[AGGIORNATO]XSCAPE: NEW MICHAEL JACKSON ALBUM

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  1. Wivvy
     
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    Questo articolo è un po' una sorta di 'contro canto' rispetto al clima generale intorno a questo album ma credo che, da fan (commenti sulla famiglia a parte), da un certo punto di vista non dica delle cose tanto sbagliate...

    Il nuovo disco di Michael Jackson? Un flop




    Ogni volta che mi arriva la notizia di un album postumo di Michael Jackson mi immagino i membri della sua famiglia che gridano «Greed is good!» con la stessa foga di Gordon Gekko in Wall Street. Quando dicevano che MJ non sarebbe mai morto davvero probabilmente intendevano proprio questo: «Ogni due anni troveremo un modo per fare altri soldi sulla vostra immensa nostalgia».
    Difficile credere altrimenti, se contiamo che solo nell’anno e mezzo successivo alla morte Epic/Sony ha pubblicato sette dischi a suo nome, incluso il disastroso Michael, il primo di questa lunga serie di dischi post-mortem. Xscape, l'ultimo mostro della serie, conta otto brani, incluso un duetto (il singolo, con Justin Timberlake, in totale presente in tre varianti differenti) e relative versioni originali. Già, perché allo scempio di prendere pezzi mezzi incompleti o che, per qualche motivo fondato almeno agli occhi dell’artista al loro tempo sono stati accantonati, in Xscape certi demo sono addirittura stati dati a produttori in voga negli ultimi anni: Timbaland, produttore esecutivo del progetto insieme a L.A. Reid, e poi Darkchild, Stargate (quello di Rihanna, per intenderci) e J-Roc. (Non ci è dato sapere se Quincy Jones costasse troppo o avesse fin troppa dignità per partecipare a un progetto del genere). E questa è la prima parte del problema. La seconda? Le dichiarazioni velleitarie inserite nel comunicato stampa, in cui si leggono uscite come «rendere le canzoni contemporanee», ma ovviamente «senza intaccare l’anima di Michael». Ovvero: prendiamo le tracce vocali che non abbiamo inserito nelle precedenti raccolte, le facciamo sporcare da un produttore moderno, e ve le vendiamo insieme a quelle originali facendoci anche bella figura. (“Insieme”, però, solo se comprate la versione deluxe: altrimenti vi cuccate solo quelle rifatte).
    Il risultato, naturalmente, è una sorta di Frankenstein musicale. Perché è certo che, ascoltando questa collezione di canzoni, si ha l’impressione di avere una versione musicale di quelli che si fanno i selfie con i morti. Amy Winehouse, Elvis (ucciso due volte da un certo remix terribile), Tupac, Notorious B.I.G.: sono solo alcuni dei nomi afflitti dalla piaga dei dischi postumi.
    Come ha fatto notare Darren Hayes (ex cantante dei Savage Garden e da sempre grande estimatore di MJ) in una recente diatriba online, Jackson per il capolavoro Bad aveva scritto 60 canzoni; registrate 30; scelte 11 di cui 5 diventarono numeri uno in USA. Causalità o risultato di un processo creativo tortuoso e pensato?
    Recentemente è stato messo online un demo di Beat it: un rough cut in studio di Jackson che, non sapendo suonare alcuno strumento, registra tutte le armonizzazioni che ha in mente per il brano. Inutile dire che il risultato è qualcosa di sensazionale, di irripetibile. E anche se si ha la sensazione di stare spiando dal buco della serratura, questo dimostra che MJ era un perfezionista. Che non lasciava nulla al caso.
    Cos’avrebbe pensato allora di un’operazione del genere? Di vedere il suo peggio (perché, nonostante l’eccellente qualità musicale di certe canzoni incluse, si tratta pur sempre di scarti) spolverato, lustrato e pubblicato?
    Se dal punto di vista dei fan è più che comprensibile la voglia di materiale nuovo - che in qualche modo sigilla l’importanza di un’icona - in qualsiasi campo le pubblicazioni postume sono da sempre fonte di dibattiti accesi. (Un esempio nella letteratura recente sono le polemiche sulla pubblicazione di The original of Laura, ultimo manoscritto incompiuto di Vladimir Nabokov, pubblicato nonostante le indicazioni di bruciarlo dal figlio Vladimir.)
    Per quel che riguarda i risultati di vendita, da settimana prossima Xscape arriverà nei negozi e i milioni di fan di Jacko non tarderanno certo a consumarlo. Ma se è sensata la voglia di fare sì che un'icona viva per sempre, le pubblicazioni postume sono forse il meglio di ucciderle definitivamente.

    Riccardo Scirè



    Fonte: www.voceditalia.it/mobile/articolo.asp?id=105218

    Edited by Wivvy - 11/5/2014, 13:31
     
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209 replies since 31/3/2014, 14:36   7209 views
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