Michael Jackson e Bill Bottrell durante le lavorazioni di Black or White

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  1. aldix
     
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    Michael Jackson e Bill Bottrell durante le lavorazioni di Black or White

    www.studioregistrazione.com/studio-...black-or-white/

    In generale si tende a considerare la figura di Michal Jackson come quella di un performer, concentrandosi sulle sue incredibili doti di ballerino e di cantante, ma Michael era anche un creativo fantastico e lo dimostrava sempre in studio di registrazione, come racconta il produttore Bill Bottrell che è stato uno dei punti fissi nella lunga carriera della rockstar fin dai tempi di Bad.

    Bottrell ha associato il suo nome alle produzioni di Madonna, Elton John e Sheryl Crow, e racconta di come le lavorazioni dell’album Black or White, uscito nel 1991, siano durate oltre un anno e mezzo. Tempi biblici, alla fine dei quali si doveva ottenere un risultato tecnicamente e commercialmente perfetto. Un modo di lavorare che portava ad una costante revisione di arrangiamenti e suoni, oltreche a ripensamenti di melodie e strutture di canzoni: insomma il contrario di un approccio fresco e spontaneo in cui la cosa più difficile era cercare di mantenere una minima obiettività su quello che si stava facendo.
    I lavori di Black or White cominciarono agli studi Oceanway di Los Angeles, per continuare agli sudi Westlake dove la gran parte del disco fu registrato.

    Bottrell fu co-autore di molte delle canzoni, infatti quasi sempre le canzoni nascevano da embrioni di melodie o di ritmi che Michael Jackson canticchiava e che il produttore si incaricava di sviluppare in canzoni complete.
    Per lavorare sugli arrangiamenti furono utilizzati i classici campionatori Akai s1000 e diversi tipi di drum machines e synths, che Bill Bottrell utilizzava assieme alla sua enorme collezione di chitarre.

    Proprio ad una chitarra Kramer American egli ricorse quando Michael Jackson canticchiò il celebre riff strumentale della canzone Black or White. Michael non aveva idea di quale strumento potesse essere utilizzato per il riff, e Bottrell se ne uscì con uno degli ‘hooks’ più orecchiabili degli anni ‘90.

    L’amplificatore utilizzato per ottenere quel suono fu un Mesa Boogie, registrato con un microfono Beyer M160.
    Di seguito furono aggiunte le parti ritmiche, basate su varie sequenze midi gestite da un computer Atari e suonate da una serie di drum machines.

    Una volta aggiunta la ritmica fu il turno di Michael Jackson, ripreso da un microfono Neumann U47, da cui furono rimosse molte delle frequenze più basse e che fu compresso con un Limiter della Sontec.
    La cosa incredibile è che i primi provini vocali furono quelli che alla fine resistettero fino alla fine e furono pubblicati sul disco dopo un anno e mezzo, e questo la dice lunga sul talento del cantante.


    Edited by Arcoiris - 13/10/2012, 04:03
     
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