INTERVISTE A MJ e CONVERSAZIONI DI MJ

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    "The King of Pop"

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    "Amo i miei fan, ma li temo"

    Rivista HOLA
    Anno: 1984
    di Dave Nussbaum

    9h5f1y


    Amo i miei fan, ma ho paura "Questa è la sconcertante affermazione che eccelle dalla mia conversazione con Michael. E' adorato da milioni di persone ma in realtà li teme.

    "Alcuni di loro farebbero di tutto per arrivare a te - mi ha detto -. Non si rendono conto che ciò che stanno facendo può farti del male."

    "L'unico posto dove mi sento completamente al sicuro e in pace con me stesso, è in scena. Sul palco mi sento vivo. Posso essere me stesso, esprimere i miei sentimenti e sapere che nessuno sta per toccarmi o strapparmi i capelli. "

    "Amo i miei fans e voglio che lo sappiano. Le persone hanno bisogno di amore. E' l'emozione più potente del mondo. Può renderti forte, può separare e ti può guarire."

    Mentre parlava, la giovane superstar era in piedi fuori della su villa in stile Tudor, la casa che divide con la madre Katherine, il padre Joe e le sue sorelle Janet e LaToya.

    Indossava jeans scoloriti, un maglione di Topolino e il suo cappello preferito, uno di feltro nero a tesa stretta, e, naturalmente, i suoi occhiali da sole che sono la sua protezione di fronte al mondo.

    Lui era molto serio. Aveva acconsentito a questa intervista, perché voleva che i suoi "seguaci" conoscessero i suoi sentimenti e di come stava tentando di far fronte al suo enorme successo. Pensa che sia importante che i suoi fans sappiano che tipo di persona è veramente.

    Mentre parlavamo, la sua guardia del corpo, Bill Bray, era con lui in ogni momento. Bray apparteneva alla polizia di Los Angeles ed è stato con Michael per molti anni. Lui è suo padre, suo amico, suo fratello e una compagnia costante. È ovvio che condividono una forte amicizia. Il ruolo di Bray al fianco di Michael sembra essere qualcosa di più che quello di una guardia del corpo. Ha una personalità molto forte e Michael parla raramente o risponde a qualsiasi domanda senza guardare prima Bray.

    Michael mi ha detto che era rimasto profondamente ferito da ciò che i media avevano detto su di lui. "Ogni volta che dico qualcosa, qualcuno lo tergiversa per vendere più giornali o riviste", ha spiegato. "Questo è il motivo per cui non dico più nulla alla stampa. Se non dico niente, non posso essere frainteso, giusto? Spero di potermi fidare di te."

    Michael ha detto: "Io sono molto di più della persona che vedete sul palco, dove posso esprimermi musicalmente e apertamente, ma c'è più di un aspetto della mia personalità". "Sono una persona sensibile, una persona con sentimenti molto vulnerabili. I miei migliori amici al mondo sono i bambini e gli animali. Loro sono quelli che dicono la verità e ti vogliono bene sinceramente e senza riserve."

    Gli adulti hanno imparato a nascondere i loro sentimenti e le emozioni.” Michael continua: "Possono mentire. Sorridono davanti a te, ma dietro ti fanno del male. Vorrei che la gente non mentisse e dicesse quello che realmente vogliono dire. I bambini e gli animali non hanno imparato ancora queste cose e non possono ferirti”.

    Michael ha minimizzato riguardo le sue bruciature (incidente Pepsi ndr) ma ha rivelato qualcosa del suo soggiorno nel Centro Burn: "Quando ero lì, in visita ai bambini malati o feriti, sapevo che avrei potuto mostrare loro l'amore. Mi sentivo di essere molto affettuoso con i bambini in ospedale e, quindi, con tutti i bambini. Se non piaci a un bambino, te lo dice. Penso che sia per questo che posso parlare con i bambini più facilmente. Sapevo che avrei potuto farli sentire meglio. Le persone che sono in ospedale, hanno bisogno di un sacco di amore e di speranza.
    Forse andando li posso fare qualcosa di buono."

    Quando sono andato lì la prima volta, ho visitato un ragazzo di nome Keith Perry. Aveva ustioni di terzo grado sul 95% del corpo. Aveva subito un incidente stradale e temevano che non sopravvivesse. Dopo cinque mesi di ricovero in ospedale, nessuno dei suoi amici era andato a visitarlo, perché avevano paura di vedere le cicatrici terribili di Keith, senza che lui ne avesse colpa."
    Quando sono andato in camera sua, mi ha detto che era molto sconfortato e che non aveva più voglia di continuare. Ho cercato di fargli capire che c'erano persone che lo amavano e che la vita è degna di essere vissuta. Ho cercato di mostrargli quello che l'amore può fare. Credo di averlo incoraggiato e dato la speranza per combattere e vincere. Gli ho dato anche una foto autografata che è sul comodino”

    Ho fatto vedere a Michael alcune foto di Keith, vestito e seduto in una sedia a rotelle in una riunione di terapia di gruppo per persone ustionate. Quando Michael le ha viste, un grande sorriso si è stampato sul suo volto e i suoi occhi si sono riempiti di lacrime..

    "Sono così felice ... - Ha detto -. Sai cosa ha fatto migliorare Keith? E' stato l'amore. L'amore può fare qualsiasi cosa, può effettivamente guarire. Sono molto felice di pensare che ho fatto parte del processo di recupero di Keith ". Il Brotman Medical Center pensa di chiamare il reparto ustionati con il nome di Michael. Quando l'ho detto a Michael, ha detto: "Se lo faranno, andrò lì e farò tutto il possibile per aiutare queste persone. Anche se non le daranno il mio nome, andrò lo stesso. Quando sei malato, hai bisogno di calore, di qualcuno che si prenda cura di te. So che la gente mi ama e voglio poter restituire questo amore".

    Ha insistito per mostrarmi la casa e i terreni, e mentre lo faceva sembrava che ballasse. A un certo punto si è fermato e ha detto ". Voglio farti vedere quello che sto costruendo accanto a casa mia".
    E' risultata essere una miniatura di Disneyland che, una volta completata, avrebbe avuto delle figure animate di animali, pirati e Abramo Lincoln. "Sarà come con persone reali, tranne che non possono sollecitare o chiedere favori. Questo è il mio piccolo Disneyland. Mi sento bene con queste figure. Sono i miei amici personali.

    Mi ha anche fatto vedere i quattro cigni (due bianchi e due neri) ,il pavone, che è il suo preferito, il lama e il serpente.
    Poi siamo entrati nella casa degli ospiti per conoscere qualcuno in più dei suoi animali, che sono tenuti in gabbie spaziose sopra il tavolo da cucina. C'erano conigli e uccelli. I suoi piccoli animali sono dappertutto e ovviamente li ama tutti. A ogni passo si fermava e diceva qualcosa ai suoi piccoli amici.

    Abbiamo parlato della sua fede come Testimone di Geova, e voleva farmi capire che il fatto che fosse vegetariano non aveva niente a che fare con la sua religione. Questo è il mio stile di vita particolare. Non ha nulla a che fare con la mia religione - ha spiegato -. Sono molto religioso. Cerco di vivere la mia vita nel modo migliore che conosco. Che cosa pensano gli altri del mio modo di vivere dipende da loro”.
    Michael ha rivelato che il suo amico speciale in questo momento è Paul McCartney. “Lui viene a salutarmi quando ha tempo e guardiamo i film e cartoni animati insieme. Si tratta di una persona molto speciale”.

    Nei prossimi mesi, Michael Jackson ha un calendario molto serrato. Mi ha detto che lui e i suoi fratelli stanno terminando un nuovo album dal titolo "Victory" e sta lavorando su un prossimo tour, ma ha qualche dubbio sul progetto.
    "Io davvero non ero sicuro di volerlo fare, ma i miei fratelli sono così entusiasti con l'idea che non ho potuto dire di no", ha confidato.

    Sorprendentemente, finita l'intervista, sono andato via con l'idea che Michael stesse pensando di ritirarsi dopo il tour. Sostiene di aver preso una decisione, ma ha ammesso: “Al termine mi prenderò una pausa. Non sto dicendo che mi ritirerò, ancora non posso dirlo. Ma penso di meritare un po' di riposo per fare ciò che Michael vuole e non quello che gli altri vogliono che faccia”.


    Michael è esile e pesa circa 60 chili. Ha lavorato sodo quest'anno e non posso fare a meno di chiedermi se è abbastanza forte per sopportare lo stress del tour. Personalmente, spero che prima faccia dei controlli. (medici ndr)

    Michael muove le mani delicatamente e lentamente mentre conversa. Raramente guarda negli occhi anche quando indossa gli occhiali da sole. Si esprime timidamente, anche quando è felice o entusiasta per qualsiasi progetto.

    Cammina bilanciando i piedi nello stesso modo come quando balla sul palco. E' un modo di camminare gioioso, energico e ritmico.

    La sua voce è dolce e le dita sono magri ed espressivi. Ma dietro a tutto questo, la timidezza mostra un uomo che ha bisogno di amore. Più di ogni altra cosa, ciò di cui ha bisogno Michael è amare, è la pietra basilare del suo successo.

    Mentre la visita volgeva al termine, ho chiesto a Michael se voleva andare a mangiare fuori. Ha subito risposto: "Non posso uscire da qui, sicuramente mi prenderebbero." Ho chiesto che cosa volesse dire e lui ha risposto: "I miei fans mi aspettano fuori della casa. Sono proprio dietro l'angolo e vogliono toccarmi. So che non vogliono farmi del male, ma lo faranno senza saperlo”.

    La paura nei suoi occhi era autentica mentre aggiungeva: “Semplicemente, non posso uscire."


    Fonte : La Corte del Rey del Pop
    Traduzione a cura di ArcoIris per il Michael Jackson's Gold World. In caso di ripubblicazione citare la fonte riportando l'url diretto a questo post.( per ottenere l'url diretto clicca sulla data.)

    Edited by ArcoIris - 2/4/2018, 04:22
     
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    Grazie della splendida intervista Arcoiris :ok:
     
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    Jesse Jackson Interview
    (March 27, 2005)


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    Here they are together at the Rainbow PUSH Coalition Los Angeles 10th annual awards dinner, celebrating Jesse Jackson’s 66th birthday in Los Angeles.



    Michael Jackson gave an hourlong interview to Rev. Jesse Jackson which was broadcast live on the internet on the radio show 'Keep Hope Alive With Reverend Jesse Jackson.

    Rev. Jesse Jackson: Good morning. God Bless you. Happy Easter. Welcome to Keep Hope Alive with Reverend Jesse Jackson radio program. This is Reverend Jesse Jackson and this morning I wish you a happy and glorious Easter.

    Brothers and sisters, I encourage those of you who are listening today, to tell your friends about us and to listen to us live on the web on Sunday mornings from 7-8am Central Time, 8-9am Eastern Time (sic) on your website, on our website keephopealiveradio.com. And please email us with your thoughts and comments. We want to hear from you. So drop us an email throughout the week at the same address keephopealiveradio.com.

    But what can I say today about our special guest this morning. This legendary singer, dancer, songwriter, extraordinary, has transfixed the role for more than 40 years. He became an instant star at age eleven. Is the front man in Motown’s phenomenally successful family act, the Jackson Five. One of the best selling groups of all time. Hickering off their Motown tenure in 1969 with the unprecedented feat of four consecutive number one singles. Who can forget “I Want You Back”, “ABC”, “Mama’s Pearl”, or “I’ll Be There”?

    Where were you when you were having barely turned thirteen? He began his solo career. Released a successful string of solo singles including “Got To Be There”, “Rockin’ Robin” and “Ben”. We’ve all marveled as he continued to scale at unprecedented heights with the success of three of the biggest selling albums of all time: ‘Off The Wall’, ‘Thriller’ and ‘Bad’. Indeed, ‘Thriller’ is the biggest selling album of all time. Having sold 51 million copies world-wide, beyond the numbers how important and paradigm shifting has Jackson recording and shattering record, how… How phenomenal has it really been? What a phenomenal feat.

    As producer Quincy Jones told Time magazine. “Black music had to play second fiddle for a long time.” In the spirit is the whole motor of pop. He has connected with every soul in the world. He has been proclaimed the biggest selling artist of all time. The single most awarded entertainer the world has ever known. The most popular artist in the history of show business. And not so modestly, the world’s most famous man. And of course, the King of Pop.

    And still our world goes on and on about this genius, about this icon for ages. Brothers and sisters, members of the Keep Hope Alive family, today we have the rare opportunity to take a journey from Gary to greatness. Hear the King of Pop share the story of his life as only he can tell it. It’s with great pride and pleasure that I bring to you this morning Michael Jackson from California.

    Good morning Michael.


    Michael Jackson: Good morning Jesse. How are you?

    Rev. Jackson: Good. Good. Good. Good. It’s good to hear you there. Many listening ears around America and the world for our conversation today.

    Michael Jackson: Yes.

    Rev. Jackson: Good. Good. Good. Good.

    Michael Jackson: Good.

    Rev. Jackson: Welcome to Keep It Alive with Reverend Jesse Jackson. Our regular Sunday morning talk show. Today we have a phenomenal guest in Michael Jackson. Michael has taken this phenomenal journey from ground zero to outer space. Good morning Michael.

    Michael Jackson: Good morning Jesse. How are you?

    Rev. Jackson: Good. Good. Good. Remember when we met on 47th Street way, way many years ago. Your father brought you and the guys by the office in your station wagon and U-Haul. You were performing at the Regal Theatre. Do you remember that?

    Michael Jackson: Yes, I do remember. It was a long time ago. I was just very little.

    Rev. Jackson: What do you remember about that period?

    Michael Jackson: Oh, I remember what we were wearing kinda like dashikis (sic) and bell-bottom pants and I just remember the love from the public was very great and accepting of what we had to offer. And the support from you know the people from the times was just beautiful, the black people was fantastic. You were always very kind to us as well.

    Rev. Jackson: Good. Good. Good. Did your mom make those outfits?

    Michael Jackson: Yes she did. She always made all of our clothes. My mother would sew and stitch everything. Everything we wore before we really making it at Motown.

    Rev. Jackson: I remember so well that uh Julius Griffin and up your dad came over and asked if you guys could be a warm-up act at Expo, and we had to make room for you in our schedule and you guys stole the show.

    Michael (laughs): I remember those shows. You had a big time Afro at that time.

    Rev. Jackson: Don’t remind people of that Michael. You did so very well.

    (Michael laughs)

    Rev. Jackson: During that time you were being whipped up by Motown. Who discovered you for Motown?

    Michael Jackson: Well in complete truth, it was Gladys Knight and a guy named Bobby Taylor. And they were on the bill of some of the shows who were doing that you would see like…you would do a show and there would be like twenty or thirty acts. It was pretty much like Bonneville. You would do just a certain number of songs and you would go off. They were always on these shows. And they would watch us and they were so impressed with what we were doing. And Barry Gordy wasn’t interested at first. But eventually he loved us and wanted to sign us. And after being signed, and uh, since Diana Ross was their biggest star at the time, that he used her as the vehicle to…you know…introduce us to the public. The first album was called “Diana Ross Presents the Jackson Five”.

    Rev. Jackson: At that time, who was your favorite artist?

    Michael Jackson: Oh God, I loved Diana Ross and uh, I loved James Brown, I still do. I love all these artists…still to this day. I love Jackie Wilson. The real show stoppers. You know the real entertainers.

    Rev. Jackson: did you did…

    Michael Jackson: (interrupts) Sammy Davis, Jr, I loved him as well (laughs).

    Rev. Jackson: Did you get any of your moves from Jackie Wilson?

    Michael Jackson: Oh yes of course! All these artists inspired me very much. I couldn’t help but be inspired by these great entertainers.

    Rev. Jackson: A little later, remember we were out in Los Angeles and at that time Suzanne dePasse was your the godmother for the group and she had you at Fred Seigel’s shopping for some, shopping for some jeans.

    Michael Jackson: Yes! Remember Suzanne dePasse, she was so wonderful, you know. She was pretty much our manager with my father at the time and with Tony Jones. They were all wonder people. I thank them from the bottom of my heart, you know.

    Rev. Jackson: She was such a wonderful person, and she remains, she’s so top-notch in that what she does.

    Michael Jackson: Yes, she is. She was very helpful and instrumental in the early days of our careers that she remains a friend. And I do, I do…I miss her. I haven’t seen her in awhile. She remains a wonderful person… so does Berry Gordy.

    Rev. Jackson: Michael in this whole developmental period. I call it ground zero like Gary and the Regal Theatre and the Expo and early meeting of Barry Gordy and Motown, would you reflect, what was out of this period that you remember the most?

    Michael Jackson: Which period was this now?

    Rev. Jesse Jackson: Kinda like this period of Gary, to the Regal Theatre, to Expo to meeting Gladys Knight, to going to Motown. From what about this period that stands out the most in your mind?

    Michael Jackson: This period for me which stands out is because I was so young around that time. I was like eight, eight or nine. I just remember the environment, what it was like, all the music I was hearing. My father played guitar. My uncle played guitar. Everyday they would come over, and you know they would play great music. And we would start to perform to the music. I remember seeing marching bands go down the street. I would remember the rhythm of the band and the beats of the drum. And every sound around me seem to record in my head and start making rhythms and dancing. I use to dance to the rhythm of the washing machine. My mother went to the corner store to wash the clothes. I would dance to the rhythm and people would crowd around. I remember those kind of stories. They would crowd around pretty much and watch me. Those kind of little things. They are reflections really.

    Rev. Jackson: Well, you remember you said that Jackie Wilson, and James Brown and Sammy Davis were heroes. Did you ever see them perform?

    Michael Jackson: Yes, of course I did and they were friends of mine. All these great artists. That’s why I was so lucky. I was just such a little kid, looking up to these people. We were real catatonic, awestruck with their talent. Not only did I get to see it, but I got to see it close up right on the side curtain, on the side of the wings. I got to know these great artists. These were the best entertainers in the world. They were show stoppers. And I would have to go onstage sometime after them, you know. It was amazing!

    Rev. Jackson: But the thing is that at first I remember Tito and Jermaine you were like so little, so small. You was part of the Jackson Five. At what point did you know that you realize you were a show stopper?

    Michael Jackson: You know when you have a special ability. You don’t realize it because you think everybody else has the same gift that you have. So you don’t realize it. When I used to sing at such a young age, people were so inspired by my singing and they loved it. I didn’t realize why they were clapping or crying or start to scream. I really truly didn’t Jesse. And it just uhm, just later on in life, people would come up to me and say you know do you realize you have a special gift or you have a special talent. I just remember from my mother who is very religious always telling us to always thank God, to thank Jehovah God for your talent, your ability. You know it’s not from, it’s not our doing, and it’s from above. So we were always humbled by people would come with accolades or you know, adulations or whatever it is. You know, it was a beautiful thing.

    Rev. Jackson: When did you stop going to school formerly?

    Michael Jackson: Oh I was very young. I think it was…oh boy, hmmm. I think it was the fifth, fifth, fourth or fifth I think. Then I had tutoring the rest of my life. Because we did so many tours and concerts and TV shows and things, all the albums and all the recordings because we would have three hours of schooling, then we would do the concerts, then we travel to another state or another country. Then by that time we would do some concerts again and then it would be time to record the next J5 album, then after the J5 album, it was time for another Michael Jackson album. So in my youth, as a little kid, I was always busy. I remember across the street from Motown recording studio, there was a park. I used to hear the roar of the kids and the throwing of the football and the basketball. I remember going to the studio everyday, and I was just feeling kinda sad, because I wanted to go to that park. But I knew I had a different job to do, you know so going in and make the records. All day till late at night, then you would go to sleep, then you were up for the next day, just the same regimentation.

    Rev. Jackson: Does that insintu-… you missed a certain body of childhood experience. How did you compensate for this loss of ordinary childhood experience?

    Michael Jackson: I-I – It’s true. I didn’t have a childhood. But, when you don’t have a childhood like people like myself and other child stars, you try to compensate for the loss for later on you try to catch up. That’s why you see, like you may see a theme park or amusement rides, that type of environment at my home. But what I like to do is help other children who are less fortunate than I am. You know kids who are terminally ill, kids who have diseases, poor children from the inner cities, you know the ghettos, to let them see the mountains, or to let see or go on the rides, or to watch a movie or to have some ice cream or something.

    Rev. Jackson: Of course one of the difference about you Michael, you did have a family. How many of, how many is in the family?

    Michael Jackson: The immediate Jackson family?

    Rev. Jackson: Yeah.

    Michael Jackson: There were originally ten of us. There’s nine. There’s nine. And my mother Katherine and Joseph Jackson are still alive. We all were born in Gary, Indiana.

    Rev. Jackson: Well in that setting, did Tito and Jermaine beat up on you and give you some normal childhood experiences as a younger brother?

    Michael Jackson: We would be on tour. We would go to Miami. We would, you know, be able to use the beaches. We were so popular at that time. Wherever the Jackson Five would go, there would be a mob scenes. We couldn’t go in the shopping center or anywhere because there were kids screaming. We had hit records back to back to back. We were playing these arenas all across America. And so it was difficult. We would did get to have a chance to have some fun in the hotel. We would have pillow fight in the hotel or if we wanted to swim after hours, we swim in the pool downstairs. You know that type of thing

    Rev. Jackson: Who would win the pillow fights?

    Michael Jackson: Pretty much Tito or Jackie. They were the oldest.

    Rev. Jesse Jackson: You know you kind of grown from this kind of phenomenal rise to the artist that has sold the most records in history. You look back from that period that we call Ground Zero to the period of your maturing in writing. Who was your greatest influence in learning to write? You write so well.

    Michael Jackson: My greatest influence learning to write music. I think this is when I was lucky. In my opinion, I came into the Factory, the greatest song writers at that time in the sixties. Holland, Dozier, Holland of Motown. These two guys were phenomenal. You know, Lamont Dozier, Eddie Holland. These guys were amazing. They wrote all the great Supreme hits and the Four Top hits. They were just amazing. And I got to learn and work with these guys. And I love of course some of the Beatles stuff. I love the Beatles music actually. I love a lot of the show tune writers. Richard Rogers, and Oscar Hammerstein and Leonard Lowe and Harold Arland, Johnny Mercer and these kind of show tune. I love melody. I love the great Irish pub songs. I love English melody. The rhythms of Africans. Which is the roots of rhythm . That’s my favorite music. That’s my favorite music of the world because all music is defined from that. Africa is music. It is the origin. It is the dawn of existence. You can’t avoid that. It is in everything that is about myself.

    Rev. Jackson: So much as you went through these stages and you began to write, sing and dance, did you ever have like a dancing coach?

    Michael Jackson: You know what, I never studied dancing before. It always became natural for me. Whenever I was little, any music would start, they couldn’t sit me down. They couldn’t tie me down actually. Even to this day, if anyone played a beat, I’ll start kicking in and making counter rhythms to the beat that I’m hearing. It’s just a natural instinct. I never studied. And Fred Astaire who was a good friend of mine, and Gene Kelly, they used to always marvel at my ability for dance. When I was a little kid, Fred Astaire used to always tell me how that he knew in his heart that I would be a special star. I used to just look at him thinking what are you talking about? But uh, you could see, you know

    Rev. Jackson: Michael, where did the moonwalk come from?

    Michael Jackson: The moonwalk is a dance. I would love to take credit for but I can’t because I have to be completely honest here. These black children in the ghettos are, they have the most phenomenal rhythm of anybody on the Earth. I’m not joking. I learned, I get a lot of ideas from watching these black children. They have perfect rhythm. From just riding through Harlem, I remember in the early, you know, late 70’s early 80’s, I would see these kids dancing on the street and I would see these kids doing these, uh sliding backwards kinda like an illusion dancing I call it. I took a mental picture of it. A mental movie of it. I went into my room upstairs in Encino, and I would just start doing the dance, and create and perfect it. But, it definitely started within the black culture. No doubt. That’s where it comes from.

    Rev. Jackson: Well then, connected to that piece when you were dancing, did you ever watch Don Cornelius Soul Train?

    Michael Jackson: Oh I love that show. Are you kidding? Of course I did. I would wait for the Soul Train line. They would have a line that they would make, like a wall of people and the dancer would come through the middle, dancing to the song. It would give them a chance to showcase their talent and what they could do with their body creatively. I used to watch that catatonically, just watching that! I was mesmerized by uh, and studied the rhythms and the dancing of course. Of course I watched it. (laughs)

    Rev. Jackson: Michael, you know as you look back, you kinda make this kind of transition from ground zero in Gary and you begin to ascend, and you became, in many ways, a man in a child’s body and I mean, you never gained any weight! How did you manage?

    Michael Jackson: (laughs) Well, I’ve never been a great eater, I’ve, uh ~~ to tell a little secret, I hate to tell it, uh, I’ve never been ahhh, great eater or a great admirer food, even though I appreciate food and the gift of food and how God has given us food to eat, but my mother has always had a hard time with me, all my life, uh, forcing me to eat ~~ Elizabeth Taylor used to feed me ~~ hand feed me at times, because I-I-I I do have a problem with eating, but, I – I do my very best, and I am eating, yes I am! So I don’t - Please, uh, I don’t want anyone to think I’m starving, I am not …

    Rev. Jackson: But you’ve…

    Michael Jackson: My health is perfect actually.

    Rev. Jackson: You’ve maintained this weight man, that’s what people is most jealous of and so excited about…

    Michael Jackson: No no, my health is perfect actually, I’m a great believer in holistic natural foods and eating and (sp) herbs and things, you know, God’s medicine, instead of Western chemicals, not those things, you know.

    Rev. Jackson: You know Michael, as you look back on this phenomenal career, you—you remember at least the 5th grade in Gary and how you guys became a- a big hit so-so quickly, what do you remember, what is to you, the high point, you know ~~ I’ve asked people all week long the high point for them - it may have been Thriller, it may have been Beat It, it may have been some performance, what for you represents the kind of ah, high point?

    Michael Jackson: Well, one of the great high points, ahem, I would have to say….. because I remember before ’82, in the early ‘80s ~~ I had done an album called ‘Off The Wall’ – it was an important point for me because I had just the movie ‘The Wiz’ and I wanted to express myself as a writer, as an ah, artist, you know to write my own music, do the music, pretty much put it together. And Quincy Jones, who I’ve loved – I was fortunate to work with him and I love this man, he is very gifted. But I was writing these songs at the time, ‘Don’t Stop Til You Get Enough, you know, ‘Shake Your Body to The Ground’, you know ‘Billie Jean’, and ‘Beat It’, you know, all these songs were written at this time. Ahem, so I pretty much was setting mental goals of what I want to do as an artist and I uh, it was a high point for me, during the uh, the winning of the Grammys for the ‘Off The Wall’ album, but I wasn’t happy. Because I wanted to do much more than that... I wasn’t happy with, uh ahem, the way it was accepted, even though it was a HUGH success, it was the biggest selling album for a solo artist at that time ~~ it was over 10 million, and ahem, ahem, for a Black solo artist. And I said for the next album, I refuse for them to ignore, and that’s when I set my heart (clears throat), on-on writing the Thriller album and I really said I ----

    Rev. Jackson: What-what-what gave rise to The Thriller?

    Michael Jackson: Pardon?

    Rev. Jackson: What gave rise to The Thriller?

    Michael Jackson: What gave rise to ‘Thriller’ was that the time, was pretty much disappointed and hurt – I lived in an area called Encino, and I used to see signs of graffiti saying “Disco Sucks” and “Disco is this” and “Disco is that” and disco was just a happy medium of making people dance at the time, but it was so popular, that the uhem, uhem, society was turning against it. I said, I’m just going to do a great album, because I love, uhem, the album Tchaikovsky did, The Nutcracker Suite, it’s an album where every song is like a great song. I said I wanted to do an album where every song is like a hit record, and that’s what pretty much the hit, ‘Thriller’ spawn from that… And I did that album and it made, er, all time history, the Guinness Book of World Records proclaimed that it was the largest selling album of all time and it’s still to this day and I’m, er, I would say that it was a pinnacle, that was a – I’d reached a certain zenith point, I would think, but I still wasn’t er, pleased after that – I was always wanting to do more, wanting to do more. And...

    Rev. Jackson: And somewhat you---

    Michael Jackson: And the Victory tour came along.

    Rev. Jackson: And somewhat you reached out, before we get to the Victory tour, and we had this phenomenal crisis of people dying and you used your celebrity to pull artists together to do ‘We Are The World’.

    Michael Jackson: Yes.

    Rev. Jackson: What was that like?

    Michael Jackson: ‘We Are The World’ was a great project, because er, ah, Quincy Jones called me on the phone and he asked me to write a song, for ahem, for ah, ahem, the devastation that was going on in Africa ~~ and Ethopia was hit very badly, and he knew my love for the people over there, because I would go to Africa all the time. I-I loved the culture, I love the people, I love what they represent, and er, so I put this song together, he said let Lionel Richie help you (clears throat), so Lionel came over ~~ we started, you know, putting ideas together, and ahem, we talked most of the time because we pretty much caught up with old times because I’ve been knowing Lionel Richie for many, many years, and ahem, so Lionel, er, and I put something together, but I wasn’t happy with it completely, so after that, I just went into the studio myself and pretty much completed it and finished it and packaged it and did all the music, put everything together and turned it in. Quincy was very impressed with it and he said this is the song, we’re going to go with it and we put the song out and it became the biggest selling song single in history and it raised a lot of money. It was called ‘USA For Africa’ and we heightened, it heightened, er public awareness on the subject. It was relief for Africa, it was a beautiful thing. We gave a certain percentage to America and the majority share went to Africa. It was a great, great thing.

    Rev. Jackson: Reverend Jesse Jackson, Keep Hope Alive, our very special guest for our edition today, with Michael Jackson. So many people are listening all around the nation, all around the world ~~ just a kinda family talk with Michael, I’ve known him since he was like seven years old, but the entire family ~~ at some point in time, his father, driving a ahem, station wagon with a U-haul brought the guys by our office and asked if they would be a warm up act for Expo and of course, they were a warm up act, in fact, they set it on fire and the Expo was never quite the same again. Matter of fact Michael, when we did the film ‘Save the Children’ that was a big hit too.

    Michael Jackson: Yes it was, yes it was…. I remember those times… it was a little cloudy, but I do remember Jesse and I remember how wonderful you were to us and uh, I remember the love from the audience and I could hear the screaming of the crowd. and I could see all of the Afros and the dashikis and er, it was just a wonderful time, it was a wonderful cause…

    Rev. Jackson: On that show, it was Marvin Gaye, and Roberta Flack, and

    Michael Jackson: Ah!!!

    Rev. Jackson: … and the O’Jays

    Michael Jackson: Wow!!!

    Rev. Jackson: … and the Staples Singers and er…

    Michael Jackson: Wow.

    Rev. Jackson: …Cannonball Adderley, it was a huge deal.

    Michael Jackson: That’s amazing ~~ an amazing list of people, that’s some of the greatest talent ever – that’s amazing.

    Rev. Jackson: We going to re-release the ‘Save the Children’ sometime soon and people who missed that period will really enjoy watching it. Michael, you know, when we think about the-the kind of rise from Gary, Indiana, you were but a child and you went through your teenaged years being tutored along, but then I remember another phase, I-I think is a another phase, when the Victory Tour occurred. At that time, you were a full grown ~~ all of your brothers and sisters were full grown and we met in Kansas City, remember? With your family?

    Michael Jackson: Yes.

    Rev. Jackson: … We all had prayer together, ahem…

    Michael Jackson: Yes we did.

    Rev. Jackson: The Victory Tour. Describe that season.

    Michael Jackson: The Victory Tour was one of the great pinnacles of our-our, my success because Thriller had won more Grammys than any other album in the history of – of music, and it created so much phenomenon and such adulation and notoriety at the universal level, and it was very, very hard to-to go anyway, do anything without press and helicopters and people sleeping in your bushes and hiding in your trees, and it was just a phenomenal pinnacle, it really was and after all of that, I announced that I was going to tour. And to tour and perform those songs live, in front of an audience so the world was going just really, really wild at that time. And we did this tour that broke records all over America and we played stadiums, for instance, the-the setting record at Dodgers Stadium, before we played it, it was one show and a half by Elton John. We did 8 shows there – sold out, and they wanted another 2 – so we did 8 sold out shows there. (Clears throat) This happened all over America ~~ the first city was Kansas City and that’s where we met with you Jessie and I remember you coming to the suite and you gave prayer and it was a beautiful thing and ah, it was an amazing time, it really was. My dreams had come true.

    Rev. Jackson: Good. Good. But you know Michael, in this life, they say some rain must fall and you’ve had these seasons of just ahem, tailwinds like pushing you forward. But life is of such that’s not a straight line, ah, some argue you either in a storm, or you are just leaving a storm, and going to a storm and it’s not difficult to handle the sunshine of bright skies, tailwinds days, but then these headwinds come that kind of uh, test what you really are made of, the kind of test your metal, your true grit. And so you’ve had these high points. What do you consider to be the low point?

    Michael Jackson: Probably the low point, the lowest point, emotionally and experience, is probably what I’m going through (clears throat).

    Rev. Jackson: In the sense – what, what about it has kind of stung you?

    Michael Jackson: What about it … has what?

    Rev. Jackson: Has stung you, so to speak.

    Michael Jackson: Has, …. Use the word again…

    Rev. Jackson: STUNG. You said it’s kind of hurt you, you said the low point.

    Michael Jackson: Yeah, just the pain of what I’m going through, where I’m being accused of something, where I know in my heart and in my experiences in life I’m totally innocent, and it’s very painful. But this has been kind of, ah, a pattern among Black luminaries in this country.

    Rev. Jackson: And so since, you-you have been going through this and you feel the pain, you think it’s a kind of pattern? How are you handling it spiritually? Because you go from being held so high and now your very character, your very integrity is under attack. How your handling it?

    Michael Jackson: I’m handling it by using other people in the past who have gone through this sort of thing. Mandela’s story is giving me a lot of strength, what he’s gone through and the Jack Johnson story was on PBS ~~ it’s on DVD now. It’s called ‘Unforgivable Blackness’. It’s an amazing story about this man from 1910 who was the heavyweight champion of the world and bust into a society that didn’t want to accept his position and his lifestyle, and what they put him through, and how they changed laws to imprison the man. They put him away behind bars just to get him some kind of way. And-and Muhammad Ali’s story. All these stories. The Jesse Owens story. All these stories that I can go back in history and read about gives me strength Jessie. Your story gives me strength, what you went through. Because I didn’t, I came in at the tail end of the Civil Rights Movement ~~ I’m a, ah – I-I didn’t get the really, I’m a 70’s child, really, but I got in on the tail end of the Civil Rights Movement and I got to see it, you know?

    Rev. Jackson: And so, you-you-you-you had these hits, ahem, and people that you have embraced are now facing you in court on a daily basis. How does your spirit handle that?

    Michael Jackson: Ah, I gained strength from God. I believe in Jehovah God very much and ah, and I gain strength from the fact that I know I’m innocent ~~ none of these stories are true ~~ they are totally fabricated, and it’s very sad, it’s very, very painful. And I pray a lot and er, that’s how I deal with it and I’m a strong person, I’m a warrior. And I know what’s inside of me. I’m a fighter. But it’s very painful. At the end of the day, I’m human, you know, I’m still a human being. So it does hurt very, very, very much.

    Rev. Jackson: You and I were watching, you know you and I were talking last week on the phone and – and there was this rhythm of the trial, which we will not get into at all today, but then they shifted from the focus of the trial to say you are broke. And last week, people are calling in, all around the nation saying, “Is Michael broke”? Michael, are you broke???

    Michael Jackson: That’s not true at all. It’s one of their many schemes to embarrass me and to just drag me through mud. And it’s the same pattern, like I told you before with these other people in the past. Same pattern. Don’t believe, you know, this is tabloid, sensationalized kind of gossip.

    Rev. Jackson: Well, how did the money issue get in it in the first place? Some people called and they thought it was about the Sony catalog. What’s- what’s in that catalog?

    Michael Jackson: In my Sony Catalog, is all the Beatles music, ahem, all of the music I own – I own Sly and the Family Stone, I-I own such a volume of so many, I own Elvis – so many Elvis songs and it’s a huge catalog, very valuable, it’s worth a lot of money. And there is a big fight going on right now, as we speak about that. Now, I can’t say whether or not – I can’t comment on it, but there’s a lot of conspiracy, I’ll say that – conspiracy going on as we speak.

    Rev. Jackson: It was suggested by a number of your friends and family members was that this fight was really more about this catalog issue than it is any thing else. Do you believe that?

    Michael Jackson: Well, you know, I don’t want to comment. I don’t want to make a comment, Jessie ah—it’s a real delicate issue and uh, I’ll let you, I’ll let you make the comment on that one.

    Rev. Jackson: Let me shift this to this extent. Ahem, since so many people are listening and there have been so many opinions – I was in London a couple of weeks ago, and 24/7 was Michael Jackson all-day-long and all-night-long and the day that you came to the hospital late [to court], you said you were injured. What happened that day?

    Michael Jackson: I was coming, er, out of the shower and I-I-I fell. And all my body weight, and I’m pretty fragile, all my body weight fell against my rib cage. And I pretty much, er, er, I bruised my lung very badly. My lung is on the right, it’s very [sp], it’s, I’m in pain as we speak and ah, I’ve been going to court everyday in immense pain and agonizing pain. And I sit there – and I’m strong, I try to be as strong as I can. So I can, ahh, but what we are looking for is the coughing of blood now. The doctor said I should – he said it’s still very dangerous as we speak, and if I cough the blood, he said it’s a very dangerous thing, so we’re, we’re still watching it very closely.

    Rev. Jackson: The cynics said you were faking. And it seems that the judge is will not even willing to believe you, even though you had just left the hospital.

    Michael Jackson: You know the – there’s no faking with this at all. I mean there was a scan done and you could see, uhhh, the swelling on my whole rib cage, I mean, uh, it was you could see it and it’s bright red. And how it, it [the fall] busted my chin, and it put a huge gash over my forehead, blood, it was er, it was very bad actually. And er, but errr, we’ve treating it actually, I do have some medicine for it, but we are watching it very closely.

    Rev. Jackson: As I listen to your talking about this whole ordeal that you are going through, and how you’ve er, stood strong sometimes amazingly so, ah, at some point last week, you – you cried. What-what touched you? What made you, breakdown, as it were?

    Michael Jackson: You mean at court?

    Rev. Jackson: Yeah.

    Michael Jackson: I was in pain. I was sitting there hurting. And er, the pain was so immense, all I could do was to sit there and cry. See, because it er, it was so intense at that moment, ah, ahem, I just couldn’t handle it. So I just grab tissues and just put it to my face… and…

    Rev. Jackson: So, it was more about your personal pain, than the, than the challenges of the, from the stand?

    Michael Jackson: No, it had nothing to do with what was going on inside. It was totally with personal pain, physical pain.

    Rev. Jackson: Michael, since so many people are listening, I’m trying to gleam from some of our calls on the phone today and from last week, as people listen to you, what do you want people to know? Those listening to you on the phone – I see calls from Philadelphia, and from Holland and from Britian and New York and Mississippi and Florida, California – what do you want people to know?

    Michael Jackson: About?

    Rev. Jackson: About you. About where you are now in the head, how you are feeling?

    Michael Jackson: Well, ahem, pretty much to-to be strong for me, to pray for my children and my family and myself. This is uh…uh very difficult time and to not believe what they hear, and see and read and just because it’s in print does not make it… just because it’s in print does not make it the gospel. And uh… you know, because they have sensationalized this thing to an immense degree. It’s a feeding frenzy – it’s because of uh, my celebrity. The bigger the celebrity, the bigger the target. And they have to remember that. So they’ve turned this into money – it’s like who gets the biggest ratings, you know, it’s terrible what’s happened with it. But it’s part of what I have to suffer as a celebrity. It’s part-part of what I have to go through. And to just uh, just know in the end that I will be vindicated, I pray, because I know the truth. I’m an innocent person. And I believe in God and love God. And just continue to pray for us.

    Rev. Jackson: You know that, given your faith, in God and in yourself, and your declaration of innocence and while you are going through this storm ahem, presuming that you ah – win this, this has been a close battle, ahhh, a very intense battle, because the battle is-is not over, ah, the, appearance, given your relationship ahh, has called for lots of consternation. Is there anything that you will do differently? When this season is over?

    Michael Jackson: Is there anything that I would do differently?

    Rev. Jackson: Differently? When this season is over?

    Michael Jackson: (Clears throat) Ahem, my level of trust will change. And ah, there-there there’s a lot of conspiracy going on. I’ll say that much. A lot of it.

    Rev. Jackson: Do you think that….

    Michael Jackson: All around me.

    Rev. Jackson: Is the conspiracy connected to the celebrity or to the trial or to the catalog – what do you think the source of it is?

    Michael Jackson: I-I can’t comment. I can’t comment Jessie, I-I don’t wanna… it ah, I’m under a gag order and it’s a very serious thing. I don’t want to say the wrong thing. With the wrong flavor. It’s a very delicate area. Very delicate where we are now.

    Rev. Jackson: Good. Good. Let me ask you this question though, that for those who are praying fervently, want to help and look forward to seeing Michael Jackson again. What can people expect next from you?

    Michael Jackson: Well, like-like I always say, I’m-I’m a person of the arts. I love the arts very, very, very much. And ah, I’m a musician, I’m a director, I’m a writer, I’m a composer, I’m a producer, and I love the medium. I love film very, very much. I think it’s the most expressive of all of the art mediums. The sculptor can sculpt, the painter can paint, but they capture a moment, ah, they freeze time with the moment. In film, you live the moment. You live, you have the, audiences for two hours. You have their brain, their mind – you can take them any place you want to take them. You know, and that idea is mesmerizing to me – that you can have the power to do people, to move people to change their lives and that’s where you to marry the music [and the] individual together. And that’s what excites me so much about film and the future. Because I love motion pictures very, very much.

    Rev. Jackson: Given, ah, the, heat that is on you and the taxing issue that you are facing now, does it deter you from pursuing your career when this is over?

    Michael Jackson: No! No. Not at all. Because ahem, I know who I am (clears throat) inside and outside and I know what I want to do. And I will always – er – you know, go with my dreams and my ideals in life. And I’m a very courageous person and I believe in perseverance, determination, and-and, you know, and all those wonderful things, and those ideals are very important for a person who is goal-orientated, you know?

    Rev. Jackson: Since people have-have risen so high and so far with your dreams, what are, what are you dreaming of now?

    Michael Jackson: Oh ahem (clears throat), like I was saying before, ahem, it’s to innovate, to tie in the medium of-of film, and there’s other things I want to do, which are some surprises. Ah, things in society that I want to do in the future. You know, in Africa. I have some great plans, ah, that I’ve been preparing to do there. I’d had several meetings with people whose flown out to see me since I’ve been going through what I’ve been going through and so my heart is set on doing some things there, very much so as well.

    Rev. Jackson: You ah, your next project. Because often when people at a stage like this is kind of frozen, but you’re thinking about the next project. What do you see as the next immediate project? What’s hitting you right now?

    Michael Jackson: Probably, ahemmm… the tsunami song that we want to do to raise money for tsunami because Africa was ummm, was it Madagascar? One of those countries…

    Rev. Jackson: Indeed. Madagascar…

    Michael Jackson: Somalia and Madagascar was hit very hard, and they never…talk about that, the way they talk about the other countries. Now, we have, I mean, uh, my heart is going out for everybody, but at least, when they distribute the truth, distribute it right and ahem, it – they never talk about the devastation down in Africa, so we ~~ I wanna do something for that. And of course, I’ve been working on doing, planning a resort that I’m building down in Africa. Ah, beautiful hotels, ah, just a beautiful setting for people and families and something beautiful down there. There a lot of beautiful places down there. So I want to do something that is more international. You know?

    Rev. Jackson: Well, you know, it’s interesting about the tsunami with this huge national - natural disaster uh, couldn’t be stopped, maybe if we had early detection devices, we could have saved some lives perhaps, but it was a natural disaster, but what you raised is that while that we’ve lost 200,000 lives in the tsunami, we’ve lost 2 million in the Sudan and that’s a manmade disaster and oil and materials all caught up in that stuff, and then 4 million in the Congo. And ah, and I think as we talk about it, you know you and I talk almost everyday, you are reaching out to these African crisis – appears to have er, taken up a large part of your dream at this stage in your life.

    Michael Jackson: Yes it has. Because Jessie, in my heart, deepest of heart, I really love Africa and I love the people of Africa. That’s why, whenever I get the chance, the children and I, we jump on the plane and fly to Africa and we vacation there. I spend more of my vacation in Africa than in any other country. And ah, we love the people and we love the environment. Topographically, one of the most beautiful places on the surface of the Earth. They never show the sandy white sugar beaches, and it’s there! And they never show the beautiful, you know the landscaping, never show the buildings, the metropolis and urban – Johannesburg, Cape Town, Kenya, ur, you know the Ivory Coast ur, you know, Rwanda, how beautiful the place is! And it’s really stunningly beautiful! And I want to heighten that awareness with what I’m doing and it’s been my dream for many, many years. And everybody around me knows that, because I go there very much.

    Rev. Jackson: You know, we knew about the high points of Rome, because we see it on film.

    Michael Jackson: That’s right.

    Rev. Jackson: We know about the high points of Britain and the palace, we see it on film. On Paris, we don’t see much of Africa on film. We see Africa as misery and Africa as problems. We do not see it as being this phenomenally endowed continent of sand and sea and..

    Michael Jackson: Because the…

    Rev. Jackson: oil and resources…

    Michael Jackson: Because, yeah. The world is jealous of Africa for many centuries because it’s natural resources is phenomenal. It really is. And it is the dawn of civilization. The history, a lot of our bible history is right there in Africa. And King Tut, all those great civilizations – that is right there in Africa. Egypt is in Africa!!! And they always try to separate the two, but Egypt is Africa!!!

    Rev. Jackson: Well, it’s certainly true that when Jesus was threatened, ah, with death, when Harod sent out the edict for genocide of all of the first born babies, that Joseph took him to Egypt, to Africa, kept him there for 12 years.

    Michael Jackson: That’s right. That’s right.

    Rev. Jackson: You’ve shown an amazing level of depth and commitment. Let me say this and in closing Michael, because people are listening and the reason I didn’t want to open up the lines today is because you have, you’re sharing stuff with us that you never quite really hear, but as people go and watch the trial next week and the coming days, what do you want your fans… we have callers on here right now from London, Holland and all around America, so people out there are listening today to you. What do you want to say to your fans and even to your detractors today?

    Michael Jackson: I just wanna say: fans in every corner of the Earth, every nationality, every race, every language, I love you from the bottom of my heart. You know, thank you for your love and support and understanding during this trying time. I would love your prayers, and your goodwill. Ah, and ah, please be patient and be with me and believe in me because I am completely, completely innocent. But please know a lot of conspiracy is going on at this time as we speak.

    Rev. Jackson: Well, it’s Easter time, ah, we fall down, we get back up again. The good news is that nothing is too hard for God. And those who believe, fervently believe, no matter how far down that they reach for a rope and not a shovel. They’d be pulled up and they will rise again. Michael, thank you for sharing yourself with the nation today, and the world and for getting up so early in California …

    Michael Jackson: God bless you.

    Rev. Jackson: God bless you and keep hope alive. Talk to you a minute off the air, okay?

    Michael Jackson: Bye-bye.

    Rev. Jackson: Alright.

    Edited by ArcoIris - 2/4/2018, 04:26
     
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    MJ intervistato dal reverendo Jesse Jackson
    (March 27, 2005)

    Jesse: Buon giorno. Dio vi benedica. Buona Pasqua. Benvenuti a Keep Hope Alive Radio Show del reverendo Jesse Jackson. Vi auguro una felice e gloriosa Pasqua.
    Che cosa posso dirvi sul nostro ospite questa mattina. Questo leggendario cantante, ballerino, cantautore, ha una carriera alle spalle di quaranta anni. E' diventata una star a soli undici anni. Era il leader del gruppo della Motown, i Jackson Five. Uno dei gruppi più famosi di tutti i tempi. Quattro singoli progressivamente al numero uno. Chi dimentica "I Want You Back", "ABC", "Pearl Mama's" o "I'll Be There"?

    Ha iniziato la sua carriera da solista. Ha pubblicato una serie di singoli di successo tra cui "Got To Be There", "Rockin 'Robin" e "Ben". Ci siamo tutti meravigliati mentre continuava a scalare la vetta senza precedenti, con i suoi tre album più venduti di tutti i tempi: "Off The Wall", "Thriller" e "Bad". Infatti, "Thriller", è l'album più venduto di tutti i tempi. Ha venduto più di cinquantuno milioni di copie in tutto il mondo. Quincy Jones, il suo produttore, ha detto alla rivista Time: "La musica nera era passata in secondo piano per un lungo periodo". E' stato proclamato come l'artista più venduto di tutti i tempi. Il cantante più premiato che il mondo abbia mai conosciuto. L'artista più popolare nella storia dello show business. E non così modestamente, l'uomo più famoso del mondo. Stiamo parlando, naturalmente, del Re del Pop.

    Il nostro mondo continua ad andare avanti ma, a proposito di questo genio, i membri della Keep Hope Alive Radio Show, hanno avuto l'opportunità di intraprendere un viaggio da Gary fino alla sua massima grandezza. Ascoltate il Re del Pop condividere la storia della sua vita come solo lui può raccontare. E' con grande orgoglio e piacere che vi porto questa mattina... Michael Jackson.


    Jesse: Buongiorno Michael.

    MJ: Buongiorno Jesse. Come stai?

    Jesse: Bene, Bene, Bene, Bene. E' bello sentirti. Molte persone in giro per l'America, e non solo, stanno ascoltando la nostra conversazione.

    Michael: Sì.

    Jesse: Bene, Bene.

    Michael: Bene.

    Jesse:
    Non perdetevi questa bellissima conversazione con il Re del Pop, Michael Jackson. Torniamo subito con Keep Hope Alive Radio Show e il reverendo Jesse Jackson.


    Jesse: Benvenuti con il Reverendo Jesse Jackson. Oggi abbiamo un ospite straordinario... Michael Jackson. Michael ci ha permesso di fare un viaggio dal "punto zero” fino all'universo. Buongiorno Michael.

    Michael: Buongiorno Jesse. Come stai?

    Jesse: Bene. Ti ricordi quando ci siamo incontrati nella 47a strada, molti anni fa. Tuo padre portò te e i ragazzi all'ufficio della stazione. Ti stavi esibendo al Teatro Regio. Te lo ricordi?

    Michael: Sì, mi ricordo. E' stato tanto tempo fa. Ricordo vagamente.

    Jesse: Cosa ricordi di quel periodo?

    Michael: Oh, ricordo un po’ quello che indossavo, pantaloni a zampa d'elefante e ricordo l'amore che mi offriva il pubblico. Il supporto delle persone a quei tempi era proprio bello, la gente nera era fantastica. Sei sempre stato molto gentile con noi.

    Jesse:
    Bene, Bene. Forse è stata la tua mamma a cucire quei vestiti?

    Michael: Sì, lei li ha fatti. Ha sempre fatto tutti i nostri vestiti. Mia madre cuciva di tutto. Tutto ciò che abbiamo indossato alla Motown, era fatto da mia madre.

    Jesse: Ricordo così bene quando Julius Griffin e tuo padre si avvicinarono e mi chiesero se potevate fare un’esibizione all'Expo. Abbiamo dovuto creare uno spazio nel nostro programma per farvi esibire.

    Michael: [Ride] Mi ricordo quegli spettacoli. C'erano molti afro in quel momento.

    Jesse:
    In quel periodo facevate parte della Motown. Chi vi ha scoperto?

    Michael: Beh, in verità sono stati Gladys Knight e un ragazzo di nome Bobby Taylor. Facevano parte anche loro di questi spettacoli spesso divisi in atti. Si poteva fare solo un certo numero di canzoni e poi terminare. Loro erano sempre a questi spettacoli. Ci guardavano ed erano impressionati di ciò che sapevamo fare. Barry Gordy in un primo momento non era interessato. Alla fine ci ha amato e ci ha offerto il contratto. Dopo che firmammo, poiché Diana Ross era la star più grande del momento, l'ha utilizzata come mezzo per presentarci al pubblico. Il primo album si chiamava "Diana Ross Presents The Jackson Five".

    Jesse:
    A quel tempo, chi era il tuo artista preferito?

    Michael: Oh Dio, ho amato Diana Ross e uh, ho amato e ancora amo James Brown. Tutti questi artisti ancora oggi sono i miei preferiti. Amo anche Jackie Wilson, Sammy Davis Jr.

    Jesse: Ti sei ispirato molto a Jackie Wilson?

    Michael: Oh, sì certo! Tutti questi artisti mi hanno ispirato molto. Non ho potuto fare a meno di essere ispirato da questi grandi artisti.

    Jesse: Più tardi, ricordo che a Los Angeles eri con Suzanne de Passe che è stata la madrina del gruppo e lei ti aveva accompagnato a fare shopping per comprare un paio di jeans.

    Michael: Sì! Ricordo Suzanne de Passe, era meravigliosa. Era in parte il nostro manager insieme a mio padre e Tony Jones. Li ringrazio tutti dal profondo del mio cuore.

    Jesse: Era una persona meravigliosa, e lo rimane ancora oggi.

    Michael: Sì. Lei è stata molto utile nei primi giorni della nostra carriera, era una vera amica. Mi manca. Non la vedo da molto. Rimane una splendida persona come Berry Gordy.

    Jesse: Michael, in questo periodo che io chiamo "punto zero", gli inizi a Gary, il Teatro Regio, la riunione con Barry Gordy per la Motown, se vorresti riflettere, quali sono i tuoi ricordi di quel tempo?

    Michael: Quel tempo?

    Jessie: Sì, com'è stato quel periodo a Gary, al Teatro Regio, l'incontro con Gladys Knight, la Motown. Insomma, di tutto quel periodo, cosa ti è rimasto più impresso nella mente?

    Michael: Quel periodo per me risalta perché ero così giovane. Avevo otto, otto o nove anni. Ricordo com'era l'ambiente, la musica che ascoltavo. Mio padre suonava la chitarra insieme a mio zio. Ogni giorno suonavano e noi eravamo a contatto continuo con la grande musica. Cominciavamo a seguire la musica. Vorrei ricordare il ritmo delle battute del tamburo. Ogni suono era registrato nella mia mente e iniziavo a farmi dei ritmi e a danzare. Io ballavo a ritmo della lavatrice. Mia madre andava al negozio all'angolo per lavare i vestiti. Ballavo a ritmo della lavatrice e la folla mi guardava. Sono piccole cose ma che ti fanno riflettere davvero.

    Jesse: Beh, tua madre diceva che Jackie Wilson, James Brown e Sammy Davis erano eroi. Hai mai visto delle loro esibizioni?

    Michael: Sì, loro erano miei amici. Ecco perché sono stato così fortunato. Ero solo un ragazzino, vicino a queste persone. Entrammo subito a contatto con il loro immenso talento. Erano i migliori intrattenitori al mondo. Dopo le loro grandi esibizioni, toccava a noi andare in scena. E' stato incredibile!

    Jesse: Ma il fatto è che in un primo momento mi ricordo di Tito e Jermaine e tu eri così piccolo. Facevi parte dei Jackson Five. Quando ti sei reso conto che eravate degli intrattenitori anche voi?

    Michael: Quando si ha una capacità speciale, non te ne rendi conto perché pensi che anche gli altri abbiano lo stesso dono che hai ricevuto tu. E' difficile accorgersene. Quando cantavo la gente era così entusiasta della mia voce. Non sapevo perché applaudivano, piangevano e iniziavano a urlare. Davvero non lo so Jesse. Solo più tardi, la gente mi veniva vicino e mi diceva che avevo un dono e un talento speciale. Ricordo che mia madre, molto religiosa, mi diceva sempre di ringraziare Dio Geova per le mie abilità. Tu lo sai che non dipende da noi, è una cosa che viene dall'alto. Siamo sempre stati a contatto con gente che ci faceva i complimenti per le nostre prestazioni. Sai, è stata una bella cosa.

    Jesse: Quando hai smesso di andare a scuola?

    Michael: Oh, ero molto giovane. Penso che sia stato... hmm. Penso che sia stato al quinto, quarto o quinto anno. Poi ho avuto degli insegnanti privati. Avevamo così tanti concerti e spettacoli televisivi, gli album, le registrazioni, avevamo solo tre ore di scuola. I concerti ci spostavano da uno Stato all'altro. Dopo quel momento registrammo un altro album dei Jackson Five, e poi lavorai per un mio album. Nella mia giovinezza, ero sempre occupato. Mi ricordo che lungo la strada per le sale di registrazioni della Motown, c'era un parco. Riuscivo a sentire le voci dei ragazzi e i rumori dei calci al pallone. Ricordo che andavo in studio tutti i giorni ed ero abbastanza triste perché volevo anch'io andare a giocare. Sapevo, però, di avere altre cose da fare, le registrazioni dovevano andare avanti. Provavamo tutto il giorno fino a tarda notte.

    Jesse: Ritieni di esserti perso gran parte della tua infanzia? Come hai fatto a compensare questa grande perdita?

    Michael: Sì, non ho avuto un'infanzia. Ma, quando non si riesce ad avere un’infanzia da piccolo, si cerca poi di compensare la perdita cercando di recuperarla. Per questo a casa mia si può vedere un parco a tema, gite di divertimento. Quello che mi piace fare in assoluto, è aiutare gli altri bambini che sono meno fortunati di me. Sapete, i bambini che sono malati terminali, che soffrono di malattie, i bambini poveri delle città inferiori, sai, i ghetti. Vorrei far vedere a questi bambini le montagne, farli divertire sulle giostre, guardare un film, mangiare un gelato... cose di questo tipo.

    Jesse: Quanti ne eravate in famiglia?

    Michael: La famiglia Jackson?

    Jesse: Sì.

    Michael: Originariamente eravamo in dieci. Adesso siamo in nove persone. Mia madre Katherine e Joseph Jackson sono ancora vivi. Siamo tutti nati a Gary, in Indiana.

    Jesse: Tito e Jermaine hanno cercato di darti, per quel che potevano, un’infanzia da fratelli maggiori quali sono?

    Michael: Eravamo sempre in tour. Andavamo a Miami. Siamo stati così popolari. Ovunque i Jackson Five andassero, la massa accorreva al raduno. Non potevamo andare in un centro commerciale o da nessuna parte, perché le persone urlavano i nostri nomi. Potevamo divertirci solo un po’ in albergo. Facevamo la battaglia con i cuscini, nuotavamo nella piscina. Tu sai a cosa mi riferisco.

    Jesse: Chi vinceva la battaglia con i cuscini?

    Michael: Tito o Jackie. [Ride] Erano i più vecchi.

    Jessie: Se guardiamo quel periodo che io chiamo "punto zero", quando si stava sviluppando l'artista prodigioso che è in te, fino ad arrivare al periodo della tua maturazione artistica, sapresti dirmi chi è stato l'artista che più ti ha influenzato?

    Michael: La mia più grande influenza è stata quella di imparare a scrivere musica da solo. Ero entrato in contatto con i più grandi scrittori di canzoni di quel periodo. Holland e Dozier. Questi due ragazzi erano fenomenali. Sai, Lamont Dozier e Edward Holland. Questi ragazzi erano sorprendenti. Hanno scritto i più grandi successi. Erano semplicemente fantastici. Ho avuto modo di apprendere e lavorare con questi ragazzi. Mi piacciono naturalmente anche i testi dei Beatles. Amo la musica dei Beatles. Entro molto in sintonia con gli scrittori di quelle canzoni. Mi piace la loro melodia. Io amo le canzoni irlandesi. Amo le melodie inglesi. I ritmi degli africani. Sono le radici della musica. Questa è la mia musica preferita. L'Africa è la mia musica. E' l'origine. E' l'inizio della vita. Non si può evitare. E' impressa in me.

    Jesse: Ti hanno influenzato tanto da accompagnare il tuo canto alla danza. Hai mai avuto un maestro di danza?

    Michael:
    Sai una cosa, non ho mai studiato danza. E' sempre stato tutto naturale per me. Quando ero piccolo, qualsiasi tipo di musica ascoltassi mi faceva ballare. Era impossibile tenermi seduto. Ancora oggi, se mi capita di ascoltare un beat, inizierò a fare passi e ritmi in contrasto con il ritmo che sto sentendo. E' un istinto naturale. Non ho mai studiato. Fred Astaire e Gene Kelly che erano miei buoni amici, rimanevano sempre meravigliati per la mia abilità nel danzare. Quando ero un ragazzino, Fred Astaire mi diceva sempre che in cuor suo sapeva che sarei diventato una grande stella. Lo guardavo e gli dicevo: "Di cosa stai parlando?" [Ride]

    Jesse: Michael, da dove proviene il moonwalk? [Ride]

    Michael: Il Moonwalk è una danza. Mi piacerebbe prendermi il merito, ma non posso perché devo essere onesto con me stesso. I bambini neri dei ghetti hanno il ritmo più fenomenale di chiunque altro sulla Terra. Non sto scherzando. Ho imparato e avuto molte idee guardando i bambini nei ghetti. Hanno un ritmo perfetto. Alla fine degli anni '70 e primi '80, vedevo questi ragazzi ballare per strada e fare questo movimento, scivolavano all'indietro dando un’illusione. Ho impresso un’immagine nella mia mente di quel momento. Andai nella mia stanza al piano superiore a Encino, e iniziai a provarlo e perfezionarlo. E' comunque nata da una cultura nera, non c'è dubbio. Ecco da dove viene.

    Jesse: Beh, rimanendo in questo tema, hai mai guardato Don Cornelius in Soul Train?

    Michael: Oh, io amo quello show. Stai scherzando? Naturalmente l'ho guardato. E' un tipo di spettacolo che dava la possibilità di mostrare il proprio talento e cosa si poteva fare con il proprio corpo. Sono rimasto ipnotizzato dai uh, i ritmi e le danze. Naturalmente l'ho guardato [Ride]

    Jesse: Michael, se guardiamo indietro, dal "punto zero" fino a salire, effettivamente si può notare che sei diventato, per molti versi, un uomo nel corpo di un bambino. Non hai mai messo un kilo in più. Come hai fatto?

    Michael: [Ride] Beh, non sono mai stato un grande mangiatore, ehm... ti racconto un piccolo segreto. Mi dispiace dirlo ma, anche se apprezzo il cibo che Dio ci dona, non sono mai stato un grande mangiatore. Mia madre con me ha sempre avuto molta difficoltà in questo, mi doveva costringere per farmi mangiare. Ho un problema con il mangiare, ma io, faccio del mio meglio, e sto mangiando, lo faccio! Per favore, uh... non voglio che adesso la gente pensi che stia morendo di fame, non è così..

    Jesse: Ma cosa dici...

    Michael: La mia salute è perfetta in realtà.

    Jesse: Hai mantenuto questo perfetto peso, la gente è gelosa di questo.

    Michael:No,no. La mia salute è perfetta, mangio alimenti naturali come erbe e cose di questo tipo, sai... preferisco la medicina di Dio, invece di prodotti chimici o cose di questo tipo.

    Jesse: Michael, se guardiamo indietro a questa tua carriera fenomenale, ti ricordi come tu sia riuscito ad avere questo grande successo così in fretta, qual è stato il punto più alto della tua carriera? In questa settimana ho chiesto alle persone qual è stato il punto più alto secondo loro. Potrebbe essere stato Thriller, Beat It, per te qual è stato il punto più alto?

    Michael: Beh, uno dei punti più alti è stato ahm... prima del 1982, avevo fatto un album chiamato "Off The Wall", è stato un punto molto importante per me perché avevo recentemente fatto il film "The Wiz" e ho voluto allora esprimere me stesso come scrittore, sai... scrivere la mia musica, fare musica insomma. Ebbi la fortuna di lavorare con Quincy Jones. Io amo quest'uomo, lui è molto dotato. Stavo scrivendo canzoni come Don't Stop 'til You Get Enough, Shake Your Body, Billie Jean, Beat It. Tutte quelle canzoni furono scritte in quel periodo. Ahm... mi ero diciamo fissato degli obiettivi mentali su quello che volevo fare come artista, è stato un punto molto alto per me. Vinsi anche il Grammy per l'album "Off The Wall", però non ero felice. Volevo fare molto di più. Non ero contento, ehm... per il modo in cui fu apprezzato dalla gente, anche se è stato l'album più venduto di un artista solista a quel tempo, con oltre dieci milioni di copie vendute. Per il prossimo album, mi ero imposto di metterci tutto il cuore [si schiarisce la gola], solo così avrei iniziato a scrivere l'album Thriller.

    Jesse: Che cosa ha dato origine a Thriller?

    Michael: Scusami?

    Jesse: Che cosa ha dato origine a Thriller?

    Michael: Che cosa ha dato origine a Thriller? Il tempo. Ho vissuto in una zona chiamata Encino e vedevo questi segni di graffiti con scritto "Disco Sucks", "Disco is this", "Disco is that". Le discoteche erano solo un mezzo per far ballare la gente, ma erano così popolate. Volevo solo fare un grande album. Io amo uhm... l'album di Tchaikovsky, lo Schiaccianoci. E' un album dove ogni canzone è un gran pezzo. Volevo fare un album dove ogni canzone fosse un successo, ed è da questo che in parte è nato Thriller. Quell'album ha fatto di tutto, il Guinness dei Primati, è stato proclamato l'album più venduto di tutti i tempi. Avevo raggiunto un grande livello, ma ancora non ero soddisfatto, ho sempre voglia di fare di più, volevo dare ancora di più.

    Jesse: E poi?

    Michael: E poi arrivò il Victory tour.

    **************************************************

    Jesse:
    Prima di arrivare al Victory tour, ricordiamo che hai usato la tua celebrità per riunire vari artisti e cantare We Are The World, per tutte quelle persone che morivano in Africa.

    Michael:
    Sì.

    Jesse: Com'è stato?

    Michael: We Are The World è stato un grande progetto. Quincy Jones mi chiamò al telefono e mi chiese di scrivere una canzone per ahm... la devastazione di morti che stavano accadendo in Africa e l'Etiopia. Lui sapeva il mio amore che nutrivo per quel posto, perché sarei sempre voluto andare in Africa. Amavo la loro cultura, amo la gente, amo ciò che rappresentano, così ho composto questa canzone e Lionel Richie mi chiese se mi poteva aiutare [si schiarisce la gola]. Abbiamo iniziato a mettere insieme le nostre idee, la maggior parte delle volte parlavamo e quando mettemmo insieme qualcosa, non ero del tutto soddisfatto. Così, decisi di entrate in studio e in pratica completai tutta la musica. Quincy era meravigliato dal risultato del brano. Lo pubblicammo e divenne il singolo più venduto nella storia e ha fruttato molti soldi. Il progetto fu chiamato USA For Africa. E' stato un soccorso per l'Africa, è stata una bella cosa. Abbiamo dato una percentuale del ricavato all'America e la quota maggiore all'Africa. E' stata una grande, grande cosa.

    Jesse:
    Il reverendo Jessie Jackson qui al Keep Hope Alive Radio Show, con il nostro ospite molto speciale, Michael Jackson. Tante persone stanno ascoltando in tutto il Paese, in tutto il mondo, è una bella chiacchierata con Michael Jackson che conosco da quando aveva sette anni. Alla guida di una station wagon, Joe Jackson portò i ragazzi al nostro ufficio per chiederci se si sarebbero potuti esibire all'Expo e, naturalmente, l'Expo non fu più lo stesso.

    Michael: Si, è stato, è stato... mi ricordo di quei tempi... i ricordi sono offuscati ma mi ricordo Jesse, sei stato molto buono con noi, mi ricordo l'amore da parte del pubblico e sentivo le urla della folla. E' stato un momento meraviglioso, era una cosa meravigliosa.

    Jesse: In quello show ci furono Marvin Gaye e Roberta Flack.

    Michael: Ah!

    Jesse: Anche i The O'Jays.

    Michael: Wow!

    Jesse: Anche gli Staples Singers e...

    Michael: Wow!

    Jesse: C'era anche Cannonball Adderley, fu un affare enorme.

    Michael: Questo è incredibile, un elenco pazzesco di persone che, sono i talenti più grandi mai visti. Questo è sorprendente.

    Jesse: Quando pensiamo a Gary, Indiana, abbiamo sempre la tua figura da bambino che attraversi gli anni della tua adolescenza. Ricordo, però, anche un'altra fase. Quando si è tenuto il Victory Tour. A quel tempo, eri un ragazzo cresciuto, tutti i tuoi fratelli e sorelle erano pienamente cresciuti e noi ci incontrammo a Kansas City, ti ricordi?

    Michael: Sì.

    Jesse: Facemmo tutti insieme la preghiera.

    Michael: Sì.

    Jesse: Il Victory Tour. Mi puoi descrivere quel periodo?

    Michael:
    Il Victory Tour è stato una delle mosse più grandi, Thriller aveva vinto i Grammy più di qualsiasi altro album nella storia della musica, creò tanto fenomeno e una tale adulazione e notorietà, che non potevamo far nulla senza avere la stampa e gli elicotteri dietro. Poco dopo, annunciammo di fare il tour. Il pubblico era molto, molto carico e noi eseguimmo le canzoni dal vivo. Abbiamo fatto questo tour che ha battuto diversi record in tutta l'America, per esempio quando ci esibimmo al Dodgers Stadium, prima del nostro spettacolo, ci fu Elton John. Abbiamo fatto otto tappe tutte sold out. [Si schiarisce la gola]. Questo è successo tutto in America, la prima città fu Kansas City ed è lì che ci siamo incontrati, Jessie. Mi ricordo che venisti alla nostra suite e pregammo insieme. E' stata una cosa bella e incredibile.

    Jesse: Sai Michael, dicono che la pioggia deve pur cadere e, purtroppo, anche tu hai avuto un periodo un po’ travagliato. La vita non è una linea retta, alcuni si fanno valere anche in una tempesta. Non è facile gestire il sole dei cieli luminosi. Queste turbolenze arrivano per testare il nostro metallo, la nostra forza ed energia. Quale ritieni essere stato il punto più basso?

    Michael: Probabilmente il punto più basso... il punto più basso, emotivamente parlando, è probabilmente quello che sto passando oggi. [si schiarisce la gola].

    Jesse: Sei stato tipo colpito da una puntura?

    Michael: Cosa?

    Jesse: Ti ha colpito una puntura.

    Michael: Ah, puoi ripete...

    Jesse: Sei stato tipo colpito da qualcosa. Qual è stato per te il punto più basso che hai toccato?

    Michael: Si, il dolore di quello che sto passando, dove sono accusato di qualcosa che, in cuor mio, so di non aver mai fatto. Nel mio cuore so di essere innocente, il dolore è così forte.

    Jesse: Si riesce a percepire il tuo dolore. Pensi che ti stiano maneggiando? Perché il tuo personaggio è andato così in alto e adesso è sotto attacco?

    Michael: Cerco di farmi forza basandomi sulle storie di altre persone che, in passato, hanno subito il mio stesso dolore. La storia di Mandela, per esempio, mi sta dando molta forza, la storia di Jack Johnson che ora è in DVD. Si chiama "Blackness Unforgivable". E' una storia sorprendente di quest’uomo del 1910 che era un campione mondiale dei pesi massimi e viveva in una società che non accettava la sua posizione e il suo stile di vita. L’hanno messo dietro le sbarre. Anche la storia di Muhammad Ali. Tutte queste storie. La storia di Jesse Owens. Tutte queste storie che posso leggere, mi danno tanta forza. Le loro storie mi danno molta forza.

    Jesse: Hai avuto tutti questi successi e le persone che hai abbracciato durante la tua carriera, sono ora rivolte contro di te in tribunale. Come gestisci questa situazione?

    Michael: Ah, mi faccio forza con Dio. Credo molto nel Dio Geova e so di essere totalmente innocente. Nessuna di queste storie sparse nell'ultimo periodo sono vere. Sono completamente inventate, ed è triste, è molto, molto doloroso. Prego molto a Dio affinché mi dia la forza. Sono un guerriero. Io so cosa c'è dentro di me. Sono un lottatore. Ma è molto doloroso. Alla fine di tutto sono solo un essere umano, lo sai, io sono solo un essere umano. Fa molto, molto male.

    Jesse: La scorsa settimana stavamo parlando del processo e si sentivano cattiverie gratuite sul tuo conto.

    Michael: Queste cose non sono vere. E' solo un modo per mettermi in imbarazzo e buttarmi fango addosso. Ed è la stessa cosa, come ti dicevo prima, che è successo a quelle persone che ti ho citato prima. Stessa storia. Questo è il tabloid, solo gossip.

    Jesse: C'è chi ci ha chiamato e ha pensato che in tutta questa storia c'entri il catalogo Sony. Puoi dirci qualcosa al riguardo?

    Michael: Nel mio catalogo Sony, c'e tutta la musica dei Beatles, tutta la mia musica, quella di Elvis, è un catalogo enorme, di grande valore, vale davvero molti soldi. Proprio ora c'e una grande lotta in corso, mentre parliamo in questo momento. Non posso fare commenti, ma c'e un complotto, c'e una cospirazione in corso.

    Jesse: Molte persone e famiglie ci hanno detto che questa lotta è dovuta maggiormente al catalogo. Lo pensi anche tu?

    Michael: Beh, sai, io non voglio commentare. Non voglio fare alcun commento. Jessie, è un problema delicato.

    Jesse: Sono stato a Londra un paio di settimane fa, e ricordo il giorno in cui sei arrivato tardi in tribunale perché eri stato in ospedale. Che cosa successe quel giorno?

    Michael: Caddi dalla doccia. Il mio corpo è abbastanza fragile, caddi a terra con la gabbia toracica. Il mio polmone in un qualche modo si era ferito. Avevo molto dolore al polmone destro e sono dovuto andare in tribunale ogni giorno con un immenso dolore. E' straziante tutto questo. Io sono forte, cerco di essere il più forte possibile. Quello che stiamo cercando di curare adesso, è il sangue che mi esce dalla bocca quando tossisco. Il medico mi ha detto che se mi esce il sangue quando tossisco, significa che la questione è abbastanza grave, quindi siamo cauti.

    Jesse: Alcuni cinici hanno detto che stavi fingendo. E sembra che il giudice non era neanche disposto a crederti, nonostante avessi da poco lasciato l'ospedale.

    Michael: No, non c'era alcuna finzione. Voglio dire, c'era una scansione fatta e si poteva vedere il gonfiore sulla mia gabbia toracica. Sì vedeva che ero sofferente. Con la caduta mi sono rotto anche il mento, si è fatta una ferita sulla fronte, sono stato davvero molto male. Ho una medicina per tutto questo dolore ma, nonostante questo, siamo molto cauti.

    Jesse: Ascoltando le parole riguardo a questa macellazione che stai attraversando, ti ha mai ferito qualcosa in modo particolare? Hai mai pianto?

    Michael: Vuoi dire in tribunale?

    Jesse: Sì.

    Michael: Ero nel dolore. Ero lì seduto e il dolore era così immenso, tutto quello che potevo fare, era stare lì e piangere. Sai, era così intenso che... non riuscivo a gestire la cosa. Coprivo il mio viso dal dolore.

    Jesse: Quindi le sfide che ti sei imposto riguardano il tuo dolore personale?

    Michael: No, il dolore non aveva niente a che fare con quello che stava succedendo all'interno del tribunale. E' stato un dolore fisico.

    Jesse: Michael, poiché così tante persone stanno ascoltando la nostra conversazione, cosa vuoi che sappia la gente? Vedo chiamate da Philadelphia, dall'Olanda, dalla Gran Bretagna, da New York, dal Mississippi, dalla Florida, dalla California. Che cosa vuoi che sappia la gente?

    Michael: Riguardo?

    Jesse: Su di te. A proposito di come ti senti in quest’ultimo periodo.

    Michael: Beh, ehm... vorrei che sapeste che sono forte, pregate per me, per i miei figli e la mia famiglia. Questo è un momento molto difficile e ancora non riesco a credere a quello che sento, vedo e leggo dai tabloid. La stampa non è il Vangelo. Tutta questa cattiveria è causata dalla mia celebrità. Più grande è la celebrità, più grande è il bersaglio. Ricordatelo. Tutto questo è causato solo dal denaro, come chi ottiene i maggiori voti in politica, si sa, è tutto una questione di denaro. Nonostante il dolore che sto patendo, sappiate che sarò vendicato. Sono una persona innocente. Credo in Dio e al suo immenso amore. Continuate a pregare per noi.

    Jesse: La tua immensa fede in Dio, presumo ti spingerà a vincere questa dura battaglia, anche se non è ancora del tutto finita. C'e qualcosa che farai quando questo periodo sarà finito?

    Michael: Qualcosa che avrei fatto diversamente?

    Jesse: Che cosa farai quando questo periodo sarà finito?

    Michael: [si schiarisce la voce] Ehm... il mio livello di fiducia cambierà. Ci sono molte cospirazioni in corso. Dirò molto più in là.

    Jesse: Pensi che...

    Michael: Tutti mi sono intorno.

    Jesse: Questa cospirazione è collegata al processo o al catalogo, cosa pensi?

    Michael:
    Non posso commentare. Non posso commentare Jessie. C'e un complotto contro di me ed è una cosa molto seria. Non voglio dire la cosa sbagliata. E' un argomento molto delicato. Molto delicato nella fase in cui mi trovo ora.

    Jesse: Bene. Lascia che ti ponga questa domanda per tutte quelle persone che pregano per te e sono al tuo favore. Che cosa dovrà aspettarsi la gente in futuro da Michael Jackson?

    Michael: Beh, come dico sempre, io amo le arti. Amo molto, molto le arti. Sono un musicista, sono un regista, sono uno scrittore, sono un compositore, sono un produttore e mi piace fare tutto ciò che riguarda quest’ambiente. Amo molto i film. Penso che sia uno dei modi espressivi più belli delle arti. Lo scultore può scolpire, il pittore può dipingere, ma catturano solo un momento, fermano il tempo solo in quel preciso momento. Nei film, invece, si vive il momento. Tu vivi, il pubblico per due ore vive ciò che tu hai pensato. Si può prendere qualsiasi luogo desideri e sceglierlo per un film. Sai, questo mi affascina molto, si ha il potere di indurre la gente a cambiare la loro vita. Mi eccita tanto fare film in futuro perché io amo il cinema. Lo amo davvero tanto.

    Jesse:Il dolore immenso che ora stai provando, non ti scoraggerà dal perseguire la carriera quando questo periodo buio sarà finito?

    Michael: No! Per niente. Io mi conosco [si schiarisce la gola], so quello che voglio da me stesso. Seguirò sempre i miei sogni e miei ideali. Credo nella perseveranza, nella determinazione e tutte queste cose meravigliose. Sono molto importanti per una persona che si è prefissato un obiettivo.

    Jesse: Le persone sono salite così in alto seguendo i tuoi sogni, qual è il tuo sogno adesso?

    Michael: Oh, ehm [si schiarisce la gola], come dicevo prima, è quello di fare film. Ci sono anche altre cose che voglio fare, sono però delle sorprese. Ho grandi progetti per il futuro. Sai, in Africa. Ho dei grandi progetti che sto preparando lì. Ho avuto a che fare con molte persone dell'Africa che mi sono venute a dare sostegno durante questo periodo. Farò alcune cose lì.

    Jesse: Ah, il tuo prossimo progetto. In quale progetto sei più coinvolto? Che cosa ti colpisce di più in questo momento?

    Michael: Probabilmente ahm... una canzone che ho composto per raccogliere fondi per lo tsunami in Madagascar. Un Paese dell'Africa? Uno di quei paesi...

    Jesse: Sì, Madagascar.

    Michael: Somalia e Madagascar sono stati colpiti duramente ma nessuno parla di questo. Nessuno parla mai della devastazione che c'e in Africa e, così, io voglio cambiare le cose. E, naturalmente, sto anche lavorando a un resort che sto costruendo giù in Africa. E' un hotel per le persone e le famiglie. Ci sono molti bei posti laggiù. Voglio fare qualcosa che sia più internazionale. Lo sai?

    Jesse: Beh, sai, è interessante parlare dello tsunami. Forse, se ci saremmo prevenuti, potevamo salvare qualche vita in più. E stato un disastro naturale ma la questione interessante, è che mentre abbiamo perso 200.000 persone per lo tsunami, abbiamo perso due milioni nel Sudan e quattro milioni in Congo. Noi di questo parliamo, ne parliamo ogni giorno. Molti dovrebbero seguire i tuoi stessi ideali.

    Michael: Jessie, nel profondo del mio cuore mi piace molto l'Africa e mi piace la sua gente. Ecco perché, ogni volta che ne ho la possibilità, io e i miei figli saliamo sull'aereo e andiamo in Africa in vacanza. Passo più tempo in Africa che in un altro Paese del Mondo. Amiamo le sue persone e l'ambiente. E' uno dei luoghi più belli della superficie terrestre. Non mostrano mai le magnifiche spiagge bianche che sembrano zucchero, eppure ci sono. Non mostrano mai il bello, non mostrano mai gli edifici, le metropoli urbane come Johannesburg, Cape Town, Kenya. Sono incredibilmente belle.

    Jesse: Petrolio e risorse...

    Michael: Il mondo è geloso dell'Africa per le risorse naturali. E' l'alba delle civiltà. La storia, molta della nostra storia è ambientata in Africa. I King Tut, tutte quelle grandi civiltà, sono nati proprio lì, in Africa. L'Egitto è in Africa! Cercano sempre di separarle ma l'Egitto è Africa, punto!

    Jesse: Beh, è anche vero che quando Gesù fu minacciato di morte, Giuseppe lo ha portato in Egitto, in Africa, lo ha tenuto li per 12 anni.

    Michael: È vero. E' vero.

    Jesse: Hai dimostrato un incredibile livello di profondità e impegno. In chiusura, per la gente che guarderà il processo nei prossimi giorni, che cosa vuoi direi ai tuoi fans... abbiamo chiamanti da Londra, Olanda e in tutta l'America. Che cosa vuoi dire ai tuoi fans?

    Michael: Voglio solo dire ai fans in ogni angolo della Terra, di ogni nazionalità, di ogni razza e di ogni lingua, che li amo dal profondo del mio cuore. Grazie per il vostro amore, sostegno e comprensione durante questo duro periodo. Vi ringrazio per le vostre preghiere e la vostra buona volontà. Grazie per il vostro immenso supporto, perché sono completamente e totalmente innocente. Ci sono molte cospirazioni attive in questo momento mentre noi parliamo.

    Jesse: Beh, è tempo di Pasqua. La buona notizia è che niente è difficile per Dio. Per chi crede con tutte le sue forze all’innocenza di Michael, mantenete la corda e non smettete mai di tirare. Presto si risorgerà dal buio. Michael, grazie per aver condiviso con me questa giornata.

    Michael: Dio ti benedica.

    Jesse: Dio ti benedica e mantieni viva la speranza. Parlare con te è stato come prendere una boccata d'aria.

    Michael: A presto.

    Jesse: Va bene.

    Original Text: www.allmichaeljackson.com/interviews/jessejackson.html
    Traduzione riportata da: http://michaeljacksonbox.blogspot.it/2012/...endo-jesse.html

    Edited by ArcoIris - 2/4/2018, 04:27
     
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  5. Elenajackson777
     
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    Grazie mille per aver postato e tradotto quest'altra intervista :ok:
     
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  6. Elisajackson89
     
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    Grazie mille per queste tre splendide interviste che avete postato in questi giorni,me le sono letta tutte d'un fiato :ok:

    Edited by ArcoIris - 15/6/2015, 03:42
     
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    Intervista con Piers Morgan per "The Daily Mirror"


    12 Aprile 1999

    IL MIO DOLORE
    La superstar Michael Jackson ha pianto la scorsa notte raccontando a The Mirror la sua angoscia per essere stato accusato di essere un pedofilo. Parlando pubblicamente per la prima volta del suo dolore privato, Jackson ha dichiarato: "Mi taglierei le vene piuttosto che far del male ad un bambino. Non potrei mai farlo. Nessuno potrà mai sapere quanto questi rumor terribili mi abbiano ferito".

    Nella sua prima intervista ad un quotidiano britannico da 20 anni, ha raccontato del suo disperato desiderio di aiutare i bambini rifugiati del Kosovo. Jackson, 40 anni, ha detto: "Mi sento così triste quando vedo le immagini di quei poveri ragazzi. Mi fa piangere tutti i giorni. Vorrei solo andare lì e abbracciare ognuno di loro".

    Ha dedicato la sua nuova canzone "What More Can I Give?" ai rifugiati e darà tutti i profitti alle vittime della pulizia etnica del Kosovo. Ha in programma anche un video costellato di star. Il boss di Harrods Mohamed Al Fayed sta aiutando il progetto. Parlando candidamente Jackson ha raccontato della sua gioia di essere padre e del suo amore per la moglie Debbie.

    MICHAEL JACKSON IN ESCLUSIVA MONDIALE
    Il Re del Pop non dà interviste. Michael Jackson non ha bisogno di farlo. Il suo sorprendente talento ha sempre guidato una macchina unica di pubblicità in tutto il mondo che gli ha assicurato il suo status di più grande star.
    Ma quel silenzio solitario ha avuto un lato negativo. La star di 40 anni non è mai stata in grado di contrastare le accuse di pedofilia che hanno rischiato di rovinare la sua carriera.
    Lui sa che un sacco di gente crede che sia un molestatore di bambini, un uomo che seduce e abusa di ragazzini per il suo piacere.

    Eppure per anni non ha detto nulla, rifiutandosi di parlare in pubblico e rivelare se stesso al mondo dei media sull'argomento che ha afflitto la sua vita. Ora l'ha fatto. Con le lacrime che gli rigavano il volto, Jackson mi ha detto del terribile dolore e della sofferenza che ha provato per ciò che egli chiama "bugie malvagie e dicerie".

    Seduto accanto al suo amico Mohamed Al Fayed ai magazzini Harrods del magnate a Londra, Jackson ha pianto in modo incontrollabile, tirando fuori la sua angoscia per le "persone malvagie che pensano che io possa fare questa cosa ai bambini".

    La sua franchezza mi ha scioccato. Questo non era un superficiale e fanciullesco personaggio monosillabico, nascosto dietro la famosa maschera e il make-up. Questo era un uomo intelligente, eloquente e maturo. E un uomo che porta molto chiaramente le cicatrici emotive di una terribile umiliazione basata su presunti crimini che dice che non potrebbe mai commettere.

    BIZZARRO
    E' stata un'esperienza curiosa e inconsueta sentire la persona più famosa del pianeta piangere disperato mentre si difendeva. Non ho mai avuto certezze in ogni caso su Michael Jackson e tali affermazioni. I genitori hanno detto che aveva abusato dei loro figli, figli che avevano lasciato soli con lui per settimane nonostante le voci - poi se ne sono andati con milioni di dollari per i loro guai. Quanto sarebbero stati più convincenti se non avessero preso i soldi, ho sempre pensato.

    Quello che è certo è che se lui è colpevole, lo nasconde molto bene. Dopo aver parlato con lui per 40 minuti ieri, direi che ama i bambini in un modo che poche persone comuni possono mai eguagliare o capire. Lui la mette semplicemente, ma in modo sconvolgente: "Se non fosse stato per i bambini... avrei gettato la spugna e mi sarei ucciso".

    Le lacrime cominciano a scorrere quando spiega: "Non mi importerebbe di vivere senza i bambini e senza l'ispirazione che mi danno. Mi ispirano in tutto ciò che faccio, ogni canzone che scrivo, ogni danza in cui mi esibisco. La gente cerca di usare, e lo fa, questo contro di me ed è così ingiusto. Questo mi addolora molto, mi spezza il cuore".

    Jackson ha sposato l'infermiera americana Debbie Rowe, nel novembre 1996, dopo la fine del suo matrimonio di alto profilo con Lisa Marie Presley, figlia della leggenda del rock Elvis.

    La star è ora l'orgoglioso padre di due figli suoi - Prince Michael di due anni, che ha soprannominato Baby Doo-Doo, e Paris Michael Katherine di un anno, dal nome della capitale francese dove è stata concepita.

    La sua gioia per la paternità è temperata dalla consapevolezza che questa non ha fermato la brigata della derisione, delle dicerie, degli ammiccamenti. Lui dice: "Io amo i miei figli così tanto. Loro hanno cambiato me e la mia visione della vita. Vorrei solo che la gente mi lasciasse in pace per andare avanti con la mia vita. Sono solo una persona che vuole essere onesta e fare del bene, rendere felice la gente e dare loro il massimo senso di evasione attraverso il talento che Dio mi ha dato.

    "Questo è quello che sento, è tutto quello che voglio fare. Lasciatemi semplicemente condividere e dare, mettere un sorriso sui volti delle persone e portare la felicità ai loro cuori. Vedere i miei figli che saltano per la stanza e impazziscono per la musica di mia sorella Janet è semplicemente fantastico. Riempie il mio cuore di tanta gioia. Non appena sentono le canzoni di Janet con un buon ritmo, come "The Knowledge" o "Rhythm Nation", tutti e due impazziscono! Si potrebbe pensare che ci sia una macchina che li fa muovere". La star comincia a rappare i successi di sua sorella per me, usando la scrivania di fronte a lui come un tamburo. Questo è sicuramente uno di quei momenti da immortalare per i nipoti.

    E continua: "Io inizio a cantare e ci sono urla in tutta la casa. Inizio a ballare e Prince è tutto preso nel cercare di ballare con me". Jackson non mette mai la sua musica ai suoi figli "La tengo da parte per una sorpresa quando saranno un po' più grandi", sorride. Gli piacerebbe che entrassero nel mondo dello spettacolo, ma è consapevole dei pericoli.

    Lui dice: "Sarà difficile per loro. Quando Lisa-Marie vuole cantare, la gente la confronta sempre con il padre, è così dura. Certo, mi piacerebbe che facessero qualcosa nel campo delle arti così potrei insegnare loro a cantare e a ballare. Ma devono volerlo fare, senza pressioni da parte mia".

    Jackson è chiaramente premuroso con i suoi figli. Mi dice: "Loro sono con una mia amica con cui sono andato a scuola. Tanto tempo fa. I miei bambini sono con i suoi e si stanno divertendo un sacco. Io li chiamo sempre e facciamo grandi conversazioni. Sentirli dire 'Papà! Papà!' è così emozionante".

    Jackson dice di avere imparato molto sull'essere padre da Al Fayed, un amico da più di 20 anni. I due hanno passato il sabato a fare il tour del reparto giocattoli di Harrods e a guardare la squadra di Fayed, il Fulham, giocare nella seconda divisione. Jackson dice: "Mohamed è un padre di famiglia amorevole ed mi ha dato alcuni grande suggerimenti.

    "Lui mi dice di essere affettuoso, di passare del tempo con i bambini, di non lasciarli con nessuno e di stare con loro il più possibile. Di aiutarli a crescere e far sapere loro che li ami guardandoli negli occhi, e dicendo loro 'ti voglio bene'. E giocare, giocare, giocare con loro". Il cantante, che spende 3.000 sterline al giorno per le bambinaie 24 ore su 24, vive separato da Debbie, 40 anni. Ma lui ride all'idea che il suo matrimonio sia una farsa. Lui insiste: "Amo mia moglie, e abbiamo un matrimonio felice. Debbie è un'infermiera che ama il suo lavoro, che ama prendersi cura delle persone. Tutti i giorni il suo desiderio è alzarsi e prendersi cura degli altri, per aiutarli e renderli migliori. Ecco perché la amo, ed è questo che le dà gioia nella vita, che Dio la benedica".

    Debbie - che ha incontrato Jackson quando lavorava come infermiera dermatologa e lo ha trattato per la sua dichiarata vitiligine - ha detto: "Michael è un padre che stravede per i suoi figli. Io so che i bambini sono al sicuro ogni volta che sono con lui".

    Non è disposto a ulteriori discussioni sul matrimonio. Ma di nuovo, ti rimane una vaga, tremenda sensazione che Jackson potrebbe effettivamente dire la verità. Che lui potrebbe veramente amare la moglie, dopo tutto. E che loro possono anche, incredibile a dirsi, aver avuto rapporti sessuali. Jackson ha una diffidenza radicata verso la stampa basata su anni di trattamento di scherno da parte di giornalisti che, sostiene, non lo capiscono.

    Aggrotta le sopracciglia sospirando: "La stampa è dura con me, soprattutto in Inghilterra, ed è un peccato perché mi piace qui e vorrei viverci un giorno. Per fare un esempio, l'ultima volta che sono stato qui ho portato Topolino e Minnie da Euro Disney in un ospedale a Londra per i bambini malati e ho portato loro un carico di giocattoli e altre cose per rallegrarli. I giornali il giorno dopo hanno detto Wacko Jacko snobba i bambini malati.

    CRUDELE
    "Questo mi ha davvero fatto male - ho cercato di aiutare quei bambini, ma quella gente voleva solo prendermi in giro. E' stato crudele e fuori luogo".

    La disperazione di Jackson per il modo in cui viene trattato dai media non è nulla in confronto alla sua angoscia per i tragici eventi in Kosovo. Le lacrime prontamente ritornano quando dice, "Vorrei solo andare in Jugoslavia e abbracciare ognuno di quei bambini e dire loro che li amo. I filmati in TV mi spezzano il cuore. E' orribile. Devo solo spegnerla - mi fa piangere ogni giorno.

    "E 'ora di fare qualcosa. Non è sufficiente girare la testa e far finta che non esistano. Ho scritto una canzone per i rifugiati chiamata "What More Can I Give?" E darò tutti i profitti agli albanesi del Kosovo. Voglio fare quello che abbiamo fatto con le persone in Africa, mettere tutte le celebrità insieme e cantare per le famiglie povere. Mi piacerebbe farlo in Gran Bretagna e avere le più grandi star inglesi con me. Voglio che quella gente sappia che io li amo, che noi tutti li amiamo. Sono la mia famiglia, i miei figli. Hanno un disperato bisogno dei nostri soldi per essere aiutati".

    Disperato dalla reazione del mondo verso la situazione del Kosovo, aggiunge: "Stiamo tutti seduti a leggere e guardare la TV e a dire quanto è terribile e non facciamo effettivamente niente al riguardo. Non mi interesso di politica e non parlo di religione. Ma penso che sia totalmente sbagliato e ignorante far del male a bambini innocenti per questioni politiche o religiose. Si tratta di genocidio e di pulizia etnica, ed è stupido. Non dovrebbe accadere".

    DIANA CONFIDAVA IN ME. LE DISSI: SII FORTE E CORAGGIOSA. COSI' NESSUNO PUO' FARTI DEL MALE.
    Per la principessa Diana, una sola persona al mondo capiva veramente cosa voleva dire essere un'icona superstar braccata.

    Michael Jackson lo sapeva perché era forse l'unica star più grande del pianeta. L'unica persona che era più conosciuta in tutto il mondo della nostra "Rosa inglese".

    Ora The Mirror può rivelare la straordinaria storia di come la loro comune esperienza di enorme fama li ha resi prima amici e poi confidenti.
    Al tempo in cui Diana è stata uccisa erano così vicini che Jackson spendeva migliaia di sterline al mese al telefono a chiacchierare con lei e a consigliarla. Motivo per cui la scioccante e improvvisa natura della sua morte è stata un colpo terribile per la leggenda del pop. Con gli occhi pieni di lacrime, Jackson ha ammesso: "Avevo un concerto il giorno in cui è uscita la notizia e il mio medico mi ha svegliato per dirmi che Diana era morta. Sono letteralmente crollato, sono svenuto. Mi ha dovuto dare i sali per farmi rinvenire e ho cancellato il mio show perché semplicemente non potevo esibirmi. Sono crollato. Ho pianto e pianto per settimane".

    Il dolore di Jackson è stato reso peggiore dal fatto che era anche amico di Dodi Fayed. "Era un'unione creata da Dio" dice. "Pensavo che fossero così belli insieme. Era bello vederli così. Diana era una persona meravigliosa e così buona di cuore. Andava in giro per il mondo come filantropo, proprio come Madre Teresa. Lei ha dimostrato che aveva davvero, davvero a cuore le persone e soprattutto i bambini. Proprio come me.

    "Lei si confidava con me. Mi chiamava al telefono e parlavamo di tutto quello che stava accadendo nella sua vita. La stampa era dura con lei allo stesso modo in cui lo era con me e lei aveva bisogno di parlare con qualcuno che sapeva esattamente quello che stava passando.
    "Si sentiva braccata come mi sentivo io. Intrappolata, se vuoi. Non puoi parlare di questo al tuo vicino, perché come potrebbero mai capire?
    "Nessuna persona normale potrebbe capire, come potrebbero? Ho avuto quell'attenzione da quando ero un ragazzino, mentre a Diana è stata imposta improvvisamente all'età di 19 anni.

    "Ho vissuto così tutta la mia vita perciò avevo l'esperienza per dirle come gestire la cosa. Le dicevo 'Sii superiore a tutto questo'. Le dicevo come a volte salivo sul palco a volte con il peggior dolore - sia emotivo che fisico, con qualcosa tipo un mal di denti, e qualsiasi cosa fosse me lo toglievo dalla mente e mi esibivo.

    "Dicevo: 'Sii forte e determinata e nessuno può farti del male. Solo tu ti puoi fare del male, perciò sii coraggiosa'. Penso che lei abbia apprezzato e preso qualcosa dalle mie parole. Penso di essere stato in grado di consolarla.

    "Adoravo Diana. Abbiamo parlato tante volte, molte di più di quanto la gente abbia capito.
    "Quando ho sentito dei paparazzi che la inseguivano, ho solo pensato a quanto sono stato fortunato che non fosse mai successo a me perché sono stato inseguito nello stesso modo tante volte e ogni volta te lo chiedi.

    "La morte di Diana è stato il momento più triste che io abbia mai provato - mi ha ricordato di quando è morto Kennedy. Mi ha spezzato il cuore così tanto, ho solo pianto e pianto".

    Jackson non ha mai incontrato i principi William e Harry. Ma dice: "Diana voleva tantissimo che incontrassi i suoi figli e ne abbiamo parlato molte volte, ma non ho mai avuto questa possibilità.

    "Mohamed parla molto bene dei ragazzi. Lui dice che sono meravigliosi e che ha passato molti bei momenti in vacanza con loro e Diana. Sarebbe bello incontrarli qualche volta".

    Jackson ha incontrato molte volte Dodi a Hollywood, dove il figlio di Mohamed Al Fayed ha fatto dei film. Ricorda: "Era meraviglioso, semplicemente meraviglioso. Un ragazzo molto intelligente, affascinante. E' stata una tragedia per Mohamed e il mio cuore è con lui e la sua famiglia".

    L'amicizia tra Jackson e Fayed è curiosa, ma comprensibile quando si considerano le somiglianze. Entrambi miliardari, entrambi scherniti dall'establishment, entrambi combattenti solitari contro quello che vedono come un mondo ostile.

    Jackson dice: "Mohamed ha avuto un sacco di critiche in questo paese, e questo è così ingiusto. Lui è uno degli uomini più dolci, più gentili che si possano conoscere. Il problema è che la gente giudica le persone prima ancora di conoscerle. Per me lui è come un grande Babbo Natale. Ama donare, lui è molto saggio e creativo, di talento e di buon cuore. Mi ha insegnato molto e mi piace imparare da lui".

    Fayed ha offerto a Jackson il suo primo match di calcio sabato scorso, portandolo a vedere la sua squadra, il Fulham, nella loro battaglia per la promozione dalla seconda divisione.
    A Jackson è chiaramente piaciuto ogni minuto mentre sfilava per i tifosi e guardava la prima metà con la sua sciarpa del Fulham avvolta intorno al collo.

    "Non sapevo nulla di calcio e non sono mai stato a nessun evento sportivo, quindi è stata una grande esperienza per me. Sono un tifoso di calcio ora, sicuramente. Sono un fanatico. E' stato così emozionante e passionale, i tifosi erano come la gente che viene ai miei concerti. Urlavano e gridavano e incitavano i loro giocatori.

    "Mi è piaciuto molto. Volevo saltare su e iniziare a ballare, perché sono abituato ad esibirmi sul palco quando sento tutto quel rumore. I tifosi sono stati grandi, anche se sembravano abbastanza sorpresi di vedermi. Non ho alcun dubbio che il Fulham sarà promosso, sembrava una squadra davvero buona con un grande spirito. Ho incontrato tutti i giocatori e sono stati così gentili con me".

    Il leggendario cervello per gli affari di Jackson è entrato in azione nel momento in cui ho citato il Manchester United.
    "Non li conosco, ma mi piacerebbe essere coinvolto con una delle grandi squadre se si può fare. Quanto vogliono?"

    Gli ho detto che il prezzo richiesto era di circa seicento milioni.
    "Dollari o sterline?"
    Sterline. C'è stata una lunga pausa.
    "Interessante, molto interessante."
    Ho sottolineato che sarebbe un perfetto connubio visto che il Manchester United si suppone sia il nome più famoso del mondo dopo ... Michael Jackson."Ci penserò. Sembra intrigante. Sono sbalordito da quanto mi è piaciuto il calcio, questo è sicuro".

    La carriera di Jackson è stata relativamente tranquilla negli ultimi due anni, ma sta organizzando un'enorme fine del secolo.

    Ho un album in uscita per il Millennio, sono a metà strada. Sarà la cosa migliore che io abbia mai fatto ", dice. "Ci sto mettendo il cuore e l'anima perché non so se ne farò un altro dopo questo...".

    Come? Ho sentito bene? Il Re del Pop smette? Questa è stata una notizia un po' sorprendente.
    Sì, ho sentito bene. Smetterà di fare album da solista. "Questo sarà il mio ultimo album, credo. Potrò fare occasionalmente la colonna sonora di un film, ma questo sarà il mio ultimo album.

    "Voglio che sia qualcosa che toccchi il cuore e le emozioni del mondo. Da un bambino agli anziani, dai contadini dell'Irlanda alla signora che pulisce i bagni ad Harlem.
    "Voglio dire, voglio raggiungere tutte le popolazioni che posso attraverso l'amore e la gioia e la semplicità della musica".

    Ha anche in programma una reunion sensazionale con i suoi fratelli.
    "Stiamo facendo un album insieme, è valido e ho intenzione di farlo. Canterò su tre canzoni e produrrò il resto. Sarà divertente".

    Come fa Michael Jackson a rilassarsi mi chiedevo? La sua risposta è stata sorprendente.

    "Beh, ho smesso di essere un recluso adesso. La mia amica Elizabeth Taylor mi ha tirato fuori" dice. "Ogni giovedi andiamo al cinema insieme. Lei è la madrina di mio figlio Prince e andiamo così d'accordo.

    "Le ho detto che la Warner Brothers potrebbe riservare uno studio solo per noi ogni settimana per guardare i film in privato, ma lei mi costringe ad uscire. Lei è l'unica persona che può farmi uscire in pubblico.

    "Entriamo, ci sediamo, guardare il nostro film e usciamo. E ogni volta che andiamo via il pubblico si alza e ci applaude. E' divertente. L'ultimo che abbiamo visto è stato "Patch Adams", che ci è piaciuto tantissimo. E' stato così toccante che mi ha fatto piangere.

    "E' una storia vera di un uomo che usa il suo tempo per fare felici i bambini. Mi piacerebbe essere considerato così. L'inizio del nuovo millennio è un momento opportuno per cambiare direzione. Mi piacerebbe dedicarmi di più ai film. Io e Mohamed stiamo cercando di costituire una società e fare qualche film insieme. Sarà grande".

    Con questa i due miliardari scoppiano a ridere al pensiero della zizzania e del caos che potrebbero creare ad Hollywood.

    Michael Jackson è un soggetto curioso, questo è sicuro. Lui è decisamente strano. Non proprio il biglietto intero, il carrello della spesa o addirittura l'intero picnic completo (presumo siano espressioni idiomatiche inglesi, ndt). Ma lui non è l'eccentrico che pensavo fosse prima di parlare con lui.

    Lui parla con sicurezza e intelligenza, bisogna ammettere con un'abbondante spruzzata delle effusioni sentimentali che ci si aspettano da lui. E' stato felice di parlare di qualsiasi argomento che ho sollevato, e non ha schivato nessuna delle domande che gli ho lanciato. La maggior parte delle persone che conosco hanno un'idea un pò confusa di Jackson come uomo, pur restando grandi fan della sua musica.

    Sono venuto via da questo incontro con l'impressione che forse ho giudicato male l'uomo, che Michael Jackson non è così "wacko", dopo tutto.

    Source: http://site2.mjeol.com/interviews/daily-mi...il-12-1999.html // Traduzione: truth4mj.it

    Edited by ArcoIris - 2/4/2018, 04:28
     
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    Grazie per le splendide interviste Arcoiris, Michael si conferma sempre come l'uomo migliore di tutti :ok:
     
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    Conoscevo questa intervista ma non ricordavo molti passaggi...

    CITAZIONE
    Ho un album in uscita per il Millennio, sono a metà strada. Sarà la cosa migliore che io abbia mai fatto ", dice. "Ci sto mettendo il cuore e l'anima perché non so se ne farò un altro dopo questo...".

    ... "Questo sarà il mio ultimo album, credo. Potrò fare occasionalmente la colonna sonora di un film, ma questo sarà il mio ultimo album...

    Ha anche in programma una reunion sensazionale con i suoi fratelli.
    "Stiamo facendo un album insieme, è valido e ho intenzione di farlo. Canterò su tre canzoni e produrrò il resto. Sarà divertente".

    e i commenti di Piers Morgan..
    CITAZIONE
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    La sua franchezza mi ha scioccato. Questo non era un superficiale e fanciullesco personaggio monosillabico, nascosto dietro la famosa maschera e il make-up.

    E' stata un'esperienza curiosa e inconsueta sentire la persona più famosa del pianeta piangere disperato mentre si difendeva. Non ho mai avuto certezze in ogni caso su Michael Jackson e tali affermazioni.

    La maggior parte delle persone che conosco hanno un'idea un pò confusa di Jackson come uomo, pur restando grandi fan della sua musica...

    Sono venuto via da questo incontro con l'impressione che forse ho giudicato male l'uomo, che Michael Jackson non è così "wacko", dopo tutto

    :comm8jk.gif:
     
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  10. Elenajackson777
     
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    Questa intervista non la conoscevo è la prima volta che la leggo ed è stupenda,bellissima,ho le lacrime agli occhi :comm8jk.gif: :comm8jk.gif: grazie mille Arco per averla postata.
     
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  11. Elisajackson89
     
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    Davvero stupenda questa intervista :comm8jk.gif: :comm8jk.gif: grazie mille Arco per averla postata :ok:
     
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  12. MJ-Beautiful soul
     
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    Thanks Marisa! :love:
     
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    Michael Dice: 'Sono uno che guarda le ragazze'


    Articolo su Tiger Beat; Settembre 1972

    Avete mai avuto quella strana sensazione che qualcuno vi stava fissando - osservando ogni vostra mossa? Se sì, potreste scoprire che la persona non è altro che Michael Jackson! Era appoggiato all'albero, fischiettando un motivetto senza nome. Il cielo - così blu che fa male agli occhi a fissarlo troppo a lungo. Ma andava bene perché non stava guardando il cielo. I suoi occhi erano impegnati altrove!

    Michael sorrise a se stesso. Non c'era nulla di meglio di quello che stava facendo proprio ora! In piedi qui in modo casuale, con i pollici infilati nei passanti della cintura, nessuno poteva immaginare che stava praticando un'arte.


    FA PRATICA
    Michael lo dice sempre con un sorriso, ma è serio quando definisce osservare una ragazza 'un'arte'!

    Quando gli viene chiesto, spiega che ci vuole un sacco di pratica per 'fissare le ragazze' senza essere notato. Per prima cosa, Michael sa che è molto maleducato fissare una persona apertamente. Ecco perché ha messo a punto una tecnica per non farsi smascherare.

    Perché si fa tutti questi problemi? 'Perché non voglio davvero offendere nessuno guardandolo. Alcune persone si innervosiscono molto se sanno che qualcuno li sta guardando. Ma ho questa debolezza, amo guardare le ragazze!'
    'Solo guardare una ragazza mi può dare la migliore ragione per sorridere. Le ragazze sono qualcosa di molto speciale e devi trattarle in questo modo. Ecco perché dico sempre di non fissare una ragazza. Lei comincia ad agitarsi, chiedendosi se i suoi capelli sono in disordine o se il trucco è rovinato. E' un po' come andare in una galleria d'arte a vedere splendidi dipinti. Se guardi un dipinto nel modo giusto, ottieni il massimo da esso!'


    MOTIVI
    E' molto normale che ad un ragazzo giovane, sano e ben curato come Michael piaccia guardare le ragazze. Ogni ragazzo della sua età passa il tempo a godersi la bella vista delle ragazze che passano! Tuttavia ad alcuni ragazzi piace guardare le ragazze e poi votarle in base al modo in cui sono vestite e quanto sono belle. Non Michael. Lui ha i suoi motivi.

    'I ragazzi che fanno queste valutazioni non centrano il punto. Sono così impegnati a contare i punteggi che non guardano, intendo non guardano realmente le ragazze'.

    'Il modo in cui una ragazza cammina. Puoi capire molto da questo. Se è felice o triste, se è orgogliosa di essere una ragazza. E poi ci sono ragazze che sembrano così indifese che vorrei correre verso di loro e abbracciarle!'
    'E se sono abbastanza fortunato da essere abbastanza vicino per vedere bene la sua faccia... beh, è come il tuo dessert preferito dopo un buon pasto!'
    'Gli occhi - ammiccano? Cosa li fa splendere così tanto? Amore? O semplicemente felicità di essere viva?'
    'E la bocca. Sorride per qualche segreto? O sta solo facendo del suo meglio per diffondere un po' di felicità sorridendo ad ogni persona che vede?'

    La lista di Michael potrebbe continuare all'infinito. Può trascorrere ore in una giornata ventosa a guardare come il vento gioca con i capelli lunghi, i capelli corti, i capelli scuri, i capelli chiari. Oppure può guardare le mani delle ragazze. Le tiene unite anche quando è seduta? O fanno parte dei suoi metodi di comunicazione? Le sue mani prendono vita in una conversazione - gesticolando selvaggiamente per enfatizzare le sue parole?

    Ma soprattutto, Michael vuole il tempo per guardare e vedere l'intera immagine, tutta la persona. Gli piacciono tutte le persone, ma le ragazze sono, per lui, 'qualcosa di veramente speciale!'

    Se fosse stato uno di quei ragazzi che valutavano le ragazze, Michael avrebbe speso tutti i suoi soldi sulla carta per far avere i punteggi più alti per ogni ragazza. Perché per lui, ogni ragazza è una vincitrice, semplicemente per essere una ragazza, per essere una persona speciale, per essere la ragazza che lui potrebbe fissare in questo preciso momento, con un sorriso sul suo volto.

    Fonte: michaeljacksonbox.blogspot.it

    Edited by ArcoIris - 2/4/2018, 04:30
     
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  14. Elisajackson89
     
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    Wow bello questo articolo :angellove: :angellove: è la prima volta che lo leggo,bello ciò che pensa Michael sulle ragazze,bello il suo modo di guardale e di studiarle per capire se sono felici,tristi ecc :comm8jk.gif: :comm8jk.gif:
    Grazie di cuore Arco per averlo postato :ok:
     
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    Concordo con Elisa, grazie della splendida intervista Arcoiris :ok:
     
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