La musica di Michael Jackson: solitudine, amore e messianismo

by Patricia Godes

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    "The King of Pop"

    Group
    Dangerous
    Posts
    12,778

    Status
    Anonymous

    La musica di Michael Jackson:
    solitudine, amore e messianismo*



    B1dmIvx

    *(relig.) Fede nella venuta del Messia propria del cristianesimo e dell'ebraismo
    *(fig.) L'attesa di un radicale rinnovamento di una società


    Vestito di bianco e nero, il cantante inizia con una delle sue canzoni più popolari. La storia di un ragazzo vittima di una denuncia di paternità.
    Il pubblico, decine di migliaia di persone, non smette di ballare. L'applauso è fragoroso, ma senza fermarsi, il giovane idolo lascia il posto a un altro dei suoi più grandi successi, una canzone su una groupie che lo perseguita. Applausi, grida e mormorii dei suoi fan.
    I musicisti non gli danno loro tregua e attaccano con un'altra canzone, questa volta di una coppia che è circondata da un esercito di zombie dopo un film ..

    Parliamo di Michael Jackson, il creatore di un universo di magia, sogni e incubi che ha saputo impossessarsi del cuore dei suoi fan. Loro gli perdonavano le sue eccentricità e si identificavano con i problemi e i conflitti della sua vita da milionario, ma tormentata, che si riflette nei testi delle sue canzoni.

    Incomprensione, amore, messianismo :
    Nell'universo magico e claustrofobico di Michael Jackson, il protagonista e narratore di eventi - quasi sempre in prima persona - è un uomo solo, isolato e perseguitato dell'immagine che gli spettatori hanno di lui.

    Jackson ha iniziato a comporre a 18 anni, ma le sue prime canzoni sono piccoli schizzi, semplici imitazioni dei suoi compositori preferiti . 'Destiny', del 1979, è il primo album composto interamente da lui e dai suoi fratelli che include già "That's what you get for being polite" ("Questo è quello che si ottiene nell'essere gentile "), la sua prima canzone che parla di isolamento e di incomprensione.

    La ricerca di amicizia e amore è tradizionale nella musica popolare.
    Nel repertorio di Jackson logicamente abbondano avances sessuali. "The Way You Make Me Feel” è uno degli esempi più espliciti insieme a "In the closet" del 1992 , con il celebre video della sua danza con Naomi Campbell nel deserto.
    Le allusioni erotiche del ballo non sono estranee al paroliere Jackson, chiedere al proprio partner di accompagnarlo nelle complicate evoluzioni della sua danza è, soprattutto nei suoi primi anni, una risorsa abituale come in "Shake your body" o "Don't stop 'Till you get enough".

    Salvare il mondo è la terza delle ossessioni dell'iconico paroliere. Alcune delle sue migliori ed emblematiche canzoni come " Heal The World" parla di " piangere insieme lacrime di felicità e vedere come le nazioni cambiano le loro spade in vomeri ".

    Struttura ereditata dal gospel
    Dal punto di vista della struttura, i testi di Jackson sono semplici che provengono dalla musica da ballare e giocano con il 'trucco ipnotico' attraverso la ripetizione ad libitum.

    Sono le tecniche di domanda e risposta della musica gospel che coinvolge il cantante attraverso il pop nero della Motown dove ha mosso i suoi primi passi.

    In quasi tutte le sue canzoni è come ossessionato da una frase come la contagiosa "Are You OK, Annie? Wont you tell us that you're OK?" di 'Smooth Criminal'. Una risorsa classica che diventa eccezionale se l'ascoltatore si rende conto che tutte le voci sono di Jackson che ha instaurato una conversazione claustrofobica con se stesso.

    Slang e tenerezza
    L'inglese di Jackson, come di consueto nella musica afro-americana, riproduce la pronuncia e i modi di dire in stile colloquiale.

    A Jackson piacciono anche le citazioni e i riferimenti ai brani classici ed emblematici della musica e della cultura del suo popolo, ma non disdegna le parole atipiche inusuali nel linguaggio della canzone pop come "crescendo", "entire" o "quench".("crescendo", "intero/intatto" o "placare/reprimere". )

    Ci sono momenti in cui ha piccoli lampi di poesia leggera e popolare la cui manifestazione più famosa è la canzone dedicata alla vittima dell' AIDS , "Gone Too Soon". Ma ci sono anche frasi isolate piene di tenerezza e poesia dentro il marasma febbrile di molte delle sue canzoni.

    L'interpretazione che Jackson fa dei suoi testi
    Jackson interferisce direttamente nel significato. Il cantante utilizza principalmente due tecniche diverse: nei pezzi ballabili, in cui abbondano slogan per lo più brevi e ripetitivi, preferisce usare il suo caratteristico marchio di fabbrica: singhiozzi, borbottii e la sensazione come se gli mancasse l'aria.... Molte di queste canzoni sono quelle che raccontano di temi erotici e sessuali.

    Riserva la sua voce melodica da 'crooner' (signif: “colui che canticchia /sussurra) per salvare il mondo e piangere gli eletti: i bambini morti prematuramente ( " Gone Too Soon " e "Little Susie " ), ma anche se stesso, perseguitato dal KGB nella metafora della solitudine in" Stranger in Moskow ", o per il pianeta Terra minacciato dal disastro ecologico in "Earth Song".

    Jackson scrive testi semplici e di grande musicalità che diventano un'importante supporto ritmico e melodico per le sue canzoni . Gli piace raccontare storie e descrivere situazioni insolite che lo portano a scoprire risorse inedite o quantomeno inusuali.
    I contenuti delle sue canzoni si estendono fino a rappresentare situazioni universali : " Billie Jean " non è solo un'accusa di paternità - che sarebbe un problema legale piuttosto arido - ma è anche l'espressione poetica di una persona che si sente sola e perseguitata. Come in tutte le grandi opere della canzone popolare, si basa su esperienze e sensazioni in cui tutti i suoi ascoltatori si possono identificare.

    PATRICIA GODES
    RTVE.es

    www.lacortedelreydelpop.com/verdad39.htm

    Questa traduzione è a opera di ArcoIris per il Michael Jackson's Gold World. In caso di ripubblicazione citare la fonte riportando l'url diretto a questo post, (clicca sulla data del post per ottenere l'url diretto)


    La música de Michael Jackson:
    soledad, amor y mesianismo


    Vestido de negro y blanco, el cantante ataca una de sus canciones más populares. La historia de un muchacho víctima de una acusación de paternidad.

    El público, decenas de miles de personas, no deja de bailar. Los aplausos son atronadores, pero, sin detenerse, el joven ídolo da paso a otro de sus grandes éxitos, una canción acerca de una groupie que le acosa. Aplausos, gritos y gemidos de sus fans.

    Los músicos no les dan respiro y atacan otra canción esta vez acerca de una pareja que se ve rodeada por un ejército de zombis al salir del cine...

    Hablamos de Michael Jackson, el creador de un universo de magia, sueños y pesadillas que consiguió adueñarse de los corazones de sus admiradores. Estos le perdonaban sus excentricidades y se identificaban con los problemas y conflictos de su vida millonaria pero atormentada, reflejada en las letras de sus canciones.

    Incomprensión, amor, mesianismo:

    En el universo mágico y claustrofóbico de Michael Jackson, el protagonista y narrador de los hechos -casi siempre en primera persona- es un hombre solitario, aislado y perseguido, vivo reflejo de la imagen que los espectadores tenemos de él.

    Jackson empieza a componer con 18 años pero sus primeras canciones son pequeños bocetos, meras imitaciones de sus compositores favoritos. Destiny de 1979 es el primer álbum completamente compuesto por él y sus hermanos que ya incluye "That's what you get for being polite", su primera canción sobre aislamiento e incomprensión.

    La búsqueda de la amistad y el amor es tradicional en la música popular. En el repertorio de Jackson abundan lógicamente las proposiciones sexuales. "The Way You Make Me Feel" es uno de los ejemplo más explícitos junto con "In the closet" de 1992, la del celebre video de su baile con Naomi Campbell en el desierto.

    Las propiedades eróticas del baile no resultan ajenas al Jackson letrista, solicitar a su pareja que le acompañe en sus complicadas evoluciones sobre la pista es, sobre todo en sus primeros años, un recurso habitual como en "Shake your body" o "Don't stop 'Till you get enough".

    Salvar al mundo es la tercera de las obsesiones del icónico letrista, algunas de sus mejores y más emblemáticas canciones como "Heal The World" hablan de "Lloraremos juntos lágrimas de felicidad y veremos como las naciones cambian sus espadas por arados".

    Estructura heredada del gospel

    Desde el punto de vista de la estructura las de Jackson son letras sencillas que proceden de la música de baile y juegan la baza hipnótica a través de la repetición ad lib.

    Son las técnicas de pregunta y respuesta de la música gospel, que llega al cantante a través del pop negro de Motown donde dio sus primeros pasos.

    En casi todas sus canciones se obsesiona con una frase como por ejemplo el contagioso "Are You OK, Annie? Wont you tell us that you're OK?" de "Smooth Criminal". Un recurso clásico que se convierte en excepcional cuando el oyente se percata de que todas las voces son del propio Jackson que ha entablado una claustrofóbica conversación consigo mismo.

    Lenguaje coloquial y también ternura

    El inglés de Jackson, como es habitual en la música afroamericana, reproduce la pronunciación y los modismos coloquiales.

    A Jackson le gustan también las citas y referencias a canciones clásicas y emblemáticas de la música y cultura de su raza pero no rechaza vocablos atípicos, poco habituales en el idioma de la canción pop como "crescendo", "entire" o "quench".

    Hay momentos en los que tiene pequeños destellos de poesía clara y popular cuya muestra más conocida es la canción dedicada al niño víctima del sida "Gone too soon". Pero hay también frases aisladas llenas de ternura y poesía dentro del marasmo febril de muchas de sus canciones

    La interpretación que Jackson hace de sus letras

    Jackson interfiere directamente en su significado. El cantante utiliza principalmente dos diferentes técnicas: en las piezas bailables y en las roqueras en las que abundan los slogans cortos y repetitivos prefiere recurrir a su característico estilo entrecortado: hipo, gruñidos y sensación de falta de oxígeno. Muchas de estas canciones son las que hablan de temas eróticos y sexuales.

    Reserva su voz melódica de crooner para salvar el mundo y llorar a los elegidos: a los niños prematuramente muertos ("Gone too soon" y "Little Susie") pero también a sí mismo, perseguido por la KGB en esa metáfora de la soledad que es "Stranger in Moskow", o al planeta Tierra amenazado por el desastre ecológico en "Earth song".

    Jackson escribe letras sencillas de gran musicalidad que constituyen un importante apoyo rítmico y melódico para sus canciones. Le gusta contarnos historias y describir situaciones poco habituales que le exigen descubrir recursos inéditos o al menos inusuales.

    Billie Jean - Michael Jackson Ocultar vídeo El contenido de sus canciones se amplía hasta representar situaciones universales: "Billie Jean" no es sólo una acusación de paternidad -que sería un tema jurídico bastante árido- sino la expresión poética de una persona que se siente sola y perseguida. Como en todas las grandes creaciones de la canción popular se trata de experiencias y sensaciones con las que todos sus oyentes pueden identificarse

    PATRICIA GODES
    RTVE.es


    Edited by ArcoIris - 18/2/2018, 23:04
     
    Top
    .
0 replies since 1/5/2014, 13:24   407 views
  Share  
.
Top