Ricordo di Michael Jackson: La storia dietro la sua opera magna - 'Earth Song'

by Joe Vogel

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    RICORDO DI MICHAEL JACKSON: La storia dietro la sua opera magna.


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    Prima di Al Gore con 'An Inconvenient Truth', prima di Avatar e Wall-E, prima che "Going Green" diventasse uno slogan, è arrivata "Earth Song" di Michael Jackson, uno delle più insolite e audaci canzoni di protesta nella storia della musica popolare. Un successo in tutto il mondo (raggiungendo # 1 in più di quindici paesi) non è stato rilasciato come singolo neanche negli Stati Uniti.

    Tuttavia, quasi sedici anni più tardi, i suoi fan sono ancora in crescita. La richiesta disperata della canzone, a nome del pianeta e dei suoi abitanti (in particolare i più vulnerabili) rimane pertinente e importante più che mai.

    "Earth Song" importava profondamente a Jackson, che giustamente la considerava uno dei suoi più grandi successi artistici. Aveva progettato fosse l'attimo culminante della sua sfortunata serie di concerti 'This Is It' a Londra. E' stata l'ultima canzone che ha provato prima di morire.


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    Il brano che segue corrisponde a un pezzo di 50 pagine dal titolo "Earth Song: Inside Michael Jackson Opus Magnum," che spiega in dettaglio l'evoluzione della canzone, dalla nascita a Vienna fino all'ultima performance dal vivo di Jackson a Monaco di Baviera:

    "Michael Jackson era solo nella sua camera d'albergo, a ritmo."

    E' stato nel mezzo della seconda tappa del suo tour mondiale 'Bad', 123 estenuanti e spettacolari concerti che si è svolto in quasi due anni. Il tour è diventato la serie di concerti più grande in quanto a ricavato e presenze.

    Solo pochi giorni prima, Jackson si era esibito a Roma nello stadio Flaminio davanti ad un estasiato pubblico di oltre 30.000 spettatori. Nel suo tempo libero, ha visitato la Cappella Sistina e la Basilica di San Pietro in Vaticano con Quincy Jones e il leggendario compositore Leonard Bernstein. In seguito, si recò a Firenze, dove Jackson era ai piedi della scultura magistrale di Michelangelo, il David, guardandolo con soggezione.

    Ora era a Vienna, Austria, capitale della musica del mondo occidentale. Fu qui che la brillante 'Symphony No. 25' e l'inquietante 'Requiem' di Mozart furono composti, dove ha studiato Beethoven e ha composto la sua prima sinfonia.
    Ed è qui, al Vienna Marriott il 1 ° giugno 1988, che l'opera magna di Michael Jackson, "Earth Song" è nata.


    Questa canzone esprime musicalmente la magistrale protesta estetica di Picasso, Guernica, trasmesso in arte. All'interno delle sue scene vorticose di distruzione e sofferenza c'erano voci – che piangevano, supplicavano e gridavano per farsi ascoltare ("What about us?").

    "Earth Song" è diventata l'inno per l'ambiente di maggior successo nella storia, in cima alla classifica in più di quindici paesi, e sono state vendute più di cinque milioni di copie.

    Tuttavia, i critici non hanno mai saputo come interpretarla. La sua fusione insolita di opera, rock, gospel e blues, suonava in continuazione alla radio. Ha quasi sfidato tutte le aspettative di un inno tradizionale. Invece del nazionalismo, la visione di un mondo senza divisioni o gerarchie. Invece di dogmi religiosi o di umanesimo, desiderava fortemente una visione più ampia di equilibrio ecologico e armonia. Invece di propaganda semplicistica per una causa, era una vera espressione artistica. Al posto di un coro jingly che poteva essere plasmato in una maglietta o una recinzione, ha offerto un grido senza parole, universale.


    Jackson ha ricordato il momento esatto in cui la melodia è arrivata.

    Era la sua seconda notte a Vienna. Fuori dal suo albergo, al di là del Ring Strasse Boulevard e l'espansione del Stadtpark, poteva vedere i musei maestosamente illuminati, le cattedrali e i teatri d'opera. Era un mondo di cultura e privilegio lontano dalla sua casa d'infanzia a Gary, Indiana. Jackson ha soggiornato in uno spaziozo insieme di suite fiancheggiate da ampie finestre e una vista mozzafiato. Nonostante tutta l'opulenza che lo circondava, mentalmente ed emotivamente era altrove.

    Non è stata solo la solitudine (anche se sicuramente si sentiva così). E' stato qualcosa di più profondo - una disperazione schiacciante sullo stato del mondo.

    Forse la caratteristica più comune associata alla celebrità è il narcisismo. Nel 1988, Jackson certamente avrebbe avuto motivo per essere egocentrico. Era la persona più famosa del pianeta.
    Ovunque arrivasse, creava isteria di massa. Il giorno dopo il suo concerto sold out al 'Prater di Vienna Stadium', un articolo di AP diceva: "130 fan sono svenuti al concerto di Jackson".
    Se i Beatles erano più popolari di Gesù, come disse una volta John Lennon, Jackson avrebbe battuto tutta la Santissima Trinità.


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    Michael Jackson a Vienna, Austria, il 2 giugno 1988, un giorno dopo il concepimento di "Earth Song".


    Mentre Jackson, se per certi aspetti apprezzava l'attenzione, sentiva anche una profonda responsabilità nell'usare la sua fama per qualcosa di più della fortuna e la fama stessa (nel 2000, il Guinness dei primati lo ha citato come la stella pop più filantropica nella storia).

    "Quando hai visto quello che ho visto e viaggiato in tutto il mondo, non saresti onesto con te stesso e con il mondo [nel distogliere lo sguardo]", ha detto Jackson.

    Quasi in ogni tappa del suo tour mondiale “Bad”, ha visitato orfanotrofi e ospedali. Solo pochi giorni prima, durante il suo soggiorno a Roma, si fermò presso l'ospedale pediatrico 'Bambin Gesù' per portare regali, scattare foto e firmare autografi. Prima di partire, promise una donazione di oltre 100.000 dollari.
    Quando si esibiva o aiutava i bambini si sentiva al sicuro e felice, ma quando tornava nella sua camera d'albergo, una combinazione di ansia, tristezza e disperazione a volte lo attanagliava.

    Jackson è sempre stato sensibile alla sofferenza e l'ingiustizia. Ma negli ultimi anni, il suo senso di responsabilità morale è cresciuto. Lo stereotipo della sua ingenuità innonda la sua naturale curiosità e mente come una spugna. Sebbene non sia un politico nerd (Jackson senza dubbio preferisce il campo dell'arte alla politica), non era estraneo al mondo che lo circondava.
    Ha letto molto, guardato film, parlato con esperti, e studiato ogni tema con passione. Era profondamente dedito nel cercare di capire e cambiare il mondo.
    Nel 1988, aveva certamente motivi di preoccupazione. Le notizie si leggevano come capitoli di antiche scritture: c'erano ondate di calore e siccità, incendi boschivi e terremoti massicci, genocidi e carestie.
    L'escalation di violenza in Terra Santa, le foreste distrutte in Amazzonia, l'immondizia, olio e liquami che spazzavano le coste.


    Al posto del personaggio dell'anno del 1988, la copertina del Times è stata dedicata alla "Terra in pericolo di estinzione."

    La maggior parte delle persone legge o guarda le notizie per caso, passivamente. Diventano insensibili alle immagini e alle storie orribili proiettate sullo schermo. Tuttavia, queste storie spesso portavano Jackson fino alle lacrime. Sentiva il dolore internamente e fisicamente. Quando la gente gli diceva di godersi la sua fortuna, si arrabbiava. Credeva fermamente nella filosofia di John Donne: "Nessun uomo è un'isola". Per Jackson, l'idea è rimasta valida per tutta la vita. L'intero pianeta era collegato e intrinsecamente prezioso.

    "[La persona media]", ha spiegato, "vede i problemi" da risolvere “là fuori "... Ma io non mi sento in questo modo - i problemi non sono “là fuori” realmente. Li sento dentro di me. Un bambino che piange in Etiopia, un gabbiano che lotta pateticamente in una fuoriuscita di petrolio ... un soldato adolescente tremante di terrore quando sente gli aerei che volano sopra di lui ..non sta accadendo a me quando vedo e sento come loro?

    Una volta, ha dovuto fermare una prova di ballo perchè la foto di un delfino catturato in una rete lo aveva turbato emotivamente.
    "Per il modo in cui il corpo era impigliato nella rete", ha spiegato, "si poteva leggere così tanta agonia. I suoi occhi erano vuoti, ma aveva ancora quel sorriso, quello che i delfini non perdono mai ... Ero lì, nel bel mezzo delle prove e ho pensato "Stanno uccidendo una danza".


    Quando Jackson si è esibito, si potevano sentire queste turbolenti emozioni attraverso di lui. Con la sua danza e il canto, ha cercato di trasfondere quelli che soffrono, dargli espressione, significato e forza. E' stato liberatorio. Per un breve momento, avrebbe potuto portare il suo pubblico ad un mondo alternativo di armonia ed estasi. Ma inevitabilmente, è stato ributtato di nuovo nel "mondo reale" di paura e di alienazione.
    Poi, improvvisamente "cadde nel [suo] grembo": 'Earth Song'. Un brano visto dalla sua prospettiva e dalla sua voce. Un lamento e una supplica.
    Il coro è venuto prima - un grido senza parole. Ha preso il suo registratore, lo ha premuto e registrato... “Aaaaaaaaah Oooooooooh”.
    Gli accordi erano semplici, ma potenti: una triade di LA bemolle minore a DO diesis, una triade di LA bemolle settima minore a DO diesis, poi la modulazione, triade de SI bemolle minore a MI bemolle. Questo è tutto! Jackson pensò.
    Dopo ha lavorato con l'introduzione e alcuni dei versi. Lo ha immaginato nella sua testa. Questa, decise, sarebbe diventata la migliore canzone che avesse mai scritto ...


    Una delle più memorabili interpretazioni de “Earth Song” (Brunei, 1996)



    Fonte: Copyright © 2011 Joseph Vogel // http://laleyendacontinua.wordpress.com/



    Testo Originale:

    RECORDANDO A MICHAEL JACKSON: LA HISTORIA DETRAS DE SU OBRA MAGNA

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    Antes de Al Gore Una verdad incómoda, antes de Avatar y Wall-E, antes de “ir en verde” se convirtiera en un eslogan, vino “Earth Song” de Michael Jackson, una de las más inusuales, canciones de protesta audaz en la historia de la música popular. Un gran éxito a nivel mundial (llegando al puesto #1 en más de quince países), no fue puesto en libertad, incluso como sencillo en los Estados Unidos.

    Sin embargo, casi dieciséis años más tarde, sus admiradores siguen creciendo. La súplica desesperada de la canción en nombre del planeta y sus habitantes (en especial los más vulnerables) sigue siendo tan relevante e importante que nunca.

    “Earth Song” importaba profundamente a Jackson, quien la consideraba, con razón, uno de sus mayores logros artísticos. Él planeó que fuera el punto culminante de su malograda serie de conciertos This Is It en Londres. Fue la última canción que ensayó antes de morir.

    El siguiente extracto corresponde a una pieza de 50 páginas titulada “Earth Song: Inside Michael Jackson’s Magnum Opus,” (“Earth Song: En el interior de la Obra Magna de Michael Jackson”), que detalla la evolución de la canción desde su creación en Viena a su última interpretación en vivo de Jackson en Múnich:
    “Michael Jackson estaba solo en su habitación del hotel, a ritmo”.

    Fue en medio de la segunda etapa de su gira mundial Bad, un extenuante, 123-espectaculares conciertos que se extendió durante casi dos años. La gira se convertiría en la serie de conciertos más grande de recaudación y más concurridos.

    Apenas unos días antes, Jackson había actuado en Roma en el estadio Flaminio para una extasiada, totalmente vendida multitud de más de 30.000. En su tiempo libre, visitó la Capilla Sixtina y la Basílica de San Pedro en el Vaticano con Quincy Jones y el legendario compositor Leonard Bernstein. Más tarde, se dirigió a Florencia, donde Jackson estaba al pie de la escultura magistral de Miguel Ángel, el David, mirando con asombro.

    Ahora estaba en Viena, Austria, capital de la música del mundo occidental. Fue aquí donde la brillante sinfonía N º 25 y el inquietante Réquiem de Mozart fueron compuestas, donde Beethoven estudió con tocó su primera sinfonía. Y fue aquí, en el Marriot de Viena, el 1 de junio de 1988, que la Magna Obra de Michael Jackson, “Earth Song”, nació.

    Esta transmite musicalmente la magistral protesta estética de Picasso, el Guernica, transmitió en el arte. Dentro de sus escenas en remolino de destrucción y el sufrimiento había voces – llorando, suplicando, gritando para hacerse oír (“¿Qué hay de nosotros?”).

    “Earth Song” se convertiría en el himno ambiental grabado más exitoso de la historia, encabezó las listas en más de quince países y la venta de más de cinco millones de copias. Sin embargo, los críticos nunca supieron muy bien qué hacer con él. Su inusual fusión de ópera, rock, góspel y blues, sonaba como nada en la radio. Se desafiaron a casi todas las expectativas de un himno tradicional. En lugar de nacionalismo, la visión de un mundo sin divisiones o jerarquías. En lugar del dogma religioso o humanismo, anhelaba una visión más amplia del equilibrio ecológico y la armonía. En lugar de la propaganda simplista por una causa, era una expresión artística genuina. En lugar de un coro jingly que podría ser plasmado en una camiseta o una valla, ofrecía un grito sin palabras, universal.

    Jackson recordó el momento exacto en que la melodía llegó.

    Fue en su segunda noche en Viena. Fuera de su hotel, más allá de Ring Strasse Boulevard y la expansión del Stadtpark, él podía ver los museos majestuosamente iluminados, catedrales y teatros de ópera. Era un mundo de cultura y privilegio lejos de casa de su niñez en Gary, Indiana. Jackson se quedaba en un espacioso conjunto de suites alineadas con grandes ventanales y una vista impresionante. A pesar de toda la opulencia que le rodeaba, mental y emocionalmente estaba en otro lugar.

    No fue mera soledad (a pesar de que definitivamente se sentía así). Era algo más profundo – una desesperación abrumadora sobre el estado del mundo.

    Tal vez el rasgo más común asociado con la celebridad es el narcisismo. En 1988, Jackson sin duda habría tenido motivos para estar absorto en sí mismo. Él era la persona más famosa del planeta. A todos los lugares a los que viajaba, creaba una histeria colectiva. El día después de su concierto con entradas agotadas en el estadio Prater de Viena, un artículo de la AP corrió, “130 admiradores desmayados en el concierto de Jackson” Si los Beatles eran más populares que Jesús, como John Lennon dijo una vez, Jackson habría vencido a toda la Santa Trinidad.

    Mientras que Jackson disfrutaba de la atención en ciertos aspectos, él también sentía una profunda responsabilidad de usar su fama para más que la fama y la fortuna (en el año 2000, el Libro Guinness de los Récords lo citó como la estrella del pop más filantrópica en la historia).

    “Cuando tú has visto las cosas que he visto y viajado por todo el mundo, no sería honesto contigo mismo y el mundo [mirar a otro lado] “, explicó Jackson.
    En casi todas las paradas de su gira mundial Bad, iba a visitar orfanatos y hospitales. Apenas unos días antes, en su estancia en Roma, se detuvo en el Hospital de Niños Bambin Gesu, para entregar regalos, tomar fotos y firmar autógrafos. Antes de partir, prometió una donación de más de $ 100,000 dólares.

    Mientras actuaba o ayudaba a los niños, se sentía fuerte y feliz, pero cuando regresó a su habitación de hotel, una combinación de ansiedad, tristeza y desesperación a veces se apoderaba de él.

    Jackson siempre ha sido sensible al sufrimiento y la injusticia. Pero en los últimos años, su sentido de responsabilidad moral creció. El estereotipo de su ingenuidad ignora su curiosidad natural y su mente como una esponja. Aunque no era un empollón de la política (Jackson, sin duda, prefiere el campo del arte a la política), él tampoco era ajeno al mundo que le rodea. Leía mucho, veía películas, hablaba con los expertos, y estudiaba los temas con pasión. Fue investido profundamente al tratar de entender y cambiar el mundo.

    En 1988, él tenía ciertamente motivos de preocupación. Las noticias se leían como capítulos de las antiguas escrituras: había olas de calor y sequías, incendios forestales y terremotos masivos, genocidio y hambruna. La escalada de violencia en Tierra Santa, así como los bosques fueron devastados en la Amazonía y la basura, el aceite y las aguas residuales arrastrados a las costas. En lugar de la persona del Año de 1988 la historia de portada de Time fue dedicada a la “Tierra en peligro de extinción.” De pronto, a muchos que estaban literalmente destruyendo nuestra propia casa.

    La mayoría de la gente lee o ve las noticias por casualidad, pasivamente. Se convierten en insensibles a las imágenes e historias horribles proyectadas en la pantalla. Sin embargo, estas historias llevaban con frecuencia a Jackson hasta las lágrimas. Él interiormente y físicamente sentía dolor. Cuando la gente le decía que simplemente disfrutara de su propia buena fortuna, se enojaba. Él creía completamente en la filosofía de John Donne que “ningún hombre es una isla”. Para Jackson, la idea se extendía a toda la vida. Todo el planeta estaba conectado e intrínsecamente valioso.

    “[Para la persona promedio] “, él explicó, “ve los problemas “ahí fuera” a ser resueltos… Pero no me siento de esa manera – los problemas no están “ahí fuera”, realmente. Yo los siento dentro de mí. Un niño que llora en Etiopía, una gaviota que lucha patéticamente en un derrame de petróleo… un soldado adolescente temblando de terror al escuchar a los aviones volar sobre él ¿No está pasándome a mí cuando veo y escucho acerca de ellos? “
    Una vez, durante un ensayo de baile, que tuvo que parar debido a una imagen de un delfín atrapado en una red lo puso tan emocionalmente perturbado.

    “Por la forma en que su cuerpo se había enredado en las líneas”, explicó, “se podía leer tanta agonía. Sus ojos estaban vacíos, pero aún estaba esa sonrisa, la que los delfines nunca pierden… Así que ahí estaba yo, en medio del ensayo, y pensé, “Ellos están matando a una danza”

    Cuando Jackson actuó, pudo sentir estas emociones turbulentas surgir a través de él. Con su baile y el canto, trató de transfundir los que sufren, darle expresión, significado y fuerza. Fue liberador. Por un breve momento, él podría llevar a su audiencia a un mundo alternativo de armonía y éxtasis. Pero, inevitablemente, él fue lanzado de nuevo en el “mundo real” del miedo y la alienación.

    Entonces, de repente se “cayó en [su] vuelta”: Earth’s Song (canción de la Tierra). Una canción desde su perspectiva, su voz. Un lamento y una súplica.
    El coro le llegó primero – un grito sin palabras. Cogió su grabadora y grabar presionando. Aaaaaaaaah Oooooooooh.

    Los acordes eran simples, pero poderosos: Una triada de La bemol menor a Do sostenido, una triada de La bemol séptima menor a Do sostenido, a continuación, la modulación de arriba, triada de si bemol menor a mi bemol. ¡Eso es! Jackson pensó. Luego trabajó con la introducción y algunos de los versos. Se imaginó esto en su cabeza. Esto, él determinó, sería la mejor canción que jamás había compuesto…”

    Copyright © 2011 Joseph Vogel


    Edited by ArcoIris - 3/4/2018, 21:38
     
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    Grazie dello splendido articolo Arcoiris, "Earth Song" è straordinaria come tutte le canzoni di Michael.

    Edited by ArcoIris - 13/7/2018, 01:52
     
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  3. Elenajackson777
     
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    Grazie infinite Marisa per questo interessante articolo che hai postato

    Edited by ArcoIris - 13/7/2018, 01:52
     
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  4. Elisajackson89
     
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    Grazie per questo bellissimo articolo,mi sono commossa. io adoro Earth Song è un capolavoro

    Edited by ArcoIris - 13/7/2018, 01:53
     
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  5. *Ariss*
     
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    Grazie mille Arco .

    Earth Song è una canzone stupenda e quando la ascolto mi fa stare male per tutto quello che succede. E poi... è bellissima...

    Una curiosità... ma ai concerti di Michael si stava seduti oppure solo in questa occasione?

    Edited by ArcoIris - 13/7/2018, 01:55
     
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    CITAZIONE (*Ariss* @ 30/10/2012, 22:41) 
    Grazie mille Arco

    Earth Song è una canzone stupenda e quando la ascolto mi fa stare male per tutto quello che succede E poi... è bellissima...

    Una curiosità... ma ai concerti di Michael si stava seduti oppure solo in questa occasione?

    ah beh, ma quel concerto era una cosa tutta particolare, con sultani e principi ect..
    Michael avrebbe sempre voluto che stessimo seduti e tranquilli.. non riusciva a capire come potevamo cogliere tutto agitandoci e saltando dovunque ect ect..

    Ma ai suoi concerti si variava dalle 30.000 minimo alle 70.000 persone per volta (forse da qualche parte anche di più) e quindi, primo, posti a sedere non c'erano ,essendo stadi e poi... e chi riusciva a stare fermoooooo :vibrate:

    Io sono sempre stata nelle tribune laterali, entrambe le volte.. con tanto di posto a sedere.. ecco.. magari ci sono salita sopra per ballare e vedere meglio

    Edited by ArcoIris - 13/7/2018, 01:54
     
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  7. earth song
     
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    La sensibilità di Michael mi fa quasi stare male...questa canzone per me è un'opera d'arte assoluta, una delle più belle che lui abbia mai scritto,un vero e proprio grido di dolore nei confronti di tutto ciò che succede di brutto intorno a noi che Michael ha trasformato in musica...

    Grazie Marisa per aver postato il sunto di questo libro che torno a ripetere,deve essere bellissimo.
    Grazie anche per il video, il concerto del Brunei è uno dei migliori per me!

    @Valerie..lo hai visto due volte il suo concerto...che bello!!! :clapping:

    Edited by ArcoIris - 13/7/2018, 01:56
     
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6 replies since 24/10/2012, 02:55   459 views
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