Perchè si piange quest’uomo per le strade del mondo?

di Barbara Kaufmann

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    Perchè si piange quest’uomo per le strade del mondo?


    di © Barbara Kaufmann
    21 Maggio 2010
    traduzione di Isabella Bresci


    Fiori, foto, messaggi, peluche, palloncini, candele... hanno cominciato a spuntare spontaneamente nei luoghi-simbolo e nei luoghi legati alla memoria di Michael.
    Dal 25 giugno 2009 simboli estemporanei della sua presenza appaiono nel mondo per ricordare la sua scomparsa. Memoriali, sacrari e tributi sono intorno alla sua stella sulla ‘walk of fame’ di Hollywood, all’Apollo Theater, a Neverland, all’Arena O2 di Londra, allo Staples Center di Los Angeles, e questo scenario si ripete ovunque sia passato. Ovunque, dalla Danimarca al Sud Africa e in ogni continente ci sono lacrime e musica e ricordi e canti e ancora lacrime...

    Accade raramente di vedere questo tipo di lutto collettivo per le strade del mondo. E’ successo per i Kennedy, per Martin Luther King e John Lennon e abbiamo assistito ad una dimostrazione spontanea d’amore di tale portata quando morì la ‘Regina di Cuori’ Lady Diana.
    Quando chi amiamo collettivamente ci viene portato via, piangiamo apertamente e senza vergogna. Questo pianto collettivo è la consapevolezza della perdita di qualcosa di prezioso che non sappiamo bene come chiamare.

    E’ stato uno di quei momenti dove si dice “dov’eri quando è successo...” e ora è incastonato nella coscienza collettiva come l’incidente del Challenger, l’allunaggio, l’assassinio di Kennedy, l’ammaraggio dell’Apollo 13, il fatale incidente di Lady Diana, l’assassinio di John Lennon e l’attentato alle Torri Gemelle del World Trade Center a New York. Ci sono momenti che segnano le nostre vite e fanno risaltare ciò che prendiamo per scontato e per cui forse abbiamo dimenticato di essere grati. I volti dei famigliari di Michael ci rimarranno impressi per sempre nella memoria, come le parole di sua figlia Paris quando dichiara che era un grande papà.

    Il compito di comunicare la notizia al mondo con una conferenza stampa è toccato a Jermaine e più tardi Janet, che era molto vicina a suo fratello, si espresse così nel tentativo di spiegare il dolore della famiglia richiedendo un po’ di rispettosa privacy: “Per voi Michael era un’icona, per noi Michael era famiglia”. Il fratello Tito più tardi, in un’intervista durante la serie TV sui fratelli rimasti, disse che pensava a Michael, il suo fratello minore, “da solo in quel posto...” . Katherine Jackson quel giorno ha perso un figlio e non esiste dolore più grande della perdita di un figlio. E si vedeva.

    Mentre l’anniversario della perdita di Michael si avvicina, mi rendo conto che Michael Jackson era molto più di un’icona per i suoi ‘afecionados’. Gli amici musicisti hanno perso un collega, il cast di “This Is It” ha perso la sua musa musicale, il mondo ha perso un talento stellare, ma qualcosa di fondamentalmente profondo è successo quando Michael è morto. Possiamo aver provato complicità, abbiamo forse guadagnato un po’ di compassione o almeno sembra che i più l’abbiano fatto. In che modo? Beh, lo sapete. Decidete voi come si chiama questo...
    Per alcuni ammiratori Michael era una megastar, un genio musicale e sì, un’icona. Per qualcuno è stato la pietra miliare di tutta una vita. Ma era di più... per qualcuno Michael era un eroe o un maestro, qualcuno a cui ispirarsi per mantenere la speranza. Per le moltitudini era uno che nel mondo adulto “aveva capito”. Se siete cresciuti negli anni 60’ sapete cosa intendo, se no dovrete indovinare...

    Michael Jackson creava nei testi delle sue canzoni, e con i loro messaggi, il tipo di mondo che i suoi fan e ammiratori volevano credere possibile. Disse loro che potevano fare un cambiamento e loro ci hanno creduto ma avevano davvero bisogno della sua guida per rimanere costanti. Alcuni erano incapaci di proseguire senza Michael e lo hanno seguito tristemente nell’eternità. Alcuni lo piangono ancora perché il dolore per questa particolare perdita rimane.

    Molto della disperazione per la morte di Michael dipende dal fatto che chi non conosceva il vero Michael, cioè quelli che avevano i giornali scandalistici come unica fonte d’informazione su di lui, continuano a denigrarlo e a perpetuare false leggende metropolitane. Ancora oggi ci sono persone che scrivono il suo nome sul loro libro nero. Ancora oggi viene diffamato nonostante la sua assoluzione in tribunale, condannato per la sua vulnerabilità, ridicolizzato per la sua innocenza e per la sua semplice fiducia nella natura umana. E proprio la natura umana non lo ha trattato nel migliore dei modi. Questo è ciò che fa male.

    Quando Michael è morto, si è portato via qualcosa; qualunque cosa essa sia, la sua perdita è sentita in modo molto forte da chi conosce il vero Michael. Lui ha avuto certamente la lealtà di queste persone, la loro ammirazione, non c’è bisogno di dirlo, hanno creduto in lui senza tentennamenti, ma lui aveva qualcos’altro che ha portato via con sé. L’ambasciatore della speranza, il cheerleader planetario che non disperava mai dell’umanità ha abbandonato il pianeta lasciando dietro di sé un vuoto incredibile. Questo è ciò che lo rende universale.

    Un’anziana di novant’anni ha chiesto a una giovane donna della sua famiglia: “Perché piangete questo uomo per le strade?”. La statura di un uomo impone quel tipo di reazione? Che genere di persona si piange pubblicamente? Solo un’icona culturale? Un’icona musicale? Un simbolo? Cosa vedono in Michael per piangerlo pubblicamente? Forse questo merita più di uno sguardo superficiale, forse c’è di più. La domanda invita alla contemplazione e suggerisce una domanda e la relativa riflessione più profonda: “Piangerebbero pubblicamente per me se mi conoscessero per come sono davvero?”

    Molti ancora si domandano perché soffrono ancora profondamente per questa perdita, perché sentono questo dolore dopo quasi un anno, perché lo sentono in modo così personale, perché sembra di aver perso uno di famiglia.
    Bene, Michael era speciale, e voi sentite che non ce ne sarà mai più un altro.

    Qualcos’altro è successo con la sua morte: per molti è stato un risveglio spirituale. Le tragedie collettive e personali provocano questo, si precipita in caduta libera a testa in giù nel vuoto, il luogo della perdita che rimane senza nome. La sua assenza ha cambiato così tanto alcuni che sono quasi irriconoscibili. C’era qualcosa di speciale in Michael…

    C’è molto di più. Sono in tanti, ci sono storie su storie che raccontano quel momento nel tempo e come è stato il catalizzatore per nuove realtà. Ci sono momenti che non si possono qualificare come isterie di massa indotte, allucinazioni o ridicoli piagnistei. Quei momenti sono reali e commoventi. Lui, il suo lavoro e i suoi messaggi vengono elaborati in un modo nuovo che ne espande l’essenza. Sfida le spiegazioni e non ci sono parole, o almeno non ci sono ancora. E’ così inconsueto che è diventato un fenomeno.

    Un dolore profondo ha sempre uno scopo. Se gli umani e la loro esperienza di vita hanno un qualche senso in questo mondo, questo è di migliorare la condizione umana ed elevare la coscienza e per farlo devono aprire il loro cuore. Non c’è nulla che apra di più il cuore umano di un dolore molto profondo. Non vi è nulla che tiri fuori l’umanità come il coltello tagliente del dolore. Esso scava a fondo e lascia lo spazio vuoto che può allora essere riempito di compassione.

    Michael Jackson ci ha chiesto di diventare esseri compassionevoli, di guarire il mondo, di guardarci allo specchio e cambiare. Ha detto “siamo il mondo” e ci ha chiesto di salvare quel mondo e noi stessi da ogni forma di annichilimento. Ci ha chiesto questo per tutta la vita e in ogni modo che a lui era possibile, e ora ci regala questo dolore che apre i cuori e scava un pozzo da riempire con autentica compassione. Ci fa dono della riflessione. Ci ha prestato la sua vita, ora ci dà l’opportunità di espandere la coscienza riflettendo sul suo esempio. E’ rimasto costante, fiducioso e compassionevole fornendoci uno specchio che rifletteva ogni cosa che proiettavamo su di lui. Ci ha dimostrato esattamente che cos’è la mancanza di compassione collettiva.
    L’ha dimostrato per tutti noi su questo pianeta in modo che forse possiamo riuscire a vedere quanto sia terribile, e forse decidere di agire in modo diverso in futuro.
    Questo forse è il dono più grande che Michael ci ha fatto.

    I miei occhi così umidi


    Non ti arrendere alla solitudine così presto
    Lasciala scavare a fondo.
    Lasciala fermentare e stagionare
    Perché pochi ingredienti umani e forse anche divini, possono farlo.
    Qualcosa manca al mio cuore stanotte
    Ha reso i miei occhi così umidi
    La mia voce così dolce.
    Il mio bisogno di Dio
    È assolutamente chiaro.


    Hafiz (Mistico sufi, 1320-1390 A.D.)

    --------------------------------------------------
    Thanks to www.facebook.com/229933520525343/p...53435404841821/

    Original source: www.innermichael.com/2010/05/why-ar...s-for-this-man/ : Why Are They Weeping In The Streets For This Man?

    Edited by ArcoIris - 20/3/2018, 02:42
     
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    Articolo molto commovente che mi ha fatto venire le lacrime, purtroppo accade sempre in questi casi...
     
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    CITAZIONE (Who's Bad? @ 16/12/2014, 21:25) 
    Articolo molto commovente che mi ha fatto venire le lacrime, purtroppo accade sempre in questi casi...

    Già, eppure, basta girare un pò per i social per accorgersi che non facciamo che dimenticare.
    Dimenticare cosa Michael ci ha insegnato per tutta la vita, dimenticare che ha sofferto per la mancanza di comprensione, per il pregiudizio, per il sarcasmo, etc etc... e continuiamo imancabilmente anche fra di noi, tutti fans di Michael a offenderci , a non avere la minima tolleranza verso un opinione diversa da,a passare immediatamente a giudicare quest'opinione come se fosse la persona intera.
    Così, se noi fans siamo così messi, cosa potremo mai fare circa il suo messaggio?
    E nessuno escluso eh.. voglio dire chi sempre e chi di rado, abbiamo e stiamo tutti peccando in tal senso.
    Sostenere che lui era un santo e noi no.. non serve a nulla..
    Quel rancore che viene fuori attraverso le pagine, quella rabbia cieca con cui ci si scaglia verso perfetti sconosciuti senza alcun equilibrio, non ci porta certo ad essere migliori di altri, anzi, ci fa apparire incapaci di cogliere e appunto quanto Michael ha sempre predicato, e incapaci di imparare dalla sua vita e gli eventi che gli hanno ruotato intorno.
    Siamo altamente intolleranti insomma.. non sappiamo guardarci dentro, sembriamo incapaci di dire a noi stessi.. " sto facendo gli stessi errori di chi lo odiava per partito preso, mi sto comportando nello stesso modo verso i miei simili".. eh no, tutti santi.. senza la minima percezione per altro di quello che scriviamo e la veemenza con cui a volte lo scriviamo ...
    Sorry... pensieri in libertà..
     
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    CITAZIONE (Valerie77 @ 17/12/2014, 08:44) 
    CITAZIONE (Who's Bad? @ 16/12/2014, 21:25) 
    Articolo molto commovente che mi ha fatto venire le lacrime, purtroppo accade sempre in questi casi...

    Già, eppure, basta girare un pò per i social per accorgersi che non facciamo che dimenticare.
    Dimenticare cosa Michael ci ha insegnato per tutta la vita, dimenticare che ha sofferto per la mancanza di comprensione, per il pregiudizio, per il sarcasmo, etc etc... e continuiamo imancabilmente anche fra di noi, tutti fans di Michael a offenderci , a non avere la minima tolleranza verso un opinione diversa da,a passare immediatamente a giudicare quest'opinione come se fosse la persona intera.
    Così, se noi fans siamo così messi, cosa potremo mai fare circa il suo messaggio?
    E nessuno escluso eh.. voglio dire chi sempre e chi di rado, abbiamo e stiamo tutti peccando in tal senso.
    Sostenere che lui era un santo e noi no.. non serve a nulla..
    Quel rancore che viene fuori attraverso le pagine, quella rabbia cieca con cui ci si scaglia verso perfetti sconosciuti senza alcun equilibrio, non ci porta certo ad essere migliori di altri, anzi, ci fa apparire incapaci di cogliere e appunto quanto Michael ha sempre predicato, e incapaci di imparare dalla sua vita e gli eventi che gli hanno ruotato intorno.
    Siamo altamente intolleranti insomma.. non sappiamo guardarci dentro, sembriamo incapaci di dire a noi stessi.. " sto facendo gli stessi errori di chi lo odiava per partito preso, mi sto comportando nello stesso modo verso i miei simili".. eh no, tutti santi.. senza la minima percezione per altro di quello che scriviamo e la veemenza con cui a volte lo scriviamo ...
    Sorry... pensieri in libertà..

    Quoto assolutamente ogni tua minima parola, purtroppo questa è la dura verità anche se io non ne capisco il perché. Perché non accettiamo le opinioni degli altri a condividiamo le proprie in modo pacifico invece di criticarci e offenderci, in fondo siamo una famiglia, unita dalla medesima persona,Michael, che ha passato tutta la sua intera esistenza a trasmettere ideali di pace e d'amore. :love:
     
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    Io credo che sicuramente la sua scomparsa, almeno quando si parla di Michael abbia enfatizzato tutta una serie di emozioni, ovvio.. siamo sensiblizzati dal dolore(e lo siamo ancora), e questo ci porta ad estremizzare.. dietro ad un idea diversa, un opinione diversa, siamo maggiormente portati a forse soffrirne e quindi rifiutarla?
    Ma io credo che sia anche un indole, di paura di incomprensione, di intolleranza.
    E si siamo uniti dall'amore verso Michael, ma anche divisi da quello stesso amore, perchè ognuno di noi, ha i suoi..limiti di tolleranza?la differenza magari sta poi nell'educazione? nell'intelligenza? nel saper accettare questo proprio limite e preferire lasciar perdere, piuttosto che non vederlo nemmeno o non accettarlo e iniziare ad offendere o sarcasticamente sminuire il prossimo?
    E non solo ,anche gelosie possessività etc etc..
    Altrimenti non esisterebbero tutte queste fantasiose, fidanzate, mogli, ex amanti, amiche intime, prescelti etc etc.. che diventano sempre di più.
    Relativamente a lui, in molti è sempre stato fortissimo il desiderio di possesso..
    Voglio dire, che non vivono Michael con un amore condiviso( o lo fanno SOLO, se di base l'opinione su quanto accaduto o chi sia, o cosa sia, è identica) ma un qualcosa di personale.. proprio, unico, e così deve essere..
    Nessuno potrebbe amarlo come loro, capirlo come loro.. e questo atteggiamento crea chiusura, in alcuni crea quasi una patologia, che finisce nel web manifestandosi con questa stessa esclusività, io ero e/o io sono etc etc ( amante, amica moglie prescelta e via andare..)
    Alcuni dicono che questi aspetti sono nati a seguito della sua scomparsa e che la MJFAM non era così divisa e intollerante..
    In parte gli do ragione, di sicuro, il dubbio, il mistero, il dolore , il desiderio di fare... la cosa giusta.. etc etc.. come ho detto prima enfatizzano tutto quanto.. ma poi sta sempre a noi.. NON DIMENTICARE MICHAEL...
    Non potremo mai essere un modello del suo messaggio se quel messaggio non fa parte di noi.. se non lo mettiamo in pratica nelle diversità.
     
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4 replies since 15/12/2014, 03:57   233 views
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