi saremo lì con te, Michael. Ad ogni passo del cammino.


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    Tali momenti non erano rari durante il Wembley, ma la norma. La sua gioia era ed è contagiosa


    Nel guardare Wembley, questo effetto è duplicato come Michael da I'llBeThere si immerge in un improvvisato "grido e risposta" questo piccolo segmento liberatorio di annuncio (che io chiamo "il mio bambino micidiale è andato" a causa della mancanza di qualcosa di più specifico per chiamarlo, lol).

    Poi si passa a un altro divertente ossequio come questo piccolo potente segmento del gospel, segue in un completo spettacolo e completamente dal vivo di Rock With You, un brano che, purtroppo, scomparirà dalla setlist di Michael dopo il Bad tour. (Dirty Diana, è un'altra delle canzoni depennate dopo il Bad tourma ironia della sorte, forse, queste canzoni emergono per me come due delle prestazioni veramente stand-out di questo concerto).

    Guarda quei primi istanti dopo che Michael dice: senti "Credo di voler il rock!" Osserva quel sorriso. Si tratta di pura gioia traboccante. Ed è questa pura, gioia esuberante che è portata dalla prestazione. Più volte non può resistere alla tentazione di lasciarsi andare in sorrisi spontanei, che si tratti di essere catturato nel momento, o incrociando lo sguardo di qualcuno al limite del palco.

    Questo genere di interazione potrebbe disturbare uno spettacolo più piccolo, ma qui è così magistrale e perfettamente sincronizzato, senza mai percepirlo come una forzatura. Questo, purtroppo, è il tipo di gioia spontanea che avremmo cominciato a vedere sempre meno, almeno fino a This Is It, quando l'intimità delle prove ha avvicinato di nuovo il pubblico a quel Michael, che amava ridere ed essere solo appena un po' sciocco, ma è sempre stato un artista perfezionista.

    Ma appena si passa al numero successivo, Smooth Criminal si nota una transizione - che rappresenta il punto dello spettacolo, quando si lascia alle spalle (almeno per un po') le radici del r & b per sostenere il più attuale, materiale pop. Anche il suo cambio di costume segna una sorta di variazione di identità, poiché esce quasi irriconoscibile in un ampio cappello fedora, la cui tesa è rivolta in basso per conferirgli un aspetto più minaccioso e anonimo (eppure soave seducente). Ciò, come lo chiamo spesso, è il passaggio di Michael Jackson, a Mack Daddy. E nessuno ha mai fatto meglio di, beh, Michael Jackson (prendi nota, Chris Brown!).

    Smooth Criminal (nota mi riferisco alla prestazione rispetto alla traccia) in ultima analisi si è evoluta in una mossa studiata nel corso degli anni. Le sue radici risalgono a una prestazione dal vivo di Heartbreak Hotel del Victory tour, e anche il coro "do wop", che per la prima volta è eseguito all'inizio di Streetwalker.
    Qui vediamo Smooth Criminal è molto apprezzato nella sua forma più familiare, con l'introduzione "do wop", l'insegna dell'hotel al neon, e la danza di Michael in silhouette. Ma indovinate un po' quale è l'elemento famoso assente? Sì, come no! Il famoso movimento anti-gravità, ormai indissolubile legame con Smooth Criminal, non è ancora stato introdotto come parte del programma.
    Così, Wembley ci dà un assaggio del numero in corso di studio, e una grande opportunità per tracciare l'evoluzione di uno dei balli più famosi nelle rappresentazioni di Michael.


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    Nella seconda parte, continuerò con Wembley e con l'analisi di una performance che mette veramente fine a tutte le esibizioni di MJ ... o per dirla più propriamente, la performance che veramente ha infiammato questa notte...

    Fonte: www.mjportal.com/it/king-of-pop/2-d...in-fiammeq.html

    Edited by ArcoIris - 23/12/2014, 07:46
     
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