Intervista immaginaria a Michael Jackson (2016)

a cura di: 3°C della Scuola secondaria di I grado “Alessandro Volta” di Inveruno.

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    "The King of Pop"

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    Intervista immaginaria a Michael Jackson
    29 febbraio 2016

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    G.: Buon giorno signor Jackson, siamo una redazione di “Giovani Reporter” e vorremmo farle delle domande iniziando da quelle un po’ personali. Come mai la sua pigmentazione si è notevolmente schiarita? È a causa della sua malattia?
    I.: Mi fa molto piacere parlare di questo problema; si tratta della vitiligine, una malattia che distrugge la melanina, così la mia pelle è diventata a macchie. All’inizio coprivo quelle chiare con del trucco ma poi è diventato difficile, allora ho iniziato a fare il contrario, cioè ho cercato di omogeneizzare il colore nascondendo le macchie scure.

    G.: È vero che non è stato lei a inventare il famoso passo del moonwalk?
    I.: E’ vero, lo ammetto. Un giorno vidi alcuni artisti di strada ballare e fare un tipo di passo molto particolare e mi è piaciuto talmente tanto che ho deciso di reinterpretarlo a modo mio e l’ho reso famoso.

    G.: Perché ha iniziato a indossare il guanto bianco?
    I.: Ho iniziato a indossarlo solo per un fattore scenico, perché il colore bianco del guanto attirava l’attenzione sui movimenti della mano e di conseguenza per lo stesso motivo ho pensato di utilizzare anche i calzini bianchi.

    G.: È vero che il suo migliore amico è un animale?
    I.: Sì, si tratta di una scimmia di nome Bubbles che ho deciso di adottare nel 1985 e col tempo siamo diventati amici, ma poi è cresciuta velocemente e per paura che ferisse mio figlio, anche giocando, l’ho portata in un ranch, dove spesso vado a vedere come sta.

    G.: Perché ha deciso di fare il cantante pop?
    I.: Perché fin da piccolo la mia passione era di cantare e di esibirmi davanti a tante persone ed inoltre la mia famiglia è composta da artisti. Comunque non ho solo eseguito canzoni pop, ma anche R&B e vari musical.

    G.: Chi è stato il primo a chiamarla “Re del Pop”?
    I.: La prima a definirmi così fu la mia grande amica Liz Taylor durante una premiazione del 1989 e da lì in poi tutti mi hanno chiamato in questo modo. Dico la verità, questo appellativo mi è piaciuto subito dall’inizio.

    G.: Com’è stato fare parte dei “Jackson 5”?
    I.: E’ stata un’esperienza molto eccitante. All’epoca avevo solo 5 anni ed inizialmente seguivo i miei fratelli durante i loro spettacoli ma poi mi hanno aggiunto nel gruppo e siamo diventati cinque, ossia i “Jackson 5”.

    G.: E’ felice di sapere che si è eretta una statua in suo onore?
    I.: Sono davvero onorato, significa che per tutto questo tempo sono riuscito a farmi volere bene dalle persone che ascoltano la mia musica e non solo!

    G.: C’è un segreto per il suo successo?
    I.: Non che io sappia, ci metto solo il cuore e tanta passione e la gente lo percepisce.

    G.: Quando ha capito di essere diventata una star?
    I.: Nel mondo dello spettacolo ci sono praticamente nato e nella mia vita non ho mai vissuto come un adolescente normale, perché io e miei fratelli giravamo in lungo e in largo l’America e non avevamo il tempo di andare scuola e di frequentare i nostri coetanei; quindi avevamo a nostra disposizione un maestro privato.

    G.: Non crede che l’album “Thriller” sia stato il vero e unico successo nella sua carriera artistica?
    I.: No, non penso, anche perché ogni volta che devo realizzare un album nuovo ci metto tutto me stesso, anche se con l’album Thriller ho vinto tanti premi e ho scalato le classifiche mondiali.

    G.: A cosa pensa quando si esibisce sul palco?
    I.: In quel momento mi trasformo ed entro in un altro mondo parallelo a quello reale e voglio solo che la gente si diverta con me e mi apprezzi per quello che faccio.

    G.: Cosa pensa della folla che cerca di salire per toccarla e starle vicino?
    I.: Apprezzo molto il fatto che vogliano toccarmi o stringermi la mano, ma la sicurezza viene prima di tutto.

    G.: Qual'è la cosa migliore che potrebbe capitarle nella sua carriera?
    I.: credo di essere già stato molto fortunato e di occupare una posizione privilegiata nella società, quindi poter continuare a scrivere canzoni sarebbe già un grande traguardo.

    G.: Come fa, dopo così tanti anni, ad essere sempre in forma durante i suoi concerti?
    I.: Sin da bambino sono abituato ad allenarmi per molte ore al giorno, ma il tempo passa anche per me e in quest’ultimo periodo soffro molto di dolori alla schiena, allora sotto controllo del mio staff medico prendo l’antidolorifico adatto che mi dà sollievo.

    G.: Per oggi abbiamo finito e La ringraziamo per essere stato disponibile.
    I.: Grazie a Voi. Mi sono divertito molto a rispondere alle Vostre domande.

    Classe: 3^C Redazione Facebook
    [Fonte] https://grinveruno.com/chi-siamo/

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