"The King of Pop"
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Un Reporter ricorda Jackson e la sua mania per la Disney
26 Giugno, 2009
LOS ANGELES -
"Ciao, Bob, sono Michael."
La voce esile mi ha fatto rivivere il Michael che conoscevo. Sono rimasto incredulo fino a quando la voce ha chiesto: "Hai scritto un libro su Walt Disney?"
Ho ammesso di aver scritto "Walt Disney, An American Original". Avevo ormai anche riconosciuto la voce – era Michael Jackson – e ricordavo che aveva una passione per tutte le cose Disney.
"Mi piacerebbe parlare con te di Walt" disse con urgenza e ho accettato. La data è stata fissata per la sera seguente al suo compound di famiglia a San Fernando Valley nella comunità di Encino che si trova a pochi isolati da casa mia.
Sono arrivato alla proprietà e mi sono annunciato ad una receptionist dall'altra parte di un citofono. Un massiccio cancello si è aperto lentamente e ho guidato lungo uno stretto viale e mi sono fermato davanti a un edificio dove si trovavano gli uffici. Mi sono guardato intorno e pensavo di aver visto un alto albero nelle vicinanze. Guardai di nuovo, era una giraffa viva e vegeta.
Un assistente ha detto che Jackson sarebbe arrivato presto così ho trascorso 20 minuti ad ispezionare una parete piena di foto di Jackson con Frank Sinatra, Ronald Reagan, Elizabeth Taylor, Elvis Presley e altre celebrità.
Infine, Michael era pronto. Fui presentato a lui in una elaborata sala da pranzo e poi lo seguì al piano di sopra dove c’era la biblioteca, caratterizzata da un ritratto a grandezza naturale di Walt Disney.
"Ti dispiace se registro la nostra conversazione?" chiese.
"No, se non la userai per fini commerciali”, ho risposto.
Ha iniziato chiedendo alcune domande e ho spiegato come mi sono avvicinato ad un'intervista con Walt. Quando ha finito di pormi i suoi quesiti io gli ho fornito alcuni ricordi di Walt.
Verso la fine della conversazione, Michael esitante mi ha chiesto se Walt avesse mai usato una certa imprecazione. Senza pensare, ho risposto che non gliela avevo mai sentita pronunciare.
L'intervista è finita e Michael mi ha accompagnato a vedere le fotografie che io avevo già visionato attentamente.
Era molto occupato nella metà degli anni ‘80 e non mi aspettavo di rivederlo. Eppure, pochi mesi dopo ha chiamato. "Ciao Bob, sono Michael" ha detto. "Pensi che Hazel George sia ancora viva?"
Ho detto che non lo sapevo, ma che avrei potuto scoprirlo. George era stata per lungo tempo l’infermiera di lunga data di Disney con cui aveva scambiato qualche pettegolezzo in studio. Ho scoperto che Hazel si era ritirata ma che viveva ancora vicino al lotto della Disney in Burbank.
"Mi piacerebbe parlare con lei", ha detto Jackson. "Riesci a organizzare?"
L’ho fatto e pochi giorni dopo Jackson è venuto a prendermi a casa mia nella sua limousine con autista e ho diretto il conducente verso il bungalow di Hazel.
Hazel era invecchiata da quando l'ho intervistata per la biografia e ho capito che avrei dovuto spronarla un pò. Avevo registrato le storie che una volta mi aveva dato e di cui avevo portato i nastri, così li ho riprodotti e le ho riconsegnato le battute.
Jackson era affascinato e quasi non ha proferito parola. Quando abbiamo finito, Hazel ha detto a Jackson: "Torna a trovarmi, ma non portare lui." Si stava riferendo a me.
Pochi mesi dopo arriva un'altra chiamata: "Ciao Bob, sono Michael."
Voleva saperne di più su Walt Disney e voleva che mi unissi a lui in una registrazione nello studio di San Fernando Valley. Sono arrivato in tempo e ho aspettato un'ora fino a quando non ha finito una sessione. Ci siamo seduti in un ufficio e mi ha di nuovo posto domande su Walt, la maggior parte delle quali già chieste nella nostra prima visita.
Mi ha anche chiesto di nuovo se Walt avesse mai usato una certa imprecazione. Questa volta mi sono ricordato che lo aveva fatto in almeno una occasione e ho provveduto a spiegare la circostanza umoristica.
"Oh," ha detto.
Non ho mai più rivisto Michael da allora.
Fonte http://seattletimes.com/html/nationworld/2...ksondisney.html // Traduzione: www.truth4mj.it/mj/index.php?option...chael&Itemid=62
Reporter recalls Jackson and his mania for Disney
By BOB THOMAS
LOS ANGELES —
"Hello, Bob, this is Michael."
The wispy voice caused me to review the Michaels I knew. I was stymied until the voice asked, "Did you write a book about Walt Disney?"
I admitted I had authored "Walt Disney, An American Original." I also recognized the voice by now - Michael Jackson - remembering he had a passion for all things Disney.
"I'd like to talk to you about Walt," he said urgently, and I agreed. The date was set for the following evening at his family compound in the San Fernando Valley community of Encino, which is just a few blocks from my house.
I arrived at the property and announced myself to a receptionist on the other end of an intercom. A massive gate opened slowly and I drove down a narrow passageway and stopped in front of a building containing offices. I looked around and thought I saw a tall tree nearby. I looked again; it was a real-life giraffe.
An assistant said Jackson would be ready soon, and I spent 20 minutes inspecting a wall full of Jackson photographs with Frank Sinatra, Ronald Reagan, Elizabeth Taylor, Elvis Presley and other celebrities.
Finally, Michael was ready. I was introduced to him in an elaborate dining room and then followed him upstairs to the library, which featured a life-sized studio portrait of Walt Disney.
"Do you mind if I record our talk?" he asked.
"Not if you don't use it commercially," I replied.
He started by asking a few questions and I explained how I approached an interview with Walt. When he ran out of queries, I provided some memories of Walt.
Toward the end of the conversation, Michael hesitantly asked whether Walt ever used a certain expletive. Without thinking, I replied I had never heard him utter it.
The interview was over and Michael escorted me to the photographs I had already perused.
He was busy in the mid-1980s and I didn't expect to see him again. Yet a few months later he called. "Hello Bob, this is Michael," he said. "Do you think Hazel George is still alive?"
I said I didn't know but would find out. George was Disney's longtime nurse who also exchanged studio gossip with him. I found out that Hazel was retired yet still living near the Disney lot in Burbank.
"I'd love to talk to her," Jackson said. "Can you arrange it?"
I did, and a few days later, Jackson picked me up at my house in his chauffeured limo and I directed the driver to Hazel's bungalow.
Hazel had aged since I interviewed her for the biography and I found that I would have to prompt her. I had recorded the stories she once gave me and had brought the tapes along, so I played them back and let her deliver the punchlines.
Jackson was fascinated but scarcely said a word. When we finished, Hazel said to Jackson, "Come back and see me, and don't bring him." She meant me.
A few months passed and then another call: "Hello Bob, this is Michael."
He wanted to know more about Walt Disney and wanted me to join him at a San Fernando Valley recording studio. I arrived on time and waited an hour until he finished a session. We sat down in an office and he again asked questions about Walt, most of which he had asked in our first visit.
He also asked again whether Walt had ever used a certain expletive. This time I remembered that he had on at least one occasion and I proceeded to explain the humorous circumstance.
"Oh," he said.
I never saw Michael after that.
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