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Michael Jackson's Personal Photographer Remembers How They Met
By Anna Hiatt
Photo: Harrison Funk
Harrison Funk remembers being captivated by Michael Jackson's eyes. “Michael had the most beautiful eyes I’ve ever photographed," he told me recently. "They were large. They were expressive. They were deep. I don't mean that physically. It was a picture into his soul. I think Michael, he knew in every picture what he wanted to convey. Even when he was completely natural he could convey a message to the camera."
Funk began shooting Michael in the early 1980s and continued on and off until his death five years ago on June 25, 2009. Funk was in his twenties when he made his first shot of Michael, before the singer launched his solo career. Funk had been invited to a party at New York City's Tavern on the Green, and he found himself shooting pictures of Michael and the rest of the Jackson family backstage. Shortly afterward, Funk got a call from Michael's publicist, inviting him to Los Angeles. Without promise of a job or even reimbursement, Funk got on the plane.
He remembers the day that he and Michael connected—really connected—for the first time. Tito Jackson's kids were playing in a softball game, and while a couple of the brothers hung out on the sidelines, Michael sat by himself in a parked car down the block. When he saw Funk approach, Michael told him to get in and the two sat talking about “everything in the world, and baseball.”
Harrison Funk
"Michael used to do something when he wanted the attention of the camera. He would practice his moves. Like when he'd go ‘hee hee,’ and I could tell that was the moment to pick up my camera and shoot."
Funk chronicled Jackson's career, starting with the Jacksons' Victory Tour in 1984 and Michael's first solo tour, Bad (1987-89). “He taught me so much about observing, seeing the moment and capturing the moment," Funk said. "He taught me so much about perfection and Michael was a perfectionist. He wanted everything to be just so, even when it was spontaneous, it was just so. That was part of his brilliance, the ability to make that happen without any effort."
Access and trust are key to making documentary images, especially with publicity-conscious celebrities. “I was just myself," Funk said. "There was no pretense. I am who I am. I was open, and they knew that no picture would leave my hands without approval. And it got to the point to the middle of the tour where I was able to approve images. They trusted me."
Harrison Funk
"I think that image represents a slice of the 80s and the culture of the 80s that's unbelievable. Here you have the first African American man running for president, Jesse, and the most famous human being alive, and Jesse is giving him advice."
Funk remembers vividly the day he photographed Jesse Jackson and Michael Jackson. Jesse was running for president, and he was planning to attend an NAACP convention the candidate near a location where Michael would be performing. The candidate asked for a meeting with the pop star to talk about how few black workers the pop star had on his crew.
Funk and Jesse Jackson's personal photographer, Bruce Talamon, sat on the floor shooting as the two Jacksons talked, and suddenly Jesse turned and dismissed his photographer. “’Alright, photo op's over.' Michael turns to me and says, ‘Harrison, stay.’” Turning back to Jesse, Michael said, 'My photographer shoots everything.'”
Harrison Funk
"He got to meet Kermit!"
Musicians started restricting photographic access in the 80s, Funk remembers. “They didn't want to be photographed snorting a pound of coke." But Michael Jackson and his family were different, and to them, Funk was a friend. They welcomed him onto the tour and into their lives.
“He liked to play practical jokes, and he liked to have fun. He was a big kid. There was one food fight where I wore a bucket of shrimp...after they poured it all over me,” Funk said.
This week, in Los Angeles, is Michael week, Funk said, and he’s been documenting the gathering crowds who considered Michael Jackson a prophet. Funk still grieves for his friend, but quietly, away from the fans who gather to pay tribute.
Fonte: www.newrepublic.com/article/118407/...-funk-remembers
------------------------------------------Il fotografo personale di Michael Jackson ricorda come si sono incontrati
Harrison Funk ricorda di essere rimasto affascinato dagli occhi di Michael Jackson. "Michael aveva gli occhi più belli che io abbia mai fotografato," mi ha detto di recente. "Erano grandi. Erano espressivi. Erano profondi. Non intendo in senso fisico. Era un'immagine della sua anima. Penso che Michael, sapeva ciò che voleva trasmettere in ogni foto. Anche quando era del tutto naturale era in grado di trasmettere un messaggio alla fotocamera".
Funk ha iniziato a fotografare Michael nei primi anni 1980 e continuò ad intermittenza fino alla sua morte cinque anni fa, il 25 giugno 2009. Funk era poco più che ventenne quando fece il suo primo scatto a Michael, prima che il cantante lanciasse la sua carriera solista. Funk era stato invitato ad una festa al Tavern on the Green di New York City, e si ritrovò a scattare fotografie di Michael e il resto della famiglia Jackson nel backstage. Poco dopo, Funk ricevette una telefonata dal pubblicista di Michael, invitandolo a Los Angeles. Senza la promessa di un lavoro o anche di un rimborso, Funk prese l'aereo.
Egli ricorda il giorno in cui lui e Michael ebbero un contatto - un vero e proprio contatto - per la prima volta. I figli di Tito Jackson stavano giocando in una partita di softball, e mentre un paio di fratelli stavano fuori in disparte, Michael era seduto da solo in una macchina parcheggiata in fondo all'isolato. Quando vide andargli incontro Funk, Michael gli disse di entrare e i due rimasero seduti a parlare di "ogni cosa nel mondo, e del baseball."
(Foto di MJ che si esibisce - Commento)
"Michael era solito fare qualcosa quando voleva l'attenzione della telecamera. Metteva in pratica le sue mosse. Come quando faceva 'hee hee', e allora potevo dire che era il momento di prendere la mia macchina fotografica e scattare."
Funk ha seguito la carriera di Jackson, a partire dal Victory Tour dei Jacksons nel 1984 e il primo tour solista di Michael, Bad (1987-1989). "Mi ha insegnato tanto sull'osservazione, sul vedere l'attimo e catturare il momento", ha detto Funk. "Mi ha insegnato tanto circa la perfezione e Michael era un perfezionista. Voleva che tutto fosse così, anche quando era spontaneo, era proprio così. Era parte del suo splendore, la capacità di far sì che questo accadesse senza alcuno sforzo ".
Disponibilità e fiducia sono fondamentali per rendere le immagini documentarie, soprattutto con le celebrità consapevoli di pubblicità. "Ero solo me stesso", ha detto Funk. "Non c'era nessuna pretesa. Io sono quello che sono. Ero aperto, e sapevano che nessuna immagine avrebbe lasciato le mie mani senza approvazione. E si arrivò al punto, a metà del tour, che ero in grado di approvare le immagini. Mi hanno dato fiducia. "
(Foto di MJ con Jesse Jackson - Commento)
"Penso che l'immagine rappresenti una fetta degli anni '80 e la cultura degli anni '80 che era incredibile. Qui avete il primo uomo afro-americano che corre per la presidenza, Jesse, e il più famoso essere umano vivente, e Jesse gli sta dando dei consigli."
Funk ricorda vividamente il giorno in cui ha fotografato Jesse Jackson e Michael Jackson. Jesse correva per la presidenza, e lui stava progettando di partecipare ad un convegno NAACP vicino a un luogo in cui Michael si sarebbe esibito. Il candidato chiese un incontro con la pop star per parlare di come la pop star avesse pochi lavoratori neri nel suo staff.
Funk e il fotografo personale di Jesse Jackson, Bruce Talamone, stavano seduti sul pavimento a riprendere mentre i due Jacksons parlavano, quando improvvisamente Jesse si volta e respinge il suo fotografo. "'Va bene, basta foto' Michael si gira verso di me e dice, 'Harrison, resta'." Rivolgendosi a Jesse, Michael ha detto, 'Il mio fotografo riprende tutto."
(Foto di MJ con la rana Kermit - Commento)
"Ha avuto modo di incontrare Kermit!"
I musicisti hanno iniziato a limitare l'accesso ai fotografi negli anni '80, ricorda Funk. "Non volevano essere fotografati a sniffare un chilo di coca." Ma Michael Jackson e la sua famiglia erano diversi, e per loro, Funk era un amico. Lo accolsero nel tour e nelle loro vite.
"Gli piaceva fare scherzi, e gli piaceva divertirsi. Era un bambinone. C'era una battaglia col cibo ed io avevo portato un secchio di gamberi... dopo lo hanno versato tutto addosso a me ", ha detto Funk.
Questa settimana, a Los Angeles, è la settimana di Michael, Funk ha detto, e ha documentato la folla che si è raccolta e che considerava Michael Jackson un profeta. Funk piange ancora il suo amico, ma in silenzio, lontano dai fan che si riuniscono per rendergli omaggio.
Edited by ArcoIris - 1/3/2017, 16:16
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[AGGIORNATO] Harrison Funk - fotografo personale di Michael Jackson - racconta... |
