INTERVISTE A MJ e CONVERSAZIONI DI MJ

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  1. ArcoIris
     
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    "The King of Pop"

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    TRADUZIONE

    MJ intervistato dal reverendo Jesse Jackson
    (March 27, 2005)

    Jesse: Buon giorno. Dio vi benedica. Buona Pasqua. Benvenuti a Keep Hope Alive Radio Show del reverendo Jesse Jackson. Vi auguro una felice e gloriosa Pasqua.
    Che cosa posso dirvi sul nostro ospite questa mattina. Questo leggendario cantante, ballerino, cantautore, ha una carriera alle spalle di quaranta anni. E' diventata una star a soli undici anni. Era il leader del gruppo della Motown, i Jackson Five. Uno dei gruppi più famosi di tutti i tempi. Quattro singoli progressivamente al numero uno. Chi dimentica "I Want You Back", "ABC", "Pearl Mama's" o "I'll Be There"?

    Ha iniziato la sua carriera da solista. Ha pubblicato una serie di singoli di successo tra cui "Got To Be There", "Rockin 'Robin" e "Ben". Ci siamo tutti meravigliati mentre continuava a scalare la vetta senza precedenti, con i suoi tre album più venduti di tutti i tempi: "Off The Wall", "Thriller" e "Bad". Infatti, "Thriller", è l'album più venduto di tutti i tempi. Ha venduto più di cinquantuno milioni di copie in tutto il mondo. Quincy Jones, il suo produttore, ha detto alla rivista Time: "La musica nera era passata in secondo piano per un lungo periodo". E' stato proclamato come l'artista più venduto di tutti i tempi. Il cantante più premiato che il mondo abbia mai conosciuto. L'artista più popolare nella storia dello show business. E non così modestamente, l'uomo più famoso del mondo. Stiamo parlando, naturalmente, del Re del Pop.

    Il nostro mondo continua ad andare avanti ma, a proposito di questo genio, i membri della Keep Hope Alive Radio Show, hanno avuto l'opportunità di intraprendere un viaggio da Gary fino alla sua massima grandezza. Ascoltate il Re del Pop condividere la storia della sua vita come solo lui può raccontare. E' con grande orgoglio e piacere che vi porto questa mattina... Michael Jackson.


    Jesse: Buongiorno Michael.

    MJ: Buongiorno Jesse. Come stai?

    Jesse: Bene, Bene, Bene, Bene. E' bello sentirti. Molte persone in giro per l'America, e non solo, stanno ascoltando la nostra conversazione.

    Michael: Sì.

    Jesse: Bene, Bene.

    Michael: Bene.

    Jesse:
    Non perdetevi questa bellissima conversazione con il Re del Pop, Michael Jackson. Torniamo subito con Keep Hope Alive Radio Show e il reverendo Jesse Jackson.


    Jesse: Benvenuti con il Reverendo Jesse Jackson. Oggi abbiamo un ospite straordinario... Michael Jackson. Michael ci ha permesso di fare un viaggio dal "punto zero” fino all'universo. Buongiorno Michael.

    Michael: Buongiorno Jesse. Come stai?

    Jesse: Bene. Ti ricordi quando ci siamo incontrati nella 47a strada, molti anni fa. Tuo padre portò te e i ragazzi all'ufficio della stazione. Ti stavi esibendo al Teatro Regio. Te lo ricordi?

    Michael: Sì, mi ricordo. E' stato tanto tempo fa. Ricordo vagamente.

    Jesse: Cosa ricordi di quel periodo?

    Michael: Oh, ricordo un po’ quello che indossavo, pantaloni a zampa d'elefante e ricordo l'amore che mi offriva il pubblico. Il supporto delle persone a quei tempi era proprio bello, la gente nera era fantastica. Sei sempre stato molto gentile con noi.

    Jesse:
    Bene, Bene. Forse è stata la tua mamma a cucire quei vestiti?

    Michael: Sì, lei li ha fatti. Ha sempre fatto tutti i nostri vestiti. Mia madre cuciva di tutto. Tutto ciò che abbiamo indossato alla Motown, era fatto da mia madre.

    Jesse: Ricordo così bene quando Julius Griffin e tuo padre si avvicinarono e mi chiesero se potevate fare un’esibizione all'Expo. Abbiamo dovuto creare uno spazio nel nostro programma per farvi esibire.

    Michael: [Ride] Mi ricordo quegli spettacoli. C'erano molti afro in quel momento.

    Jesse:
    In quel periodo facevate parte della Motown. Chi vi ha scoperto?

    Michael: Beh, in verità sono stati Gladys Knight e un ragazzo di nome Bobby Taylor. Facevano parte anche loro di questi spettacoli spesso divisi in atti. Si poteva fare solo un certo numero di canzoni e poi terminare. Loro erano sempre a questi spettacoli. Ci guardavano ed erano impressionati di ciò che sapevamo fare. Barry Gordy in un primo momento non era interessato. Alla fine ci ha amato e ci ha offerto il contratto. Dopo che firmammo, poiché Diana Ross era la star più grande del momento, l'ha utilizzata come mezzo per presentarci al pubblico. Il primo album si chiamava "Diana Ross Presents The Jackson Five".

    Jesse:
    A quel tempo, chi era il tuo artista preferito?

    Michael: Oh Dio, ho amato Diana Ross e uh, ho amato e ancora amo James Brown. Tutti questi artisti ancora oggi sono i miei preferiti. Amo anche Jackie Wilson, Sammy Davis Jr.

    Jesse: Ti sei ispirato molto a Jackie Wilson?

    Michael: Oh, sì certo! Tutti questi artisti mi hanno ispirato molto. Non ho potuto fare a meno di essere ispirato da questi grandi artisti.

    Jesse: Più tardi, ricordo che a Los Angeles eri con Suzanne de Passe che è stata la madrina del gruppo e lei ti aveva accompagnato a fare shopping per comprare un paio di jeans.

    Michael: Sì! Ricordo Suzanne de Passe, era meravigliosa. Era in parte il nostro manager insieme a mio padre e Tony Jones. Li ringrazio tutti dal profondo del mio cuore.

    Jesse: Era una persona meravigliosa, e lo rimane ancora oggi.

    Michael: Sì. Lei è stata molto utile nei primi giorni della nostra carriera, era una vera amica. Mi manca. Non la vedo da molto. Rimane una splendida persona come Berry Gordy.

    Jesse: Michael, in questo periodo che io chiamo "punto zero", gli inizi a Gary, il Teatro Regio, la riunione con Barry Gordy per la Motown, se vorresti riflettere, quali sono i tuoi ricordi di quel tempo?

    Michael: Quel tempo?

    Jessie: Sì, com'è stato quel periodo a Gary, al Teatro Regio, l'incontro con Gladys Knight, la Motown. Insomma, di tutto quel periodo, cosa ti è rimasto più impresso nella mente?

    Michael: Quel periodo per me risalta perché ero così giovane. Avevo otto, otto o nove anni. Ricordo com'era l'ambiente, la musica che ascoltavo. Mio padre suonava la chitarra insieme a mio zio. Ogni giorno suonavano e noi eravamo a contatto continuo con la grande musica. Cominciavamo a seguire la musica. Vorrei ricordare il ritmo delle battute del tamburo. Ogni suono era registrato nella mia mente e iniziavo a farmi dei ritmi e a danzare. Io ballavo a ritmo della lavatrice. Mia madre andava al negozio all'angolo per lavare i vestiti. Ballavo a ritmo della lavatrice e la folla mi guardava. Sono piccole cose ma che ti fanno riflettere davvero.

    Jesse: Beh, tua madre diceva che Jackie Wilson, James Brown e Sammy Davis erano eroi. Hai mai visto delle loro esibizioni?

    Michael: Sì, loro erano miei amici. Ecco perché sono stato così fortunato. Ero solo un ragazzino, vicino a queste persone. Entrammo subito a contatto con il loro immenso talento. Erano i migliori intrattenitori al mondo. Dopo le loro grandi esibizioni, toccava a noi andare in scena. E' stato incredibile!

    Jesse: Ma il fatto è che in un primo momento mi ricordo di Tito e Jermaine e tu eri così piccolo. Facevi parte dei Jackson Five. Quando ti sei reso conto che eravate degli intrattenitori anche voi?

    Michael: Quando si ha una capacità speciale, non te ne rendi conto perché pensi che anche gli altri abbiano lo stesso dono che hai ricevuto tu. E' difficile accorgersene. Quando cantavo la gente era così entusiasta della mia voce. Non sapevo perché applaudivano, piangevano e iniziavano a urlare. Davvero non lo so Jesse. Solo più tardi, la gente mi veniva vicino e mi diceva che avevo un dono e un talento speciale. Ricordo che mia madre, molto religiosa, mi diceva sempre di ringraziare Dio Geova per le mie abilità. Tu lo sai che non dipende da noi, è una cosa che viene dall'alto. Siamo sempre stati a contatto con gente che ci faceva i complimenti per le nostre prestazioni. Sai, è stata una bella cosa.

    Jesse: Quando hai smesso di andare a scuola?

    Michael: Oh, ero molto giovane. Penso che sia stato... hmm. Penso che sia stato al quinto, quarto o quinto anno. Poi ho avuto degli insegnanti privati. Avevamo così tanti concerti e spettacoli televisivi, gli album, le registrazioni, avevamo solo tre ore di scuola. I concerti ci spostavano da uno Stato all'altro. Dopo quel momento registrammo un altro album dei Jackson Five, e poi lavorai per un mio album. Nella mia giovinezza, ero sempre occupato. Mi ricordo che lungo la strada per le sale di registrazioni della Motown, c'era un parco. Riuscivo a sentire le voci dei ragazzi e i rumori dei calci al pallone. Ricordo che andavo in studio tutti i giorni ed ero abbastanza triste perché volevo anch'io andare a giocare. Sapevo, però, di avere altre cose da fare, le registrazioni dovevano andare avanti. Provavamo tutto il giorno fino a tarda notte.

    Jesse: Ritieni di esserti perso gran parte della tua infanzia? Come hai fatto a compensare questa grande perdita?

    Michael: Sì, non ho avuto un'infanzia. Ma, quando non si riesce ad avere un’infanzia da piccolo, si cerca poi di compensare la perdita cercando di recuperarla. Per questo a casa mia si può vedere un parco a tema, gite di divertimento. Quello che mi piace fare in assoluto, è aiutare gli altri bambini che sono meno fortunati di me. Sapete, i bambini che sono malati terminali, che soffrono di malattie, i bambini poveri delle città inferiori, sai, i ghetti. Vorrei far vedere a questi bambini le montagne, farli divertire sulle giostre, guardare un film, mangiare un gelato... cose di questo tipo.

    Jesse: Quanti ne eravate in famiglia?

    Michael: La famiglia Jackson?

    Jesse: Sì.

    Michael: Originariamente eravamo in dieci. Adesso siamo in nove persone. Mia madre Katherine e Joseph Jackson sono ancora vivi. Siamo tutti nati a Gary, in Indiana.

    Jesse: Tito e Jermaine hanno cercato di darti, per quel che potevano, un’infanzia da fratelli maggiori quali sono?

    Michael: Eravamo sempre in tour. Andavamo a Miami. Siamo stati così popolari. Ovunque i Jackson Five andassero, la massa accorreva al raduno. Non potevamo andare in un centro commerciale o da nessuna parte, perché le persone urlavano i nostri nomi. Potevamo divertirci solo un po’ in albergo. Facevamo la battaglia con i cuscini, nuotavamo nella piscina. Tu sai a cosa mi riferisco.

    Jesse: Chi vinceva la battaglia con i cuscini?

    Michael: Tito o Jackie. [Ride] Erano i più vecchi.

    Jessie: Se guardiamo quel periodo che io chiamo "punto zero", quando si stava sviluppando l'artista prodigioso che è in te, fino ad arrivare al periodo della tua maturazione artistica, sapresti dirmi chi è stato l'artista che più ti ha influenzato?

    Michael: La mia più grande influenza è stata quella di imparare a scrivere musica da solo. Ero entrato in contatto con i più grandi scrittori di canzoni di quel periodo. Holland e Dozier. Questi due ragazzi erano fenomenali. Sai, Lamont Dozier e Edward Holland. Questi ragazzi erano sorprendenti. Hanno scritto i più grandi successi. Erano semplicemente fantastici. Ho avuto modo di apprendere e lavorare con questi ragazzi. Mi piacciono naturalmente anche i testi dei Beatles. Amo la musica dei Beatles. Entro molto in sintonia con gli scrittori di quelle canzoni. Mi piace la loro melodia. Io amo le canzoni irlandesi. Amo le melodie inglesi. I ritmi degli africani. Sono le radici della musica. Questa è la mia musica preferita. L'Africa è la mia musica. E' l'origine. E' l'inizio della vita. Non si può evitare. E' impressa in me.

    Jesse: Ti hanno influenzato tanto da accompagnare il tuo canto alla danza. Hai mai avuto un maestro di danza?

    Michael:
    Sai una cosa, non ho mai studiato danza. E' sempre stato tutto naturale per me. Quando ero piccolo, qualsiasi tipo di musica ascoltassi mi faceva ballare. Era impossibile tenermi seduto. Ancora oggi, se mi capita di ascoltare un beat, inizierò a fare passi e ritmi in contrasto con il ritmo che sto sentendo. E' un istinto naturale. Non ho mai studiato. Fred Astaire e Gene Kelly che erano miei buoni amici, rimanevano sempre meravigliati per la mia abilità nel danzare. Quando ero un ragazzino, Fred Astaire mi diceva sempre che in cuor suo sapeva che sarei diventato una grande stella. Lo guardavo e gli dicevo: "Di cosa stai parlando?" [Ride]

    Jesse: Michael, da dove proviene il moonwalk? [Ride]

    Michael: Il Moonwalk è una danza. Mi piacerebbe prendermi il merito, ma non posso perché devo essere onesto con me stesso. I bambini neri dei ghetti hanno il ritmo più fenomenale di chiunque altro sulla Terra. Non sto scherzando. Ho imparato e avuto molte idee guardando i bambini nei ghetti. Hanno un ritmo perfetto. Alla fine degli anni '70 e primi '80, vedevo questi ragazzi ballare per strada e fare questo movimento, scivolavano all'indietro dando un’illusione. Ho impresso un’immagine nella mia mente di quel momento. Andai nella mia stanza al piano superiore a Encino, e iniziai a provarlo e perfezionarlo. E' comunque nata da una cultura nera, non c'è dubbio. Ecco da dove viene.

    Jesse: Beh, rimanendo in questo tema, hai mai guardato Don Cornelius in Soul Train?

    Michael: Oh, io amo quello show. Stai scherzando? Naturalmente l'ho guardato. E' un tipo di spettacolo che dava la possibilità di mostrare il proprio talento e cosa si poteva fare con il proprio corpo. Sono rimasto ipnotizzato dai uh, i ritmi e le danze. Naturalmente l'ho guardato [Ride]

    Jesse: Michael, se guardiamo indietro, dal "punto zero" fino a salire, effettivamente si può notare che sei diventato, per molti versi, un uomo nel corpo di un bambino. Non hai mai messo un kilo in più. Come hai fatto?

    Michael: [Ride] Beh, non sono mai stato un grande mangiatore, ehm... ti racconto un piccolo segreto. Mi dispiace dirlo ma, anche se apprezzo il cibo che Dio ci dona, non sono mai stato un grande mangiatore. Mia madre con me ha sempre avuto molta difficoltà in questo, mi doveva costringere per farmi mangiare. Ho un problema con il mangiare, ma io, faccio del mio meglio, e sto mangiando, lo faccio! Per favore, uh... non voglio che adesso la gente pensi che stia morendo di fame, non è così..

    Jesse: Ma cosa dici...

    Michael: La mia salute è perfetta in realtà.

    Jesse: Hai mantenuto questo perfetto peso, la gente è gelosa di questo.

    Michael:No,no. La mia salute è perfetta, mangio alimenti naturali come erbe e cose di questo tipo, sai... preferisco la medicina di Dio, invece di prodotti chimici o cose di questo tipo.

    Jesse: Michael, se guardiamo indietro a questa tua carriera fenomenale, ti ricordi come tu sia riuscito ad avere questo grande successo così in fretta, qual è stato il punto più alto della tua carriera? In questa settimana ho chiesto alle persone qual è stato il punto più alto secondo loro. Potrebbe essere stato Thriller, Beat It, per te qual è stato il punto più alto?

    Michael: Beh, uno dei punti più alti è stato ahm... prima del 1982, avevo fatto un album chiamato "Off The Wall", è stato un punto molto importante per me perché avevo recentemente fatto il film "The Wiz" e ho voluto allora esprimere me stesso come scrittore, sai... scrivere la mia musica, fare musica insomma. Ebbi la fortuna di lavorare con Quincy Jones. Io amo quest'uomo, lui è molto dotato. Stavo scrivendo canzoni come Don't Stop 'til You Get Enough, Shake Your Body, Billie Jean, Beat It. Tutte quelle canzoni furono scritte in quel periodo. Ahm... mi ero diciamo fissato degli obiettivi mentali su quello che volevo fare come artista, è stato un punto molto alto per me. Vinsi anche il Grammy per l'album "Off The Wall", però non ero felice. Volevo fare molto di più. Non ero contento, ehm... per il modo in cui fu apprezzato dalla gente, anche se è stato l'album più venduto di un artista solista a quel tempo, con oltre dieci milioni di copie vendute. Per il prossimo album, mi ero imposto di metterci tutto il cuore [si schiarisce la gola], solo così avrei iniziato a scrivere l'album Thriller.

    Jesse: Che cosa ha dato origine a Thriller?

    Michael: Scusami?

    Jesse: Che cosa ha dato origine a Thriller?

    Michael: Che cosa ha dato origine a Thriller? Il tempo. Ho vissuto in una zona chiamata Encino e vedevo questi segni di graffiti con scritto "Disco Sucks", "Disco is this", "Disco is that". Le discoteche erano solo un mezzo per far ballare la gente, ma erano così popolate. Volevo solo fare un grande album. Io amo uhm... l'album di Tchaikovsky, lo Schiaccianoci. E' un album dove ogni canzone è un gran pezzo. Volevo fare un album dove ogni canzone fosse un successo, ed è da questo che in parte è nato Thriller. Quell'album ha fatto di tutto, il Guinness dei Primati, è stato proclamato l'album più venduto di tutti i tempi. Avevo raggiunto un grande livello, ma ancora non ero soddisfatto, ho sempre voglia di fare di più, volevo dare ancora di più.

    Jesse: E poi?

    Michael: E poi arrivò il Victory tour.

    **************************************************

    Jesse:
    Prima di arrivare al Victory tour, ricordiamo che hai usato la tua celebrità per riunire vari artisti e cantare We Are The World, per tutte quelle persone che morivano in Africa.

    Michael:
    Sì.

    Jesse: Com'è stato?

    Michael: We Are The World è stato un grande progetto. Quincy Jones mi chiamò al telefono e mi chiese di scrivere una canzone per ahm... la devastazione di morti che stavano accadendo in Africa e l'Etiopia. Lui sapeva il mio amore che nutrivo per quel posto, perché sarei sempre voluto andare in Africa. Amavo la loro cultura, amo la gente, amo ciò che rappresentano, così ho composto questa canzone e Lionel Richie mi chiese se mi poteva aiutare [si schiarisce la gola]. Abbiamo iniziato a mettere insieme le nostre idee, la maggior parte delle volte parlavamo e quando mettemmo insieme qualcosa, non ero del tutto soddisfatto. Così, decisi di entrate in studio e in pratica completai tutta la musica. Quincy era meravigliato dal risultato del brano. Lo pubblicammo e divenne il singolo più venduto nella storia e ha fruttato molti soldi. Il progetto fu chiamato USA For Africa. E' stato un soccorso per l'Africa, è stata una bella cosa. Abbiamo dato una percentuale del ricavato all'America e la quota maggiore all'Africa. E' stata una grande, grande cosa.

    Jesse:
    Il reverendo Jessie Jackson qui al Keep Hope Alive Radio Show, con il nostro ospite molto speciale, Michael Jackson. Tante persone stanno ascoltando in tutto il Paese, in tutto il mondo, è una bella chiacchierata con Michael Jackson che conosco da quando aveva sette anni. Alla guida di una station wagon, Joe Jackson portò i ragazzi al nostro ufficio per chiederci se si sarebbero potuti esibire all'Expo e, naturalmente, l'Expo non fu più lo stesso.

    Michael: Si, è stato, è stato... mi ricordo di quei tempi... i ricordi sono offuscati ma mi ricordo Jesse, sei stato molto buono con noi, mi ricordo l'amore da parte del pubblico e sentivo le urla della folla. E' stato un momento meraviglioso, era una cosa meravigliosa.

    Jesse: In quello show ci furono Marvin Gaye e Roberta Flack.

    Michael: Ah!

    Jesse: Anche i The O'Jays.

    Michael: Wow!

    Jesse: Anche gli Staples Singers e...

    Michael: Wow!

    Jesse: C'era anche Cannonball Adderley, fu un affare enorme.

    Michael: Questo è incredibile, un elenco pazzesco di persone che, sono i talenti più grandi mai visti. Questo è sorprendente.

    Jesse: Quando pensiamo a Gary, Indiana, abbiamo sempre la tua figura da bambino che attraversi gli anni della tua adolescenza. Ricordo, però, anche un'altra fase. Quando si è tenuto il Victory Tour. A quel tempo, eri un ragazzo cresciuto, tutti i tuoi fratelli e sorelle erano pienamente cresciuti e noi ci incontrammo a Kansas City, ti ricordi?

    Michael: Sì.

    Jesse: Facemmo tutti insieme la preghiera.

    Michael: Sì.

    Jesse: Il Victory Tour. Mi puoi descrivere quel periodo?

    Michael:
    Il Victory Tour è stato una delle mosse più grandi, Thriller aveva vinto i Grammy più di qualsiasi altro album nella storia della musica, creò tanto fenomeno e una tale adulazione e notorietà, che non potevamo far nulla senza avere la stampa e gli elicotteri dietro. Poco dopo, annunciammo di fare il tour. Il pubblico era molto, molto carico e noi eseguimmo le canzoni dal vivo. Abbiamo fatto questo tour che ha battuto diversi record in tutta l'America, per esempio quando ci esibimmo al Dodgers Stadium, prima del nostro spettacolo, ci fu Elton John. Abbiamo fatto otto tappe tutte sold out. [Si schiarisce la gola]. Questo è successo tutto in America, la prima città fu Kansas City ed è lì che ci siamo incontrati, Jessie. Mi ricordo che venisti alla nostra suite e pregammo insieme. E' stata una cosa bella e incredibile.

    Jesse: Sai Michael, dicono che la pioggia deve pur cadere e, purtroppo, anche tu hai avuto un periodo un po’ travagliato. La vita non è una linea retta, alcuni si fanno valere anche in una tempesta. Non è facile gestire il sole dei cieli luminosi. Queste turbolenze arrivano per testare il nostro metallo, la nostra forza ed energia. Quale ritieni essere stato il punto più basso?

    Michael: Probabilmente il punto più basso... il punto più basso, emotivamente parlando, è probabilmente quello che sto passando oggi. [si schiarisce la gola].

    Jesse: Sei stato tipo colpito da una puntura?

    Michael: Cosa?

    Jesse: Ti ha colpito una puntura.

    Michael: Ah, puoi ripete...

    Jesse: Sei stato tipo colpito da qualcosa. Qual è stato per te il punto più basso che hai toccato?

    Michael: Si, il dolore di quello che sto passando, dove sono accusato di qualcosa che, in cuor mio, so di non aver mai fatto. Nel mio cuore so di essere innocente, il dolore è così forte.

    Jesse: Si riesce a percepire il tuo dolore. Pensi che ti stiano maneggiando? Perché il tuo personaggio è andato così in alto e adesso è sotto attacco?

    Michael: Cerco di farmi forza basandomi sulle storie di altre persone che, in passato, hanno subito il mio stesso dolore. La storia di Mandela, per esempio, mi sta dando molta forza, la storia di Jack Johnson che ora è in DVD. Si chiama "Blackness Unforgivable". E' una storia sorprendente di quest’uomo del 1910 che era un campione mondiale dei pesi massimi e viveva in una società che non accettava la sua posizione e il suo stile di vita. L’hanno messo dietro le sbarre. Anche la storia di Muhammad Ali. Tutte queste storie. La storia di Jesse Owens. Tutte queste storie che posso leggere, mi danno tanta forza. Le loro storie mi danno molta forza.

    Jesse: Hai avuto tutti questi successi e le persone che hai abbracciato durante la tua carriera, sono ora rivolte contro di te in tribunale. Come gestisci questa situazione?

    Michael: Ah, mi faccio forza con Dio. Credo molto nel Dio Geova e so di essere totalmente innocente. Nessuna di queste storie sparse nell'ultimo periodo sono vere. Sono completamente inventate, ed è triste, è molto, molto doloroso. Prego molto a Dio affinché mi dia la forza. Sono un guerriero. Io so cosa c'è dentro di me. Sono un lottatore. Ma è molto doloroso. Alla fine di tutto sono solo un essere umano, lo sai, io sono solo un essere umano. Fa molto, molto male.

    Jesse: La scorsa settimana stavamo parlando del processo e si sentivano cattiverie gratuite sul tuo conto.

    Michael: Queste cose non sono vere. E' solo un modo per mettermi in imbarazzo e buttarmi fango addosso. Ed è la stessa cosa, come ti dicevo prima, che è successo a quelle persone che ti ho citato prima. Stessa storia. Questo è il tabloid, solo gossip.

    Jesse: C'è chi ci ha chiamato e ha pensato che in tutta questa storia c'entri il catalogo Sony. Puoi dirci qualcosa al riguardo?

    Michael: Nel mio catalogo Sony, c'e tutta la musica dei Beatles, tutta la mia musica, quella di Elvis, è un catalogo enorme, di grande valore, vale davvero molti soldi. Proprio ora c'e una grande lotta in corso, mentre parliamo in questo momento. Non posso fare commenti, ma c'e un complotto, c'e una cospirazione in corso.

    Jesse: Molte persone e famiglie ci hanno detto che questa lotta è dovuta maggiormente al catalogo. Lo pensi anche tu?

    Michael: Beh, sai, io non voglio commentare. Non voglio fare alcun commento. Jessie, è un problema delicato.

    Jesse: Sono stato a Londra un paio di settimane fa, e ricordo il giorno in cui sei arrivato tardi in tribunale perché eri stato in ospedale. Che cosa successe quel giorno?

    Michael: Caddi dalla doccia. Il mio corpo è abbastanza fragile, caddi a terra con la gabbia toracica. Il mio polmone in un qualche modo si era ferito. Avevo molto dolore al polmone destro e sono dovuto andare in tribunale ogni giorno con un immenso dolore. E' straziante tutto questo. Io sono forte, cerco di essere il più forte possibile. Quello che stiamo cercando di curare adesso, è il sangue che mi esce dalla bocca quando tossisco. Il medico mi ha detto che se mi esce il sangue quando tossisco, significa che la questione è abbastanza grave, quindi siamo cauti.

    Jesse: Alcuni cinici hanno detto che stavi fingendo. E sembra che il giudice non era neanche disposto a crederti, nonostante avessi da poco lasciato l'ospedale.

    Michael: No, non c'era alcuna finzione. Voglio dire, c'era una scansione fatta e si poteva vedere il gonfiore sulla mia gabbia toracica. Sì vedeva che ero sofferente. Con la caduta mi sono rotto anche il mento, si è fatta una ferita sulla fronte, sono stato davvero molto male. Ho una medicina per tutto questo dolore ma, nonostante questo, siamo molto cauti.

    Jesse: Ascoltando le parole riguardo a questa macellazione che stai attraversando, ti ha mai ferito qualcosa in modo particolare? Hai mai pianto?

    Michael: Vuoi dire in tribunale?

    Jesse: Sì.

    Michael: Ero nel dolore. Ero lì seduto e il dolore era così immenso, tutto quello che potevo fare, era stare lì e piangere. Sai, era così intenso che... non riuscivo a gestire la cosa. Coprivo il mio viso dal dolore.

    Jesse: Quindi le sfide che ti sei imposto riguardano il tuo dolore personale?

    Michael: No, il dolore non aveva niente a che fare con quello che stava succedendo all'interno del tribunale. E' stato un dolore fisico.

    Jesse: Michael, poiché così tante persone stanno ascoltando la nostra conversazione, cosa vuoi che sappia la gente? Vedo chiamate da Philadelphia, dall'Olanda, dalla Gran Bretagna, da New York, dal Mississippi, dalla Florida, dalla California. Che cosa vuoi che sappia la gente?

    Michael: Riguardo?

    Jesse: Su di te. A proposito di come ti senti in quest’ultimo periodo.

    Michael: Beh, ehm... vorrei che sapeste che sono forte, pregate per me, per i miei figli e la mia famiglia. Questo è un momento molto difficile e ancora non riesco a credere a quello che sento, vedo e leggo dai tabloid. La stampa non è il Vangelo. Tutta questa cattiveria è causata dalla mia celebrità. Più grande è la celebrità, più grande è il bersaglio. Ricordatelo. Tutto questo è causato solo dal denaro, come chi ottiene i maggiori voti in politica, si sa, è tutto una questione di denaro. Nonostante il dolore che sto patendo, sappiate che sarò vendicato. Sono una persona innocente. Credo in Dio e al suo immenso amore. Continuate a pregare per noi.

    Jesse: La tua immensa fede in Dio, presumo ti spingerà a vincere questa dura battaglia, anche se non è ancora del tutto finita. C'e qualcosa che farai quando questo periodo sarà finito?

    Michael: Qualcosa che avrei fatto diversamente?

    Jesse: Che cosa farai quando questo periodo sarà finito?

    Michael: [si schiarisce la voce] Ehm... il mio livello di fiducia cambierà. Ci sono molte cospirazioni in corso. Dirò molto più in là.

    Jesse: Pensi che...

    Michael: Tutti mi sono intorno.

    Jesse: Questa cospirazione è collegata al processo o al catalogo, cosa pensi?

    Michael:
    Non posso commentare. Non posso commentare Jessie. C'e un complotto contro di me ed è una cosa molto seria. Non voglio dire la cosa sbagliata. E' un argomento molto delicato. Molto delicato nella fase in cui mi trovo ora.

    Jesse: Bene. Lascia che ti ponga questa domanda per tutte quelle persone che pregano per te e sono al tuo favore. Che cosa dovrà aspettarsi la gente in futuro da Michael Jackson?

    Michael: Beh, come dico sempre, io amo le arti. Amo molto, molto le arti. Sono un musicista, sono un regista, sono uno scrittore, sono un compositore, sono un produttore e mi piace fare tutto ciò che riguarda quest’ambiente. Amo molto i film. Penso che sia uno dei modi espressivi più belli delle arti. Lo scultore può scolpire, il pittore può dipingere, ma catturano solo un momento, fermano il tempo solo in quel preciso momento. Nei film, invece, si vive il momento. Tu vivi, il pubblico per due ore vive ciò che tu hai pensato. Si può prendere qualsiasi luogo desideri e sceglierlo per un film. Sai, questo mi affascina molto, si ha il potere di indurre la gente a cambiare la loro vita. Mi eccita tanto fare film in futuro perché io amo il cinema. Lo amo davvero tanto.

    Jesse:Il dolore immenso che ora stai provando, non ti scoraggerà dal perseguire la carriera quando questo periodo buio sarà finito?

    Michael: No! Per niente. Io mi conosco [si schiarisce la gola], so quello che voglio da me stesso. Seguirò sempre i miei sogni e miei ideali. Credo nella perseveranza, nella determinazione e tutte queste cose meravigliose. Sono molto importanti per una persona che si è prefissato un obiettivo.

    Jesse: Le persone sono salite così in alto seguendo i tuoi sogni, qual è il tuo sogno adesso?

    Michael: Oh, ehm [si schiarisce la gola], come dicevo prima, è quello di fare film. Ci sono anche altre cose che voglio fare, sono però delle sorprese. Ho grandi progetti per il futuro. Sai, in Africa. Ho dei grandi progetti che sto preparando lì. Ho avuto a che fare con molte persone dell'Africa che mi sono venute a dare sostegno durante questo periodo. Farò alcune cose lì.

    Jesse: Ah, il tuo prossimo progetto. In quale progetto sei più coinvolto? Che cosa ti colpisce di più in questo momento?

    Michael: Probabilmente ahm... una canzone che ho composto per raccogliere fondi per lo tsunami in Madagascar. Un Paese dell'Africa? Uno di quei paesi...

    Jesse: Sì, Madagascar.

    Michael: Somalia e Madagascar sono stati colpiti duramente ma nessuno parla di questo. Nessuno parla mai della devastazione che c'e in Africa e, così, io voglio cambiare le cose. E, naturalmente, sto anche lavorando a un resort che sto costruendo giù in Africa. E' un hotel per le persone e le famiglie. Ci sono molti bei posti laggiù. Voglio fare qualcosa che sia più internazionale. Lo sai?

    Jesse: Beh, sai, è interessante parlare dello tsunami. Forse, se ci saremmo prevenuti, potevamo salvare qualche vita in più. E stato un disastro naturale ma la questione interessante, è che mentre abbiamo perso 200.000 persone per lo tsunami, abbiamo perso due milioni nel Sudan e quattro milioni in Congo. Noi di questo parliamo, ne parliamo ogni giorno. Molti dovrebbero seguire i tuoi stessi ideali.

    Michael: Jessie, nel profondo del mio cuore mi piace molto l'Africa e mi piace la sua gente. Ecco perché, ogni volta che ne ho la possibilità, io e i miei figli saliamo sull'aereo e andiamo in Africa in vacanza. Passo più tempo in Africa che in un altro Paese del Mondo. Amiamo le sue persone e l'ambiente. E' uno dei luoghi più belli della superficie terrestre. Non mostrano mai le magnifiche spiagge bianche che sembrano zucchero, eppure ci sono. Non mostrano mai il bello, non mostrano mai gli edifici, le metropoli urbane come Johannesburg, Cape Town, Kenya. Sono incredibilmente belle.

    Jesse: Petrolio e risorse...

    Michael: Il mondo è geloso dell'Africa per le risorse naturali. E' l'alba delle civiltà. La storia, molta della nostra storia è ambientata in Africa. I King Tut, tutte quelle grandi civiltà, sono nati proprio lì, in Africa. L'Egitto è in Africa! Cercano sempre di separarle ma l'Egitto è Africa, punto!

    Jesse: Beh, è anche vero che quando Gesù fu minacciato di morte, Giuseppe lo ha portato in Egitto, in Africa, lo ha tenuto li per 12 anni.

    Michael: È vero. E' vero.

    Jesse: Hai dimostrato un incredibile livello di profondità e impegno. In chiusura, per la gente che guarderà il processo nei prossimi giorni, che cosa vuoi direi ai tuoi fans... abbiamo chiamanti da Londra, Olanda e in tutta l'America. Che cosa vuoi dire ai tuoi fans?

    Michael: Voglio solo dire ai fans in ogni angolo della Terra, di ogni nazionalità, di ogni razza e di ogni lingua, che li amo dal profondo del mio cuore. Grazie per il vostro amore, sostegno e comprensione durante questo duro periodo. Vi ringrazio per le vostre preghiere e la vostra buona volontà. Grazie per il vostro immenso supporto, perché sono completamente e totalmente innocente. Ci sono molte cospirazioni attive in questo momento mentre noi parliamo.

    Jesse: Beh, è tempo di Pasqua. La buona notizia è che niente è difficile per Dio. Per chi crede con tutte le sue forze all’innocenza di Michael, mantenete la corda e non smettete mai di tirare. Presto si risorgerà dal buio. Michael, grazie per aver condiviso con me questa giornata.

    Michael: Dio ti benedica.

    Jesse: Dio ti benedica e mantieni viva la speranza. Parlare con te è stato come prendere una boccata d'aria.

    Michael: A presto.

    Jesse: Va bene.

    Original Text: www.allmichaeljackson.com/interviews/jessejackson.html
    Traduzione riportata da: http://michaeljacksonbox.blogspot.it/2012/...endo-jesse.html

    Edited by ArcoIris - 2/4/2018, 04:27
     
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