Michael Jackson's Xscape - Recensioni

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  1. ArcoIris
     
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    "The King of Pop"

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    ‘Xscape’: Michael Jackson e il doppio album tra passato e futuro



    La musica diventa eterna quando gli artisti che la creano superano i limiti temporali per continuare a trasmettere un flusso inarrestabile di emozioni e passione, anche dopo la propria morte.

    LA MUSICA É ETERNA?
    Questa particolare caratteristica dell’arte dei suoni sembra calzante per descrivere la carriera di Michael Jackson, una delle stelle più lucenti della storia musicale contemporanea, la cui memoria resta ferma nel pensiero collettivo a cinque anni dalla sua tragica scomparsa. Le onorificenze che hanno arricchito la carriera di Michael Jackson lo hanno incoronato come uno degli artisti di maggiori successo di tutti i tempi e, nonostante le note controversie incontrate nel suo luminoso cammino, la sua musica – assieme al suo caratteristico ed esclusivo stile di danza – lo hanno trasformato celermente in leggenda. Quando un grande artista muore sorgono spesso miti volti a ipotizzare che la star sia ancora viva, nascosta magari in qualche sprazzo di mondo dove nessuno è riuscito ancora a trovarla. Quel che ci è dato sapere è che la musica non ha fine e, seppur in forma immateriale, Michael Jackson è tornato a scaldare i cuori dei fan di ogni dove.

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    XSCAPE: MICHAEL JACKSON RISORGE ANCORA UNA VOLTA
    - Il “Re del pop” risorge ancora una volta con Xscape, secondo disco postumo di Jackson che ha risvegliato gli animi di milioni di fan i quali, in tutto il Pianeta, hanno riascoltato la sua iconica voce per otto intensi brani inediti. Dopo la tragica scomparsa di Michael Jackson nel 25 giugno del 2009, il 2010 ha commemorato la sua fondamentale carriera con la pubblicazione di Michael, primo album postumo del “Re del pop” che ha scalato le vette delle classifiche musicali di tutto il mondo, guadagnandosi numerosi dischi d’oro e di platino.

    DOPPIO DISCO FRA PASSATO E FUTURO
    - Fra i due album postumi aleggia una differenza sostanziale dal punto di vista cronologico: i dieci inediti di Michael furono infatti registrati dal 2004 al 2009 a Los Angeles, mentre le otto tracce di Xscape risalgono in realtà agli anni Ottanta e Novanta. Il titolo del nuovo disco proviene da Xscape, brano inizialmente composto per essere inserito nella tracklist definitiva dell’album Invincible – ultimo disco prima della sua scomparsa uscito nel 2001 - ma che fu lasciato nelle out-take per poi divenire oggi il protagonista del nuovo lavoro discografico.


    L’INTERPRETAZIONE DI TIMBALAND E COLLABORATORI
    - La distanza temporale fra le canzoni selezionate per Xscape e lo stile delle tendenze musicali odierne ha spinto i produttori Darkchild, J-Roc, Stargate e Timbaland a rivisitare le versioni originali di Michael Jackson in chiave contemporanea. Da tale scelta stilistica sono state partorite le versioni standard di Xscape e quelle deluxe, dove è possibile ascoltare le interpretazioni di Timbaland affiancate alle versioni originarie di Michael Jackson. L.A. Reid, produttore esecutivo di Xscape, ha avuto a disposizione un vasto archivio di registrazioni inedite del “Re del pop” e ha deciso di “rinfrescare” alcuni suoi vecchi brani senza però contaminare l’aura caratteristica di Jackson.

    LE DUE VERSIONI A CONFRONTO
    - Influenze provenienti dal mondo della dub, dell’hip hop e del più recente r’n’b si fondono assieme alle inconfondibili impronte della leggendaria pop star, la cui linfa vitale torna magicamente a sgorgare con incredibili sorprese musicali.

    DA PAUL ANKA A JUSTIN TIMBERLAKE
    - Xscape apre con un’ode all’amore intitolata Love never felt so good, un brano romantico dalle sfumature fusion e funky dove spicca uno sfondo orchestrale estatico. La versione originale, dal gusto più intimistico con la sola presenza di voce e pianoforte, risale al 1983 ed è stata scritta da Michael Jackson con Paul Anka. Rich Lee e Justin Timberlake hanno diretto il video di Love never felt so good, nel quale sono stati montate alcune scene estrapolate dalle clip più amate di Jackson, da Thriller a Black or White. Del brano esiste anche una terza versione composta da Michael in collaborazione con Justin Timberlake.

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    DALL’R’N’B AGLI AMERICA
    - Il secondo brano di Xscape è un turbine incontrollabile di groove: Chicago, canzone a metà strada fra l’r’n’b e il rap, racconta la doppia vita di una donna sposata che, incontrando Michael in città, si innamora perdutamente di lui nascondendo la relazione dal marito. La versione originale del 1999 è meno ritmata ma sostiene un pathos più coinvolgente dove si ergono suoni onirici. Sempre seguendo l’ondata r’n’b, Loving you è un brano di grande impatto dove il beat rimbomba con prepotenza. L’originale del 1987 mostra un animo più mesto e indirizzato verso la fusion.

    La terza traccia mostra un tributo di Michael agli America, celebre gruppo folk rock attivo dagli anni Settanta. Il “Re del pop” ha infatti interpretato in chiave r’n’b la famosa A horse with no name degli America, trasformandola in A place with no name, diretta da uno schiocco di dita incalzante che invita alla danza. Nella versione del 1998 la pop star aveva optato per una interpretazione più fedele di A horse with no name, dove era solo il ritornello a proporre delle nuove linee melodiche che si differenziassero dall’originale degli America. Nel brano del 1998 erano preponderanti le sonorità della chitarra, sostituite da effettistiche elettroniche da Timbaland. La band angloamericana ha ringraziato Michael Jackson per il suo tributo alla loro musica, dichiarando di essersi sentiti infinitamente omaggiati dalla versione del “Re del pop”.


    IL SENSAZIONALE VIDEO CON L’OLOGRAMMA DI JACKSON
    - Slave to the rhythm è un brano infuocato che si snoda su interferenze di musica elettronica dove la tensione ritmica e sonora arriva alle stelle. Nell’originale del 1991 la voce di Michael è meno sovraccaricata dall’accompagnamento che funge da mero sottofondo. Slave to the rhythm ha riscosso un successo notevole grazie alla produzione di un video, diffuso in anteprima durante i Billboard Music Awards 2014, che ritrae l’esibizione di Michael Jackson sotto forma di ologramma, dinanzi a un pubblico stupefatto ed estasiato. I ballerini sulla scena danzano con l’ologramma di Michael creando un effetto visivo alquanto realistico, tanto da indurre alcune persone – che hanno visualizzato il video su youtube – a credere che “the king of pop” fosse ancora vivo.

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    MISTERO E GROOVE
    - Un tocco di dub condisce l’intensa Do You know where your children are, dove risorgono gli indimenticabili falsetti di Michael che esplodono sul finale, accompagnati da cori e un breve assolo in stile rock. L’originale del 1991 mantiene degli stilemi caratteristici degli anni Ottanta, dove le sezioni strumentali spiccano per la loro esuberanza. Un intro misterioso apre Blue Gangsta, un brano dal forte carisma r’n’b dove voci sovrapposte si alternano ai soli di Michael sotto il segno di un’atmosfera esotica e sensuale. La versione originale mostra degli stacchi ritmici più secchi, ai quali si legano delle fisarmoniche dall’aura oscura che rimandano al fascino sempre verde del tango argentino.

    Un groove fresco dal retrogusto funky si discioglie nella magistrale titletrack Xscape, un brano che narra il desiderio di fuggire dal mondo saltando dall’universo r’n’b alla fusion.

    UN DISCO LODATO DALLA CRITICA
    – La critica internazionale ha definito Xscape come un album di ottima qualità, capace di promulgare degnamente il retaggio lasciato dall’inimitabile “Re del pop”. Il sound generale è stato considerato fresco e contemporaneo, lodando il lavoro di restyling di Timbaland. La collezione di brani originali, inclusi nella versione deluxe di Xscape, mantengono comunque una propria autonomia che si alterna alle nuove interpretazioni senza restarne offuscata.

    MEGLIO L’ORIGINALE O IL RESTYLING?
    - Volendo considerare Xscape secondo un’etica volta all’autenticità stilistico-musciale, il vero disco dovrebbe ricercarsi nella versione deluxe piuttosto che in quella prodotta da Timbaland. Tale concetto fonda le basi sul fatto che alcune sfumature dub e techno del disco – che alleviano l’aura originariamente funky di Jackson – trasformano l’album in un lavoro non totalmente ideato del “Re del pop” e contaminato da altre menti che, seppur abbiano lavorato per anni con Jackson, non possono sostituirsi a lui in quanto a genio creativo. Xscape resta comunque – a prescindere dall’eventuale versione preferita dall’ascoltatore – un disco carico di brio e classe che si configura come degno erede di una delle più amate star della musica internazionale.

    http://www.wakeupnews.eu/xscape-michael-ja...ssato-e-futuro/
     
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