MichaeI Jackson, luci ed ombre a tre anni dalla scomparsa

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    MichaeI Jackson, luci ed ombre a tre anni dalla scomparsa



    Aggiunto da Redazione il 25 giugno 2012.

    - di Alessio Polizzi -



    Roma, 25 Giu. (Seven Network) – Oggi ricorre il terzo anniversario della scomparsa di uno dei più grandi artisti di sempre, che ha influenzato in maniera determinante il mondo della musica lasciando un segno indelebile, il solo ed unico The King of Pop, ovvero Michael Joe Jackson, da tutti conosciuto semplicemente come Michael Jackson.
    Cantautore, ballerino, coreografo, attore, sceneggiatore iniziò la sua carriera a soli cinque anni come leader del gruppo Jackson Five, insieme ai suo fratelli.
    Dà li inizia una lunga sequenza di successi che lo faranno diventare una figura dominante nella cultura popolare per oltre 40 anni, grazie al suo poliedrico contributo nel campo dello spettacolo, fino ad entrare nel Guinness dei Primati come l’artista di maggior successo di tutti i tempi con oltre 1 miliardo di dischi venduti.
    I suoi video musicali hanno rivoluzionato il modo di concepire la musica e l’emittente musicale MTV deve il proprio successo grazie alla sua popolarità.
    Il suo talento innato gli permetteva di comporre le canzoni imitando il suono degli strumenti con la voce.
    Jackson è sempre stato un acuto osservatore, un’artista animato da fervida creatività ed irrefrenabile curiosità che ha sempre riservato una particolare cura ai dettagli in tutti i progetti ai quali si è dedicato.
    Come ogni artista anche Jackson è stato influenzato da chi lo ha preceduto ed effettivamente non fù il creatore di molti, se non di tutti, i passi che caraterizzavano il suo modo di danzare.
    Senza ombra di dubbio gli và riconosciuta la capacità di riunire, perfezionare e personalizzare quanto già proposto da artisti noti e meno noti al grande pubblico, tra cui Fred Astaire (1899 – 1987), John W. Sublett “Bubbles” (1902-1988), Eleanor T. Powell (1912-1982), James Jose Brown (1933-2006) e molti altri.
    E’ così che nacque quella sintesi unica per elegenza e precisione che tutti abbiamo avuto modo di ammirare nel suo innovativo stile di danza.



    Questo, insieme al suo distintivo genere musicale ed al suo caratteristico stile vocale, ha influenzato la maggior parte degli artisti hip hop, pop, R&B e rock contemporanei.
    I suoi progetti discografici, come ad esempio Off the Wall, Bad, Dangerous e HIStory, tanto per citarne alcuni, sono catalogati tra gli album più venduti al mondo e come non ricordare Thriller, in assoluto l’album più venduto nella storia della musica e vincitore di 8 premi Grammy.
    Numerosi sono i premi ricevuti lungo la sua impareggiabile carriera, come quello di “Miglior artista pop maschile del Millennio” ai World Music Awards oppure quello di “Artista del Secolo” agli American Music Awards del 2002.

    Incluso due volte nella Rock and Roll Hall of Fame: nel 1997 come frontman dei Jackson Five e nel 2001 per la sua carriera solista, mentre nel 2002 è entrato nella Songwriters Hall of Fame per il suo contributo nel campo cantautorale e attualmente è l’unico artista del mondo pop e rock ad essere indotto anche nel National Museum of Dance and Hall of Fame per il suo impatto nel mondo della danza.
    Sono 13 i Grammy Awards vinti, incluso il prestigioso Grammy Legend Award e migliaia di altri premi, che lo hanno reso inequivocabilmente l’artista più premiato nella storia della musica.





    Ma la vita di Michael non è stata solo gioie e successi.
    Segnato dalle violenze subite dal padre-manager (note le dichiarazioni sue e dei fratelli in merito) Michael viene privato dei giochi e della spensieratezza dell’infanzia.
    Quando arrivano la consacrazione artistica ed il successo crea Neverland, il Ranch dove vivrà dal 1988 al 2005, in cui aveva fatto costruire un parco a tema e uno zoo per ospitare ragazzini poveri e malati terminali.
    Al di là della grande esposizione mediatica a cui una star del suo livello è gioco-forza sottoposta, Michael resta un ragazzo timido e riservato e mal si identifica con il mondo degli adulti, e appena è lontano dalle luci dei riflettori si circonda di bambini meno fortunati, che ospita a Neverland. Questo gli farà meritare l’appellativo di eterno Peter Pan.
    I Media sempre pronti a celebrarne il talento e altrettanto pronti a puntare il dito verso quelle che vengono definite “stravaganze”, non si lasciano sfuggire ogni occasione utile.

    Con il passare degli anni il colore della pelle di Michael inizia a cambiare, si susseguono ripetuti ricoveri ospedalieri ed iniziano a circolare voci ed illazioni di ogni tipo.
    Rapidamente si diffonde la teoria secondo la quale Michael non ama essere nero e qualcuno arriva addirittura a sostenere che stia tentando di cambiare il colore della propria pelle, per diventare “il primo bianco che balla a canta come un nero”.
    In realtà Jackson ha sempre rivendicato con fierezza le sue radici e la sua appartenza alla comunità nera.
    L’accanimento mediatico andrà avanti fino a quando Michael, esausto dal doversi nascondere e stanco delle falsità che circolano, affronterà pubblicamente la questione, fugando ogni speculazione sul suo conto.

    Si scoprirà così che in realtà Michael soffre di una grave forma di vitiligine, una malattia della pelle non contagiosa caratterizzata dalla comparsa sulla cute, sui peli o sulle mucose, di chiazze non pigmentate. Una patologia che si presentò agli inizi della carriera solista e che lui, per vergogna e per non dare una cattiva immagine di se ai propri fans, tentò in ogni modo di nascondere facendo ricorso al trucco.
    Michael da sempre mostra una grande sensibilità e nelle sue canzoni affronta temi di grande impatto sociale ai quali grazie alla sua grande forza comunicativa riesce a conferire una portata globale senza precedenti.





    Attraverso la sua musica Michael inizia a veicolare con intensità man mano crescente un messaggio che và oltre la musica e che mira a sensibilizzare le persone a superare divisione e pregiudizio, a guardare oltre le apparenze per cercare la verità, a riscoprire quel senso di comunione che rende tutti gli uomini uguali e fratelli. Un richiamo profondo al cuore dell’uomo che può essere sintetizzato dal brano “Heal the World” (Guarisci il Mondo), un invito che non ha bisogno di commenti.
    Il suo impegno per rendere il mondo un posto migliore non si limita solo ai messaggi che trasmette attraverso le sue canzoni; Michael dona ingenti somme di denaro ad ospedali, istituti di ricerca, orfanotrofi e spesso si reca personalmente a portare sorrisi e doni ai tanti bambini sfortunati, senza peraltro cercare clamore e pubblicità. A questo aspetto gli organi di informazione non daranno mai il giusto peso.

    Attorno alle frequentazioni dei suoi giovani ammiratori a Neverland si solleva un clamore mediatico dai toni aspramente critici, il comportamento ingenuo, disponibile e generoso di Jackson lo espone a critiche ed illazioni di ogni tipo.
    Iniziano a circolare voci di rapporti complicati tra il cantante e i suoi giovanissimi fans, fino alle accuse di molestie sessuali, emerse per la prima volta nel 1993 e che a seguito di un’altra denuncia, nel 2003 faranno finire Jackson nel mirino dei giudici, accusato anche di altri tipi di reati.
    Ancora una volta agenzie di stampa e trasmissioni scandalistiche non si lasciano sfuggire l’occasione per scrivere un nuovo capitolo della loro personale battaglia contro Jackson ed in breve tempo, attraverso un’accurata strategia denigratoria, l’ex ragazzo prodigio del pop diventa per molti un mostro divoratore di bambini da distruggere a tutti i costi.

    Processato nel 2005, dopo tre mesi di udienze, 141 testimoni ascoltati e sette giorni di camera di consiglio, il 13 giugno i dodici giurati del tribunale di Santa Maria (California) incaricati di stabilire la sorte di Michael Jackson lo hanno assolto da tutti e dieci i capi di imputazione per i quali era stato chiamato alla sbarra, dichiarandolo non colpevole. ( www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach.../13/jacko.shtml )
    Il 5 marzo 2009, Michael Jackson tenne una conferenza stampa all’O2 Arena di Londra, in cui aveva annunciato di aver programmato una serie di concerti all’O2 Arena stessa nel luglio successivo. Michael aveva affermato che si sarebbe trattato del “final curtain call” come dichiarò nella conferenza stampa indetta a fine maggio, ovvero le sue ultime esibizioni.
    Nel giugno del 2009, Jackson è a Los Angeles per le prove che si svolgono allo Staples Centre.
    Il 25 giugno, mentre si trovava nella nella villa che aveva preso in affitto, al numero 100 di North Carolwood Drive a Holmby Hills (Los Angeles) Michael ha un malore. Viene prontamente soccorso e trasportato d’urgenza alla clinica dell’UCLA Medical Center di Los Angeles, dove morirà a causa di un arresto cardiaco.



    La notizia della sua morte giunse improvvisa e del tutto inattesa, a pochi giorni dalle ultime prove dei concerti che si sarebbero dovuti tenere alla O2 Arena, proprio perchè le immagini video delle prove svoltesi allo Staples Center mostravano un Jackson in ottima forma.
    Qualche mese dopo il suo decesso Jordan Chandler, il bambino che in passato lo aveva accusato di molestie sessuali, ritrattò tutto e rivelò che fu suo padre a spingerlo a mentire per soldi. In seguito il padre del ragazzo, è stato trovato senza vita dopo essersi sparato con una pistola in una camera d’albergo. Anche il giornalista Martin Bashir, che lo intervistò per il documentario “Living with Michael Jackson”, ha confessato in seguito di aver mentito.

    Con la sua morte sembra concludersi una storia comune a tante star, nella quale il protagonista ad un certo punto non riesce più a sostenere il peso della propria popolarità e diventa vittima del suo stesso talento, fino a finire schiacciato dagli scandali e dalle polemiche.
    Eppure in questo caso questo tipo di valutazione non solo sarebbe riduttiva ma potrebbe anche risultare del tutto inappropriata.

    All’inizio di questo articolo ho volutamente parlato di “scomparsa” e non di “morte”, perchè aldilà delle notizie ufficiali diffuse e delle teorie del complotto, che vedrebbero dietro al suo decesso intrighi dei suoi discografici e manager, se non addirittura l’implicazione di politici di elevato livello, risulta assai sorprendente e curiosa la sequenza di coincindenze e particolarità che ruotano intorno a tutta la vicenda, riscontrabili proprio a partire dal 25 giugno 2009 e che hanno portato in molti a teorizzare la “finta morte” di Michael Jackson.
    Non si tratta di una fantasiosa teoria motivata esclusivamente dall’acceso desiderio di milioni di fans incapaci a rassegnarsi che vorrebbero il loro beniamino ancora in vita, bensì da una attenta e scrupolosa valutazione di tanti elementi anomali rilevati, che seppur con qualche comprensibile abbaglio, costituiscono la solida base della teoria dell’Hoax, termine che si traduce in “bufala”, e sta appunto ad indicare qualcosa di falso ed inverosimile volto ad ingannare il pubblico, presentando deliberatamente per reale qualcosa di falso o artefatto.
    Tanto più non si può ignorare che i “Believers” (così si definiscono coloro che appunto “credono” che Jackson sia ancora vivo) non annoverano fra le loro fila solo i fans storici di Jackson, ma anche persone che si sono avvicinate all’argomento mosse dalla curiosità e ritengono la teoria dell’Hoax plausibile, oltre ad alcuni artisti amici di Jackson; Orianthi Panagaris, attuale membro della band di Alice Cooper, che è stata chitarrista solista di Michael Jackson ed è stata presente in tutte le prove per il suo tour “Michael Jackson’s This Is It”, attraverso un tweet sul noto social network ha dichiarato di essere una Believers.
    Il tema dell’Hoax ha ispirato anche la pubblicazione di un libro dal titolo “Michael Jackson – Una morte poco chiara” nel quale l’autrice, Mirjana Kovacic, raccoglie i dubbi riguardo le notizie emerse dal 25 giugno 2009, coinvolgendo il lettore a porsi delle domande su una morte che ha lasciato il mondo sotto shock.
    Non è possibile in questo articolo affrontare adeguatamente il tema dell’Hoax e illustrare i tantissimi elementi disponibili, tantomeno analizzare le motivazioni che potrebbero essere alla base della sua ideazione e le sua finalità.
    Qualunque sia la verità tutto questo merita certamente un serio approfondimento che cercheremo di trattare in futuro con articoli specifici.

    Con le sue canzoni e la sua musica Michael Jackson ha saputo conquistare una folla enorme di fans ed è riuscito a farsi amare da più di una generazione.
    I suoi concerti erano seguiti da migliaia di persone perché Michael ha saputo dare al pubblico tutto se stesso ed è quello che ha fatto per tutta la sua vita.
    Le sue canzoni sono conosciute in tutto il mondo, il suo modo di ballare è ancora oggi il più imitato dai ragazzi.
    Michael Jackson è una di quelle persone che, grazie a ciò che ha fatto, ha lasciato dietro di se un bellissimo ricordo.


    Source : www.seven-network.it/2012/06/25/mic...alla-scomparsa/

    Edited by ArcoIris - 8/5/2017, 23:14
     
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