[AGGIORNATO] 1993 - Michael Jackson e il docu-film sulla sua avventura moscovita

L'Odissea del Concerto di Mosca - 15 settembre 1993

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    Non mi è nuova questa notizia - nello specifico il primo video - magari è una delle tante che ogni tanto ( non ho ancora capito il motivo ) vengono riciclate dai giornali e fatte passare per recenti.. ma credo che un "tuffo nel passato" faccia sempre bene,
    anche se alcuni passaggi sembrano inediti. Giudicate voi.

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    Michael Jackson e il docu-film sulla sua avventura moscovita

    Venti anni fa il Re del Pop visitava a sorpresa la capitale russa per una tappa del tour "Dangerous"


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    26 settembre 2013 Klim Kolosov, Russia Oggi

    Sono passati esattamente 20 anni da quando il Re del Pop decise di visitare a sorpresa la capitale russa per una tappa del suo tour "Dangerous", un paio di settimane dopo essere stato pubblicamente accusato (per la prima volta) di abusi sui minori e un paio di settimane prima che i carri armati dell’Armata Rossa bombardassero il Parlamento, sancendo definitivamente la fine dell’era sovietica, davanti alle telecamere della CNN, che ripresero l’evento in diretta.

    Michael Jackson, allora trentacinquenne, toccò il suolo tra il Giappone e Israele per un solo spettacolo, ma la vera avventura ebbe luogo off-stage. Del resto, il nome del tour, “The Dangerous World Tour”, già la diceva tutta.

    Il film-documentario “Michael Jackson, il Caso di Mosca” ha proprio tutto: ci sono i bambini, l’esercito e molto altro. Il regista Egor Trubnikoff, l’uomo del mistero della scena cinematografica russa, svela le ragioni che stanno dietro al suo provocatorio documentario-tributo al Re del Pop, realizzato con fumetti disegnati a mano, che ricordano i ritratti che vengono fatti durante i processi, testimonianze dirette di alcune persone che presenziarono all’evento e vecchie riprese di Michael Jackson - dal valore inestimabile - ritrovate sugli scaffali polverosi di un ufficio prima che venisse chiuso.




    Sta quindi dicendo che si trattava di una scatola che pensava fosse andata perduta anni fa e che poi ha ritrovato per caso, spostando alcuni mobili?

    Sì, anche se non è andata proprio così. Non sono stato io a ritrovare i nastri. È stato il cameraman, il signore dietro alla macchina da presa a cui Jackson disse “Ti trovi sempre nel posto giusto tu”, mentre passeggiava, di notte, vicino alla Piazza Rossa. Jackson aveva, in effetti, ragione. Quelle riprese, girate da diverse angolature, costituiscono un materiale inedito dal valore inestimabile. Si tratta perlopiù di scene tagliate e scartate dalle emittenti televisive.
    Una vera e propria miniera d’oro per chi si dedica al cinema storico, per non parlare di chi scrive la storia.


    Quali lati personali di Michael Jackson emergono dal documentario? Per caso, viene rivelato il suo lato oscuro?


    Nessun lato oscuro, nessun racconto che dia i brividi e nessun indizio circa il suo processo, a parte gli schizzi che abbiamo utilizzato per sostituire le parti mancanti o coperte da copyright - che ricordano, per l’appunto, i ritratti che vengono fatti nelle aule di tribunale.
    Il documentario mette in risalto la sensazione di profonda e totale incomprensione che Jackson suscitò, dopo il suo show, anche in quella manciata di fan russi che esistevano 20 anni fa e che si recarono fino a Mosca per vedere il suo spettacolo. Nemmeno se fosse arrivato qualcuno da Marte, il livello di incomunicabilità sarebbe potuto essere così profondo.
    In questo sciame di ammiratori, in parte cinici ma perlopiù fiacchi, Jackson appare solo, come forse non lo era mai stato prima e lo sarebbe stato dopo, con indosso la sua stravagante giacca di Peter Pan e, tra le mani, un barattolo di marmellata alla ciliegia, fatta in casa.

    Abbiamo dovuto tagliare la scena in cui rimane fermo immobile per diversi minuti sul palco, prima di intonare la canzone di apertura, quando è solo la pioggia che ti fa intuire che si tratta di una ripresa video, e non di una fotografia. Il messaggio di tutto il documentario è riassumibile in questo episodio.
    Jackson era solo, uno straniero a Mosca (come il titolo della canzone che scrisse in un momento di solitudine nella camera di albergo di Mosca: Stranger in Moscow, ndr): è esattamente così che lo vediamo nel film. È come se le persone che lo circondavano, in realtà, non fossero lì, e ci fosse solo lui. Siccome lui, però, non può parlare per se stesso, sono altre persone a farlo.



    Le persone che ha intervistato, chi sono? Perché ha scelto proprio loro?

    È tutta gente che assistette di persona, e da diverse angolature, all’evento. I bambini dell’orfanotrofio che Jackson visitò e che ora sono tutte persone adulte.
    Una pop-star russa, ormai in pensione, che credeva che Jackson provenisse da un altro pianeta. Alcuni bambini che sono diventati stelle della TV e musicisti dopo aver visitato quello show. Persone a cui venne dato, in mezzo alla folla, un biglietto gratis per assistere al concerto.
    Gli organizzatori che sono riusciti a malapena a sopravvivere alla pressione criminale. E naturalmente Art Troitsky, il guru del giornalismo della musica pop, che sostiene che la popolarità di un cantante pop si misuri in base alla frequenza con cui le sue canzoni vengono cantate nei karaoke.
    Ho messo tutte queste persone assieme nel film, perché di fatto non si sono mai incontrate nella vita reale, se non, forse, durante quello show del 1993, 20 anni fa.



    Qualche eroe silenzioso che compare nel documentario ma non dice nulla?

    La città di Mosca. Dopo i suoi successi internazionali e le sue super hit, Michael sbarcò in Russia nel 1993. Sembrava impossibile che un concerto del Re del Pop potesse concludersi con un fallimento epico. Eppure i moscoviti - i sinceri e ingenui russi dei primi anni della post-perestrojka - resero l’impossibile possibile, tanto è vero che fu chiamata l’Armata Rossa a riempire gli spalti semivuoti del Luzhniki.

    I moscoviti di oggi gradirebbero essere ritratti in questo modo? Ovvero come coloro che fecero fallire Michael Jackson?

    Ovviamente no. Credo che guardare questo video sia un boccone amaro da buttare giù per molti russi, sia a livello di orgoglio nazionale che di immagine che il Paese diede di sé. Non sono sicuro che la lezione sia stata appresa. Se il film e lo spettacolo stesso non ci fossero stati, avrebbero risparmiato, a più di qualcuno, un mal di testa.
    http://russiaoggi.it/cultura/2013/09/26/mi...vita_26279.html

    Edited by ArcoIris - 15/4/2018, 00:52
     
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    Come voler, al solito, dare una valenza quasi puerile e comunque da poco a tutto quello che evidenzia l'uomo( non gli piace.. doverlo ammettere, non lo faranno mai)..
    A dire il vero, si la notizia era uscita e riuscita da tempo, ma in sostanza, quello che fa veramente la figura dell'anacronista per forza, a me qui, sembra solo chi ha scritto l'articolo.
     
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    Grazie per l' intervista Arcoiris, ricordo molto bene il bellissimo video di Michael nell'orfanotrofio di Mosca, dolcissimo con i bambini
     
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    Forse si potevano dire pure due paroline due sul contesto storico e sociale dell'epoca, su cosa era l'Unione Sovietica nel 1993, come vivevano i moscoviti...forse allora si sarebbe capito che quelli soli e isolati erano loro, altro che lo strambo re del pop...e credo che Michael (a differenza di quello che ha scritto l'articolo) lo avesse percepito, assorbendone in pieno la difficoltà con quella sua incredibile capacità empatica... Non sarebbe male poi se tutti coloro che a vario (e spesso incomprensibile) titolo vengono chiamati in causa a dare un'opinione su Michael la smettessero di improvvisarsi psicologi, fornendo alla fine analisi a dir poco banali (era un bambino perché non ha avuto un'infanzia... Ehhh???) che personalmente mi suscitano un'irritazione al limite dell'orticaria!
     
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    L'Odissea del Concerto di Mosca - 15 settembre 1993 - stadio di Luzhniki



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    Samvel Gasparov, regista di cinema, racconta la storia del concerto di Michael Jackson a Mosca nel 1993:


    Ho sentito parlare di Michael Jackson per la prima volta negli anni '70. Conoscevo perfino alcune delle sue canzoni, ma non ero un suo fan. Quando lavoravo come camionista, mi piaceva ascoltare musica georgiana. Dopo, quando m'iscrissi all'università, cominciò a piacermi Joe Dassin, Charles Aznavour, Tom Jones ed Engelbert Humperdinck. Ma ho sempre saputo chi era Jackson, e sapevo che era un famoso cantante.

    Nei primi anni '90 il mio sogno era di realizzare un film chiamato " Run Brother, Run ". Alcuni cineasti americani espressero un po' d'interesse per la sceneggiatura, e nel 1992 andai in Romania, dove affittai una fondazione. A quel tempo, Michael Jackson si esibiva a Bucarest, e grazie a un amico comune mi fece conoscere il suo produttore Marcel Avram. Marcel mi chiese di aiutarlo a registrare il concerto per Michael e feci quello che potei. Fu un vero piacere. La prestazione di Michael mi lasciò sbalordito. Jackson mi aveva colpito molto - era un genio, questo è indiscutibile.

    Me lo presentarono personalmente, e ricordo come strinsi la sua fredda e pallida mano. Il secondo giorno, dopo cena, parlai con Avram del mio desiderio di realizzare il mio film in USA e del mio bisogno di denaro. Da allora mi avevano fatto un'offerta per realizzare cinque film negli Stati Uniti. "Mi piaci", disse Avram. "Se desideri possiamo far esibire Michael a Mosca.
    Così puoi organizzare il concerto e fare qualche denaro." Pensai che sarebbe stato geniale, ma onestamente non credevo che fosse possibile. Ma poco dopo Abram mandò il suo staff a Mosca per incontrare "Dessa", la società che dirigevo in quel momento. Era una delle prime società russe private creata con lo scopo di fare cinema, e la squadra era composta da brava gente.

    Improvvisamente il progetto si mise in moto. Il denaro si relegò all'ultimo posto dei miei pensieri. Ero pieno di entusiasmo, desideravo portare tal evento gioioso a quella gente - dopo tutto, era la prima volta che una grande star visitava la Russia. Dopo la visita della delegazione di Avram e fino al settembre 1993 fummo impegnati con i preparativi.

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    Era la mia prima esperienza nel mondo dello spettacolo, e non potevo immaginare che sarebbe stato così duro e imprevedibile. Pensai che tutti gli "squali" dell'ambiente avrebbero contribuito e sostenuto questo mio progetto, ma fu esattamente il contrario - loro mi ostacolarono duramente e tentarono di boicottare lo spettacolo. Percepivo che tutti i nostri sforzi si vanificavano nel nulla.

    Ricevemmo perfino telefonate di minacce. Fui attaccato dai media: scrissero che ero il re dell'industria degli alcolici e il capo della mafia cecena. Asserirono che stavo organizzando il concerto per vendere la vodka allo stadio. Fu un incubo!

    Pubblicarono articoli spazzatura anche su Jackson - che era un pedofilo, e che non era vero che Michael sarebbe venuto nel nostro paese, ma che un suo sosia avrebbe cantato le sue canzoni. Ma tutta questa schifezza non fece altro che spronarci ad andare avanti con il nostro progetto. Fu deciso che dovevamo realizzare lo spettacolo, senza pensare alle conseguenze.

    I preparativi erano già in corso. Facemmo ciò che era nelle nostre possibilità per soddisfare i bisogni della squadra di Jackson. Per esempio, avevano chiesto un arredamento di pelle nera, quarantacinque biciclette e alcuni computer. Fu necessario coprire l'intero campo dello stadio, noleggiare automobili, prenotare una suite presidenziale dell'Hotel Metropole per Jackson e lo staff della sicurezza personale e gli altri membri a lui vicini e altre camere presso l'Hotel Ucraina per il resto della squadra. ... Durante la preparazione dell'intero progetto, ebbi un brutto presentimento che qualcosa sarebbe andato storto anche prima dell'arrivo di Michael.

    Ricevemmo Jackson all'aeroporto Sheremetyevo-2 e lavorammo con lui durante i tre giorni precedenti il concerto. Può sorprendervi, ma non mi feci nessuna fotografia con lui.
    Ricordo, credo che fosse il giorno precedente al concerto, quando vidi una lunga fila d'impiegati dell'Ambasciata Americana entrare allo stadio. Jackson era vicino a una parete, tutti si avvicinarono uno ad uno per farsi un foto con lui. Accettava i loro abbracci con un sorriso obbligato. Non mi volli porre in quella fila. Con me era stato molto gentile e avrei potuto sfruttare quell'occasione, ma non mi piace l'opportunismo. Quando tutti ti corrono dietro, deve essere insopportabile.

    Credo che a Jackson gli fosse piaciuto il fatto che non gli stavo facendo pressione con lo scopo “di fare amicizia„ con lui. Per esempio, mai tentai di sedermi accanto a lui o iniziai una conversazione. Comunicava con me soprattutto attraverso il suo produttore, incaricato della sicurezza e medico.

    Di solito Michael era riluttante e non prendeva decisioni. Durante i nostri incontri si sedeva in un angolo e ascoltava in silenzio. Le trattative erano condotte principalmente con Avram. M'impressionava come questo ragazzo silenzioso riuscisse a far impazzire il mondo intero, cantando e ballando. (Me compreso, mi aveva letteralmente elettrizzato in quel concerto in Romania). Così, quando rivolgevo domande a Jackson, non mi rispondeva direttamente. Guardava verso Avram se la questione era sullo spettacolo o l'addetto alla sicurezza se si trattava di una visita in città, e solo con il suo consenso rispondeva "sì" o "no". Era sorprendentemente tranquillo, calmo e un po' strano.

    Una volta, all'una della notte chiese che lo accompagnassero da qualche parte dove poteva assaggiare una borsch [tipica minestra russa], così tutti dovemmo andare a un ristorante vicino al Monastero di Danilov. Servivano ottimo cibo, ma consumò solo il borsch con molto gusto. In un'altra occasione, durante una visita alla città, gli piacque la divisa di un capitano di polizia e chiese dove avrebbe potuto comprarne una uguale.
    Conferimmo con la polizia e lui gentilmente donò a Michael un'uniforme completa. Infatti, la mattina successiva ricevé l'uniforme in albergo, e quel regalo trasformò Jackson infantilmente felice. Lo trovava divertente, come un bambino.

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    Aveva un grande sogno, di vedere una parata nella Piazza Rossa dal Mausoleo. Naturalmente era qualcosa d'impossibile, ma cercammo di soddisfare tutti i suoi desideri e fu organizzata una sfilata della divisione Taman Alabin [presidio militare]. Le autorità ci aiutarono a costruire una tribuna su cui Michael avrebbe visto sfilare la parata. Marciò con le truppe mentre la sua squadra filmò un video. Quel giorno era in estasi dalla gioia.
    Era come un gran bambino, davvero. Lo vidi seduto nella sua stanza, giocando con i passeggini del piano ... avreste dovuto vederlo circondato da bambini! Sembrava trasformarsi in una persona diversa; si mostrava sempre felice di firmare i loro autografi. Un mio caro amico mi chiese di invitare Michael all'Accademia di Ballo che frequentava sua figlia. Non pensavo che avrebbe accettato, perché i giorni di permanenza erano già pianificati - doveva visitare i luoghi d'interesse turistico, fare acquisti e incontrarsi con politici e persone del mondo della cultura.

    ( Molte star pop russe mi chiesero di presentarle a Michael, ma io normalmente rifiutai). Invece, quando proposi a Michael l'invito del mio amico, lui accettò subito. Annullò una delle visite in città e andammo insieme al balletto. I bambini gli resero un'accoglienza incredibile; ballarono per lui e fecero alcune fotografie. Era assolutamente felice e sembrava di non voler andare via da lì. Per quanto riguarda il presidente Eltsin, Michael non ebbe la possibilità di conoscerlo, benché avesse il desiderio di farlo.

    Infine, i nostri "amici" avevano, in effetti, fatto un buon lavoro. La vendita dei biglietti furono molto esigue. In realtà, erano stati bloccati alle biglietterie: facemmo alcuni tentativi per comprarli noi stessi, ma ci fu riferito che erano "già venduti" o "l'ufficio era chiuso." Il 15 settembre, il giorno dello spettacolo, lo stadio era quasi vuoto.

    La pioggia aveva iniziato a cadere fin dal mattino. Vicino alla stazione della metropolitana, qualcuno aveva cominciato a diffondere la diceria che il concerto era stato cancellato a causa della pioggia, così la gente ritornò a casa invece di dirigersi verso lo stadio. A Jackson fu profetizzato che se fosse salito sul palco quel giorno, si sarebbe lesionata la colonna vertebrale. Poi si sparse la notizia che il team di Michael aveva portato la droga allo stadio.

    La polizia arrivò con i cani cercando la droga dappertutto. Non trovando niente, andarono via, ma rimasero fuori in attesa, intanto qualcuno consegnò un messaggio dicendo che c'era una bomba nello stadio! Così ritornarono i poliziotti e iniziarono a cercare la bomba ... era una cosa da pazzi.
    Quelle persone cercarono in tutti i modi di far deragliare i nostri piani e ci riuscirono.
    Mi resi conto che era la fine. Nel frattempo, gli addetti dell'intelligence arrestarono un agente di polizia sorpreso sotto le scale del palco. Risultò che si era nascosto sotto le scale per registrare immagini di Jackson dal palco per il suo archivio personale.
    Gli agenti segreti sono ragazzi duri, e pensarono che si trattasse di un killer ingaggiato, e lo legarono, ruppero la sua macchina fotografica e gli tolsero la sua arma di servizio ... potete immaginare in quali condizioni mi trovavo?! Fu un susseguirsi di eventi negativi!

    Pioveva 50-60 persone erano in piedi davanti al palco sotto gli ombrelli in attesa dell'inizio dello spettacolo. Il concerto era stato sospeso. C'era un silenzio sepolcrale. Io ero seduto nel mio ufficio con la mia squadra, tutti noi eravamo disperati. Il progetto era fallito, avevo perso. I soldi che avevamo prima di quest'avventura erano almeno sufficienti per un cortometraggio, ma fino allora avevamo perso tutti i soldi per organizzare la manifestazione. Dissi addio al mio sogno di realizzare il film ... Come ho menzionato prima, Dessa era la prima compagnia privata cinematografica nel paese. Non è come quando un ricco proprietario è padrone di uno studio cinematografico ...

    Poi uno dei miei collaboratori mi riferì che c'era una donna anziana che mi stava aspettando. Ero in stato di shock, completamente frustrato e non m'interessava chi voleva parlare con me. La lasciai comunque entrare. Era tutta bagnata dalla pioggia e piangeva. Tra le mani teneva un disegno. Era un'immagine di Michael Jackson rappresentata da sua figlia. In realtà somigliava più a Che Guevara o a Lev Tolstoj. La signora mi raccontò una storia molto triste, di sua figlia che fin dalla nascita era semi cieca- poteva vedere solo da un occhio del quale aveva una visione del 4%. Mi supplicò che chiedessi a Jackson un autografo per sua figlia malata.

    Credo che fosse Dio che mi mandò quell'anziana signora con il disegno ... lo afferrai e lo portai a Michael. Giuro che in quel momento non pensavo più al fallimento del concerto, o al denaro che avevo perso. Il mio unico pensiero era: "Che cosa sarebbe se questa ragazza riacquistasse la vista, dopo che lei ha ottenuto l'autografo di Jackson, solo per il puro desiderio di vederlo?" Così, lo feci ... entrai nel camerino e vidi Michael Jackson seduto con il suo costume per il concerto, perfettamente tranquillo, con le mani in grembo. Inoltre c'era il suo medico, Marcel Avram, e il capo della guardia del corpo. Furono sorpresi di vedermi con quel pezzo di carta e non immaginavano che cosa potesse essere. Spiegai la questione attraverso il mio interprete. Marcel Avram esplose dicendo, "Devi essere pazzo!

    Hai perso una quantità incredibile di soldi! Hai fatto un lavoro pazzesco e tutto andrà all'inferno! Non hai niente di meglio da fare?" Risposi, "Sì, posso aver perso tutto, ma ho bisogno di un autografo. E se la ragazza riacquistasse la vista? ! Pensate a ciò, come se avessi investito tutti i soldi che ho perso per comprare quest'autografo!" Jackson, che stava ascoltando la nostra discussione, improvvisamente disse ad Avram: "Non immaginavo che un mio autografo costasse tanto ... mi esibirò.
    Però ho bisogno di pubblico, per favore, non riesco a cantare in uno stadio vuoto. E avrò necessità di molti teli di spugna per asciugare il palco".
    Quindi firmò il disegno. No, non posso esprimervi quanto mi ringraziò per conto di Michel l'anziana signora…

    Non ricordo come mi misi in contatto Vladimir Aleshin, direttore dello stadio, implorando aiuto. Per fortuna comprese la situazione e ordinò di aprire le porte dello stadio. Tutte le persone senza biglietto che si erano riunite intorno allo stadio (grazie a Dio, lì fuori c'erano abbastanza di persone) si riversarono all'interno della struttura. Nello stesso tempo, la mia squadra insieme a un poliziotto trovarono un negozio che vendeva asciugamani, forzammo la serratura (era già tardi ed era tutto chiuso) e furono presi due set di asciugamani. Scrivemmo una nota per i proprietari e il poliziotto rimase di guardia al negozio affinché nessuno rubasse la merce.

    Oggi, dopo molti anni, è difficile spiegare come mi sentivo in quel momento. Quando avevamo perso ogni speranza, tutto improvvisamente si mise in moto. Jackson si sarebbe esibito. Attraversò il corridoio e salì la scala (la stessa in cui prendemmo il poliziotto.) Le sue guardie del corpo lo accompagnavano molto lentamente, Jackson era incredibilmente calmo. Pensai: "Ragazzi, a questo punto comunque vada non abbiamo niente da perdere." Mi sembrava che fossero trascorsi dei secoli prima del suo arrivo ...

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    Poi qualcosa esplose, saltò fuori dalla botola del palco e rimase immobile in mezzo alla scena tra nuvole di fumo.
    La pioggia continuava a cadere. Il pubblico dimenticò di respirare ".
    'Penso che lui sapesse come preservare la sua energia e in qualche modo riuscì a riversarla al pubblico ... Michael esplose nella danza come un tuono nel cielo 'asserisce Samvel Gasparov.'

    E come se seguendo le sue indicazioni, centinaia di auto-parlanti fossero esplosi nell'intorno, tutto lo stadio esplose. Non avevo visto niente di simile in tutta la mia vita. Lacrime di gioia scorrevano sul mio viso. Un amico si avvicinò e mi offrì una bottiglia di vodka. Non mi resi conto in un primo momento che era alcol, mi sembrò acqua fredda.
    Consumai l'intera bottiglia, salii in macchina e andai a casa. Non riuscivo nemmeno a stare allo stadio - ero così esaurito. Non ricordo in che modo riuscii ad arrivare a casa. Quella sera mia moglie mi disse, "Hai vinto, il tuo concerto è iniziato! Hai fatto un buon lavoro. Al diavolo i soldi! Possiamo vendere la casa e le automobili, se abbiamo bisogno di pagare il debito. La cosa importante è che hai raggiunto il tuo scopo. Lui sta cantando e la gente lo sta ascoltando! "

    Naturalmente non ci fu nessun riscontro economico dal concerto. Il giorno seguente incontrai Avram, e mi chiese di pagare solo le spese di viaggio del volo - Jackson non pretese il suo onorario, avrebbe dovuto percepire più di 400.000 dollari per quell'esibizione. Fu un gesto generoso e nobile. Penso che lui avesse semplicemente compreso che non ci fu data la possibilità di svolgere il nostro lavoro.


    Li vedemmo partire dall'aeroporto e li salutammo. Da allora non ho più rivisto Michael o Avram. Nel 1996, quando Jackson ritornò a Mosca per la seconda volta, ero fuori città. Se fossi stato presente, avrei pagato pur di rivederlo.

    Quello spettacolo del 1993 fu un punto di svolta nella mia vita. Mi sentii perso per un po' di tempo. Il sogno di Hollywood e Dessa scomparvero. La squadra si sciolse... è stata una vera pena che tutto sia finito così. Che cosa ottennero i miei nemici? Niente. Il concerto ci fu ugualmente.

    Ora tutto il mondo parla di nuovo di Jackson. Penso che la gente dovrebbe lasciarlo in pace. Non credo in nessuna di quelle sporche storie su di lui, no. Era un uomo che salì su quel palco per una bambina cieca, superando tutti gli ostacoli, ed esibendosi perfettamente! Il mondo ha perso un genio. È così triste ... non vi è dubbio che Michael Jackson sarà ricordato nella storia per centinaia di anni, assieme a celebrità come i Beatles ed Elvis "

    .



    Il 14 settembre Evan Chandler sporse denuncia per abusi sessuali nei confronti di suo figlio. E' facile immaginare come si potesse sentire Michael quel giorno. Durante quella tappa, in un giorno di pioggia, nella sua stanza presso Metropol Hotel, Michael scrisse la canzone "Stranger in Moscow".

    Link Originale: MyJackson.ru - Traduzione di castello5067 per MJPORTAL
    www.mjportal.com/it/king-of-pop/2-d...mit=12&start=24

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    Un altro documento interessante.....
    Questo articolo della Dangerous Zone fanzine ( Numero 10 ) ci riporta alla propaganda anti-occidentale dell'Unione Sovietica che includeva anche Michael Jackson, nonostante la sua immagine positiva. L'articolo è eccezionale perché dimostra quanto rapidamente la diffusione dell'arte di Michael ha influenzato i giovani, esattamente ciò che il governo della Russia sovietica temeva di più. Il periodo descritto in questo articolo riguarda l'inizio degli anni '80, momenti in cui, nonostante la "Cortina di ferro", la Jacksonmania aveva già raggiunto l'URSS.

    Continuate a leggere qui

    Nemico proveniente dall'Ovest: Jacksonmania in URSS



    Edited by ArcoIris - 15/4/2018, 00:53
     
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