Monumento a Michael Jackson: eroi di mezza età bloccati nella transizione

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  1. Wivvy
     
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    Quando in una città serba spuntò Michael Jackson



    Oggi pomeriggio (17 gennaio 2015) in anteprima nazionale viene proiettato il film del regista Darko Lungulov






    TRIESTE. Non è poi bizzarra come può sembrare la vicenda al centro della commedia "Il monumento a Michael Jackson" del regista serbo Darko Lungulov, presentato questo pomeriggio alle 16.00 in anteprima nazionale, nell'ambito di Trieste Film Festival. In una piccola cittadina della Serbia, dove il lavoro scarseggia e le prospettive languono, un vecchio monumento dell'epoca comunista viene rimosso dalla piazza.

    Per Marko, barbiere del paesotto e inguaribile sognatore, questa rappresenta un'imperdibile occasione di riscatto. La moglie Ljubinka, infatti, delusa e in fuga dalla vita di provincia, vuole chiedere il divorzio.

    Nella speranza di riconquistarla e al tempo stesso di risollevare le sorti della cittadina dal lento declino nel quale sta sprofondando, a Marko viene l'idea di sostituire il vecchio monumento con una nuova statua, dedicata a Michael Jackson.

    «Mi sono ispirato - dice il regista - alla bizzarra tendenza dilagata di recente in alcune piccole città della Serbia e dei Balcani, dove si innalzano monumenti dedicati a icone pop come Rocky, Tarzan o Bruce Lee. Gli eroi della Seconda Guerra Mondiale della Jugoslavia socialista - prosegue - non sono più politicamente corretti e i monumenti a loro dedicati vengono rimossi. Mentre al tempo stesso la recente e sanguinosa guerra civile non ha lasciato eroi da celebrare. In un mondo senza eroi è quasi scontato che la gente possa avere la folle idea di costruire monumenti per "ricordare" eroi senza vita, come i personaggi dei film hollywoodiani».

    L'attenzione che il cinema serbo negli ultimi anni riserva al tema dell'elaborazione del trauma post-bellico, raggiunge anche la commedia. E le imperfezioni della sceneggiatura e dei tempi della commedia non compromettono la commovente lucidità di sguardo sulla Serbia di oggi.

    In una società dove lo smarrimento è il sentimento principale, dove mancano lavoro, futuro e opportunità e fermenti nazionalisti sono sempre latenti, si può ancora provare a sognare e a costruire un mondo migliore. Il finale crescente e per nulla scontato restituirà alla città un eroe a cui guardare.

    Beatrice Fiorentino


    Fonte: http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2...kson-1.10688598
     
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2 replies since 14/7/2014, 08:57   128 views
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