A lucky Christmas for all the Lost Children

Ogni giorno ci passavo davanti con la freccetta del mouse, ma non aprivo mai la pagina a causa del pochissimo tempo a disposizione.
Ho fatto bene a non aprire mai il topic fino ad ora, perchè dopo aver letto le prime parole non sarei riuscita più a fermarmi, e i miei impegni sarebbero andati a farsi benedire!
E' una storia incredibilmente dolce e toccante.
La tua sensibilità, il tuo bellissimo carattere sono ben custoditi in questa storia...
Mi complimento ancora una volta con te, sei davvero brava!

Mia carissima Ale!!! ho letto il tuo racconto e che dire? sei bravissima, i miei complimenti per la leggerezza che hai saputo usare nel descrivere Michael con i bambini, si ha quasi l'impressione di sentirlo ridere e vederli giocare davanti agli occhi!!! Una favola di Natale dolce e amara....amara perchè purtroppo è solo una favola...ed il mondo non capirà mai che persona meravigliosa è Michael!!! Grazie per questo dolce sogno ad occhi aperti!

un bacio grande

Lu

Che carina questa one-shot!! E' il nostro Michael questo, il più vero e dolce che non tutto il Mondo conosce ancora ma speriamo sia un sogno che si avvera!!!

Uiii Aleeee caraaa non ho parole per descriverla davvero!!
Inizio col dire che le scene sono scritte dettagliatamente e sono favolose e poi, veramente immaginavo tutto nella mia testa e pensavo al piccolo Michael e non a quella figura adulta e saggia...
davvero una One shot splendida!! Ho gli occhi che luccicano *w* sulo serio!!
Bravissima caraaaaa

Salve Ho scritto questa one-shot ispirata dal Natale. L'ho concepita mentre ascoltavo "The lost children",pensando all'amore di Michael per i bambini e a quanto troppo poco i giornalisti si siano soffermati sull'aspetto umano di Michael lui e' una persona unica e vorrei tanto che questo suo aspetto fosse emerso di piu' tralasciando tutti i gossip,beh spero che vi piaccia ecco a voi:

Genere: One-Shot
Anno: 2000
RATING: Verde


Personaggi: Michael Jackson e bambini


Ogni bambino della citta' che adorasse la musica di Michael Jackson non avrebbe potuto ricevere regalo piu' appropriato.
L'attesa mangiava ognuna delle loro piccole anime candide facendo fremere i loro corpicini ancora acerbi.
L'idea era partita dalla mente geniale di Michael e si era tradotta in un progetto concreto. Aveva deciso di dare l'opportunita' a cento piccoli fortunati di vivere un giorno a Neverland,ma non si trattava di un giorno qualunque: sarebbe stato il giorno di Natale.
La notizia si era diffusa alla velocita' della luce in tutte le stazioni radiofoniche cittadine; le voci dei conduttori dei tg non parlavano d'altro,e nemmeno la stampa fu capace di frenare la divulgazione di quella notizia che appena poche ore dopo gia' era apparsa sui settimanali piu' venduti.
Una serie infinita di manifesti era visibile ai passanti della citta' sui pali della luce,all'interno di cabine telefoniche.Volantini che davano le istruzioni dell'iniziativa erano affissi anche in luoghi pubblici come cinema,negozi e caffe'; e folle fitte come stormi si radunavano curiose puntando gli occhi su quei foglietti di carta colorati e glitterati che sembravano usciti dalle mani fantasiose di un bambino.
Tutto consisteva nello scovare il bigliettino vincente contenuto soltanto in alcuni dei cartoncini di latte al cioccolato che i bambini sono soliti comprare. Le scorte dei supermercati esaurirono in breve tempo,e i magazzinieri non facevano altro che rifornire gli scaffali di quella bevanda che in quella settimana era diventata indispensabile quanto l'acqua.

"Io ho vinto e te nooooooo", "Mamma,mamma,ho vinto!"

Le loro vocine stridule echeggiavano tra le mura della scuola o della casa.
In ogni cameretta i piccoli privilegiati si divertivano quaotidianamente a crocettare dal calendario i giorni precedenti al 25 con un pennarello piu' grande delle loro dita minute. Ogni volta che suonava la campanella,i piccini rientravano in casa incuranti degli zainetti che lasciavano cadere a terra per l'entusiasmo che aveva logorato tutte le altre idee che di solito risiedevano abbondanti nelle loro testoline.

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Neverland rappresentava tutto cio' che un bambino cerca senza riuscire ad esprimerlo,ed ognuno di loro non poteva desiderare di meglio per quel 25 Dicembre 2000.
Come si aprirono i cancelli,il peso della loro misera statura marco' la neve di minuscole impronte bucherellando quel manto candido ed imprimendo il primo segno di allegria che avrebbe accompagnato l'intera giornata.
Michael li abbraccio' uno ad uno,sollevando da terra il loro leggero peso rinchiuso nei loro piumini che li rendeva ancora piu' buffi e grassottelli.
Si divertirono a rincorrersi lungo il viale innevato; giocarono a nascondino agitando le fronde delle piante: i fiocchi che si posarono sulle loro testoline conferirono ai loro capelli un pizzico di friabile candore simile a zucchero a velo. Spaziosi slittini di legno li attendevano allineati in cima alla collinetta: li rinnovarono immediatamente e file di bambini si agrapparono l'uno alle spalle dell'altro zigzagando sopra allo scivolio provocato dalla neve trasformatasi in ghiaccio.

"Ancora,ancora!" grido' a squarciagola uno dei bimbi.

Michael fece il doppio,il triplo,il quadruplo giro steso a pancia in giu' con le braccia aperte ai lati dello spazio circostante schizzato di bianco in ogni suo punto. Giocarono ad imitare gli animali dello zoo dopo che Michael spiego' che era Natale anche per loro:

"Michael,fai il cavallo!"

"Si Michael,fai il cavallo!"

Usarono la sua schiena come fosse un tappeto elastico: ad un certo punto le sue braccia cedettero e fini' col volto dritto sulla neve ghiacciata. Si rialzo' mostrando il suo viso sul quale l'unica traccia scura erano quella fessura dei suoi occhi neri.

"Ahahahah,guardate...Applehead sei tutto bianco! Ahahahahah!"

"Vieni qui....Se ti prendo..."

I bimbi si dispersero qua e la' per evitare di essere presi. Dopo un paio di tentativi riusci' a stringere nella sua dolce morsa un bimbo,avvolgendolo con il suo corpo imbacuccato e sorridendogli:

"Ti ho preso!"

"Come gli indiani e Peter Pan?" chiese il piccolo;

"Si,proprio come gli indiani e Peter Pan"

"Applehead?"

"Si?"

"Mi aggiusteresti il cappellino?"

"Certo..."

"Ahahahahahah....Ci sei caduto,prova a prendermi adesso!"

Il bambino si libero' dal suo abbraccio e scappo' altrove ridendo a crepapelle per quel suo piccolo scherzo. Michael balzellava qua e la' sull'immenso tappeto niveo del giardino lasciandosi colpire dalle palle di neve che i bimbi gli tiravano addosso. Quello che nacque fu una guerra quieta,e Michael si diverti' come non mai a farsi scagliare contro quelle bombe del tutto prive di pericolo.
Giocando e scherzando,il tempo trascorse ignaro delle lancette che scorrevano,ed arrivo' l'ora di entrare in casa.
Il salotto era caldo e accogliente: le fiamme ondeggiavano diffondendo il loro calore per tutta la stanza; le loro cime rosso intenso erano quasi accarezzate dagli addobbi che scendevano rigogliosi e colorati dal camino:
calzette piene di doni,bastoncini a righe bianche e rosse,ghirlandine e tanto agrifoglio. Un enorme albero al centro della sala illuminava ancora di piu' l'atmosfera incantata di quel magico giorno. Palline di ogni tipo e colore pendevano dai suoi rami.
Michael si mise al centro del tappeto,con il suo pigiama rosso con orsetti polari stampati e i suoi calzettoni di cotone pesante. Incrocio' le gambe e incito' i piccoli a sederglisi attorno.
Battendo le mani,scandi' il ritmo di famose canzoncine di Natale,alle quali il coro delle loro voci miti non tardo' ad unirsi. Si scaldarono con della cioccolata calda,seguivano gli occhi di Michael che espressivi mimavano le righe delle fiabe che gli leggeva; accontentarono senza misura i loro palati con dolcetti,torroncini,caramelle e lecca-lecca,litigando per chi dovesse impossessarsi di quello a forma di pupazzetto di neve,Babbo Natale e angioletto.
Poi arrivo' l'ora dei regali:

"Questi li ha portati Babbo Natale per voi" disse Michael;

le loro dita piccine si agitavano tra i pacchi scartocciandoli tutti,ansiosi di vedere la sorpresa: le carte volarono in terra,i nastri lo stesso.
A chi tocco' un cavallo a dondolo,a chi una bambola,a chi un puzzle,a chi delle formine con pongo,a chi una casetta,a chi una macchinina,ognuna di quelle piccole creature si mostro' entusiasta per il dono che gli era toccato.
Due maschietti al centro del cerchio si contendevano uno splendido pupazzo di pezza: un cagnolino pezzato col nasino rosso che si illuminava.
Lo tirarono cosi' tanto che si squarcio' in due: il cotone che lo imbottiva fini' su tutta la superficie della stanza,ed un pianto ininterrotto faceva da sottofondo in quel frangente di tempo. Michael si mise in mezzo a loro sfoderando una buffa faccia che li fece immediatamente riprendere.
Gli pose altri regali e cosi' tutti furono soddisfatti.
In ultimo,si radunarono sul tavolo per creare lavoretti natalizi da portare ai loro genitori: pigne,ghirlande,rami d'abete con le luci,disegni e cartoncini, tutti usciti dalla fabbrica della loro sconfinata fantasia.
I vestitini finirono per portare le macchie del cibo; sulle loro manine i segni dei pennelli intinti dalle tempere;i loro visini tempestati di glitter oro e argento. Michael li osservava concentrati,e lui era indaffarato ed euforico quanto loro. Si,perche' quel giorno non c'era neppure un adulto,Michael compreso;solo che lui era il piu' alto,e quello con il cuore piu' grande di tutti.

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"Allora Kevin,cosa hai fatto a Neverland?"

chiese la mamma al suo bambino di ritorno a casa;

"Mi fa male il pancino...Pero' voglio tornare da Applehead anche l'anno prossimo,posso mamma vero? Vero? Mi sono divertito piu' che a casa e guarda...Mi ha regalato questo...E quest'altro...e' per te"

gli disse porgendogli il lavoretto e mostrando il dono ricevuto da Michael.

Dieci giorni dopo,a scuola:la maestra mise la cassetta di "Peter Pan".
Uno dei fortunati che era stato a Neverland osservava l'immagine dell'Isola che non c'e'. Il suo amichetto lo fissava enigmatico:

"Cosa guardi! Tanto l'isola che non c'e' non esiste! Me l'ha detto mio fratello!"

"Non e' vero! Esiste invece!"

"E come fai a saperlo?"

"Lo so perche' ci sono stato!"

In classe,un'ora dopo: disegno libero.

"Maestra,ecco il mio!" Kevin rappresento' a suo modo quel giorno.

"Che bello Kevin,cos'e'?"

"Questa e' l'Isola che non c'e',e questo e' Applehead,con me,sullo slittino"

"Che nome simpatico....E chi e' Applehead?"

"Applehead e' Michael Jackson"

I genitori,i parenti e le maestre non poterono rimanere indifferenti ai racconti dei loro pargoletti: gli pareva di sentire l'amore che Michael voleva propagare attraverso le loro boccucce. A Natale siamo tutti piu' buoni,e loro la fecero,questa buona azione: tv e radio furono assalite da telefonate e lettere; la richiesta era semplice ma al contempo importante per il cuore di Michael: scrivere un resoconto esaltando la bonta' del Re del Pop. Tutti,indistintamente,che credessero o meno agli articoli su di lui che circolavano nelle loro case,decisero di contribuire a diffondere la generosita' di quel gesto.

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Quella mattina Michael si affaccio' alla finestra. Avvistava i giochi ricoperti dalla neve che gli conferivano una patina luccicante scontrandosi con i raggi del sole; sentiva il freddo vento di quell'Inverno pungente e ripenso' a quel giorno in cui quel bambino che era sempre stato si era potuto svagare come non mai.
Il postino arrivo' piuttosto in anticipo quella mattina,consegnandogli il giornale. In prima pagina,lui e i bambini.
Babbo Natale si era ricordato anche di lui e quell'anno,almeno per un po',il suo cuore dilaniato dalle molteplici ingiurie che gli erano state rivolte contro,accenno' a ricompattarsi.
Nei giorni successivi il suo sorriso era elettrico come i milioni di lampadine che addobbavano le strade di Los Angeles: ogni passante che lo riconosceva si congratulava con lui per quell'iniziativa,e non ci fu piu' bisogno per lui di rintanarsi nella sua isola che non c'e' perche' nell'isola che c'e',e cioe' nella citta' comune,visibile a tutti,finalmente tutti si resero conto della sua immensa umanita',e non solo i suoi fans.
Ed il suo cuore appesantito dalle troppe emozioni negative riusci' a volare leggero una volta per tutte,sempre diretto verso la prima stella a destra e poi dritto fino al mattino,verso un mattino che si preannunciava piu' roseo e meno vuoto,senza alcun Capitan Uncino pronto ad infliggere ulteriori ferite al suo cuore senza macchia.

FINE

Mi hai trasmesso tanta dolcezza nel tuo racconto, tanto amore, mi ha piaciuto moltissimo, mentre leggevo poteve vedere a Michael giocando con i bambini e godendosi quel bel momento. Grazie cara!!!

Grazie per la splendida fiaba Alessia, Neverland a Natale con i bambini e Michael, che quadro meraviglioso. Grazie per questo bellissimo sogno che speriamo possa presto avverarsi per tutti