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Prendendo spunto da questa testimonianza: JACKIE LOMBARD: 'COSA SAI DELLA MIA INFANZIA?': LA STORIA SEGRETA DI UN COMMOVENTE DISEGNO DI MJ
aggiungo un breve estratto del libro:"Michael Jackson – Mille volti, mille firme"
di Marisa A. Aloia
Copyright © 2011 – Gruppo Editoriale s.r.l.
Acireale – Roma
[…]
Al di là di ciò che è scritto accanto al disegno ( una parte del testo della canzone “Childhood” ) chiunque lo osservi ne ricaverà una sensazione di tristezza, prima di tutto per la posizione nella stanza: il bambino è in un angolo appoggiato al muro e in second'ordine, ma non meno importante, la posizione che assume il bambino, rannicchiato su se stesso con in mano un microfono che tiene sotto il braccio, strumento che lo ha accompagnato per tutta la vita.
Anche in questo caso abbiamo un ammasso di colore scuro principalmente concentrato sulla testa... tutto il resto del foglio è un gioco di chiaro scuri, più chiari che scuri, quasi come se l'elemento più importante fossero appunto la sua testa e i suoi pensieri, senza contare l'espressione che hanno gli occhi in questo disegno.
Uno sguardo triste, anche un po' assente e sicuramente introspettivo.
… [nel disegno] si osservano entrambe le tipologie di firme di Michael, quella privata rappresentata dalle sole iniziali e riportate con una grafia estremamente piccola e quella pubblica molto estrosa e non solo.
[...] il lato sinistro contiene il pensiero di Michael e la firma è quella intima.. il lato destro contiene la firma creata per il suo pubblico, il suo punto di arrivo. Il bambino è posto esattamente al centro del foglio così com'è giusto che sia, la parte centrale, la parte vera del disegno è Michael che rappresenta se stesso.
La posizione del piccolo nel disegno esprime paura, desiderio di protezione che però non ha e deve crearsi da solo una situazione in cui sentirsi al sicuro. Se osserviamo la scrittura della frase a sinistra si può notare che solo la prima parola è scritta in corsivo, tutto il resto è scritto in stampatello che, da sempre, è considerata una scrittura definita “maschera” in quanto si scrive in stampatello per sembrare più chiari; è come se volessimo dare agli altri ciò che vogliono ma se questo atteggiamento persiste nel tempo si avrà un annullamento della nostra vera personalità per fare spazio solo all'immagine che gli altri desiderano di noi accantonando il nostro vero Io...
[...]
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Che ne pensate? è andata proprio così per Michael?(a prescindere di quanta affidabilità ognuno di noi può dare alla grafologia come strumento di analisi e "conoscenza" della personalità.. )
Edited by ArcoIris - 14/10/2018, 16:22. -
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La grafologia non e' di certo una scienza esatta però si può prendere spunto per farsi un'idea di ciò che rivela la scrittura di qualcuno che stimola il tuo interesse.
In quanto al disegno penso che nel caso specifico l'analisi dell'autrice non si discosta molto da ciò che provava Michael in quel momento; osservando meglio lo sguardo del bambino non si può fare a meno di notare quel senso di tristezza e solitudine che trasmette ..