"The King of Pop"
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Il suicidio di Chandler sottolinea la parzialità dei media contro Jackson
19 November 2009
by Charles Thomson
Quando è emerso ieri che due settimane fa Evan Chandler, padre di Jordan Chandler, si è sparato alla testa, poche lacrime sono state versate, nonostante gli sforzi del media per elogiarlo . La maggior parte del media hanno reclamizzato Chandler come il padre del ragazzo che ha accusato Jackson di molestie su minori. Sbagliato. Chandler è il padre che ha accusato Jackson di aver molestato suo figlio. Le iniziali accuse non sono state effettuate da Jordy Chandler, ma da suo padre Evan, nonostante l'insistenza di Jordy che Jackson non lo toccava in modo inappropriato, un atteggiamento che il ragazzo ha mantenuto per diversi mesi.
I rapporti tra il padre del ragazzo e Jackson si erano inaciditi nei primi mesi del 1993, quando Evan ha chiesto alla popstar di costruirgli una casa e Jackson ha gentilmente declinato. Uno sceneggiatore fallito, Chandler ha contattato Jackson poco dopo e gli ha chiesto di negoziare tre contratti per la scrittura di sceneggiature per suo conto. Se Jackson non lo avrebbe rispettato, ha detto, lo avrebbe accusato di aver molestato suo figlio. Jackson non è stato ai patti - e il resto è storia.
Come rivelato da Mary Fischer net suo articolo pubblicato net 1994 su GQ: 'Was Michael Jackson Framed?' ( Michael Jackson è stato incastrato? presente anche sul nostro blog ) Jordan Chandler affermava solo di essere stato molestato da Jackson dopo che Evan - un dentista di professione - gli ha somministrato un farmaco “spremi-meningi" chiamato Sodium Amytal , che è noto per indurre la sindrome di falsa memoria.
Anche quando Jordan Chandler ha cominciato a seguire la linea del padre, la sua testimonianza era cosi poco convincente che il DA Tom Sneddon ha presentato it suo caso a tre Grand Juries separate e nessuna di loro gli ha permesso di formulare accuse contro Michael Jackson.
Contrariamente al mito ampiamente riportato, Jordan Chandler non descrive con precisione i genitali di Jackson. Tra le altre inesattezze, ha affermato che Jackson era circonciso, mentre le fotografie della polizia hanno dimostrato che non lo era.
Non sorprende che nessuna di queste informazioni si sia fatta strada nei reportage dei principali media che hanno trattato la morte di Evan Chandler. Invece, il suicidio di Chandler è visto come un'ulteriore opportunità di infangare Michael Jackson e perpetuare gli stessi, vecchi e stanchi miti sulle accuse del 1993 - soprattutto per quanto riguarda l'insediamento.
Le news di tutti gli outlet del mondo riportano ancora una volta che nel 1994, Jackson ha pagato i Chandler per risolvere il caso. Si tratta di un'invenzione.
I documenti della Corte da parte dello Stato da tempo chiariscono che la compagnia di assicurazione di Jackson ha "negoziato e pagato l'insediamento nonostante le proteste del signor Jackson e del suo personale consulente legale." Jackson non era nemmeno d'accordo sull'insediamento figuriamoci se voleva pagare.
Tra le pubblicazioni che hanno rimaneggiato questa vecchia sciocchezza c'è stato The Sun, che io spesso ho considerato come esperto di Michael Jackson. Li ho contattati ieri e ho chiesto di fornire informazioni su Evan Chandler e sulle accuse del 1993, cosa che ho fatto. Tuttavia, nessuna delle mie informazioni è stata utilizzata - molto probabilmente perché riflettevano troppo bene l'immagine di Jackson. I miti che implicano la colpevolezza di Jackson sono evidentemente più importanti della verità che lo esonera.
Notando che l'articolo del The Sun sul suicidio di Chandler contiene diverse inesattezze fattuali ( la pia prominente è che Jordy ha avviato le pretese di molestie e che Jackson ha pagato la famiglia per risolvere il caso ) ho contattato due membri del personate presso il quotidiano - il mio contatto abituale è con il giornalista che ha scritto l'articolo. Nessuna delle mie e-mail ha ricevuto risposta e l'articolo non è stato modificato.
Altrove, The Mirror ha messo in risalto uno dei luoghi comuni più alte nella scala delle assurdità. Ha cercato di ritrarre Chandler come un martire di qualche tipo. «Michael Jackson sex case: papà Evan Chandler voleva giustizia ma ha finito per distruggersi., si legge nel titolo.
Giustizia?
Se Evan Chandler voleva avere giustizia, perché ha contattato Jackson per chiedergli un accordo sulle scenografie di tre film prima di andare alla polizia? Se voleva giustizia, perché ha accettato un accordo dalla compagnia assicurativa di Jackson?
Infatti, il regolamento contiene una clausola in cui si afferma che accettare il pagamento in sostituzione a un processo civile non pregiudicherebbe la capacita della famiglia a testimoniare in un procedimento penale. Quindi, se Evan Chandler voleva giustizia, perché non ha permesso alla polizia di portare avanti le loro indagini?
Il titolo, insieme a gran parte dell'articolo, è una sciocchezza.
Dopo aver preso dalla compagnia di assicurazione di Jackson poco meno di $15 milioni (non i $20 milioni di solito menzionati dalla stampa), nel 1996, Evan Chandler ha cercato di citare in giudizio Jackson per ulteriori 60 milioni dopo aver sostenuto che l'album delta star, HIStory, era una violazione della clausola di riservatezza della liquidaiione. Oltre a cercare di citare Jackson, Chandler ha chiesto che il giudice gli permettesse di produrre un album di confutazione chiamato EVANstory.
Si, davvero.
Cosi l'uomo che The Mirror sostiene volesse 'solo giustizia', ha pensato che la migliore linea d'azione dopo che la tempesta mediatica si era calmata sarebbe stata quella di pubblicare un album musicale per il presunto abuso di suo figlio in eta prepuberale.
The Mirror alludeva al fatto che i rapporto tra Jordan e i suoi genitori erano tesi a partire dal 1993, ha dato la colpa a Jackson, sostenendo che il trauma dovuto al caso li aveva divisi.
In realtà, Jordan Chandler e andato in tribunale quando aveva 16 anni ed ha guadagnato l'emancipazione legale da entrambi i suoi genitori. Quando viene chiamato a comparire al processo di Jackson nel 2005, si è rifiutato di testimoniare contro il suo ex amico. Se avesse preso posizione, il team legale di Jackson aveva una serie di testimoni che erano pronte a testimoniare che Jordan - che ora live a Long Island sotto falso nome - aveva detto loro negli ultimi anni, che odiava i suoi genitori per quello che gli hanno fatto dire nel 1993, e che Michael Jackson non l'aveva mai toccato.
La stragrande maggioranza delle prove che circondano le accuse del 1993 supportano l'innocenza di Michael Jackson. Ed è per questo motivo che durante la lunga indagine, che continuò per molti mesi prima che la compagnia assicurativa di Jackson negoziasse un accordo, Michael Jackson non è mai stato arrestato e non è mai stato accusato di alcun crimine.
La stragrande maggioranza delle prove suggerisce che Evan Chandler ha architettato le accuse come un sistema per fare soldi, credendo che lo avrebbero aiutato a realizzare il suo sogno di lavorare a Hollywood. In un nastro registrato delle conversazioni telefoniche si sente respingere il benessere del bambino come irrilevante e afferma che sarà pronto a prendere da Jackson tutto quello per cui ne vale la pena.
Le prove fornite da Mary Fischer dimostrano che, oltre a falsificare gli abusi sessuali di suo figlio in un complotto elaborato per estorsione, quando Jordan ha rifiutato di collaborare con lui, Evan gli ha somministrato psicofarmaci nel tentativo di ingannarlo facendogli credere che era stato molestato. Ma, drogare suo figlio come parte di un complotto per estorsione non è stato il punto più basso di Evan Chandler. Ha toccato it fondo quando ha chiesto alla Corte di permettergli di pubblicare un album di musica per il presunto abuso sessuale del proprio figlio.
Se Evan Chandler voleva giustizia, l'ha ottenuta due settimane fa.
Per quanta riguarda i media, questa ultimo incidente cementa una volta di più la quasi totale mancanza di volontà del settore a riportare accuratamente o equamente notizie su Michael Jackson, in particolare sulle accuse di falsi abusi sessuali che sono state mosse contro di lui.
Nessuna delle informazioni e delle prove di cui sopra sono state incluse in ogni articolo sul suicidio di Chandler che io abbia letto finora, nonostante il fatto che io personalmente ho consegnato ad almeno un giornale che più volte mi ha pagato come un esperto di Jackson su altre storie.
Gli elementi a discarico sono trascurati a favore di miti salaci. Un umanitario nero è stato infamato di essere un pedofilo e il suo estorsore bianco è stato dipinto come un martire.
Per quanto riguarda Jordy Chandler, magari adesso che il padre è scomparso egli troverà il coraggio di fare una cosa onorevole.
Forse verrà alto scoperto e dirà al mondo quello che ha raccontato ai suoi amici per oltre un decennio - che Michael Jackson non ha mai messo un dito su di lui.
Fino ad allora, ho il sospetto che vivrà con lo stesso tormento che sembra alla fine abbia rivendicato suo padre, sospettosamente poco dopo la scomparsa della più grande vittima in tutto questo, Michael Jackson.
Source: http://charlesthomsonjournalist.blogspot.i...ghts-media.html // Traduzione: truth4mj
Chandler Suicide Highlights Media Bias Against Jackson
19 November 2009
by Charles Thomson
When it emerged yesterday that two weeks ago Evan Chandler, father of Jordan Chandler, shot himself in the head, few tears were shed despite the media's best efforts to eulogise him.
Most media outlets are touting Chandler as 'the father of the boy who accused Jackson of child molestation'. Wrong. Chandler was the father who accused Jackson of molesting his son after the star refused to negotiate script-writing deals for him.
The initial allegations against Jackson were made not by Jordie Chandler but by his father Evan, in spite of Jordie's insistence that Jackson never touched him inappropriately, a stance that the boy maintained for several months.
Relations between the boy's father and Jackson had been strained from the outset as Evan Chandler felt that Jackson was replacing him as a father. The following passage is taken from Jackson biography 'The Magic and the Madness'. Chandler spoke to the author, Randy Taraborrelli, several times:
"June and Evan had been arguing about Evan's involvement in Jordie's life; June didn't feel that Evan was spending enough time with his son. Evan disagreed. However, he couldn't help but feel that he might be losing his place in Jordie's life to Michael. He didn't believe that Michael was doing anything wrong with Jordie. Rather, he simply felt the presence of another man, an influential male figure, in his son's life - and he didn't like it. It didn't help matters that June would often make reference to the fact that Jordie saw Michael more than he did his own father. 'Michael is completely influential on your son,' she told Evan during one conversation, 'and he's taking over where you have left off.'"
The book goes on to describe Evan's chagrin as Jackson performed fatherly tasks, such as buying Jordan a computer: 'Evan was not happy about it. He had planned to buy his son the exact same computer and Michael had beaten him to it.'
Chandler noticed his son becoming distant and began to believe that Jackson was involved with his ex-wife, June: 'I felt then that maybe June should just divorce Dave, since they were having problems, and maybe hook up with Michael.' On a trip to Monaco Taraborrelli describes Jackson as looking close to June: 'In Monaco Michael was often photographed with June, Jordie and Lily. In several pictures, he is seen holding Lily in his arms while walking next to June. Jordie [...] walked ahead of them.'
When Evan first met Jackson he felt 'exhilaration' and 'awe'. However, when Jackson stopped returning his calls he became bitter. On July 8th 1993 Evan was tape recorded during a telephone conversation, complaining that Jackson had stopped telephoning him: 'There was no reason why he had to stop calling me'.
He added that he'd had a conversation with Jackson and told him 'exactly what I want out of the relationship with him'.
'I picked the nastiest son of a bitch I could find,' he said of his new attorney. 'All he wants to do is get this out in the public as fast as he can, as big as he can, and humiliate as many people as he can. He's nasty, he's mean, he's smart and he's hungry for publicity. Everything's going according to a certain plan that isn't just mine. Once I make that phonecall, this guy is going to destroy everybody in sight in any devious, nasty, cruel way that he can do it. I've given him full authority to do that.'
'If I go through with this, I win big time,' he continued. 'There is no way I lose. I will get everything I want and they will be destroyed forever. June will lose [custody] and Michael's career will be over.'
Asked whether that was good for Jordie, he replied: 'That's irrelevant to me.'
Behind the scenes an increasingly embittered Chandler had contacted Jackson and demanded that he negotiate three scriptwriting deals on his behalf. (Chandler was a failed screenwriter with one credit to his name as co-writer on the Mel Brooks picture 'Robin Hood: Men In Tights'.) If Jackson did not comply, Chandler threatened, he would accuse him of molesting his son. Jackson didn't comply - and the rest is history.
Jordie maintained for some time that Jackson had never touched him inappropriately. Investigative journalist Mary Fischer uncovered compelling evidence - which she published in her 1994 GQ article 'Was Michael Jackson Framed?' - that Jordan Chandler only subscribed to his father's version of events after Evan - a dentist by trade - plied him with a mind-bending drug called sodium amytal, which is known to induce false memory syndrome.
Even once Jordan Chandler began to toe his father's line, his testimony was so unconvincing that DA Tom Sneddon took his case to three separate grand juries and none of them allowed him to bring charges against Michael Jackson. Contrary to widely reported myth, Jordan Chandler did not accurately describe Jackson's genitals. Among other inaccuracies, he claimed that Jackson was circumcised while police photographs proved that he was not.
Unsurprisingly, none of this information has made its way into the mainstream media's reportage of Evan Chandler's death. Instead, Chandler's suicide is seen as another opportunity to sling mud at Michael Jackson and perpetuate the same, tired old myths about the 1993 allegations - particularly with regard to the settlement.
News outlets the world over are once more reporting that in 1994 Jackson paid the Chandlers a settlement. This is total fiction.
Court documents which came to light in 2005 state clearly that Jackson's insurance carrier "negotiated and paid the settlement over the protests of Mr Jackson and his personal legal counsel."
Jackson didn't even agree with the settlement, let alone pay it.
Amongst the publications that rehashed this age old nonsense was The Sun, to which I often contribute as a Michael Jackson expert. I was contacted yesterday and asked to provide information about Evan Chandler and the 1993 allegations, which I did. However, none of my information was used - most likely because it reflected too well on Jackson. Myths that imply Jackson's guilt are evidently more important than truths which exonerate him.
Noticing that The Sun's article on Chandler's suicide contained several factual inaccuracies (most prominently that Jordie initiated the claims of molestation and that Jackson paid the family a settlement) I contacted two members of staff at the newspaper - my usual contact and the journalist who wrote the article. Neither email was replied and the article was not changed.
Elsewhere, The Mirror ranked several places higher on the absurdity scale as it attempted to portray Chandler as a martyr of some kind. 'Michael Jackson sex case dad Evan Chandler wanted justice but ended up destroyed', read the headline.
Justice?
If Evan Chandler had wanted justice, why did he contact Jackson and ask for a three-movie script deal before he went to the police? If he wanted justice, why did he accept a settlement from Jackson's insurance carrier?
Indeed, the settlement included a clause which stated that accepting the payment in lieu of a civil trial would not affect the family's ability to testify in a criminal case. So if Evan Chandler wanted justice, why didn't he allow the police to press ahead with their investigation?
The headline, along with much of the article, is nonsense.
Having taken Jackson's insurance carrier for just under $15million (not the $20million usually alluded to by the press), in 1996 Evan Chandler tried to sue Jackson for a further $60million after claiming that the star's album HIStory was a breach of the settlement's confidentiality clause. In addition to trying to sue Jackson, Chandler requested that the court allow him to produce a rebuttal album called EVANstory.
Yes, really.
So the man who The Mirror claims only 'wanted justice' thought that the best course of action after the initial media storm died down would be to release an album of music about the supposed abuse of his pre-pubescent son.
The Mirror alluded to the fact that relations between Jordan and his parents were strained after 1993, but laid the blame at Jackson's door, claiming that the trauma of the case had driven them apart.
In actuality, Jordan Chandler went to court when he was 16 and gained legal emancipation from both of his parents. When called to appear at Jackson's 2005 trial, he refused to testify against his former friend. Had he taken the stand, Jackson's legal team had a number of witnesses who were prepared to testify that Jordan - who now lives in Long Island under an assumed name - had told them in recent years that he hated his parents for what they made him say in 1993, and that Michael Jackson had never touched him.
The evidence surrounding the 1993 allegations overwhelmingly supports Michael Jackson's innocence. It is for this reason that during the lengthy investigation, which continued for many months before Jackson's insurance carrier negotiated a settlement, Michael Jackson was never arrested and he was never charged with any crime.
The evidence overwhelmingly suggests that Evan Chandler masterminded the allegations as a money making scheme, believing it would help him to achieve his dream of working in Hollywood. The aforementioned tape recorded telephone conversation heard him dismiss the boy's wellbeing as 'irrelevant' and claim that he was out to take Jackson for all he was worth.
Mary Fischer's evidence shows that as well as falsifying the sexual abuse of his own son in an elaborate extortion plot, when Jordan refused to play along Evan plied him with mind-altering drugs in a bid to trick him into believing that he was molested.
But even drugging a child as part of an extortion plot wasn't Evan Chandler's lowest point. That came when he petitioned the court to allow him to release an album of music about the supposed sexual abuse of his own son.
If Evan Chandler wanted justice, he got it two weeks ago.
As for the media, this latest incident cements once more the industry's almost total unwillingness to report fairly or accurately on Michael Jackson, particularly on the bogus allegations of sexual abuse that were levelled against him. None of the aforementioned information and evidence was included in any article about Chandler's suicide that I have read so far, despite the fact that I personally delivered it to at least one newspaper which has repeatedly paid me as a Jackson expert on other stories.
Exculpatory facts are overlooked in favour of salacious myths. A black humanitarian is tarred as a paedophile and his white extortionist is painted as a martyr.
As for Jordie Chandler, maybe with his father gone he will find the courage to do the honourable thing. Perhaps he will surface somewhere and tell the world what he's been telling his friends for over a decade now - that Michael Jackson never laid a finger on him. Until then, I suspect he will live with the same torment that it seems eventually claimed his father, suspiciously soon after the demise of the biggest victim in all of this; Michael Jackson.
Edited by ArcoIris - 1/4/2018, 01:12
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